lunedì 22 febbraio 2021

C'era una volta adesso di Massimo Gramellini

C'era una volta adesso
 di 
Massimo Gramellini


recensione di Maria Lucia Ferlisi

Mattia sa cosa raccontare ai suoi nipoti e inizia da quando aveva nove anni, nel 2020, un anno che non riesce a dimenticare e in un certo senso per lui rappresenta una epifania della vita. 
Una pandemia virale ha scosso l'umanità e la vita di Mattia che si ritrova a trascorrere le giornate in casa, con la madre e la sorella, senza possibilità di uscita se non con mascherina e senza creare assembramenti, il pericolo di contagio è altissimo e tutti hanno paura di tutto e di tutti. 

Non va a scuola e all'inizio è una gioia ma presto le giornate diventano monotone, senza amici, senza nessuno con cui parlare. Non può andare in cotile a giocare la vecchia del piano di sopra ha paura che sparga microbi. 
Il vicino della casa di fronte spia tutti, la moglie infermiera viene insultata come appestata.

Alle difficoltà del corona virus si aggiunge un ospite inatteso e indesiderato, il padre di Mattia, Andrei. Un padre assente, che sa solo fare promesse che non mantiene. Lo odia , non lo vuole, ma in quell'appartamento adesso sono in quattro a convivere forzatamente. 

Gramellini sa come scrivere un romanzo accattivante, con la solita ironia frizzante e delicata ci regala una storia dei giorni nostri, dove possiamo vederci allo specchio e rivivere la primavera del 2020 che poi non si discosta molto dai giorni attuali. 

Una favola moderna, ma al tempo stesso è anche un romanzo di formazione perché Mattia cresce e attraverso questa convivenza col padre riesce a recuperare quel rapporto che gli mancava e in queste difficoltà rinasce il rapporto padre – figlio, dove la fantasia del padre e le sue idee anche bizzarre non sono più viste in modo negativo ma accettate. 

I personaggi sono tutti bene delineati dal protagonista principale che vede il mondo con gli occhi da bambino, a quelli disincantati della madre, a quelli persi nell'amore giovanile della sorella, a quelli invecchiati della nonna Gemma che regala citazioni letterario, e tanti altri che scoprirete leggendo questa storia amara e divertente, dolce e drammatica. 

Mattia, in questo anno difficile, strano e pregno di paura verso l'altro, matura e comprende come dovrà affrontare la vita da adulto. L'occhio attento del bambino osserva e commenta e riporta tutto con la saggezza tipica dei ragazzini. La scrittura scivola leggera, come le lenzuola appese nei condomini che svolazzano quasi a rendere più ovattata quella paura e diffidenza che sta crescendo nei cittadini. 

Gramellini ci fa sorridere, ci da speranza, infonde coraggio. 
La favola urbana/moderna fa rivivere ai lettori momenti indimenticabili come gli arcobaleni colorati dipinti e appesi nei balconi, con i canti di speranza e le scritte: andrà tutto bene.
Per l'acquisto: 

Scheda libro
 Autore: Massimo Gramellini 
Titolo: C'era una volta adesso. 
Casa Editrice: Longanesi 
Pagine: 288 

Sinossi
«Tutto il mondo affrontava la stessa prova. Qualcuno ne approfittò per cambiare». Cosa racconteremo di noi e della nostra vita ai nostri nipoti? Mattia decide di iniziare dalla primavera dei suoi nove anni, nel 2020, quando, mentre il mondo da un giorno all'altro si rinchiude in casa, si ritrova costretto nel microcosmo di un condominio di ringhiera a fronteggiare il suo più grande nemico: quel padre che l'aveva abbandonato quando aveva solo tre anni. Mentre tutto si stravolge, l'ansia e la paura prendono il sopravvento, la scuola viene racchiusa in un computer, i vicini cantano dai balconi e gli amori vivono storie impossibili, il piccolo Mattia, grazie all'aiuto di una nonna che dai libri e dalle stelle ha appreso la tenera saggezza della vita, e di una sorella ribelle e affettuosa, comincerà a capire qualcosa di nuovo e importante: diventare grandi significa anche provare a scommettere sugli altri e imparare a fidarsi. Persino dei più acerrimi nemici. Massimo Gramellini, con la sua empatia, ci racconta in una storia di sentimenti e speranze la sorprendente scoperta di potersi continuamente reinventare.

martedì 16 febbraio 2021

Anna Vertua Gentile - la scrittrice dei buoni sentimenti

 


Anna Vertua Gentile nasce a Dongo il 30 maggio 1845. Scrisse il primo romanzo a ventitre anni: Letture educative per fanciulle.

Spronata dal marito Iginio Gentile, docente di Storia antica dell'Università di Pavia, continuò a scrivere, i suoi romanzi toccavano il mondo dell'infanzia e scrisse diverse favole e racconti Dopo la morte del marito, da cui ebbe due figli, nel 1893, diventò una scrittrice a tutti gli effetti, anche per scelta economica.

Iniziò a scrivere romanzi d'amore e libri su come si devono comportare le ragazze e in cui dispensa consigli utili anche per la loro indipendenza economica nel caso non avessero trovato marito. Le sprona a non pensare alla vita solo come moglie, ma le stimola a intravedere una realtà diversa, a non scegliere subito un marito, ma valutare anche la scelta di vivere da sole e di non  vergognarsi se non trovano marito.

Anna Vertua scrisse molto, circa 150 titoli, un numero elevato se pensiamo che siamo nel fine ottocento, primi novecento, secoli in cui la donna doveva essere forte per affermarsi in un mondo letterario dominato dagli uomini.

Le sue idee erano progressiste e si era tagliata uno spazio notevole nel mondo della letteratura. I suoi romanzi pur seguendo la linea ottocentesca dove amore fa sempre rima con cuore, dove la donna è un fiore, Anna Vertua Gentile stimola le lettrici a essere indipendenti, soprattutto dal punto di vista economico. Come lei che non ha potuto contare sull'appoggio del marito morto giovane e che ha dovuto lavorare per mantenersi.

Tra i suoi romanzi ricordiamo i più famosi:

 Come devo comportarmi, 

L'arte di farsi amare dal marito,

 Per la mamma educatrice.

 Romanzo d'una signorina per bene che dedicò alla sorella Antonietta.

La storia di una bambola

In Collegio. Letture per giovinette

L' arte di farsi amare dal marito: consigli alle giovani spose

Angelita, Torino

Ida attrice

Istruzioni in famiglia. Scritti educativi per giovinette

Voce materna. Consigli ed esempi alle madri e alle giovanette

Per la mamma educatrice

Ulrica

Fantasiosa, Catania 

Lulù

Pippetto

Bucaneve

Scrisse articoli per alcune riviste come  Giornale della maestre e La donna di Gualberta Alaide Beccari , diresse una rivista bisettimanale, per alcuni anni Fanciullezza Italiana, dedicata sempre al comportamento delle donne nella vita sociale. Non si può sicuramente considerare una scrittrice femminista, anche se frequentò per alcuni anni gli ambienti socialisti e partecipò anche ad un congresso sui diritti femminili, il suo pensiero restava cattolico. 

Morì nel 1926, in povertà presso l'Istituto Santa Savina di Lodi, dove si ritirò nel 1923, la retta le venne pagata dalla casa editrice Hoepli, con la quale aveva avuto un lungo rapporto lavorativo e di amicizia, sulla facciata esterna dell'edificio, è stata affissa una targa ricordo:

«In questa casa trovò negli ultimi suoi anni asilo - conforto - pace Anna Vertua Gentile, scrittrice insigne che volle fine supremo dell'arte sua il trionfo della bontà, il trionfo della gioventù. Nata a Dongo 1846 morta a Lodi addì 23 11 1926»

La città di Codogno dopo qualche anno dalla sua morte le ha intitolato una scuola (1931).

Da 15 anni è stato istituito un premio letterario, a lei dedicato, dalla biblioteca civica Popolare.


 Chi vuole approfondire:
Federica Cutrona, Il palcoscenico dei buoni sentimenti. Anna Vertua Gentile scrittrice di teatro per l'infanzia, in Storie di donne, Genova, Editore Brigati, 2002.

Grazie a : https://it.wikipedia.org/wiki/Anna_Vertua_Gentile






giovedì 11 febbraio 2021

Porcellana di Maria Enea

PORCELLANA
di 
Maria Enea

recensione di 
Maria Lucia Ferlisi


     Siamo nel 170,7, nelle prigioni Segrete del castello di Grossedlitz a Dresda è stato imprigionato senza alcun motivo apparente  il famoso alchimista,  Bottger, è stato prelevato dalla sua casa per ordine di Federico Augusto I, principe ed Elettore di Sassonia, nonché re di Polonia dal 1697.
Le maniere di Federico Augusto non sono eleganti e regali, sembrano più quelle di un bifolco e di certo è la sua ferocia. cosa vuole da lui che al limite ha commesso atti imputi, molto impuri?
Le scelte date al condannato sono solo due, o marcire nelle segrete delle prigioni, o lasciare tutto e dedicarsi alla ricerca della formula segreta per eguagliare la porcellana cinese che ne detiene  il commercio.

L'alchimista non ha scelta, ma sa anche che cercare di imitare la porcellana cinese è impossibile, lui si è sempre dedicato alla ricerca della trasformazione dell'oro, sulla porcellana deve mettersi in gioco, per arrivare allo scopo chiede l'aiuto al suo amico fisico Von Tschirnhaus, non vuole finire la sua vita sotto ad un tiglio come promesso dal principe in caso di fallimento.

In un arco temporale antecedente , nelle fiandre nel 1598 nella città di Gand, nota per il commercio in tutta Europa,  vive una ragazzina Osmolinda che fin da piccola ha seguito le orme del padre Martens , noto medico,  amante dell'antichissima arte dell' Alchimia.
 Osmolinda aveva ereditato dal padre l’interesse per la materia e per la trasmutazione dei metalli. Gli effluvi, i vapori, gli aromi inconsueti, il calore spesso insopportabile, provenienti da forno alchemico e focolare sempre accesi, le procuravano una gioia profonda. "
Osmolinda non è come le altre ragazze sue coetanee, lei non cerca un marito, lei cerca la pietra filosofale, le vuole studiare filosofia, ama guardare le stelle con il padre, ama destreggiarsi tra formule segrete e combinazioni alchemiche, tra alambicchi e minerali. Ma anche per lei arriva il giorno in cui il suo cuore batte forte per un uomo, che arrossisce per lui,  che non dorme la notte...Si chiama Andreas e dopo averla vista solo poche volte, chiede la sua mano al padre Pieter, anche lui è appassionato all'Alchimia.

Due storie diverse come personaggi e come arco temporale, il cui unico filo che le unisce è la porcellana.
Due storie e personaggi che desteranno subito il vostro interesse e vi lascio l'onere di proseguire nella storia senza anticiparvi altro per per apprezzare al meglio questo romanzo.
L'autrice Maria Enea ha fatto un buon lavoro di studio sia per il periodo storico sia come usi e costumi nel mondo dell'alchimia, ha creato una trama solida, attenta e accurata.
Il linguaggio è preciso, attendibile e corretto,  il ritmo scorre veloce e incalzante.
Un romanzo la cui collocazione del genere come giallo è stretta, Porcellana è un romanzo storico, è un saggio, è un romanzo d'amore: Porcellana è  un bel romanzo.

Maria Enea con eleganza tesse la trama, lo stile è piacevole e ricercato, davvero azzeccata la scelta dei due archi temporali del 1500 e del 1700 per la regia della storia,  i personaggi sono ben costruiti e vi affascineranno e amerete Osmolinda questa ragazza dai sogni all'avanguardia per il secolo in cui è stata inserita. 
Una storia da leggere.

Breve estratto
In città, e non solo, la coppia alchemica formata da Andreas e Osmolinda divenne ben presto molto nota. In casa c’era un continuo andirivieni di committenti, che richiedevano le sostanze adatte per gli usi più disparati, da quello terapeutico a quello agrario. Qualche nobile s’informava sull’eventualità che fosse stato scoperto il sistema di trasformare i metalli comuni in oro e si offriva di reclutare i coniugi per ottenerne in casa propria la fabbricazione. Gentilmente ma fermamente, Andreas opponeva un rifiuto. All’iniziale stupore della moglie, egli fornì una spiegazione. «Mai porsi sotto l’ala protettiva di un nobile o di un re! L’alchimista perde la propria autonomia. Se riesce nell’Opera, non potrà disporre liberamente dei frutti del proprio lavoro; se invece dovesse fallire, si ritroverebbe esposto alle ritorsioni del suo ex protettore. Ricordatene sempre!». Nei primi giorni del suo soggiorno a Dresda, Osmolinda si trovò spaesata, perché conosceva poco il tedesco. Andreas le aveva insegnato molte parole, ma lei trovava difficoltà nel comprendere le frasi e nell’esprimersi. I verbi le sembravano complessi. Ma le sue capacità di adattamento ebbero la meglio, e, poco alla volta, imparò a parlare il tedesco in modo fluente. Le lezioni più belle si svolgevano a letto. Andreas insegnava alla moglie i nomi di tutte le parti del corpo e di tutte le attività amorose. Osmolinda apprendeva velocemente e gioiosamente. Era felice, molto felice e la felicità che aveva nel cuore traspariva sul suo volto, rendendola sempre più bella. «Sei l’alchimista più attraente del mondo!» le diceva Andreas orgoglioso e innamorato, strusciandosi a lei anche dentro l’officina. Osmolinda lo cacciava scherzosamente: «Romperai qualcosa, se continuerai a muoverti come un orso in cerca del miele!». «È proprio un paragone azzeccato, colombella! Quale miele è più dolce di te? Non posso assaggiarti un po’?». «C’è tempo! Possibile che tu non riesca mai a essere serio «Non sono serio, io? Sulle questioni di letto non scherzo mai!». Le energie e il desiderio di lui sembravano inesauribili. Durante il giorno Osmolinda cercava di tenerlo a freno perché lei nutriva un religioso rispetto per il lavoro alchemico. Inoltre, potevano essere visti da Bette, la serva che avevano assunto per le incombenze domestiche, affinché Osmolinda fosse libera per lavorare nell’officina. Stare con Andreas era ben diverso che stare col padre! Ma quanto le mancava, Pieter! Sentiva il bisogno della sua presenza rassicurante, del suo amore incondizionato e assoluto. Osmolinda non osava confessare nemmeno a se stessa che in Andreas c’era qualcosa di inquietante. Non sapeva cosa fosse, non c’era niente di razionale nella sua sottile paura. Tuttavia, qualcosa c’era. E quel senso di sgomento si manifestava nei sogni di Osmolinda. Le sue notti, oltre che dai rapporti carnali con il suo bel marito, erano affollate da incubi sempre più frequenti, in cui la figura di Andreas era sempre associata a lame e sangue. Al comparir del giorno, quelle inconfessabili paure si dissolvevano come le brume dell’alba. Osmolinda avvertiva un segreto senso di colpa, e cercava di cacciar via quei cattivi pensieri. Andreas, nella vita reale, era un uomo buono e un marito innamorato. Andreas, totalmente ignaro dei sentimenti della moglie, lavorava lieto con Osmolinda, compiaciuto della sua competenza e del suo entusiasmo. Un giorno, davanti all’atanor, mentre versava dello zolfo, Osmolinda fu colpita in pieno volto dagli effluvi della sostanza e perse i sensi. Andreas la soccorse immediatamente. «Lo zolfo può fare brutti scherzi, non avvicinare mai il volto!». L’indomani mattina, mentre scendeva al piano di sotto, fu colta da un capogiro sulle scale. Anche questa volta Andreas era vicino a lei. «Forse sei un po’ stanca, tesoro. Non lavorare, oggi. Perché non esci a fare una bella passeggiata? Un po’ d’aria non ti farà male! Esci pochissimo». Osmolinda scrutando fuori dalla finestra del salotto, vide che il cielo era sereno. Aveva avuto un incubo, quella notte. «Sì, Andreas. Un po’ d’aria fresca mi farà bene. Vieni con me?». «Purtroppo non posso, tesoro. Agenores Thespiensis mi ha preannunciato una visita. Porta Bette con te».



   Scheda libro
Autore: Maria Enea
Titolo: Porcellana
Casa editrice: 0111 Edizioni
Pagine
Link d'acquisto: 

   Sinossi 
 All’inizio del Settecento, la porcellana cinese è ambita da nobili e famiglie regnanti; ma la sua formula è protetta dal segreto di stato da parte della Cina e vani sono tutti i tentativi per riprodurla. Un alchimista tedesco, Bottger, viene arrestato a Dresda e condotto al palazzo reale dal re di Sassonia, convinto che egli possa scoprirne la formula. Nel suo lavoro viene supportato dall’amico fisico Von Tschirnhaus. Tuttavia la ricerca rimane infruttuosa finchè per caso i due non s’imbattono nella vicenda di una misteriosa donna alchimista, Osmolinda, originaria delle Fiandre , morta più di un secolo prima . Osmolinda, bella, colta, intelligente, amante del sapere, innamorata dell’Arte Regia, a suo agio nell’Officina alchemica, sarà la protagonista di una intensa e dolorosa storia d’amore… 

   Biografia 





Maria Enea è nata a Palermo ed è laureata in lettere classiche. Sposata e madre di due figli, insegna italiano e latino in un grande liceo palermitano. Appassionata di letteratura, arte, musica e spettacolo, è una bookblogger nonché una sostenitrice attiva dei diritti delle donne. Ecologista convinta, amante della natura e ciclista per diletto, è persuasa che ognuno debba fare la propria parte per salvare il mondo. Compone da sempre versi e opere in prosa. Ha pubblicato per Antipodes la silloge poetica “Sale e cioccolato”. Il suo racconto “Cosmolinda” è inserito nell’antologia “Segui le tue parole” e ha conseguito la menzione d’onore. E’ nella rosa dei finalisti alla terza edizione del concorso 1 Giallo x 1000 indetto da Zerounoundici edizioni con il thriller storico “Porcellana.”

mercoledì 10 febbraio 2021

Premio Letterario La Rocca III Edizione

 

Premio Letterario La Rocca 

III Edizione


Terza Edizione Del Concorso Letterario La Rocca 

Bando Integrale Presidenti del premio: Nina Miselli 

Quota d’iscrizione gratuita 

Sezioni: Poesia in lingua Italiana, Poesia in lingua Inglese/ Francese, Racconti in lingua Italiana. Organizzato da: Miselli Nina e Jane Dolman Montecchio Emilia (RE) mail angolano-miselli@virgilio.it Il concorso è aperto alla partecipazione di autori italiani e stranieri, si articola: 

Sez. A – Poesia a tema libero in lingua Italiana 

Sez. B – Poesia a tema libero in lingua Inglese/Francese 

Sez. C – Narrativa a tema libero in lingua italiana: favole/ racconti. Per tutte le sezioni è prevista la spedizione per posta elettronica (in formato word) via mail. angolano-miselli@virgilio.it Si accettano solo elaborati solo con il titolo e anonimi 

SCADENZA: 20/05/2021 (farà fede la data di ricezione della mail) 

INVIO MATERIALE: Poesie a tema libero in lingua Italiana: Da uno a tre poesie dattiloscritte, dovranno pervenire in 1 copia ciascuna solo col titolo della poesia. (non devono risultare vincitori o aver ricevuto riconoscimenti e premi in analoghi Concorsi Letterari.) Poesie Poesia in lingua in lingua Inglese/Francese: Da uno a tre poesie dattiloscritte, dovranno pervenire in 1 copia ciascuna solo col titolo della poesia. (non devono risultare vincitori o aver ricevuto riconoscimenti e premi in analoghi Concorsi Letterari.) Narrativa “Favole o Racconti” in lingua italiana : dovranno pervenire in 1 copia; I testi dovranno avere una lunghezza massima preferibile di 3 cartelle (per cartella si intende un foglio di 30 righe di 60 battute per riga). I racconti non devono risultare vincitori o aver ricevuto riconoscimenti e premi in analoghi Concorsi Letterari. IN OGNI CASO OCCORRE ALLEGARE la scheda di partecipazione INVIO MAIL: (non occorre firma scritta la ricevuta mail fa da garanzia) angolano-miselli@virgilio.it GIURIA: Per la lingua Italiana: Presidente della giuria la scrittrice Angela Angolano: Attraverso la poesia esprime l' emozioni del cuore; Alessia Grasselli:Scrittrice. Ha la passione per la scrittura e la lettura, la esprime sul suo Blog Letterario “Passione Libri” La giornalista del "Resto del Carlino" Nina Reverberi: Esprime attraverso la sua penna la cronaca locale con un linguaggio semplice ma forte; Emanuela Villa: La sua vita lavorativa è concentrata nella scuola, ama l'arte e la cultura: Di tanto in tanto si diverte a scrivere poesie. Per la lingua Inglese Presidente della giuria Jane Dolman: Madrelingua, traduttrice e interprete di autori famosi; Amanda Douglas: Docente di madrelingua istituto Superiore Maria Luigia a Parma; Elena Simonini: Docente dell’istituto comprensivo di Montecchio E. Zannoni; Monica Ardenghi: Docente dell’istituto comprensivo di Montecchio E. Zannoni. Per la lingua Francese: Liliana Boubé: Regista e Attrice teatrale. La sua passione e l’amore per l’arte la trasmette attraverso i corsi di teatro a Montecchio Emilia. Rossella Lascari: Docente dell’istituto comprensivo di Montecchio E. Zannoni. Ester Montanari: Docente dell’istituto Superiore Silvio D’arzo Elvire Bertani: Madrelingua, Ama frequentare teatro e cinema. La lettura e la musica riempiono il suo tempo libero 

PREMI: Sezione A: • 1° Premio: Targa. • 2° Premio: Targa. • 3° Premio: Targa. Sezione B: • 1° Premio: Targa; • 2° Premio: Targa. • 3° Premio: Targa Sezione C: • 1° Premio: Targa. • 2° Premio: Targa. • 3° Premio: Targa. • Premio del Presidente La premiazione avrà luogo a Montecchio Emilia (RE) (Luogo, Giorno e Data verrà comunicato in seguito) La partecipazione al Concorso implica l’accettazione di tutte le norme contenute nel presente bando. Gli elaborati non in regola con le disposizioni indicate nel bando saranno esclusi dal Concorso. Le decisioni della giuria sono insindacabili. La partecipazione al Concorso implica la tacita autorizzazione al trattamento dei dati personali per i soli fini del concorso stesso e delle future edizioni, nonché l’accettazione della divulgazione del proprio nominativo e del premio conseguito su quotidiani, riviste culturali e siti internet. I soli concorrenti finalisti del premio saranno contattati dalla Segreteria. Ai finalisti verrà inviata una tempestiva comunicazione. Obbligatorio la presenza o una persona con delega alla premiazione. La conferma alla premiazione è obbligatoria dopo 5 giorni dalla comunicazione Ogni opera da quest’anno sarà inserita in una antologia. Per eventuali informazioni contattare 

Il presidente del Concorso, Miselli Nina angolano-miselli@virgilio.it oppure consultare il sito web del concorso: https://www.facebook.com/groups/355144598650416/about

lunedì 8 febbraio 2021

Una pittura femminile piccola piccola Anna Campori Seghizzi e il suo tempo

 Alla Galleria Estense di Modena dal 15 febbraio 

una mostra dossier 

 della nobildonna modenese protagonista di un genere che ha segnato l’Ottocento 

 

Una pittura femminile piccola piccola

Anna Campori Seghizzi e il suo tempo

 


Ricostruire le storie delle donne del passato che hanno dedicato la loro esistenza all'arte non è facile, sono donne che non hanno avuto nessuna possibilità di esporre o vendere le loro opere. Potevano solo mostrarle durante gli incontri nelle corti, a cui nessuno dedicava uno sguardo attento, era solo un vezzo della nobildonna di turno. 

Donne che sapevano interloquire, scrivere, dipingere o parlare correttamente le lingue straniere, ma non era ritenuto un "sapere", era soltanto un addestramento dato loro per essere le prescelte da un marito danaroso o nobile. 


Erano modi di porsi diretti dai genitori e loro erano solo delle marionette che cercavano una collocazione nella società non ancora assegnato , dovevano stare al loro posto, non emergere, ma essere relegate in casa e tenere nascosta le loro capacità. Ci vorranno ancora secoli per fare emergere e dare un giusto riconoscimento alle donne che brillarono nelle arti. 


Anna Campori Seghizzi è una donna del suo tempo, in grado di dipingere ma tenuta nascosta e dobbiamo ringraziare Martina Bagnoli e Gianfranco Ferlisi che le hanno riportate  alle luce e dare la possibilità  a Anna Campori di mostrarci le sue opere di gran valore. Oggi, nella Gallleria degli Estensi di Modena, Anna potrà condurvi nel suo mondo e mostrarvi la sua casa , farvi conoscere sua figlia.



Anna non ha voluto copiare le grandi opere del passato per dimostrare il suo talento, ha rivoluzionato le imposizioni del tempo dipingendo ALTRO, in un mondo di obblighi e doveri lei si è ritagliata un angolo tutto suo, intimo e conosciuto, un invito a mostrarvi il suo pensiero. Anna non è solo talentuosa, lei è in grado di elaborare al pittura, di mandare un messaggio, non elabora le opere di altri autori, ma le sue: Anna È!


La pittrice che visse nel periodo settecentesco, agli albori dei primi pensieri femministi, ricordiamo Olympie De Gouges e Mary Wallstonecraft, riesce a trasmettere l'intimità dei momenti trascorsi con la figlia, con la quale avrà vissuto un rapporto vero, senza intrusioni esterne, e lo riporta con delicatezza nelle suo piccole miniature in avorio.


Una mostra da non perdere per chi vuole conoscere come le mani delle donne di allora erano in grado di interpretare l'arte ma, diversamente dai loro coetani uomini, hanno sempre tenuto nascosto il loro talento.

Con qualche secolo di ritardo possiamo rimediare e dare il giusto onore a questa pittrice, una delle tante, rimasta nell'oblio.

Ciao Anna. 

Dal 15 febbraio 2021, alla Galleria Estense di Modena riparte il ciclo delle mostre dossier con un originale focus sulla pittura al femminile nella Modena d’inizio Ottocento. La rassegna, dal titolo Una pittura femminile piccola piccola. Anna Campori Seghizzi e il suo tempo, da un’idea di Martina Bagnoli e curata da Gianfranco Ferlisi, muove dall’esame di alcune tra le opere meno conosciute delle raccolte museali per aprire il discorso sulla condizione femminile di quel tempo. L’esposizione presenta, infatti, i dipinti di una nobildonna modenese che per rango e per genere poté praticare la pittura solo in maniera dilettantesca, producendo soprattutto preziose miniature su avorio: Anna Campori Seghizzi (1781-1821). Al suo fianco la rassegna propone anche le opere di Maria Teresa Beatrice d’Austria d’Este di Chambord (1817-1886) che, nell’atelier domestico della corte, si dedicava con molta attenzione alla medesima attività. 



Informazioni:

 

Dal 15 febbraio 2021 

Galleria Estense - Modena, Largo Porta Sant’Agostino, 337  

 

Orari: da lunedì a venerdì ore 8.30 - 19.30; domenica e festivi chiuso (secondo disposizioni di legge). 

Costo del biglietto: 6 € intero, 2 € ridotto. Gratuito per minori di 18 anni 

Telefono: +39 059 4395711

Sito ufficiale: http://www.gallerie-estensi.beniculturali.it

 

 


mercoledì 3 febbraio 2021

DEDEJEME DI STELLA PRUDONT

DEDEJEME
DI 
STELLA PRUDONT

Recensione di
Maria Lucia Ferlisi

Il patriarca della famiglia Saviev compie 70 anni, un'età che va festeggiata alla grande, loro appartengono ad una ricca famiglia di ebrei della montagna, vivono a Pjatigorsk, città della _Russia Settentrionale.
In quella casa dove tutto deve essere perfetto, nulla è come appare. 
Dietro le quinte di quella famiglia resistono usi  e costumi che di anno in anno diventano sempre più difficili da mantenere. Le figlie e le nuore sono stanche di dover cedere le proprie creature per affidarle ai loro genitori, in una effimera illusione che quel bambino possa perpetrare l'ottica della giovinezza e della fertilità.
Le madri appartengono alle nuove generazioni e vivono , quello che prima era un dono, come una violenza. Il loro ventre ha partorito, non quello della madre ormai vecchio e incapace di procreare.

L'autrice con eleganza e chiarezza smaschera questa tradizione e i suoi personaggi giovani sono pieni di domande, di dubbi, si sentono delle marionette guidate dai capostipiti che impongono fidanzati, decidono divorzi, tolgono figli. Se la vita è questa, meglio non sposarsi pensa la protagonista Seker.
La ragazza è stanca di essere agghindata e vestita come piace a loro, il cui unico intento è quello di abbellirla per darla in sposa all'uomo migliore, in un muto scambio di sottomissione, prima al padre poi al marito.

Una storia di denuncia velata ma esposta con grande consapevolezza, la scrittura leggera e scorrevole 
narra senza filtri la vita degli ebrei di montagna e della difficoltà delle donne a essere ciò che sono veramente, perché devono essere secondo i loro stereotipi: dolci, arrendevoli e ubbidienti.

L'autrice mette a nudo questi usi, lo fa con grazia, senza accuse o giudizi. È la protagonista che pensa in modo autonomo, appartiene alla nuova generazione e non ama accettare senza contestare. Sarà una battaglia dura, Seker/Stella lo sanno molto bene, ma le donne NUOVE sanno che il cambiamento è nelle loro mani.

Scheda libro 

 Autore: Stella Prudont 
Titolo: Dedeime
 Casa Editrice:Francesco Brioschi editore 
Pagine: 180 

 Sinossi

 In una piccola città del Caucaso, all’indomani della caduta dell’Unione Sovietica, si dipana la storia di tre generazionidi donne appartenenti a una famiglia di “ebrei della montagna”, gli juhuro.La matrona della famiglia, Channa, sta organizzando la festa di compleanno del marito, in occasione della quale tutti i parenti si ritroveranno. Sua nipote Šeker non vede l’ora di rincontrare i genitori dai quali è stata abbandonata ormai da mesi, mentre Channa vive nell’ansia che la nipotepossa abbandonarla. Nel frattempo prende corpo l’amarezza di Erke, figlia di Channa, costretta dalla madre a un matrimonio senza amore e poi obbligata a divorziare e a sposarsi nuovamente. Tra invidie, frustrazioni e piccole vendette, prende forma il quadro di un inferno familiare, uno specchio della condizione delle donne nella comunità ebraica del Caucaso: vivere come mogli e madri senza poter scegliere nemmeno il proprio marito, ed essere celebrate dall’ipocrisia di poesie e canzoni.

Una scrittrice dimenticata: Giovanna Zangrandi

  Giovanna Zangrandi Nacque il 13 giugno a Gallierae morì il20 gennaio del 1988 a Pieve di Cadore. Il vero nome era Alma Bevilacqua, ma nell...

Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.