giovedì 10 marzo 2016

Recensione: le mie parole per te


Le mie parole per te di Chiara Marchelli

Claudia la protagonista del libro conduce una vita tranquilla a New York, sposata, due figli, un lavoro ed un marito che ama, almeno apparentemente. Questa sua tranquillità viene scossa da un incontro con un'altra persona che mette in discussione tutte le sue certezze e la sua stabilità coniugale che cominciano a vacillare. L'incontro è con una donna, ne rimane affascinata e turbata, ma nulla la ferma nel continuare a vedere Alessandra, nemmeno l'amore per i figli, di cui Giulia con problemi di integrazione in quella città che sente estranea.
Claudia si lascia travolgere da questo amore del tutto nuovo per lei e lo vive alternandolo a qualche senso di colpa fino al giorno in cui sua figlia scopre la relazione.
Alessandra scompare dalla vita di Claudia.
Claudia si separa dal marito e cerca di ricucire il rapporto con la figlia molto faticosamente. Claudia cambia città e lavoro, ritorna in Liguria, anche per cercare di stare silenziosamente vicina alla figlia. Un giorno per caso Claudia ad un convegno, in cui è relatrice, incontra Alessandra e.....Il finale non posso raccontarlo.

L'omosessualità viene raccontata con naturalezza senza giudizi o pregiudizi, tuttavia la trama risulta a tratti banale e scontata. Nella prima parte del libro l'incontro tra le due donne e la scoperta dell'amore non è bene delineata, anche la scrittura, troppo veloce e con periodi brevi, non crea la giusta attenzione a quest'incontro. 
 La storia fatica all'inizio, poi nella seconda parte del racconto migliora notevolmente. L'utilizzo dei loro dialoghi con sms e mail rallenta molto e non vi si ritrova l'approfondimento desiderato, con dei sms non si approfondisce nulla. La lettura degli sms come anche tutta la spiegazione della pesca risulta noiosa. 
E' un libro in cui si alternano capitoli piacevoli a capitoli faticosi. Ha voluto mettere nel libro troppi temi delicati come l'omosessualità, la crisi del rapporto coniugale, il rapporto difficile con i figli, tutti affrontati con superficialità senza approfondimenti, avrebbe dovuto sceglierne uno solo, ma delinearlo meglio. Il titolo riprende molto quelli usati da Nicholas Spark. Penso che vi possano essere esordienti migliori dell'autrice del libro.

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.