lunedì 7 marzo 2016

Matilde Serao

Il 7 marzo del 1856 nasceva Matilde Serao una delle più prolifiche narratrici italiane, eppure a molti risulta sconosciuta, e di certo non compare nelle antologie scolastiche. Vi scrivo qualche notizia su di lei affinché conosciate quanto grande è stata questa scrittrice, rimasta, purtroppo, nell'oblio della letteratura, e liquidata con qualche riga sull'enciclopedia Treccani.
Matilde era una donna di bassa statura, tozza e con una voce sguaiata, (da napoletana veraca, anche se lei nacque in Grecia ed arrivò nella città infante), ma all'interno delle redazioni giornalistiche si muoveva con leggiadra sapienza e maestria. Dopo il diploma cominciò subito a lavorare nella redazione del Corriere del Mattino a Napoli, che lasciò dopo qualche anno per avventurarsi a Roma a scrivere, si la sua vera natura era quella scrivere, e sentiva l'esigenza di farlo in un luogo dove si producesse tanta cultura per poter frequentare anche poeti e scrittori come lei. Dirà ai suoi colleghi del giornale prima di andarsene:
"devo lavorare per guadagnarmi il pane...Qui non è possibile. Troppa bellezza. Troppo Vesuvio. Troppo amore..." aggiungerà che andrà a Roma :
"A scrivere. Questo è il mio destino. Scrivere fino alla morte."
E sarà così morirà seduta sulla scrivania del suo studio mentre era intenza a scrivere, il 25 luglio del 1927 nella sua Napoli.
La vita romana pur avendo uno stile più mondano e letterario, non l'entusiasma molto, anche se la grande città la mette in contatto con celebrità come Carducci, Croce e D'annunzio che le dedica anche un romanzo, ma Napoli è sempre nel suo cuore, "Mal di Napoli" come lei stessa definisce il suo amore verso quella città.
In onore a questa città scriverà uno dei suoi primi saggi: Il ventre di Napoli, un'analisi attenta, vera, reale sui quartieri poveri napoletani, eseguita attraverso tanti articoli giornalistici che ha poi assemblato in un libro. Parlerà dei quartieri poveri, di quello che mangiano i napoletani, ma anche dei tanti poveri che non mangiano, del gioco del lotto, dell'usura e della pietà, ma vi sono descritti anche tanti personaggi caratteristi che si potevano incontrare lunghe le stradine napoletane, in mezzo ai tanti panni stesi nelle piccole vie. Ci parla della fattucchiera, dell'usuraia, del miracolo di San Gennaro, della fioraia e altri, sempre con un taglio verista che caratterizza anche tutti i suoi racconti. Vi riporto qualche riga tratta qua e la del libro Il ventre di Napoli.
"tutti i napoletani che non sanno leggere, vecchi, bimbi e donne, conoscono la smorfia, ossia la chiave dei sogni...Avete sognato un morto? Quarantasette, ma parlava? allora 48, e piangeva? allora 65.." Il popolo napoletano giuoca per quanto ha più denaro....la sua massima miseria non consiste nel dire che non ha mangiato , consiste nel dire: Nun m'aggio potuto iucà manco nu viglietto."
"nessuna donna che mangi, nella strada, vede fermarsi un bambino a guardare senza dargli subito di quello che mangia... E i poveri che non mangiano sono aiutati alla meglio, da quella gente povera: chi da un pezzo di pane, chi due, tre pomodori , chi una cipolla..."
Della sua amata città ne conosce pregi e difetti e li ama con uguale forza, e con parole precise e attente li denuncia tutti nel bene e nel male, è una vera giornalista, non fa scoop, si limita a descrivere in modo reale la quotidianità del quartiere più difficile della città, del ventre più vero, più difficile ma che ti regala le emozioni più sincere.
Immagino questa donna minuta, che si muove senza paura tra i vicoli più degradati della città, in mano un quadernino ed una matita, per appuntare diligentemente ciò che ai suoi occhi appare significativo. I suoi occhi piccoli e vivaci, osservano, scrutano, indagano, la sua bocca formula domande in napoletano per cercare di capire cos'è il lotto, gli altarini con tutte le statuine dei santi, il miracolo di San Gennaro, entra nei negozi del lotto, osserva. Si reca dalla fioraia, domanda e guarda attentamente. Matilde Serao è una vera giornalista, pacata nei modi, gentile e dal sorriso aperto, le sue parole fotografano la realtà in modo inequivocabile, nel suo libro è esaminata, discussa e compresa la vita quotidiana dei quartieri poveri a cui nessuno ne ieri ne oggi da voce.
Vi invito a leggere questo suo libro denuncia ancora oggi attuale.

Matilde Serao si sposò con Edoardo Carfoglio da cui ebbe 4 figli, durate la gravidanza non si fermò, continuò a scrivere novelle e articoli per il giornali con cui collaborava.
Col marito fondò a Napoli due testate giornalistiche: Il Mattino - Il Corriere di Napoli. Tenne in vari giornali una rubrica di grande successo: Api, mosconi e vespe, che inserì anche nel suo giornale. Dopo a causa dei continui tradimenti del marito divorziò. Da sola, senza paura consapevole della sua lunga esperienza giornalistica fondò un giornale tutto suo: Il giorno di Napoli che diresse fino alla morte.


Scrisse almeno una quarantina di libri e novelle i cui protagonisti sono personaggi reali, poveri del ventre di Napoli o della piccola borghesia romana con cui era venuta a contatto, vi cito qualche titolo: Il paese della cuccagna, Addio amore, La donna dall'abito nero, Tre donne, La ballerina, Castigo e molti altri ancora.
FML



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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.