Questo è un mio racconto breve scritto per scheletri.com. Ho abbandonato subito il genere horror, non so perchè ma le mie amiche mi guardavano in modo strano...
ARTIGLI DI SANGUE(Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2008 - edizione 7)
milia
sferrò un calcio all’auto fermatasi in una strada deserta, proprio
di notte. S’incamminò in strada in cerca d’aiuto, scorse un
viale che portava all’ingresso di una villa circondata da statue
dalla figura spettrale.
Erano dodici statue di donne dalle
sembianze sinistre, disposte a cerchio. Provò paura, pensò di
tornare indietro, ma ormai era lì, decise di procedere
ugualmente.
Scorse un piedistallo vuoto al centro del cerchio
delle statue, si avvicinò incuriosita, improvvisamente, due braccia
l’afferrarono immobilizzandola sul piedistallo.
Le statue si
animarono, trasformandosi in streghe dai capelli lunghi, le mani ad
artigli, gli occhi rosso fuoco. Le arpie sghignazzavano, ridevano
stridulamente, emettevano un suono gracchiante come i corvi. Cercò
di allontanarsi, ma i suoi piedi erano come incollati al piedistallo,
le membra simili al marmo.
Urlò, ma nessuno poteva
sentirla.
Comprese che le streghe invocavano qualcuno, ripetendo
frasi incomprensibili, il presentimento si trasformò in realtà,
davanti a lei apparve una creatura orribile.
Gocce di sudore le
imperlavano la fronte, l’urina le bagnò le gambe.
L’essere
mostruoso aveva un aspetto animalesco, le mani ed i piedi con
artigli, il corpo ricoperto da folta peluria.
Si accostò, la
denudò con gli artigli, procurandole delle lacerazioni sul corpo, la
leccò con la lingua lunga e biforcuta.
Emilia gridò di dolore e
raccapriccio.
Capì che le streghe l’avrebbero offerta in
sacrificio alla loro divinità.Sentì gli artigli dell’essere mostruoso conficcarsi nel suo corpo, la vita abbandonarla.
Non voleva morire.
Fu l’ultimo pensiero.
Divenne il macabro pasto delle streghe e della loro divinità.
Le streghe sottrassero la vita ad Emilia per riprendere la loro.
Le statue del giardino scomparvero, solo i piedistalli rimasero nel viale.
Di notte, vicino alla villa, si sentono ancora le urla di terrore della povera Emilia.
FML
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