domenica 30 aprile 2017

4 Billie di Alessandra Dilor

Oggi vi presento Alessandra Di Lorenzo, autrice emergente, giunta alla pubblicazione del suo secondo romanzo: 4 Billie.

Alessandra Di Lorenzo è nata a Venafro in provincia di Isernia, e vive divisa fra quest’ultima città e Pescara, dove studia per conseguire la laurea in architettura.
Ama da sempre disegnare e dipingere, ha frequentato infatti il Liceo Artistico.
Svolge lavori come graphic designer e modellista presso alcune imprese e associazioni. 


Nel suo ultimo libro l'autrice ha  fuso insieme una buona dose di giallo, sentimentalismo e un pizzico di eros, si augura che questo romanzo possa emozionarvi…

4 Billie è una storia che parla di Jesse, un uomo che dopo aver subito l’amputazione delle gambe a causa del diabete di tipo 2, si costringe su una sedia a rotelle, rifiuta l’uso delle protesi e si trincera nel guscio soffocante della propria impotenza (anch’essa provocata dalla patologia).
Il rapporto che il protagonista ha con sua madre è conflittuale e tuttavia indissolubile, importante al fine della trama e della risoluzione del personaggio.

Sulla sua strada alcune importanti circostanze lo mettono faccia a faccia con Billie, una intraprendente ragazza di ventiquattro anni che ha appena perso sua madre in circostanze tragiche e incerte.
Jesse nota subito che Billie ha la mania del ritocco estetico. È infatti già ricorsa a una rinoplastica e a ha “pompato” visibilmente le labbra. Perché lo fa? E a quale altra operazione pensa di sottoporsi? Questi e altri sono gli interrogativi che ruotano attorno alla stravagante figura di Billie, ai quali ben presto Jesse vorrà trovare risposta.
Tale intento costringe i due caratteri spinosi a un avvicinamento: prima dettato dalle circostanze e caratterizzato da una buona dose di attrito e scaramucce. Poi sempre più voluto, intrigante e intenso.
4 Billie svela misteri, personaggi, sentimenti puri, veicola messaggi potenti e lo fa pian piano… Beh, per chi decide di scivolare in questa lettura, non posso che augurare qualche ora piacevole in compagnia di Billie e Jesse. 


“ Quando dico che le lavate di testa e gli scontri non le fregano niente, intendo esattamente questo. 
È repressa in modo imbarazzante e allo stesso tempo pare proprio che faccia tutto quello che le va di fare senza essere schiava neanche del suo stesso orgoglio.
E questo mi piace. Dio, ma come cazzo ho fatto a lasciarmi coinvolgere così tanto da lei? ”

Scheda libro:

TITOLO: 4 Billie
AUTORE: Alessandra Dilor
EDITORE: Self
GENERE: Romantic suspense
PAGINE: 344





SINOSSI

Quando Jesse Maxwell, trentenne scurrile e intrattabile è costretto a lasciare Austin per provvedere agli affari dell’impresa familiare, (rischio il licenziamento) non immagina di arrivare a toccare il fondo… Non si aspetta di dover curare gli interessi economici della Maxwell Corporation scontrandosi con Billie Jacox e la misteriosa scomparsa di sua madre. Soprattutto non immagina che l’attrazione può sorprenderlo nel luogo più impensabile, attraverso una ragazza completamente fuori dal comune.
Non sa che la vita può di nuovo apparirgli bella e che il suo cuore rischia di tornare a battere.

“ Io non sono una di quelle che cambia spesso le tende in cucina o il copridivano in salotto o il profumo che metto. A dire il vero neanche i fiori sulla lapide di mia madre. 
Però c’è un momento della giornata, nel quale mi va di cambiare tutto quello che vedo: ogni mattina quando sono allo specchio e mi osservo. È questo il momento in cui desidero cambiare.”

“ Benedico il fatto che la mia ira spesso passi attraverso il mio corpo e non riesca a venire fuori al momento. Come corrente che rimane dentro di me e non scarica a terra, perché io non tocco mai terra.”









Crash di Barbara Poscolieri

Barbara Poscolieri ritorna nelle librerie con la sua ultima fatica:  "Crash" (Dunwich Edizione), vincitore del concorso letterario Dunwichlife e liberamente ispirato all'incidente di cui è rimasto vittima Alex Zanardi durante un gara automobilistica.
Eccovi una breve sinossi del romanzo.

 Alessandro Alari è un giovane pilota romano della scuderia Speed-Y, in corsa per il titolo perde entrambe le gambe. Il mondo dei motori è sconvolto, così come tutte le persone vicine al pilota. Solo Alessandro crede che un ritorno alle gare sia ancora possibile, con o senza gambe.

 Inizia quindi un percorso di accettazione e di riabilitazione, supportato dalla fidanzata Federica, dai genitori e dagli amici, con l’obiettivo di riguadagnarsi il posto che  merita nella vita e in pista. Ma nel frattempo la Speed-Y ha trovato un nuovo pilota e sembra non credere nel suo recupero. 

La fiducia di Alessandro vacilla e anche il rapporto con Federica ne risente. Si rifugia quindi nel suo piccolo paese d’origine, dove ritrova la serenità in una vita semplice. Ma il Grand Race invoca il suo nome e, per quanto Alessandro cerchi di ignorarne il richiamo, le corse restano parte di lui

Ha accettato volentieri di rispondere a qualche domanda e devo dire che si è dimostra da subito una ragazza davvero simpatica.


      1)Dimmi chi è Barbara Poscolieri, presentati ai lettori del blog . 
  Prima di presentarmi li saluto! Ciao a tutti, sono felice di fare la vostra conoscenza! Sono una… si dice “ragazza” dopo aver passato i trenta? Io sono per il sì, quindi diciamo pure che sono una ragazza che tiene un piede nella realtà e uno nel fantastico. Lo faccio nella scrittura, scrivendo storie sia di genere fantastico sia di narrativa generale, ma lo faccio anche nella vita: unisco infatti una visione del mondo estremamente pragmatica e realistica all’abitudine, comune tra gli inventori di storie, di stare con la testa tra le nuvole e cercare sempre qualcosa oltre il visibile. Non credo sia un caso che abbia un lavoro molto “concreto” (sono un medico), ma tutte le mie passioni mi portino “altrove”: la scrittura, la lettura, i viaggi, lo sport… sono tutti mondi dentro al mondo.

2) Perché e quando hai cominciato a scrivere. 
     Credo ci sia da fare una distinzione tra quando ho iniziato a inventare storie e quando ho effettivamente preso a scriverle. Alla prima non so rispondere: non ho ricordi del momento esatto in cui mi sono detta “ora faccio fare questo e quello al tal personaggio”, ma immagino che occorra risalire all’infanzia. In fondo, tutti i bambini inventano storie con i loro pupazzi. Voi non lo facevate? Quanto allo scriverle, quello è stato un passo che ho compiuto molto più tardi. Se per “scrivere” intendiamo l’atto volontario di mettere in forma di prosa decente le storie ideate, dando loro un inizio, uno svolgimento e una fine, allora dobbiamo escludere un bel po’ di tentativi abortiti e arrivare agli ultimi anni del liceo. È stata allora che la passione è esplosa.
Del perché non ne ho idea, e in tutta onestà non mi interessa averne: scrivere fa talmente parte di me, della mia quotidianità, che sarebbe come chiedermi perché esco a fare una passeggiata o perché bevo il caffè dopo pranzo. Piacere, abitudine, necessità, desiderio, penso sia tutto questo e molto altro.

3) Quando scrivi un libro hai già tutto chiaro nella mente?
Una visione generale. Ho in mente di cosa voglio parlare, ossia la tematica, e l’ossatura grossolana della trama. Spesso ho piuttosto definiti anche i protagonisti, ma tutto il resto si aggiunge in un secondo momento: gli altri personaggi, i rapporti tra loro, l’ambientazione e tutti i dettagli che rendono tale un romanzo. Molti di questi si possono chiarire anche a scrittura già avanzata, per questo un romanzo non è “pronto” quando scrivi l’ultima parola e va visto e rivisto per dare la forma definitiva alla storia.

4) Scrivi a penna o utilizzi il computer? 
  Scrivo con qualunque cosa. Quando sono a casa uso più spesso il computer, ma mi capita anche di scrivere quando sono fuori (come vi dicevo, è un’attività quotidiana e non posso limitarla al poco tempo che passo seduta al tavolo del soggiorno) e allora va benissimo carta e penna, tablet, cellulare… Datemi qualcosa con cui scrivere e io scrivo, sicuro.

5) Un autore o libro che ami e quello che invece proprio non riesci a leggere
      Sono affettivamente legata a Tolkien e Brooks: il mio primo amore letterario è stato il fantasy e loro sono gli autori che me lo hanno fatto conoscere. Più di recente ho scoperto una vera e propria passione per King. Ma forse il libro che per me è stato più significativo è “Lettera a un bambino mai nato” di Oriana Fallaci: è uno di quei libri che un po’ ti cambiano.
Quelli che invece non riesco proprio ad apprezzare sono i gialli: è un genere ostico per me e finisco sempre per annoiarmi.

   6) Vuoi parlarci del tuo romanzo appena uscito nelle librerie?

    Certo! “Crash” (pubblicato da poco con Dunwich Edizioni) è una delle cose che ho scritto che mi è rimasta più nel cuore!
L’evento da cui ho tratto ispirazione è stato il tragico incidente che ha coinvolto Alex Zanardi nel 2001 al Lausitzring, durante una corsa automobilistica: quel giorno Zanardi ha rischiato la vita e ha perso entrambe le gambe. In molti si sarebbero arresi, ma lui non l’ha fatto ed è riuscito a dare non solo un nuovo corso alla sua vita, ma anche alla sua carriera di sportivo. È infatti prima tornato ai motori e poi è diventato campione olimpico di handbike.
In una risposta precedente ho detto che, quando scrivo, la tematica mi è chiara fin dall’inizio e in “Crash” volevo parlare di forza di volontà, di rivincita, della capacità di rialzarsi dopo che la vita ti ha messo a terra. Ma non avrei mai osato parlare della storia vera di Alex Zanardi, perché quella è la sua storia (raccontata, peraltro, in due interessanti autobiografie che consiglio a tutti). Così ho creato Alessandro Alari, il protagonista di “Crash”, giovane pilota romano che gareggia in un campionato automobilistico anch’esso di fantasia: il Grand Race. Proprio nella gara di Roma, la sua città, Alari ha un incidente simile a quello di Zanardi, purtroppo con le stesse conseguenze. Il ragazzo si ritrova allora a dover affrontare la vita senza le gambe e a dover capire se le corse possano ancora farne parte. Supportato dalla fidanzata Federica, dai genitori e dal gruppo di amici dentro e fuori il mondo dei motori, Alessandro inizia un percorso che lo vede mettersi in discussione prima come uomo e poi come pilota.
Ovviamente non vi dico qui dove lo porterà questo percorso e cosa scoprirà alla fine di esso, vi dico solo che le macchine e lo sport fanno solo da sfondo a una storia che vuole parlare più che altro di vita quotidiana.

7) Meglio una casa editrice piccola o il self-publishing?
      Non credo ci sia una risposta giusta in senso assoluto e per tutti. Sono due scelte ugualmente valide, che possono soddisfare sia i lettori sia gli autori, purché il lavoro sia ben svolto. In entrambi i casi questo vuol dire un editing accurato fatto da professionisti, attenzione per ogni dettaglio del libro, una distribuzione che non costringa i lettori a fare la caccia al tesoro per reperire il titolo e una buona promozione. Che di questo se ne occupi una casa editrice o direttamente l’autore, fa poca differenza se viene fatto bene.

8) Un consiglio che daresti agli esordienti?
 Veramente i consigli dovrei riceverli, non darli! Ricollegandomi alla domanda precedente, mi sento solo di consigliare di non scegliere mai e poi mai di pubblicare con case editrici a pagamento. Pubblicate con piccole realtà editoriali che fanno dignitosamente il loro lavoro, affidatevi al self publishing appoggiandovi a editor e grafici esperti, mandate i vostri manoscritti alle big sperando nel miracolo (vi auguro tanta fortuna!), ma non pagate una casa editrice per farvi pubblicare.

9) Fatti una domanda con relativa risposta
     Che farai dopo aver risposto a queste domande? Leggerò un buon libro, mi pare ovvio!

venerdì 28 aprile 2017

UNa più del diavolo di Lorenzo Vargas




Carissimi amici ed amiche del blog
oggi ho il piacere d'intervistare Lorenzo Vargas un simpatico ed eccentrico ragazzo romano di origine, ma che vive nelle Marche. Ha esordito nel mondo della scrittura con “Pierre non esiste” (Bompiani, 2015), è appena uscito nelle librerie “Una più del Diavolo” pubblicato con la casa editrice Las Vegas.
E' iscritto anche a giurisprudenza, ma preferisce impegnare il suo tempo a scrivere, romanzi o fumetti e curare il suo blog. Alla fine studiare è soltanto il suo piano B. Lui sa cosa vuol fare da grande: lo scrittore!






Ciao Lorenzo vuoi raccontare ai lettori del mio blog di come hai iniziato a scrivere?
Ciao Maria Lucia,
non voglio raccontarti di come abbia iniziato a scrivere. È una storia che ha a che fare con i Pokèmon, la noia ed il sequestro di un Gameboy Advance. Nulla di interessante.
Non ho nemmeno intenzione di raccontarti perché, nonostante il costante rinforzo negativo, abbia perseverato. Siccome qualcosa, però, devo dirla, mi limiterò ad indicarti 
alcune opere, senza le quali sarei un essere umano del tutto diverso. Starà poi a te tirare le somme e fraintendermi nel modo più fantasioso possibile, che a ben pensarci è sempre meglio che raccontare a tutti la stessa storia su una lezione di matematica e un attentato terroristico.


Vedo che conduci tu l'intervista, ma non dovresti limitarti a rispondere alle mie domande? Allora visto che vuoi parlarci dei romanzi che hanno influenzato la tua vocazione letteraria, prego parla pure!

Cominciamo con 
Sandmanuna graphic novel di Neil Gaiman. Tocca vette inarrivabili sia artistiche che letterarie e detiene l'incomprensibile primato di non essere insegnato a scuola nonostante la sua netta superiorità ad un buon 80% delle opere che vi si studiano.

Segue 
The Dresden Dollsil mio album preferito di sempre. Un pianoforte, una batteria, cerone e nevrosi. Forse hai già sentito Coin-Operated Boy in una pubblicità della Seven di alcuni anni fa. Sta di fatto che la cantante del gruppo, Amanda Palmer è un dono all'umanità.

Quale libri consiglieresti ai tuoi lettori?
Consigliare letture è una faccenda intima e delicata, adatta a porre fine a un matrimonio, ma siccome non vi devo sposare, sapete che c'è? Leggetevi Lo Strappacuore di Boris Vian, perché è bello, disperato e senza redenzione. Oppure potete leggere il mio, così vi fate due risate. Lo so, lo so, non sembro un allegrone, ma magari è solo la serata.

Grazie Lorenzo per questa mini intervista, alla prossima.


Grazie a te Maria Lucia, un saluto a tutti i lettori.


Come avrete intuito, Lorenzo non ama molto essere intervistato, ha troppe cose da fare e poco tempo per tutto ciò che vorrebbe fare, esami compresi. Allora lo lascio libero, ma con l'accordo di terminare l'intervista con il prossimo libro.



Autore: Lorenzo Vargas
Titolo: Una più del diavolo
Casa editrice: Las Vegas
Pagine: 288


Sinossi
Nessuno in cielo o in terra ha la più pallida idea di dove sia e questa è cosa più grave di quanto possa sembrare. Perché il Diavolo è il contrappeso di una bilancia, senza il quale il Buon Dio™ potrebbe trovare eccessiva difficoltà a rimanere Buono ancora a lungo. Così Raziel, l’angelo dei segreti, determinato a risolvere la cosa da solo, dovrà rivolgersi all’unico eroe che l’umanità paia mettere a disposizione: Giovanni Archei, oscuro musicista, mai del tutto cresciuto.
Insomma, l’umanità ha visto giorni migliori.







mercoledì 26 aprile 2017

Manoscritto

Carissimi lettori ed amici scrittori
oggi vi comunico che la casa editrice Felix Krull apre le porte della sua casa editrice per accogliere nuovi autori ed autrici.
Chi ha già pronto il suo manoscritto può inviarlo e sperare nella pubblicazione. 
Attenzione, accettano solo  testi di qualità ..quindi una super visione prima di inviarlo è una sicurezza in più per essere accettati, da questa piccola casa editrice che vanta già la presenza di due romanzi nella fatidica lista degli aspiranti al Premio Strega!

http://www.felixkrulleditore.de/impressum_italiano.htm






martedì 25 aprile 2017

Buon 25 Aprile



Buon 25 aprile
a tutti/e,  ricordando le vite di quanti/e morirono nel nome della libertà.
A voi e a tutti coloro che credono sempre nei principi della libertà e dell'uguaglianza dedico questo mio racconto breve






La bicicletta gialla


"Ciao bella Adele, dove vai così di corsa?
Le chiese Gino, il barbiere del paese .
"Al mulinoooo", rispose quasi urlando e pedalando in sella alla sua bicicletta gialla.
I capelli lunghi color del rame svolazzavano al ritmo delle pedalate veloci, la gonna lunga e larga a ruota, trattenuta con una mano per evitare si vedessero le lunghe e tornite gambe.

Adele era felice, nonostante la guerra, in casa adesso c'era solo lei col padre troppo anziano, ma che ancora lavorava sfornando deliziosi panini che riempivano la casa e la via del dolce profumo del pane appena sfornato. La madre era venuta a mancare due anni prima, lasciando nello sconforto il padre che non riusciva a rassegnarsi alla vita senza la sua compagna di vita.
I suoi due fratelli erano entrambi in guerra, erano stati chiamati alle armi. due ragazzoni forti e dalla braccia robuste di chi è abituato alla durezza della vita. Leggeva sempre le lettere che loro spedivano con regolarità dal fronte., la rassicuravano, loro stavano bene, erano orgogliosi e fieri di servire la patria, avevano cibo in abbondanza e non pativano il freddo. Era tranquilla e confortava il padre leggendo le lettere a voce alta, e più volte, visto che il padre era analfabeta.
Non capiva perché le lettere arrivavano sempre chiuse malamente, soprattutto nei bordi, come se qualcuno le avesse aperte e poi richiuse, forse qualche postino curioso, certamente non il loro che si è no riusciva a leggere i nomi sulle buste che arrivavano in paese.


Sorrise, con tutti i pensieri che aveva si concentrava sul bordo delle lettere del fronte.

Adele, adesso che non c'erano i fratelli in casa, poteva usare la bicicletta di famiglia ed andare a prendere la farina per aiutare a fare il pane col padre.

Aveva preso la bicicletta, l'aveva accarezzata come se fosse un bambino, poi prese uno straccio e la pulì per bene, cominciò dal manubrio, insistendo bene nei copri ruote e pulì perfino i raggi delle ruote che ritornarono a brillare, come se l'avesse appena comprata; prese la lattina di vernice gialla e cominciò a pitturarla.

 Era perfetta, adesso era veramente sua, certo la vernice le era costata ben due chili di pane , ma ne era valsa la pena pensò, guardando il risultato, infine mise la vecchia cesta coprendola con un copri cesta di tessuto a quadretti utilizzando due vecchi tovaglioli, tanto non servivano visto che erano solo in due a mangiare.

Era orgogliosa del suo operato, certo quando sarebbe ritornati i fratelli l'avrebbero presa a calci nel didietro, ma c'era tempo per pensare ai calci.

All'inizio era piuttosto traballante in sella al rinnovato mezzo, ma Adele era testarda, cadeva, si rialzava,, andava storta, perdeva l'equilibrio, ma ogni giorno andava al mulino, metteva nel cesto il sacco di farina e poi subito indietro verso casa.
Giorno dopo giorno aveva acquisito la giusta abilità ed adesso si permetteva di correre con la sua due ruote gialle, portando una sferzata di allegria in quel paese fatto solo di donne, anziani e tristi bambini, i cui pensieri erano rivolti a questa guerra che sembrava non volesse finire mai.

L'autunno si stava avvicinando, gli ultimi raggi di sole scaldavano ancora mentre le foglie dorate degli alberi si staccavano regalando alla città dei riflessi caldi. Fu una mattina di caldo autunno che nella sua solita corsa mattiniera Adele senti un rumore di foglie, come se qualcuno le stesse calpestando.

Si fermò e si girò di scatto, non vide nessuno, un piede per terra e l'altro sul pedale della bici, si girò e con gli occhi cerco di scrutare in mezzo agli alberi, stava per riprendere a pedalare quando sentì una mano fredda che le aveva afferrato il braccio, un brivido le scese lungo la schiena.
Era il braccio di un giovanotto, non lo aveva mai visto, non era del paese, non riusciva a capire dove si fosse nascosto e come avesse fatto a balzare vicino a lei come un felino, il cuore le batteva forte dentro al petto, chiuso da una camicetta che le cominciava a stare stretta e metteva ancor più in evidenza il suo seno prorompente.
Adele si ritrasse e per poco non finì a terra inciampando nelle ruote della sua bicicletta, ma gli occhi di quel ragazzo erano buoni, non riusciva a leggervi alcuna cattiveria, aveva un fucile dietro la schiena, ma se avesse voluto ucciderla ne aveva avuto ampio tempo.
Il ragazzo la guardò e le chiese se aveva qualcosa da mangiare, lei per tutta risposta inforcò sulla bici e fece rientro a casa ancora più velocemente.
Quando arrivò a casa si ricordò che in paese parlavano di alcuni soldati che erano scappati ed erano contro Mussolini, si nascondevano e tentavano agguati contro i tedeschi. Di guerra non ne capiva molto con i suoi 16 anni appena compiuti le interessava la vita, la musica e l'allegria, qualche volta solo qualche volta aveva pensato all'amore, ma poi si era confessata ricevendo un'ammonizione severa da parte del parroco.
Alla fine basta poco per essere felici, l'affetto della famiglia, vabbé la madre non c'era più, ma le restava il padre e i due fratelli che presto sarebbero ritornati a casa, ed una bicicletta gialla.
La vita ti sorride, hai la libertà di correre, sentire la carezza del sole sulla pelle, niente può essere più bello, forse, nemmeno l'amore come sussurravano le amiche la sera, quando, dopo il tramonto, si ritrovavano sui gradini della chiesa per parlare un po', prima di andare a letto.

Adele non raccontò al padre dell'incontro fatto al mattino, per la verità a nessuno, nemmeno alle amiche, anche se non capiva bene, cosa stava succedendo in paese, il clima di paura dettato dal continuo andirivieni di militari tedeschi l'avevano inconsciamente guidata alla precauzione ed al silenzio. Poi c'era anche il macellaio del paese, si diceva che era uno spione e spifferasse ogni movimento ai tedeschi per avere in cambio lasciapassare a altro. Osvaldo, il macellaio, non le era mai piaciuto, quando andava nel suo negozio, poche volte per fortuna, era sempre accolta con un sorriso viscido che la lasciava amareggiata, per cui scappava subito, poi adesso aveva qualche gallina e poteva fare a meno di recarsi da quel bottegaio così ripugnante

La mattina dopo si svegliò presto e dopo aver preparato il pane da vendere, di nascosto prese un filone e lo nascose nello scialle, poggiandolo nella cesta della bicicletta. Quindi come al solito inforcò la bicicletta e di gran corsa si avviò al mulino, quando giunse nel punto dove era avvenuto l'incontro, si fermò, rimase qualche minuto ad attendere e quando pensava che non ci fosse nessuno, si avvicinò il ragazzo del giorno prima, lei con un sorriso gli allungò il pane, poi riprese a pedalare, senza dare tempo al ragazzo di ringraziarla.
Fece così per altri giorni, era come un appuntamento, ma non era amoroso, Adele gli allungava il pane e poi riprendeva subito la sua corsa.

Anche quella mattina del'10 marzo 1945 si era avviata verso il mulino in sella alla sua bicicletta, l'aria era fresca, ma non mise lo scialle, vi era avvolto il pane.
Passò come al solito in paese, con il solito saluto benevolo del barbiere, il quale, a causa della guerra non aveva più tanti capelli da tagliare, per cui era sempre più fuori dal negozio che dentro.
Quella mattina anche il macellaio si affacciò davanti alla porta della bottega e con un sorriso schernevole le chiese come mai non si copriva le spalle visto l'aria fresca che era sopraggiunta, Adele si fermò un attimo, lo guardò senza rispondere e riprese la sua pedalata, il colore giallo della sua bicicletta si mescolava con le foglie ambrate dell'autunno incipiente che dolcemente si staccavano dagli alberi.
Al solito punto si fermò per aspettare il ragazzo di cui ignorava anche il nome, non fece nemmeno in tempo a sbuffare per il ritardo, che senti un calore forte alle gambe ed un rumore secco, o forse due, in quel momento non riusciva a capire bene, si accasciò a terra, provando un dolore come se le avessero squarciato le gambe, in effetti aveva una ferita che sanguinava, stava per alzare gli occhi dal ginocchio devastato, udì un altro sparo, il ragazzo del pane si accasciò vicino a lei, i suoi occhi increduli guardavano il militare tedesco che sogghignava nel vedere il tentativo di quell'uomo di raggiungere la mano della ragazza.
La mano di Adele era protesa verso la bicicletta gialla che il tedesco teneva in mano e stava schiacciando la ruota contro l'altra mano della ragazza ridacchiando, urlò forte il suo dolore, inutilmente.


Pensò che è davvero triste morire senza un motivo, lei voleva solo sentire il vento tra i capelli.

Continuò a guardare quella macchia gialla che si allontanava, fino a quando chiuse gli occhi.








lunedì 24 aprile 2017

Flora Gallert: Un bacio a 5 stelle

Carissime amiche ed amici del blog
oggi vi segnalo l'uscita dell'ultimo romanzo di Flora Gallert scritto a due mani con Claudia Crocioni.  
Flora è una ragazza giovanissima, classe 93, ma già vanta la pubblicazione di tre romanzi.
I suoi romanzi sono romanticamente attuali, ci lasciano sognare e trascinare negli intrecci amorosi da lei ben descritti.

Un bacio a 5 stelle

Flora A. Gallert & Claudia Crocioni
BitterSweet, New York
Genere: Romance Young Adult – autoconclusivo 
Prezzo e-book: €1,49/Gratis con Kindle Unlimited – Solo su Amazon 
Prezzo cartaceo: €9,99 (disponibile in tutti i principali store e prenotabile in libreria)
Link d’acquisto: http://amzn.to/2oV6ROO


Sinossi: 
Giulia e Luca sono amici da una vita e frequentano lo stesso collegio svizzero per giovani facoltosi. Durante un viaggio a New York, un attentato terroristico li costringe a convivere a stretto contatto nel lussuoso hotel dove soggiornano.
L'irrazionalità, la spavalderia e i tormenti interiori di lui, si scontreranno con la bellezza, l'ingenuità e i valori di lei. Un continuo contrasto di momenti agro-dolci che cambierà per sempre le note regole dell'amicizia tra uomo e donna.

Tra baci rubati, promesse infrante e gelosie, riuscirà il tenebroso Luca a rinunciare a tutto per lei?
Estratti:
“Per un attimo rimanemmo in un silenzio imbarazzato, ce n'erano troppi in questo ultimo periodo, crescendo era tutto diventato troppo complicato. Ce l'avremmo fatta a non rovinare questa amicizia?”

“Chiusi gli occhi e ripensai alle labbra di Giulia trattenendo il fumo in bocca. Sapevo che me ne sarei pentito. Sapevo che sarebbero state le labbra più dolci di sempre. Sapevo che quando una cosa non potevo averla, allora diventava un chiodo fisso.”

“Pensai a Mathias in camera con Giulia. Lei non era mai stata con nessuno. Pensai a lui che le slacciava i pantaloni, che le toccava la pelle sotto la maglietta e che l'avrebbe voluta sopra perché è uno stronzo e sapevo che gli piace guardare.”

sabato 22 aprile 2017

Innamorati con Leucotea

Carissime amiche ed amici del blog
se amate parlare d'amore nei vostri racconti, se riuscite a toccare il cuore dei vostri lettori con storie d'amore, questo concorso è per voi: Innamorati con Leucotea!
Scade far pochi giorni,  ma sono certa che riuscirete a trovare le parole giuste per scrivere un racconto di almeno 50 cartelle, inviarlo e vincere la PUBBLICAZIONE.
Scade il 30 aprile.
Allora forza, avete un lungo week end per affilare la penna e..innamorarvi...





venerdì 21 aprile 2017

Lettera aperta al Premio Strega dell'editore Felix Krull

Ogni concorso a cui si partecipa vi entriamo con un sogno, con una speranza. Non sempre questo sogno si trasforma in realtà. Delusione, un po' di rabbia e ammettiamolo anche un po' di invidia verso chi ha vinto, entrano nel nostro animo; siamo esseri umani ed è anche giusto lasciarsi andare a questi sentimenti. 
Non sempre si può accettare che la giuria ha decretato il libro o il racconto più bello, conosciamo i fili che si nascondono dietro, ed è giusto e corretto dire la propria opinione in merito alle scelte.
Ecco perché pubblico volentieri  questa lettera aperta dell'editore Felix Krull al Premio Strega.

Lettera aperta al Premio Strega
Gentile Dott. Petrocchi, 
ci rivolgiamo a Lei giacché all’interno della Fondazione Bellonci (con tutti i suoi 
misteri) è stato evidentemente assegnato alla Sua persona il compito di comunicare 
con il pubblico. 
Nel 2015, quando La contattammo per la prima volta proponendoLe la 
partecipazione allo Strega del racconto lungo “Fiorelluccia-Una fiaba siciliana”, di 
Lodovica San Guedoro, Lei reagì con una disponibilità che ci sorprese. Non se ne fece 
nulla, quella forma letteraria non era prevista. E forse la Sua disponibilità non era 
altro che diplomazia, dato che avevate appena annunciato ufficialmente l’apertura 
alle piccole-medie case editrici. Ma a noi diede la forza e il coraggio di ritentare 
l’anno successivo con un romanzo della stessa autrice, “L’allegro manicomio”. 
Anche in quell’occasione Lei si mostrò premuroso, ci fece avere i recapiti elettronici 
di alcuni Amici della domenica e, quando riuscimmo a far candidare il libro, si 
congratulò con noi. Allorché, però, in seguito all’esclusione dalla dodicina, Le 
scrivemmo che l’ammissione di case editrici come la nostra si era rivelata la solita 
foglia di fico per coprire giochi già fatti, non si disse d’accordo, ma ci ringraziò 
ugualmente per aver partecipato. 
Nel 2017 la ricerca dei due giurati si è rivelata impresa più ardua e spinosa, ma infine 
la nostra fatica è stata coronata da due candidature “forti”: Dacia Maraini e Maria 
Rosa Cutrufelli. Capirà quindi che la nuova esclusione dalla dodicina abbia avuto per 
noi un sapore ancora più amaro. 
Nelle ultime settimane abbiamo valutato con attenzione gli altri 26 libri presentati e 
non crediamo che, contemplando il solo valore letterario, il romanzo della San 
Guedoro non potesse tranquillamente competere con ognuno dei 12 titoli da Voi 
scelti. Come spiegare quindi quest’esclusione eclatante, tanto più se si considera 
l’autorevolezza delle candidatrici? 
C’è chi ci ha suggerito di non prendere troppo sul serio lo Strega. Ma non sarebbe, 
anche ai giorni nostri, un dovere morale, offrire attraverso il più prestigioso premio 
letterario italiano un’occasione adeguata di spiccare a una scrittrice la cui rara 
maestria nel bell’idioma torna a onore della Vostra nazione? 
Perdoni la franchezza, 
con immutata cordialità, 
Johannes Hoericht 

L’EDITORE 

giovedì 20 aprile 2017

XIX EDIZIONE DEL PREMIO LETTERARIO NAZIONALE "CARO DIARIO"


Cari amici ed amiche del blog

ecco per voi un interessante concorso letterario, i cui premi sono in denaro. Se amate scrivere i diari questo concorso vi calza a pennello, non vi resta che cominciare a scrivere un racconto per "Caro Diario" e incrociare le dita, magari puoi essere proprio tu il vincitore!
Ecco alcune informazioni per poter partecipare.

In bocca al lupo a tutti i partecipanti.





 XIX EDIZIONE DEL PREMIO LETTERARIO NAZIONALE "CARO DIARIO"

2) I lavori devono pervenire entro il 30.04.2017 (farà fede il timbro postale di partenza) al Circolo Culturale "Il Castello"-Viale degli Alpini, 16- 67050 Ortucchio, in cinque copie non firmate in busta chiusa senza l'indirizzo del mittente.

Inoltre, in altra busta ugualmente chiusa e senza segni di riconoscimento, da mettere dentro di quella di cui al punto precedente, l'autore dovrà inserire un'altra copia dello stesso racconto debitamente firmata e una dichiarazione così formulata:
Il sottoscritto.................residente a.................CAP..........in via.................n. ...
numero di telefono................autore del racconto intitolato..........................
partecipante al XIX Premio Letterario Nazionale "CARO DIARIO" dichiara che lo stesso non è stato mai pubblicato e premiato.
1° classificato euro 500 e attestato
2° classificato euro 400 e attestato
3° classificato euro 300 e attestato
Per gli eventuali segnalati: attestato di merito e un omaggio.
domenica 25 giugno 2017 alle ore 16,00 con una pubblica manifestazione durante la 
quale verranno letti brani dei racconti premiati.
6) La quota di partecipazione (contributo alle spese di organizzazione) è di € 10, da inserire dentro la busta con i racconti.
Sito Internet WWW.PREMIOCARODIARIO.IT
E-Mail info@premiocarodiario.it
1) Al concorso si può partecipare con un racconto in forma di diario, inedito e mai premiato, della lunghezza massima di cinque cartelle ( fogli A4, carattere 12 arial o simili).
3) La giuria, composta da insigni letterati, che sarà resa nota a concorso espletato, assegnerà i seguenti premi con giudizio insindacabile e inappellabile:
4) La cerimonia di premiazione si terrà nella Sala Consiliare del comune di Ortucchio 
5) I premi dovranno essere ritirati il giorno della premiazione, direttamente dagli autori , pena la perdita del Premio
Per informazione tel. 0863 830112 cell. 3498473672 












martedì 18 aprile 2017

La signorina Else di Arthur Schnitzler



La signorina Else di Arthur Schnitzler

recensione a cura di 

Ferlisi Maria Lucia

Else, una bella, ironica, intelligente e giovane diciannovenne viennese, si trova in vacanza a San Martino di Castrozza, nota località di soggiorno in montagna per clienti benestanti, a spese della zia. La giovane ragazza, durante la vacanza, riceve una lettera dalla madre. Il padre, noto avvocato, ha il vizio del gioco ed è sempre pieno di debiti, ed in lotta con i creditori. 

La madre nella lettera le chiede di implorare i soldi, per estinguere il debito del padre, con il rischio della galera e la paura di un suicidio per lo scandalo che il suo arresto creerebbe, ad un amico del padre, signor von Dorsday, che sta soggiornando nel suo stesso albergo. La cifra da richiedere è di 30.000 fiorini che con una seconda missiva diventeranno 50.000.
Tale richiesta mette in subbuglio la ragazza, non le piace dover chiedere questi soldi, a causa del vizio del gioco del padre, ma al tempo stesso è consapevole che non vi è altra scelta. 


Lei non può contribuire, non lavora, non sa fare nulla, ha solo studiato, sa suonare il piano, sa come ci si comporta nella società, ma di produttivo non sa fare altro. Alle donne non è richiesta nessuna capacità se non quella di cercare marito, possibilmente un buon partito, sposarsi e mettere al mondo dei figli.
Questo è ciò che chiede la famiglia e la società borghese in cui vive.

L'amico del padre, quando riceve la richiesta di denaro da parte di Else, acconsente, ma la ragazza dovrà portarsi nella sua camera, o nel bosco, in un luogo appartato che conosce solo lui, e mostrarsi a lui, completamente nuda.
La scelta non è facile, la sua vita contro quella del padre. 
Per la libertà del padre vale la pena compromettere il suo onore? Quello che le chiede sua madre alla fine è una richiesta di prostituzione, alla quale lei deve assoggettarsi, una ricatto genitoriale, di cui è consapevole e la rende ancora più vulnerabile di fronte alla consapevolezza che sia la madre che il padre immaginavano quale potesse essere il debito da pagare in cambio del denaro...


Come può contrapporsi a queste duplice richiesta una della madre, l'altra dell'amico del padre.
E' amareggiata, delusa, triste e sola in questa scelta da cui dipende la vita di suo padre, contrapposta alla sua onorabilità.
Può esistere un metodo per sfuggire a questo vile e duplice ricatto? Sì esiste.

Ancora una volta un romanzo breve, riesce a scatenare una tempesta di emozioni, dimostrando che il numero delle pagine non determina la qualità di un romanzo. Una storia che si consuma nel giro di poche ore all'interno di un albergo. Questo romanzo breve è un vero capolavoro della letteratura del novecento.

Arthur Schnitzler, attraverso il monologo interiore, cioè la narrazione secondo il punto di vista della protagonista, mette in luce tutti i difetti della società viennese e della famiglia borghese, dove il dialogo è inesistente e dove la prostituzione della figlia è secondaria allo scandalo che creerebbe l'arresto del padre, di cui tutti sanno il vizio del gioco. La verità che si cerca di camuffare, ma che tutti conosco, nella società delle menzogne. 

Nel romanzo non vi sono dialoghi, Else parla a se stessa e riflette. Riflessioni amare, sulla condizione di donna nella società borghese, riflessioni sulla società e sulla sua famiglia così distante e vuota, dove i sentimenti non sembrano esistere. Else non riesce a comprendere questi giochi della società, le rifiuta, non vuole far parte di un mercimonio del suo corpo, perché sposarsi con un uomo ricco per "sistemarsi" non è poi ben diverso dal mostrarsi nuda ad un vecchio bavoso per salvare la famiglia. 


Si tratta sempre di una compravendita di se stessi, del proprio corpo e della propria dignità.

Un conflitto interiore condotto con abilità, tanto da faticare a comprendere che possa essere stato scritto da una mano maschile. Un romanzo sulla corruzione morale e sociale di questa società falsa ed ipocrita una storia moderna ed attuale ancora oggi, dove l'apparire conta più dell'essere, allora come oggi..
Un capolavoro che riesce ad emozionare da oltre un secolo.



Sinossi:

Nell’opera di Schnitzler, La signorina Else è un’aria mirabile, che continua a suonare nell’orecchio di chi l’ha sentita anche una sola volta. Fin dalle prime battute, e poi sempre più trascinati sino alla fine, avvertiamo il battito tumultuante del sangue e delle parole che circolano nella testa di Else, l’adolescente «altera», vivida e appassionata. Incombe su di lei, sulle sue nervose vacanze alpine, una catastrofe familiare. E la madre stessa, con il tono mellifluo e patetico che si conviene alla stregoneria familiare, la invita a vendersi per salvare la famiglia. Tutto il testo di Schnitzler è nella reazione di Else a questa richiesta, vissuta prima come premonizione, quando la lettera della madre non è ancora aperta, e poi come sfida, una sfida mortale. Mai forse un altro narratore moderno era riuscito a fondere il monologo interiore, la fantasticheria, l’azione e il dialogo (e perfino la musica, nella scena culminante) in una simile intimità, dove ogni elemento è il fremente rovescio dell’altro. Non meno di Molly Bloom, Else si offre a noi dall’interno nelle sue minime oscillazioni psichiche, che qui affiorano con quella velocità mentale che la prosa quasi mai riesce a catturare. Ma – e questo è il più azzardato, il più felice artificio di Schnitzler – al tempo stesso la contempliamo dall’esterno e la sua presenza si impone a noi come quella di un’antica eroina.

Scheda libro:

Titolo: La signorina else
Casa editrice: Feltrinelli

Pagine: 123


venerdì 14 aprile 2017

Afrodite bacia tutti di Stefania Signorelli


           Afrodite bacia tutti di Stefania Signorelli
recensione  di 
Ferlisi Maria Lucia


"Afrodite bacia tutti" il nuovo romanzo di Stefania Signorelli, si avvale dei miti greci per raccontare la realtà contemporanea.
Tredici racconti narrati con un linguaggio aulico, ma al tempo stesso leggero e scorrevole.
L'autrice ci narra di Afrodite e Nefesto, di Eco e Narciso, di Menelao ed Elena, di Achille e di Pandora...

Un libro che attraverso un'analisi ironica, riesce a riproporre vecchi miti greci, ancora oggi attualissimi, impersonificati in corpi nuovi, per rivivere una vita monotamente uguale alla precedente.

Certo hanno cambiato immagine, non abbiamo pepli, specchi o vasi, abbiamo smart-phone, facebook , tv e skipe... Ma la realtà è immutabile, le gesta si rigenerano, la follia rimane sempre uguale a se stessa. La vita, pregna del passato, si ripropone stritolando il nuovo Narciso o Achille, nelle nuove tecnologie.

Un libro che ci fa riflettere sui nuovi mezzi di comunicazione, sull'uso dei selfie, su Skype, sul'uso dei nuovi social che fanno nascere nuove malattie come la sindrome di " hikikomori e dimenticano usi e luoghi antichi.

Ci chiudiamo dentro una stanza, dietro un selfie, dietro lo schermo di una tv, perché la comunicazione è sparita, naufragata, nascosta dietro alle immagini sempre più belle ed accativanti e velocissime, ma che ci privano della realtà e della vita vera.


I miti si rigenerano in tutta la loro brutalità, tutto viene accettato e accolto perchè all'ineluttabilità della vita non puoi opporti. Come potresti poi, se nella realtà grava tutto il passato?

Afrodite "una rosa inzuppata nella panna".
Cassandra con "le sue parole stropicciate e perse. Foglie al vento d’autunno".
"La voce di Narciso, con la sua fragile dolcezza".
"Persefone desiderava una pioggia che non cessasse e una grandine che scrosciasse forte sui regoli e le grondaie del tetto".
"Pandora. Le lettere nel vaso si agitano oblique e chiamano il mio nome".

Non vi resta che assaporare questi racconti, questi "Piccoli pensieri. Dolci come mandarini"
 di Stefania Signorelli



SCHEDA LIBRO

Titolo: Afrodite bacia tutti
Autore: Stefania Signorelli
Pagine: 183
Editore: Prospero Editore



SINOSSI

Miti greci sonnecchiano, ma non troppo, in corpi contemporanei. Perchè gli dèi non solo non sono morti, ma godono di ottima salute.
Abitano in questi tredici racconti "caleidoscopio" Mida, che non è un re ma ha il vizio dell'oro e teme di condividerlo con gli sbarcati; Narciso, che ama solo se stesso e i selfie che lo ritraggono; Ercole, manovale malinconico con ex moglie molto a carico; Penelope, fedele a una città perduta; la bella Elena, che perde, alla lettera, la propria testa per Paride; Achille, responsabile aziendale delle risorse umane pi ù che annoiato dalla mediocrità che lo circonda; Afrodite, sospirata da tutti (marito Efesto compreso); Pandora, che ha per vaso la propria mente e tenta invano di nasconderci ogni paura; Persefone, in crisi matrimoniale; Arianna, che ha perduto sia Teseo che il filo. E se Anchise è parcheggiato in casa di riposo, ovviamente Megera non può che essere un'ex fidanzata vendicativa quanto machiavellica.

BIBLIOGRAFIA

Stefania Signorelli, classe 1973, è una maestra. Dopo aver conseguito i titoli in "Operatore dei servizi bibliotecari", "Scienze dell'educazione" e "Scienze della Formazione primaria", è uscita dal tunnel della saggistica e ne è lieta.
Ha scritto: Indice indaffarato

"Un esercizio di scrittura collettiva sul tema della lotta allo stigma realizzato in una classe di V elementare molto creativa, diventa un albo illustrato utile a tutti i lettori. C'era una volta e ancora c'è Indice Indaffarato, un dito "maestrino" ben puntato verso le diversità per etichettarle. A quale cattivo appartiene la mano? Età di lettura: da 6 anni.  "

Una scrittrice dimenticata: Giovanna Zangrandi

  Giovanna Zangrandi Nacque il 13 giugno a Gallierae morì il20 gennaio del 1988 a Pieve di Cadore. Il vero nome era Alma Bevilacqua, ma nell...

Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.