Alessandro
D'Avenia
Mondadori
pagine
317
Federico
17 anni ha appena terminato l'anno scolastico e si accinge a partire
per una corso d'inglese in Inghilterra, perché l'ha frequentato il
fratello, e perché l'inglese è importante come dicono i genitori.
Prima
di partire viene invitato dal suo professore di religione a dargli
una mano, con i ragazzi nel piccolo centro parrocchiale che
gestisce;. quel piccolo prete, magrissimo, gli piace perché è
diverso dagli altri insegnanti, lui non sta nella sala professori, ma
nei corridoi della scuola e parla con i ragazzi. Si tratta di Padre
Pino Puglisi, detto TreP, affettuosamente dai suoi alunni.
Per
Federico amante della letteratura e delle poesie di Petrarca, è un
anno difficile, dove i perché della vita in fase adolescenziale
aumentano, a volte non hanno risposta, ma creano mille domande e
mille dubbi.
Con
Don Pino Federico conoscerà l'altra parte di Palermo, il Brancaccio,
una zona degradata, fatta di palazzoni mischiati col nulla, mancano
le scuole e gli spazi verdi, un facile territorio di conquista per la
mafia, zona dove detta legge attraverso i suoi scagnozzi, Madre
Natura Nuccio, il Cacciatore e U' Turcu. Ma don Pino Puglisi cerca i
ragazzi, parla con loro, gioca con loro, li ascolta, li porta anche
al mare, per mostrar loro che oltre all'inferno esiste una vita
normale che inferno non è.
Federico
conosce la vera vita, quella reale, ritorna a casa con un labbro
spaccato, la bicicletta rubata, ma nel cuore è felice. Nonostante
l'inizio traumatico ritorna ancora ad aiutare il prete, lo accompagna
nelle sue visite, dove ha una parola di conforto e speranza per
tutti. Conosce Lucia una ragazza di 16 anni e si innamora, lei è una
ragazza che vive la realtà in prima persona non gode della
protezione e dei benefici di una famiglia benestante. Federico per
lei non andrà ad Oxford, perché non può conoscere l'altra metà
del mondo, se prima non conosce l'altra metà di Palermo.
Il
ragazzo continuerà ad aiutare il suo insegnante nel centro
parrocchiale per tutta l'estate, fino al giorno del compleanno di Don
Pino, 56 anni, giorno in cui viene ucciso, morirà con un sorriso
verso il suo aguzzino, ma sarà il sorriso di Don Pino a continuare a
vivere anche dopo.
Pur
avendo acquistato già un libro dell'autore: Bianca come il latte
rossa come il sangue, non l'ho avevo ancora letto. Ho cominciato a
conoscere questo autore pochi giorni fa con questo libro, di cui mi
ha colpito il titolo, non avevo letto nemmeno la quarta di copertina,
mi sono affidata al mio istinto, ed ho fatto bene. era da tempo che
non leggevo un libro talmente bello da commuovermi, il finale l'ho
dovuto rileggere in quanto nella prima lettura le lacrime hanno
accompagnato la lettura delle ultime righe . E' un libro di denuncia
ma al tempo stesso di speranza. E' un libro duro ma al tempo stesso
vero. La forza di Don Pino traspare in tutte le righe attraverso non
solo Federico, ma attraverso i tanti bambini che segue e cura come un
padre, un buon padre. E' un libro che ti mette di fronte alla realtà
quella che vuoi sfuggire, non vuoi guardare, ma è la vita vera e si
combatte sul territorio, non serve a nulla scappare, andar via,
bisogna capire che anche a Brancaccio si può vivere, si può vedere
oltre il male e le brutture, se solo ci fosse una scuola o un parco
giochi, dove i ragazzi possano imparare e vedere che esiste la
bellezza oltre al degrado quotidiano. Questo libro è un pugno nello
stomaco, ti apre gli occhi e ti fa capire che l'inferno esiste, anche
se non l'hai mai voluto guardare, adesso è qui e devi fare i conti
con le emozioni che ti provoca.
Ma
Don Pino l'inferno lo conosce e sa che le alternative ci sono, ma ci
voglio persone che le mostrino a tutti questi ragazzi che non sanno
che un'altra vita è possibile, loro non sono il male, sono soltanto
male-educati, tocca a noi il compito di educarli. Ed è questa
l'eredità di don Puglisi, che lascia a Federico, qualche giorno
prima, intuendo che potrebbe essere prossimo alla fine. Ma è
l'eredità che lascia al suo quartiere, dove ha vissuto e dove
morirà. Il suo amore per i diseredati, per i poveri, continuerà
oltre perché attraverso il suo sorriso costringerà anche noi
lettori a guardare con occhi diversi la realtà che non volgiamo
guardare. L'autore che ha conosciuto Don Puglisi, è riuscito a
trasmettere il pensiero del religioso perfettamente, senza troppi
anatemi religiosi, filtrandoli attraverso gli occhi di un ragazzo
laico diciassettenne che vuole capire, comprendere, vivere la vita.
Non
aspettatevi un libro denuncia della mafia, non lo è, è un libro
educativo.
Lo
stile è perfetto, usa un linguaggio incalzante, con parole vere non
edulcorate, i capitoli così brevi danno più ritmo alla storia e si
fissano nel cuore del lettore in modo indelebile. La durezza della
vita è qui tutta scritta, con sapienza, mi fa pensare ad un moderno
romanzo verista, dove la narrazione non è affidata solo all'uso
sapiente delle parole, ma alla realtà descritta. Non è un libro
giornalistico gli avvenimenti sono sempre filtrati dallo sguardo
ancora innocente di un adolescente che si apre a capire gli
avvenimenti. Non vi è nessun paternalismo, disprezzo o rabbia nel
racconto, ma traspare l'amore, la voglia di cambiare, di migliorare,
vi è racchiusa tutta la speranza di un futuro migliore che può
realizzarsi grazie al nostro sorriso e amore per i ragazzi e per la
vita.
"....cerco
di fare come il giardiniere. Provo a trattare tutti come grano. Solo
se tratti il grano da grano diventa pane. L'elemosina non basta, ci
vuole l'amore. Sui volti dei ragazzi si riconoscono i segni di tante
sconfitte, le cicatrici, le umiliazioni. Il mio compito è stare in
queste strade e amare tutti."
"Se
nasci nell'inferno hai bisogno di vedere almeno un frammento di ciò
che inferno non è per concepire che esista altro. Per questo bisogna
cominciare dai bambini, bisogna prenderli prima che la strada se li
mangi, prima che gli si formi la crosta nel cuore."
"Dove
ho guardato finora?" si domanda Federico, ma è anche la nostra
domanda. e come Federico da oggi guarderemo con altri occhi la realtà
che ci circonda.
Nessun commento:
Posta un commento