Dannato Po
Mi recavo spesso lungo gli argini
del Po con il mio bambino, giocavamo felici a rincorrerci a piedi
nudi lungo gli argini, poi lui stremato dalla corsa si spogliava e si
tuffava nelle acque fredde del fiume. Io no, avevo paura dell’acqua.
Restavo lì, con le braccia attorno alle ginocchia piegate, a
guardarlo, mentre mi spruzzava addosso l’acqua dolciastra del Po.
Ed è stato così che ti sei allontanato da me, lentamente ,
annaspavi, un vortice ti risucchiava, non riuscivi a raggiungere la
riva. Mi hai chiamato per chiedere aiuto, sono rimasta impotente a
guardarti, mentre scivolavi nelle sue braccia.
Che tu sia dannato Po.
Sono passati tanti anni,
non mi restano che ricordi mai spenti di quel tragico giorno.
Maledetto Po.
Ti sei appropriato della
vita di mio figlio. Aveva solo otto anni. Nutri il tuo ventre,
ormai, malato di vittime innocenti. Chissà se provi pietà o
rimorso. Vorrei essere fuoco per bruciarti. Vorrei essere vento per
spazzarti via. Vorrei essere fango per occultarti. Ma sono solo una
donna incanutita dalla vecchiaia, che può concederti il tormento di
trangugiare un’altra persona nelle tue torbide e melmose viscere.
Maledetta bassa a cui tu
sciagurato Po appartieni.
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