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lunedì 24 marzo 2025

Mare avvelenato di Elena Magnani

 Mare avvelenato 

di

 Elena Magnani

Riflessioni di Maria Lucia Ferlisi

Tomaso Mazzeo è un giovane ragazzo forte, bello ma segnato da un destino che accompagna la famiglia in cui è nato...è un ragazzo tintu, cattivo, come il padre e lo zio morti ammazzati.

 Il suo destino è già segnato, vive di furti e piccole truffe, ma nel suo cuore si agita la tempesta della vendetta e di ritornare ad essere ricco come quando era piccolo. 

Durante le sue scorribande incontra una bellissima ragazza che immagina sia una nobile. Se ne innamora e fa in modo d'incontrala per conoscerla e chiedere la sua mano. Sa che non sarà facile, ma sogna in grande.

La sua unica speranza sta nel furto, nel combinare qualche traffico importante. Scopre che lei vive nella casa del marchese ma non è una nobile, ama studiare e insegna nella scuola elementare. Le sue aspirazioni di arrivare al suo grado sono amplificate, tuttavia non si decide a intraprendere la strada dell'onestà......

L'autrice Elena Magnani ci regala una bella saga famigliare con un taglio che la distingue da tutte le altre così simili tra loro.

IL personaggio principale non è un anima buona, è malvagio, scopriamo che ha ucciso fin dal ventre della madre, con il cordone ombelicale ha soffocato il fratello gemello. Più avanti scopriamo che ha anche ucciso, soffocandola con un cuscino, la sorellina malata da tempo.

No, non è un animo buono. Vive di furti e continua anche dopo l'innamoramento che dovrebbe sanare il suo cuore. Vuole diventare ricco e chiedere la mano della ragazza ma non ha altri mezzi che rubare e rivendere . IL suo cuore nutre rabbia e odio e vuole vendicare la morte del padre e dello zio scoprendo i mandanti. Il suo è un animo tormentato, diviso dalla promessa di diventare onesto, fatta al padre e la voglia di arrivare.

Con una scrittura attenta e precisa l'autrice ricama una bella storia d'amore e di odio sullo sfondo di Messina. Superba l'ultima parte quando il terremoto distrugge la città e lei descrive il tutto con precisa attenzione regalandoci pagine di pura emozione descrivendo la distruzione, l'orrore, la  morte di Messina ferita a morte da un terremoto devastante unito al maremoto. Pagine di storia in cui Tomaso si muove con incredibile realtà.

     Che dire la penna si Elena Magnani è attenta, sensibile e vera.

Leggi il romanzo d'un fiato e ti lasci incantare dal fascino maledetto del protagonista.

Buona lettura

💛💛💛💛💛




Scheda libro

Autore: Elena Magnani
Titolo: Mare Avvelenato
Casa Editrice:Giunti
Pagine: 335

Trama

Messina, 1908. Tomaso Mazzeo è uno spirito tintu, uno spirito malvagio, ha solo mezza anima perché quando è nato ha soffocato il gemello con il cordone ombelicale. La levatrice lo ha maledetto con una frase terribile: tutto quello che toccherà, marcirà e morirà.

La profezia non tarda ad avverarsi. La piccola Rosetta, sorella di Tomaso, muore tragicamente, il padre e lo zio vengono assassinati per oscuri motivi, la famiglia cade lentamente in rovina. Tomaso, però, conserva dentro di sé una luce che lo infiamma, la volontà di rivalsa, di redenzione, forse anche di vendetta.

 Giura a se stesso che scoprirà l'assassino di suo padre e riporterà il nome della famiglia Mazzeo agli antichi fasti. Per farlo è disposto a tutto. Anche a precipitare in un vortice di imbrogli e crimini molto più grande di lui. Petra vive a casa dei marchesi Badastrello, che l'hanno accolta dopo la morte della madre. È intelligente, risoluta, brillante. 

Studia le teorie di Maria Montessori, sogna una scuola che metta al primo posto i bambini, lotta per un mondo dove tutti abbiano pari diritti. Gli uomini non le interessano. Quando incontra Tomaso, però, ne resta folgorata. Non sa ancora che è uno spirito tintu, e forse non gliene importa. Lei non crede alle superstizioni. 

Mentre l'amore fra i due giovani cresce senza controllo, tutto improvvisamente crolla. Messina è rasa al suolo dal terremoto, e non è facile riprendere in mano la propria esistenza tra le macerie.

lunedì 10 marzo 2025

Nei nervi e nel cuore di Rosella Postorino

Nei nervi e nel cuore di Rosella Postorino



Impressioni di Maria Lucia Ferlisi


Rosella Postorino scrive nel sottotitolo: memoriale per il presente, infatti  questo non è un romanzo ma un memoriale dal sapore quasi di un saggio sul corpo della donna. L'autrice parte dall'infanzia, quella spensierata e senza malizia di quando giocava con i fratelli e gli amici di infanzia.

 Questa libertà di esprime la gioia attraverso i corpi termina presto, nel momento in cui il suo corpo si trasforma nell'adolescenza , ecco che spuntano i primi divieti, il corpo adesso deve essere coperto in spiaggia non ci si può andare in mutande, le parti intime devono essere coperte.

Se  il petto scoppia in una misura abbondante, e lo si percepisce anche attraverso una misura larga, ecco che gli uomini ti guardano con uno sguardo diverso come se tu fossi già adulta e invece sei solo una ragazzina che si affaccia alla vita.

Rosella in questo  memoriale scopre quante volte il suo corpo, come quello di tante altre donne, è stato continuamente oggetto del desiderio maschile, quante volte si è sentita in imbarazzo, quante volte la sua generosità è stata percepita come un invito sessuale. 

Continuando nel  resoconto Rosella ci fa capire quante volte si è sentita sbagliata perché in suo corpo è stato oggetto di desiderio, nell'ambito universitario e lavorativo e quando risuonava il no, ecco d'incanto sparivano le proposte di lavoro.

 Lei non ha ceduto, la sua carriera ha avuto una svolta positiva comunque, ma ha dovuto lottare. Perché? 

L'autrice ci invita a riflettere su questo corpo che viene continuamente attaccato, anche all'interno della famiglia che appena sboccia l'adolescenza ecco che iniziano i dinieghi e questo già il primo posto in cui percepisci che sei sbagliata.

La Postorino con questo romanzo ci pone tantissime riflessioni, ed è questo il motivo per cui mi è piaciuto tantissimo. Le sue domande sono filtrate attraverso la lente del ricordo della sua esperienza personale ma rappresenta tutte le donne.

È un romanzo corale, rappresentativo su un tema che da anni viene dibattuto ma sembra non trovare soluzione.

Un romanzo che consiglio alle giovani donne per "riconoscere" i tentativi di svalutazione delle proprie capacità e alle donne della mia età per "riconoscerci" su quante volte ci siamo scontrate con questa realtà e quante volte ci siamo sentite sbagliate, noi!!!

ESTRATTO

"Sullo schermo del mio computer ci sono due bambini. Hanno sei anni, sono fratelli e sono fradici. Lei corre verso l’obiettivo, le mutande troppo larghe per quel corpo magro, i lunghi capelli gocciolanti sulle costole, la bocca aperta in un grido di stupore. Lui è dietro, quasi nudo a sua volta, piegato sulle ginocchia per offrire il culetto all’idrante, che poco fa, d’un tratto, si è messo in azione, zampillando sull’erba come una doccia. Impossibile resistere: i gemelli si sono lanciati contro l’acqua, inzuppando i vestiti, poi si sono spogliati buttandoli sul prato e hanno continuato a ridere forte mentre scappavano dal getto soltanto per ritornare di corsa a sentirselo addosso, una cascata di fresco."

SCHEDA LIBRO

Autore: Rosella Postorino

Titolo: Nei nervi e nel cuore

Casa Editrice: Solferino

Pagine: 224

TRAMA

«È faticoso provare a cambiare la traiettoria di un destino, è da perderci il sonno.» Proprio quel tentativo è al centro di questo libro: un diario pubblico, nel quale l’apprendistato alla vita è sempre incespicante, come per chiunque. L’inizio è l’infanzia, il tempo che fonda l’esperienza di ognuno di noi e in cui, come scriveva Cesare Pavese, «nulla era avvenuto o dormiva solamente nei nervi e nel cuore». L’infanzia di Rosella Postorino è stata segnata da uno sradicamento, e il suo sentirsi estranea, diversa, ansiosa di riscatto ha generato lo sguardo che ha sul mondo. Così, in queste pagine, è continuo lo scambio tra narrazione personale e collettiva, perché in fondo le nostre esistenze, le nostre scelte, si somigliano: andarsene, restare, aver paura di fallire, di perdere qualcuno, o sé stessi. Siamo tutti mossi dal desiderio, dubbiosi sulla felicità possibile, tentati da un impossibile ritorno a casa, gettati nostro malgrado nella Storia. Con l’impeto dell’analisi e il rigore dell’empatia, Rosella Postorino racconta quel luogo edenico e scosceso che è la famiglia, le aspirazioni e le difficoltà delle donne, la vulnerabilità dei corpi, le ingiustizie che abitano la Terra, i dilemmi etici della contemporaneità, e la fede assoluta nella letteratura. Racconta lo sconcerto, l’abisso, la tenerezza di essere umani.

venerdì 14 febbraio 2025

La porta delle stelle di INGVIL RISHOI

La porta delle stelle 
di 
INGVIL RISHOI


 Impressioni di Maria Lucia Ferlisi


 Ronja ha solo dieci anni e vive nella continua speranza che il domani possa avere dei momenti migliori. Nel frattempo, deve fare i conti con un padre incapace di tenersi un lavoro in quanto affoga tutte le aspettative nel alcool e le due figlie non possono che assistere impotenti, con la consapevolezza che le loro speranze di avere una famiglia normale naufraga giorno dopo giorno.

Ronja può contare solo sulla sorella di 16 anni per riuscire a mangiare e non essere spedite ai sevizi sociali.

 Siamo ormai vicini a Natale e l’ennesimo lavoro del padre, in un negozio n cui si vendono alberi di Natale, finisce in un licenziamento.

Stavolta Ronja è stanca, vuole anche lei un albero di Natale come tutte le famiglie e insieme con la sorella va a lavorare nello stesso negozio, Ronja,  di nascosto dal proprietario, fa pubblicità alla vendita degli abeti e delle ghirlande,  con il suo visino grazioso attira molti clienti. Quest’anno anche lei avrà un Natale migliore, ma il burbero proprietario del negozio scopre che la ragazzina lavora nel suo negozio…

Un romanzo possiamo ben dire alla Dickens, dove la povertà insieme con un padre inetto e ubriacone completano il quadro di un Natale che avrebbe potuto essere magico in quest’incantevole paesaggio nordico.

 

La realtà si scontra con le nuove povertà, e si scoprono persone che sono ancora in grado di regalare sorrisi e gentilezza. Un romanzo che fa bene al cuore, anche se triste riesce a regalarti l’emozione che nel mondo esistono persone incredibili, capaci di regalare un abete alle due sorelle, come il vicino di casa, o il bidello della scuola che le regala la merenda…

La scrittura scivola dolce e tenera per tutto il libro e ci immerge in questa storia che tocca le corde del cuore fin prime righe e qualche lacrima scende silenziosa lungo le gote….

Buona lettura

 VALUTAZIONE💛💛💛💛💛+++

Scheda libro

Autore: Ingvid Rishoi

Traduttore: Maria Valeria D’Avino

Titolo: la porta delle stelle

Casa editrice: Iperborea

Pagine: 156

 

Trama

Ronja, dieci anni, vive a Tøyen, alla periferia di Oslo, con il padre e la sorella diciassettenne Melissa. Piccola, esile, ma dotata di humour sagace, la risposta pronta e la convinzione che le cose possano sempre andare per il meglio, ama prendersi cura di uno scoiattolo nel cortile della scuola e le piace tantissimo quando papà le accarezza i capelli e la chiama Maccheronja. Anche lui è un uomo dolce e sognatore, ma le figlie ormai si sono abituate a vederlo sbandare tra i pub del quartiere, perdere un lavoro dopo l'altro e dimenticarsi di pagare le bollette.

 Eppure, mentre l'inverno si fa sempre più buio, Ronja riesce a trovargli un posto come venditore di alberi di Natale: si può tornare a sperare, forse quest'anno avranno il loro abete con i regali e, chissà, alla recita di Santa Lucia lo sentirà applaudire. Ma niente dura per sempre – le sorelle l'hanno imparato presto – e quando le cose si rimettono male sanno che dovranno darsi da fare per evitare l'intervento dei servizi sociali: per la loro famiglia scombinata ma piena d'amore sarebbe la fine. Per fortuna c'è anche la gentilezza degli estranei, quella dei passanti, di un anziano vicino di casa, di un uomo misterioso che regala un bellissimo abete.

 E se il sogno di Ronja di una baita dove stare con Melissa davanti al fuoco mentre papà spala la neve sembra irraggiungibile, d'altronde è Natale, e «un miracolo può sempre capitare». La porta delle stelle è una favola classica ma anche un lucido racconto della contemporaneità, crudo e onirico, che con sottile eleganza si muove tra la cura dell'altro e lo sconforto, tra la bellezza della speranza infantile e la fame che rende le prede predatori.

martedì 11 febbraio 2025

Lo sguardo della verità di Virginia Marino

 Lo sguardo della verità

 di 

Virginia Marino


Impressioni di Maria Lucia Ferlisi

                                        Il Monastero delle Serve di Maria, a Roma, è stato trasformato in una prigione per donne “immonde” e “dissolute”.  Una suora accompagna un fratello dell’Alleanza a prelevarne una, presente il cardinale Durazzo, Adrien Olsen ha il compito di portare via Rebecca, una strega, ritenuta l’assassina del cardinale Grassi, in quanto aveva intrattenuto, con lo stesso un rapporto scabroso.
Figlia del Marchese  della casata dei Borboni in Sicilia, quando questi erano caduti in povertà, lei si era recata a Roma e viveva di furti ed elemosina, vendendo anche il suo corpo per fame.

L’unità d’Italia era stata creata da poco e le sommosse o tentativi di destabilizzarla erano all’ordine del giorno. Due fronti erano impegnati in prima linea la Santa alleanza e la Massoneria.

Adrien ha il compito di condurre la ragazza a Modena per scoprire i colpevoli  del delitto commesso  cui lei aveva preso parte insieme con altri, così pensava la Chiesa.

Il viaggio non è facile, subiscono delle aggressioni da parte di alcuni Massoni.
Adrien sfodera le sue capacità di lotta e lei si dibatte con i primi tentativi di magia di cui è dotata.

Fanno conoscenza con Luisa, una massona, che rimasta vedova, si traveste da uomo per combattere contro l’alleanza.

Ed ecco che la storia prende il via con magia, sensualità, attentati, intrighi e misfatti. La trama diventa sempre più intrigante e siamo davanti a uomini in preda alle loro passioni, ira, rabbia, odio…e la debolezza degli uomini esplode in tuttala misera essenza.

Ma ancora nascosto e tormentato c’è l’amore tra Rebecca e Adrien, prigioniera e custode,  uniti da un bracciale in cuoio con una perla, dono della Chiesa, che potrebbe portare alla morte entrambi, ma il desiderio esplode, batte le barriere della paura e il tocco delle loro mani fa vibrare la loro pelle e unire i corpi.

Un amore forte e violento che non può arrestarsi e taglia anche le promesse alla castità del fratello Adrien e annulla il potere magico del bracciale.

Scovano uno scrittore della nascente corrente letteraria degli scapigliati, un certo Cecco Reghetti che forse conosce la verità e l’ha scritta in un romanzo “lo sguardo della verità” ma è morente….

Loro hanno sul corpo le cicatrici del viaggio, ma i loro visi malinconici li fanno somigliare a due angeli caduti, vorrebbero vivere il loro amore ma la ricerca della verità e il riscatto non può arrestarsi….
Per leggere questa storia e scoprire il finale dovete comprare il romanzo di Virginia Marino.

L’autrice con una scrittura elegante e coinvolgente vi fa addentrare in questa storia dove i riferimenti storici e letterari sono precisi e ben distribuiti. Il ritmo diventa sempre più coinvolgente e il romanzo   pagina dopo pagina  vi trascinerà nella lettura alla ricerca  della verità che sembra faticare ad emergere.
Dietro le parole vediamo anche una buona ricerca storica e una bella delineazione dei personaggi.

Valutazione:💛💛💛💛 

SCHEDA LIBRO

AUTORE: VIRGINIA MARINO
TITOLO: LO SGUARDO DELLA VERINTà
CASA EDITRICE:  GRAUS EDITORE
PAGINE: 191

 TRAMA

In una realtà in cui la magia controlla il mondo, in viaggio fra le città di un’Italia da poco unificata, si svolge la storia intricata di Adrien, Stefano, Luisa e Rebecca.

 Quattro individui apparentemente comuni che nascondono vite complicate e che appartengono a fazioni opposte, nemiche per la società ma unite da un unico obiettivo.

 Mossi dalle loro emozioni si ritroveranno a risolvere un caso delicato e, complici di una setta segreta, si renderanno conto di essere parte del caso stesso, il fulcro del mondo, il motivo intorno a cui tutto si muove, l’unica soluzione possibile.


venerdì 10 gennaio 2025

Il tenero narratore di Olga Tokarczuk


Il tenero narratore 

di

Olga Tokarczuk

Impressioni di Maria Lucia


La prima lettura di quest'anno è stata questo meraviglioso e tenero saggio di una delle più grandi voci europee della letteratura: Olga Tokarczuk
Il filo conduttore della sua analisi sull'attualità della letteratura è già svelato nel titolo: la tenerezza, infatti il suo sguardo si posa in modo delicato e tenero sui vari argomenti che ha affrontato durante la premiazione per il conseguimento del Premio Nobel nel 2018.
Le sue parole sono lievi, dolci e fremano sulle parole come le ali delle farfalle sui fiori, le articola con saggezza e le rende chiare e limpide senza usare un linguaggio astruso lontano dai lettori. La madre è stata la prima persona ad avvicinarla alla lettura e ne rimane il ricordo tenero che continuerà negli anni.

In questo modo una giovane donna non religiosa, mia madre, mi dava qualcosa che una volta si chiamava anima, e quindi mi riforniva del miglior tenero narratore al mondo.

Da questo sentimento l'autrice ha iniziato a guardare la realtà attorno a sè per poi trasferirla nei personaggi descritti nei vari libri.
Parla anche dell'utilizzo dell'IO nella narrazione  e pensa che sia un legame stretto e importante che si stabilisce tra lettore e scrittore. Continua riferendo dell'importanza della scrittura e del suo forte impatto nel lettore e nel periodo storico che viviamo, nelle parole trasferiamo il mondo che viviamo o le informazioni storiche che abbiamo ricercato. Nelle parole dello scrittore c'è tutta la potenza delle parole, ma in questi ultimi anni la forza  è come sospesa, la società liquida in cui viviamo ne ha ucciso la forza ed ecco che le parole dello scrittore restano mute...

... per i cambiamenti ultra veloci del mondo di oggi. Ci manca la lingua, ci mancano punti di vista, metafore, miti e nuove fiabe. In compenso siamo testimoni di come si cerchi di adattare queste inadeguate, arrugginite e anacronistiche vecchie narrazioni alla visione del futuro, forse partendo dal principio che “il vecchio qualcosa è meglio del nuovo nulla” oppure provando in questo modo a venire a patti con la limitatezza dei propri orizzonti. In una parola: ci mancano nuovi modi di raccontare il mondo.

Parla anche di lettura e quanto questa sia meravigliosa, ci permette di utilizzare tutti i sensi che abbiamo, quando leggiamo non è solo un comprendere le parole, ma è rivivere, un ricordo, ascoltare le voci dei personaggi, sentire il profumo...

Fa un elenco della motivazioni che spingono oggi a scrivere e dei vari generi di scrittura che vuole dividere il genere letterario in fiction o non fiction. Descrive la commercializzazione dei libri e in cui lo scrittore a volte è legato per il denaro che le case editrici investono e cercano in tutti i modi che venga ripagato la più presto.

La letteratura è una delle poche discipline che provano a tenerci ancorati alla concretezza del mondo, perché di sua stessa natura è sempre “psicologica”, dato che si concentra sulle ragioni e motivazioni interne dei personaggi, ne svela le esperienze altrimenti inaccessibili a un’altra persona, invoglia il lettore a interpretare psicologicamente i loro comportamenti. Solo la letteratura è in gradi di farci entrare tanto in profondità nella vita di un’altra persona, capire le sue ragioni, condividere i suoi sentimenti, vivere il suo destino.

 Nel saggio,  Olga Tokarczuk affronta tanti temi e scrive le sue interpretazioni del mondo attuale, non solo legate al tema principale della scrittura/lettura, le sue parole mettono chiarezza e rendono semplice il pensiero anche quando parla di agorà,  di pansofia o di  katharsis.

Un saggio che consiglio a tutti lettori e scrittori.

VALUTAZIONE: 💛💛💛💛💛


SCHEDA LIBRO

Autore: Olga Tokarczuk
Titolo: Il tenero narratore
Casa Editrice: Saggi Bompiani
Pagine: 272

Trama

La complessità del mondo contemporaneo e la crescente interconnessione dell'umanità richiedono oggi un nuovo modo di raccontare la realtà. Olga Tokarczuk ci propone in questo libro quasi un manifesto della sua poetica innovativa. Una straordinaria testimonianza dell'attività di scrittrice, che le è valsa il premio Nobel, e dell'anima di attivista impegnata su numerosi temi sociali e ambientali.

Il tenero narratore è un inno al ruolo cruciale della letteratura. Scrittori e scrittrici occupano una posizione privilegiata: sono esploratori e artigiani che lavorano con frammenti della realtà, impegnati a svelarne una portata più ampia e aperta.


Tokarczuk invita a liberarsi dai vincoli del proprio io narrante per abbracciare una voce nuova, che combini l'impersonalità con una dolce tenerezza. Già, la tenerezza, che è la forma più modesta di amore eppure la più potente, perché ci fa rivolgere lo sguardo oltre noi stessi, verso gli altri esseri umani, gli animali e la natura, nella consapevolezza di un destino comune.

Completano questa raccolta di scritti una riflessione sull'importanza dei traduttori, che nel nostro mondo interconnesso svolgono il compito vitale di far circolare idee e conoscenza, e un resoconto molto intimo sul periodo dei lockdown dovuti al Covid, in cui l'autrice condivide paure e speranze per il futuro.


 BIOGRAFIA

Olga Tokarczuk è nata nel 1962 e ha studiato psicologia a Varsavia. Scrittrice e poetessa tra le più acclamate della Polonia, la sua opera è stata tradotta in trenta paesi e in cinquanta lingue. Ha vinto il Premio Nobel per la letteratura. Il romanzo I vagabondi (Bompiani, 2019) le è valso il Man Booker International Prize 2018 ed è stato finalista al National Book Award. Sempre per Bompiani sono stati ripubblicati Guida il tuo carro sulle ossa dei morti (2020, finalista al Man Booker International Prize nel 2019), Nella quiete del tempo (2020) e Casa di giorno, casa di notte (2021).

 

LIBRI








 

 

 

 


 


 




 

 


 


lunedì 30 dicembre 2024

LA FAMIGLIA DI SARA MESA


LA FAMIGLIA DI SARA MESA 


 Impressioni di Maria Lucia Ferlisi

 Padre e Madre hanno quattro  figli Rosa, Damian, Aquino e Martina ,  la nipote adottata. 

Quando Padre e Madre si sono conosciuti e sposati,  hanno stipulato un contratto: formare una famiglia come loro desideravano.

 Così è stato, Padre ha imposto a Madre il suo stile di vita, niente sprechi, niente elettrodomestici, niente di tutto ciò che poteva essere alla moda. Con la nascita dei figli nulla cambia, Padre impone la sua educazione, niente giochi inutili, niente smack o merendine, niente televisione, uscite sotto la sua stretta  sorveglianza e solo intorno al loro isolato. 

Tutta la loro vita si svolge in quella casa con obblighi assurdi, come stare insieme per due ore o andare a letto alle 23 anche se  i figli hanno sonno prima. I figli devono solo obbedire senza provare nemmeno a chiedere spiegazioni. Lui è il Padre, lui detiene il potere di dettare legge in casa.

L'autrice Sara Mesa, con una scrittura attenta e precisa, ci immerge in questo controllo ossessivo e soffocante che Padre detta in quella famiglia, dove non ci sono segreti, ma dove leggeremo mancate verità.

Il ritmo a zig zag nel tempo, fra ricordi presenti e passati,  aumenta il senso soffocante che si vive o viveva in quelle mura.

 Un controllo persecutorio che denuncia quanto il clima in quella famiglia  fosse di una devastante violenza psicologica sottile,  ma in grado di spezzare gli animi di tutti coloro che vivono in quella casa .

Padre non urla mia, non litiga,  ma la violenza e le costrizioni si percepiscono tutte,  e fa male leggerle e vedere la sofferenza dei figli quando si immergono nella vita reale che non conoscono.

 Perchè hanno vissuto tutti come reclusi.

Ho apprezzato molto la mancanza dei nomi dei genitori, rafforza la generalità dei tanti Padri e Madri che soffocano i figli o stanno muti e non affrontano il partner.

Un romanzo la cui scrittura  si fa largo in maniera limpida e tagliente e impone di guardare dentro quella casa dove il potere è esercitato in modo ossessivo e soggiacente.

Un romanzo straordinario che vi catturerà e vi farà percepire quel clima soffocante di controllo spietato  e silenziosamente violento.

VALUTAZIONE: 💛💛💛💛💛

Scheda Libro

Autore: Sara Mesa

Titolo: La famiglia

Casa Editrice: La nuova frontiera

Pagine: 224

Trama

“In questa famiglia non ci sono segreti”, proclama all’inizio del libro Damián, il padre, un uomo di idee e ideali granitici, ossessionato dalla rettitudine e che considera la sua famiglia “Il Progetto”. Ma questa casa senza segreti è in realtà piena di crepe, e l’atmosfera oppressiva che aleggia tra le sue mura creerà, alla lunga, ipocrisie, inganni, menzogne e, alla fine, un irrefrenabile desiderio di fuga.

 Composta da due bambine, due bambini, una madre e un padre, questa famiglia apparentemente normale, di classe media e piena di buone intenzioni, è la protagonista di un formidabile romanzo corale che abbraccia diversi decenni. Nel seguire le sue storie, da molteplici angolature, sentiamo battere forte il desiderio di libertà e la critica ai pilastri che tradizionalmente hanno sostenuto, e ancora oggi in parte sostengono, l’istituzione familiare: autoritarismo e obbedienza, vergogna e silenzio.

Biografia


Sara Mesa, nata a Madrid nel 1976, è una pluripremiata autrice di racconti e romanzi. Ha pubblicato Cuatro por cuatro, finalista del premio Herralde, Cicatrice (Bompiani, 2017), Un incendio invisibleCara de pan, la raccolta di racconti Mala letra e la novella Silencio administrativo. Il suo romanzo Un amore (La Nuova Frontiera, 2021), libro dell’anno per i maggiori supplementi letterari spagnoli, è stato finalista al Premio Strega Europeo ed è stato tradotto in numerose
 lingue.

mercoledì 18 dicembre 2024

Le rondini di Kabul di Yasmina Khadra (Mohamed Moulessehoul)

 Le rondini di Kabul 

di Yasmina Khadra

 (Mohamed Moulessehoul)

Impressioni di Maria Lucia Ferlisi

Rileggere Le rondini di Kabul dopo vent'anni riempie il cuore di tristezza, speravo che le rondini fossero tornare a fare festa, invece ancora una volta sono state costrette ad allontanarsi, a scappare da quella città dove il sole si è piegato  e regna il buio della mente.

Il romanzo diventa ancora una volta attuale e sembra scritto dopo qualche mese dalla consegna  di Kabul ai talebani e al ritorno dell'oscurantismo.

Ancora una volta le donne tornato ad eliminare i loro sorrisi e le loro speranze per scomparire dentro un burqa che le rende tutte uguali e sottomesse al volere degli uomini, non hanno un volto né un corpo, non hanno voce ne sorrisi. 

Anche la vita degli uomini è cambiata, non si ride in pubblico, non si può avere una propria opinione e una parola può essere trasformata nella tua prigionia, devi solo pregare e uniformarti al pensiero dei talebani che controllano ogni tuo passo,  pronti a consegnarti alla prigione se non osservi le loro regole.

L'autore sotto un pseudonimo femminile ci fa comprendere questo soffocamento dei diritti, dell'umanità, della libertà di pensiero e di essere attraverso le storie di due famiglie: Mohsen e Zunaira, una famiglia benestante che che sognava, quando Kabul era una città libera, lui d'intraprendere la carriera diplomatica, lei quella della magistratura, adesso sono due due relitti di quello che erano, ridotti in povertà, solo Zunaira continua a sperare...

L'altra coppia è composta da Atiq e Mussarat, lui relegato nel ruolo di carceriere e la moglie afflitta da un male incurabile, l'uomo di fronte ai quotidiani massacri avverte un cambiamento che può essere rischioso, parla da solo ed è sempre più insofferente a queste atrocità. 
Attraverso le parole dei personaggi avvertiamo tutto il dolore di questa città dove le persone vengono annullate, dove regna il dolore e la paura, dove la miseria e la brutalità convivono con il fanatismo religioso e consegnano la città, un tempo libera e moderna, all'oscurantismo più bieco.

Le storie dei quattro personaggi s'intrecciano in un crescendo di paura e ti senti soffocare mentre assisti alla lapidazione di una donna, colpevole di aver tradito il marito.

Una storia drammatica e maledettamente attuale, un romanzo che avresti voluto non leggere, una testimonianza che ti rende impotente, come loro, di fronte all'orrore e rischi di rimanerne invischiato come Moshen.

Una storia che vi farà comprendere cosa significa vivere in Afghanistan, dal punto di vista di chi vive ogni giorno questi soprusi. Ma la speranza non può abbandonare chi ancora crede che ci si può rialzare e sognare che le rondini possano fare ritorno a Kabul.

Scheda libro

Autore: Yasmina Khadra

Titolo: Le rondini di Kabul

Casa Editrice: Sellerio

Pagine: 248

Sinossi

«Dopo vent’anni – è il rimpianto di Yasmina Khadra –, in cui il semplice ritorno alle cose naturali della vita ci sembrava una specie di miracolo, ma noi ci avevamo creduto, ecco che tutto è sparito in una voluta di fumo, eccoci rispediti alla casella di partenza».
Questo romanzo dello scrittore algerino Mohamed Moulessehoul, che ha cominciato a scrivere con lo pseudonimo femminile di Yasmina Khadra – e dopo il successo ottenuto, lo ha mantenuto –, è stato pubblicato nel 2002, poco dopo l’intervento americano in Afghanistan. Attraverso le storie dei protagonisti, parla della vita quotidiana a Kabul sotto i talebani trionfanti, come sono trionfanti oggi vent’anni dopo. Il quadro di un’agghiacciante realtà pubblica, attraverso le scene private di due matrimoni. Mohsen e Zunaira, una coppia borghese ridotta in povertà: «Si erano conosciuti all’università. Lui studiava scienze politiche e aspirava alla carriera diplomatica; lei ambiva a diventare magistrato»; e Atiq e Mussarat, lui un carceriere, quindi un personaggio di un certo privilegio in mezzo a un popolo di prigionieri, lei una malata terminale, quindi ancor più emarginata nella sua condizione inferiore di donna. Tra queste due unioni, vive una colpa immensa e da nascondere assolutamente: l’amore. La bella Zunaira è per Mohsen l’amore di gioventù; Atiq è legato alla sofferente Mussarat di devozione e gratitudine per quello che lei aveva fatto anni prima. Che ne farà di loro «la città dannata», dove «la gioia viene annoverata fra i peccati capitali», e «le esecuzioni pubbliche tendono a diventare routine»? Oggi, «dopo vent’anni di guerra e di speranza», Kabul è ritornata la stessa città dannata.
Nel libro c’è una frase che è un’espressione di ottimismo: «I talebani hanno approfittato di un attimo di confusione – dice Mohsen a Zunaira – per assestare un colpo terribile ai vinti. Ma non è il colpo di grazia». Rileggere questo romanzo e confrontarlo con quanto è successo significa prendere atto del colpo di grazia. «Le rondini di Kabul non torneranno ad annunciare la primavera» scrive Khadra nell’Introduzione.

Biografia

Yasmina Khadra, pseudonimo di Mohamed Moulessehoul, è uno scrittore stimato e apprezzato nel mondo intero. Nato in Algeria nel 1956, reclutato alla scuola dei cadetti a nove anni, è stato ufficiale dell’esercito algerino. Dopo aver suscitato la disapprovazione dei superiori con i suoi primi libri, ha continuato usando come pseudonimo il nome della moglie. Nel 1999 ha lasciato l’esercito svelando così la sua vera identità e ha scelto di vivere in Francia. In Italia sono pubblicati molti dei suoi romanzi, tra cui i due noir Morituri (1998) e Doppio bianco (1999), e Quel che il giorno deve alla notte (2009), miglior libro del 2008 per la rivista letteraria «Lire» (adattato a film nel 2012). Con Sellerio: Gli angeli muoiono delle nostre ferite (2014), Cosa aspettano le scimmie a diventare uomini (2015), L'ultima notte del Rais (2015), L'attentato (2016), dal quale è stato tratto il film di Ziad Doueirie, Khalil (2018), L'affronto (2021) e Le rondini di Kabul (2021). 

venerdì 29 novembre 2024

Terra Alta di Javier Cercas

 Terra Alta

 di

 Javier Cercas

IMPRESSIONI  DI MARIA LUCIA FERLISI

Melchor ha solo 25 anni ma come poliziotto è considerato un eroe in quanto ha sventato e  un attentato terroristico e per proteggere la sua incolumità è stato mandato a Terra Alta nella Catalogna della Spagna, vicino a Barcellona. In questo paese rurale e dimenticato conosce una donna matura e si innamora, la sposa e hanno una figlia che chiameranno Cosetta, personaggio dei Miserabili di Victor Hugo.
Questo romanzo è come un libro guida per lui, in carcere gli ha aperto la porta della redenzione e ha trovato la risposta a mille domande come se il romanzo fosse stato scritto per lui. Il suo è un passato pesante da drogato, teppista, delinquente, con una madre prostituta e una vita povera. Adesso è un poliziotto e il passato cancellato insieme con la morte della madre.
La vita a Terra Alta scorre tranquilla e sonnecchiante, fino al giorno in cui nella casa più in vista del paese vengono trucidati due ricchi anziani. La scena che si presenta agli occhi dell'investigatori è aberrante: 

“Due ammassi insanguinati di carne rossa e violacea sono uno di fronte all’altro, su un divano e una poltrona zuppi di un liquido grumoso – misto di sangue, viscere, cartilagini, pelle – che è schizzato anche sulle pareti, sul pavimento e persino sulla cappa del camino

Inizia l'indagine che procede a fatica, il lavoro è stato eseguito alla perfezione da dei sicari professionisti, nessuna traccia, nessun testimone dell'efferato delitto, in quanto sono stati uccisi anche le cameriere. L'indagine viene chiusa, ma non per lui che continua a scavare nel passato dei coniugi uccisi e nelle vite dei familiari, genero in primis.

Alla fine riesce a trovare una linea e la persegue fino a......

Javier Cercas si approccia ai gialli con questo romanzo che non si può definire solo come tale, dentro la trama c'è anche la storia del territorio dove è ambientato, infatti la città è stata protagonista di una battaglia feroce della guardia civile80 anni prima.

 Non solo ma è anche un momento di riflessione tra la giustizia e la vendetta a cui spesso si cede il posto. È anche un viaggio introspettivo del protagonista che deve sviscerare tutti i fantasmi del passato e in quella terra dimenticata da Dio, riesce a comprendere molti aspetti della sua vita.

L'autore è riuscito a miscelare tutti gli elementi per confezionare un  buon romanzo con una buona dose di tensione e curiosità verso questo ispettore con un passato che non si combina con il lavoro che svolge.

Ma in questo giallo quello che prevale e la vita dei suoi protagonisti e riesce a catturare l'attenzione del lettore malgrado gli elementi da giallo siano scontati e già letti. La scrittura impeccabile dimostra che un buon libro sostenuto da un ritmo appassionante riesce a captare l'attenzione del lettore.

Valutazione:💛💛💛

Scheda libro

Autore:  Javer Cercas

titolo: Terra Alta

Casa Editrice: Guanda

Pagine :384

TRAMA

Un thriller di alta tensione psicologica e morale:


Un crimine spaventoso sconvolge una quieta cittadina nel Sud della Catalogna: i proprietari dell’azienda più impor­tante della zona, le Gráficas Adell, vengo­no trovati morti, con segni evidenti di feroci torture. Il caso è asse­gnato a Melchor Marín, giovane poliziotto e appassionato lettore, alle spalle un passato oscuro e un atto di eroismo quasi involontario, che lo ha fatto diventare la leggenda del corpo e lo ha costretto a lasciare Barcellona. Stabilitosi in questa piccola regione dal nome evocativo di Terra Alta, crede di aver seppellito l’odio e la voglia di riscatto sotto una vita felice, grazie all’amore di Olga, la bibliotecaria del paese, dalla quale ha avuto una figlia, Cosette. Lo stesso nome della figlia di Jean Valjean, il protagonista dei Miserabili, il suo romanzo prefe­rito. L’indagine si dipana a ritmo serrato, coinvolgendo temi come il conflitto tra giusti­zia formale e giustizia sostanziale, tra rispetto della legge e legittimità della vendetta. Ma soprattutto Javier Cercas, l’autore di libri memo­rabili come Soldati di Salamina, Anatomia di un istante, L’impostore, racconta l’epopea di un uomo solo che cerca il suo posto nel mondo, e per questo dovrà lottare e mettere a rischio tutto: i valori, gli affetti, la famiglia, la vita. Una narrazione di alta tensione psicologica e morale, che diventa romanzo totale.
Una storia avvincente, che cattura il lettore dalle prime pagine, e allo stesso tempo scuote profondamente le coscienze.» El Cultural
«Un intrigo poliziesco che parla di vita e di letteratura, e di come la letteratura, se è coraggiosa e sincera, può cambiare la vita. Un thriller teso dall’inizio alla fine.» La Vanguardia
«Il ritratto di un uomo che diventa eroe suo malgrado.» ABC

«Un giallo impeccabile. Cercas gestisce in modo sapiente emozioni e sentimenti… Il protagonista appartiene alla schiera dei suoi eroi imperfetti.» El Periódicorama




L'ultimo arrivato di Marco Balzano

 L'ultimo arrivato

di

Marco balzano


Impressioni di Maria Lucia Ferlisi

Ninetto vive al sud in un paese dove gli ultimi non hanno scampo, non c'è un futuro per loro e tutto ciò che ti circonda sembra rigettarti, allontanarti e mandarti via.

 "non è che un picciriddu piglia e parte in quattro e quattr'otto. Prima mi hanno fatto venire a schifo tutte cose, ho collezionato litigate, digiuni, giornate di nervi impizzati, e solo dopo me ne sono andato via."

E Ninetto va via, a soli nove anni prende il treno per andare a Milano e sperare in una vita migliore, porta solo cn sé un quaderno e il ricordo del maestro di scuola che gli leggeva le poesie.

 Insieme  con lui in questo viaggio,  un amico di paese Giuva' a cui il padre lo ha affidato. Già all'arrivo in quella grande città comprende che il suo sogno non è così roseo come pensava, ore e ore a macinare strade per trovare un lavoro ma nessuno vuole un ragazzetto "napule'".

 Anche gli amici del suo amico non lo trattano bene, costretto a mangiare tutti i giorni le acciughe che si è portato da casa con un pezzo di pane, dormire in un materasso buttato a terra  e a versare quasi tutti i soldi che guadagna dopo aver trovato lavoro in una lavanderia.

La vita è dura e se poi scopre che il padre ha dato dei soldi al suo amico per mantenerlo nei mesi di difficoltà comprende di essere stato derubato della dignità.

Scappa da quella casa, girovagando per le strade di Milano trova una persona che ha conosciuto in treno e per lui il destino sembra portarlo in una strada sempre  di povertà ma dignitosa e piena di rispetto.

Si ritrova in età adulta con  una vita normale, una famiglia, una figlia , un lavoro in fabbrica, ma la  rabbia, l'ira sono dentro di lui. Non si può avere pace quando sei stato sradicato dalle tue certezze, dal tuo paese e dai tuoi amici, tutto ciò che si costruisce sa di sudore misto a  rabbia...e la rabbia prima o poi ti prende la vita....

Un romanzo straordinario e potente di Marco Balzano.

L'autore mette in risalto le difficoltà degli emigranti ,  ci descrive che non sono stati momenti d'oro,  ognuno di loro ha dovuto lottare per trovare lo spazio in questa grande città dalle grandi opportunità, nulla è stato regalato, ogni cosa è stata ottenuta con sofferenza e sacrifici.

Tuti i personaggi descritti sono ben inseriti nel contesto della storia e alcuni rimangono nel cuore come in quello di Ninetto.

Una scrittura scorrevole, una trama commovente e reale che ti regala una storia emozionante e vibrante, difficile da dimenticare.

Valutazione: 💛💛💛💛💛


Scheda libro

Autore: Marco Balzano

Casa editrice: Sellerio

Pagine: 205

Trama

Negli anni Cinquanta a spostarsi dal Meridione al Nord in cerca di lavoro non erano solo uomini e donne pronti all'esperienza e alla vita, ma anche bambini a volte più piccoli di dieci anni che mai si erano allontanati da casa. Il fenomeno dell'emigrazione infantile coinvolge migliaia di ragazzini che dicevano addio ai genitori, ai fratelli, e si trasferivano spesso per sempre nelle lontane metropoli. 

Questo romanzo è la storia di uno di loro, di un piccolo emigrante, Ninetto detto pelleossa, che abbandona la Sicilia e si reca a Milano. Come racconta lui stesso, "non è che un picciriddu piglia e parte in quattro e quattr'otto. Prima mi hanno fatto venire a schifo tutte cose, ho collezionato litigate, digiuni, giornate di nervi impizzati, e solo dopo me ne sono andato via.

 Era la fine del '59, avevo nove anni e uno a quell'età preferirebbe sempre il suo paese, anche se è un cesso di paese e niente affatto quello dei balocchi". Ninetto parte e fugge, lascia dietro di sé una madre ridotta al silenzio e un padre che preferisce saperlo lontano ma con almeno un cenno di futuro.

Quando arriva a destinazione, davanti agli occhi di un bambino che non capisce più se è "picciriddu" o adulto si spalanca il nuovo mondo, la scoperta della vita e di sé. Ad aiutarlo c'è poco o nulla, forse solo la memoria di lezioni scolastiche di qualche anno di Elementari. Ninetto si getta in quella città sconosciuta con foga, cammina senza fermarsi, cerca, chiede, ottiene un lavoro. E tutto gli accade come per la prima volta...






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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.