martedì 22 marzo 2016

Dannato Po

Un altro mio racconto in 200 parole, dedicato al Po. Non so perchè ma lo scritto è stato un risultato triste, molto triste...

Dannato Po


Mi recavo spesso lungo gli argini del Po con il mio bambino, giocavamo felici a rincorrerci a piedi nudi lungo gli argini, poi lui stremato dalla corsa si spogliava e si tuffava nelle acque fredde del fiume. Io no, avevo paura dell’acqua. Restavo lì, con le braccia attorno alle ginocchia piegate, a guardarlo, mentre mi spruzzava addosso l’acqua dolciastra del Po. Ed è stato così che ti sei allontanato da me, lentamente , annaspavi, un vortice ti risucchiava, non riuscivi a raggiungere la riva. Mi hai chiamato per chiedere aiuto, sono rimasta impotente a guardarti, mentre scivolavi nelle sue braccia.
Che tu sia dannato Po.
Sono passati tanti anni, non mi restano che ricordi mai spenti di quel tragico giorno.
Maledetto Po.
Ti sei appropriato della vita di mio figlio. Aveva solo otto anni. Nutri il tuo ventre, ormai, malato di vittime innocenti. Chissà se provi pietà o rimorso. Vorrei essere fuoco per bruciarti. Vorrei essere vento per spazzarti via. Vorrei essere fango per occultarti. Ma sono solo una donna incanutita dalla vecchiaia, che può concederti il tormento di trangugiare un’altra persona nelle tue torbide e melmose viscere.

Maledetta bassa a cui tu sciagurato Po appartieni.


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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.