Artigli di sangue Emilia sferrò un calcio all’auto che si era fermata in una strada deserta, proprio di notte. S’incamminò in strada in cerca d’aiuto, scorse un viale che portava all’ingresso di una villa circondata da statue dalla figura spettrale. Erano dodici statue di donne dalle sembianze sinistre, disposte a cerchio. Provò paura, pensò di tornare indietro, ma ormai era lì, decise di procedere lentamente. Al centro del cerchio delle statue vide un piedistallo vuoto. Si avvicinò incuriosita, due braccia l’afferrarono immobilizzandola sul piedistallo. Le statue si animarono, trasformandosi in streghe dai capelli lunghi, le mani ad artigli, gli occhi rosso fuoco. Le arpie sghignazzavano, ridevano stridulamente, emettendo un suono gracchiante come i corvi. Cercò di allontanarsi, ma i suoi piedi erano come incollati al piedistallo, le membra simili al marmo. Urlò, ma nessuno poteva sentirla. Comprese che le streghe invocavano qualcuno, ripetendo frasi incompren