Le donne devono sempre lottare per affermarsi nel mondo culturale e del lavoro. Sicuramente alla fine
dell'ottocento la lotta è stata più dura. Lo ha sperimentato molto bene
Amalia Moretti Foggia, una donna mantovana, con due lauree, di cui
una in medicina, fu la terza donna medico in Italia, cultura
socialista e amicizie con la borghesia bene di fine ottocento, tra i
tanti nomi ricordiamo Anna Maria Mozzoni, Anna Kuliscioff e Franca
Pieroni Bortolotti, vantò amicizie anche nel mondo culturale con
donne di grande calibro come Ada Negri e Sibilla Aleramo.
Amalia ha
dovuto scegliere un pseudonimo per poter scrivere nella rubrica di
Medicina sul giornale:La Domenica del Corriere, il suo nome maschile
era AMAL o meglio dottor Amal e dispensava consigli, tisane ,
creme, decotti e altro. Una donna medico che rispondeva alle varie
domande dei lettori non era plausibile, per cui nonostante
esercitasse la professione medica, dovette ricorrere a questo
espediente, rimanendo nell'ombra. Anche per la cucina ricorse ad uno
pseudonimo, sicuramente come nome molto più allettante e di larga
presa nel cuore delle donne italiane, che subito amarono e seguirono
questo personaggio:PETRONILLA.
La sua
rubrica era seguitissima ed ebbe un notevole successo, il personaggio
di Petronilla era vicino alla gente soprattutto nel periodo della
guerra, insegnò a cucinare e a a farlo con poche lire e con pochi
ingredienti, anche perché in periodo di guerra molti erano
introvabili, lo fece con ottimi risultati e notevole successo
soprattutto tra la popolazione più povera. Molti hanno intravisto in
questa sua attività l'animo socialista che non perse mai, lo mise in
atto non con la teoria, ma con la pratica, senza rivoluzione o
proteste, ma operando veramente, come nel suo ambulatorio dove
visitava gratis tutte le donne, bambini o prostitute che ne avessero
bisogno. E' stata anche lei una grande donna femminista e socialista,
ma il suo nome è sempre rimasto segreto alla fine lei era Petronilla
una brava massaia che dispensava ricette.
Invece se
leggiamo la sua vita ne intravediamo la forza, la determinazione di
vivere la vita che voleva, raggiungendo traguardi se non proibiti,
molto ostacolati alla donna.
Ha scritto
tanti libri di cucina da far invidia a Cracco, ma il suo nome rimane
Petronilla non Amalia.
Eppure lei è
stata l'avanguardia di tante rubriche che si tengono oggi sulle
riviste. Ha anticipato i tempi della Clerici e della Parodi.
Una grande
donna Italiana.
Vi posto una
ricetta tratta dai libri di Petronilla trovata su Giallo Zafferano.
Ingredienti:3
arance naturali
150
gr. di farina 00
un
cucchiaino di lievito vanigliato
2
uova
80
gr. di zucchero
4
cucchiai di rum
un
dl. di vino bianco
olio
di semi di arachide per friggere
sale
q.b.
di zucchero a velo
Lavare
e asciugare le arance, tagliare le estremità e tagliarle a fette di
7-8 mm.
Stendere
le fette su un piatto, bagnarle con il rum e spolverizzarle con un
cucchiaio abbondante di zucchero.
Setacciare
la farina con il lievito in una ciotola, unire lo zucchero rimasto, i
tuorli e un pizzico di sale e mescolare il tutto amalgamando gli
ingredienti con l’aggiunta, a filo, del vino bianco.
Montare
gli albumi a neve morbida e incorporarli al composto mescolando dal
basso verso l’alto.
Scaldare
abbonante olio di semi di arachide, immergere le fette di arancio
nella pastella e con l’aiuto di una pinza da cucina tuffare, una
fetta alla volta nella padella.
Friggere
tutte le fette finché saranno dorate, scolarle su carta da cucina e
servirle spolverate di zucchero a velo.
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