Non chiamatelo amore

Non chiamatelo amore

 In pochissimi giorni due donne Marinella e Luana sono state uccise per "gelosia" dai loro mariti, la terza Carla sta lottando contro la morte dopo che il suo compagno le ha dato fuoco, per fortuna la bambina che aspettava in grembo è stata fatta nascere con taglio cesareo e sta bene.
Altri nomi che si aggiungo alla già lunga lista di donne morte per mano assassina dei loro mariti, compagni o ex. Ogni volta leggiamo nei titoli delle testate giornalistica una sorta di giustificazione, quasi sempre gli assassini hanno agito per raptus, per gelosia, per raptus, per stress.... ogni volta c'è una complice solidarietà verso l'uomo che le ha uccise, una sorta di giustificazione e molto spesso trovano giustificazione anche dalle donne. "Se è stata uccisa qualcosa deve aver fatto" questo è il luogo comune che utilizzano poi nel leggere le notizie. Difficilmente troviamo articoli, a meno che non siano stati scritti da parte di associazioni o enti che lavorano contro la violenza, che usino termini appropriati. Tenetelo a mente: uccidono perché hanno voluto farlo e sempre con premeditazione, si perché la pistole, i coltelli, la benzina non spuntano all'improvviso nelle mani di questi assassini le hanno portate con se nell'ultimo incontro con la donna inconsapevole sacrificio umano.

NON GIUSTIFICHIAMOLI.

Purtroppo è diventata una triste realtà leggere quasi tutti i giorni i nomi di queste donne che vengono private del bene della vita solo perché è più semplice porre fine ad un rapporto con la violenza piuttosto che parlare, dialogare, capire. Se riflettiamo un attimo quello che manca nei rapporti di oggi è proprio la comunicazione, il dialogo. No, adesso non si parla, si urla, non si discute serenamente, deve vincere quello che alza la voce, non siamo più abituati ad ascoltare e ad essere ascoltati. Si parla tanto di iniziative per fermare la violenza, ma le parole cadono sempre nel vuoto, l'educazione al rispetto dovrebbe diventare una materia inserita nel percorso didattico scolastico già dalla scuola primaria, si perché dobbiamo formare le generazioni future, credo poco che si possa intervenire sull'uomo attuale, purtroppo l'uomo di oggi è evidente, non sa più affrontare le situazioni in cui si deve mettersi in discussione, non sa porre fine alle relazioni in modo pacato e razionale. Forse è anche forte in questo dalle pene che vengono inflitte, basti pensare all'ex marito di Luana, un uomo di 37 anni che aveva già ucciso, in quanto un ragazzo aveva fatto delle avance alla fidanzata di allora, lo aveva picchiato, messo un sacchetto di plastica attorno al collo e strangolato poi con la corda, la pena inflitta: 11 anni.
Potrei citare altri casi di uomini che hanno ucciso donne pochi anni di galera e pronti a rifarlo basti pensare ad uno dei mostri del Circeo Angelo Izzo che dopo 30 anni, uscito per buona condotta, ha ucciso una madre con la figlia 14enne, la bambina è stata rinvenuta nuda, ammanettata e con scotch sulla bocca., quindi ancora con atroce violenza.
Tante volte penso che alla fine l'attenuante del delitto d'onore,tolto dal codice penale soltanto nel 1984, non è stato eliminato dalla mente di molti, per cui permangono sempre le attenuanti per l'uomo che uccide la moglie, la fidanzata, la madre dei suoi figli. Ecco perché nella mente di questi assassini il pensiero di uccidere la propria partner nasce anche dalla certezza che tanto poi la pena che verrà inflitta è minima, un pò di buona condotta e presto sono fuori liberi di rifarsi una vita, o, di uccidere ancora, ed avranno evitato anni di separazione, avvocati, scontri e contenziosi con l'ex moglie.
Un divorzio all'italiana bello è pronto.
Sono stanca di ascoltare sempre le solite frasi, le solite parole, le solite giustificazioni per l'uomo che da assassino si trasforma in vittima. Diamo il nome esatto a ciò che accade: Gli assassini sono assassini. Non voglio più sentire frasi del genere: "Se è stata uccisa perché lei lo voleva lasciare, perché lei aveva un'altro, perché lei avrebbe tenuto i figli," perché lei..perché lei ...perché lei....

Ma lui dov'è in queste storie?
Ve lo siete mai chieste? pensate che quando le donne sono state uccise la violenza le liti, sono scoppiate improvvisamente quel giorno, in quell'attimo? No! la donna ha già alle spalle anni di violenza, di umiliazioni, di soprusi....
Quando parlo di violenza contro le donne molti chiedono beh ma perché non lo lascia? Come se fosse la cosa più semplice del mondo.
Non è facile uscire dalla spirale della violenza. Ci vuole tanto tanto coraggio e recupero di autostima e consapevolezza di avere ancora delle risorse. Ci vuole coraggio anche a restare ancorate ad un uomo che le umilia e le maltratta in continuazione. Molte donne rimangono, la maggior parte, perché hanno dei figli, sopportano perché non hanno lavoro, sopportano perché non sanno dove andare. Certo possono andare nelle case protette, ma siete sicuri di sapere come vivranno dopo? la donna da vittima si trasforma in prigioniera, non può più avere rapporti con la famiglia, con le amiche, deve cambiare città e lavoro. Sareste disposte a farlo?
Non è facile la donna che subisce violenza è consapevole che ciò che l'aspetta fuori è peggio della spirale di violenza che respira tutti i giorni. Ecco provate ad immaginare una moglie con due figlie senza lavoro, senza soldi. Lo lascia dove va? come può mantenere i figli, dove va a dormire. Domande che non trovano risposte.

A noi allora il dovere di porre attenzione verso questi omicidi, non dobbiamo trovare nessuna giustificazione, ma soprattutto non dobbiamo far si che tutti i nomi di queste donne morte per mano dei loro compagni di una vita, in cui avevano riposto le speranza di una vita serena e di una famiglia unita, non scivolino nel dimenticatoio o peggio ancora nell'indifferenza



FLM

(foto prese dal web)

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