Ci sono
libri che ti piacciono, altri meno, ci sono libri che ti prendono, ti
catturano, ci sono libri che ricordi con piacere, altri sono
indimenticabili. Libri che ti fanno sognare, amare, odiare, ridere,
piangere. Ognuno di loro di regala emozioni profonde e anche diverse
da lettore a lettore. Poi ci sono libri come TRA DUE MARI di Carmine
Abate, dove i parenti descritti nel racconto diventano i tuoi
parenti, ne segui le parole, gli avvenimenti e come loro sei lì,
partecipe alle loro vicissitudini, non riesci a staccarti, ne
condividi le lacrime, le emozioni, il malessere, la testardaggine,
l'odio, la rabbia silenziosa e i sogni.
Soprattutto
i sogni, perché il nodo centrale del libro è questo, il sogno e la
testardaggine nel realizzarlo, soli contro tutti, nessuno che crede
in te, ma alla fine devono arrendersi ed in questa resa percepiscono
quanto grande deve essere questo sogno per realizzarlo in mezzo a
difficoltà e paure. Tu lettore rimani in un angolino del romanzo e
partecipi alla realizzazione di questo sogno costi quel che costi,
come Giorgio Bellusci, nonno del protagonista del racconto, che è
diventato un tuo familiare al termine della lettura e tu insieme al
nipote piangi, ma sei più forte, perché hai ereditato qualcosa di
prezioso, inestimabile che nessun altro avrà.
Questo
romanzo narra la storia di Giorgio Bellusci, macellaio calabrese, che
coltiva il sogno di ridare vita all'antico Fondaco del Fico, di cui è
proprietario, orgogliosamente, in quanto i suoi antenati narrano che
è stato visitato da Alexandre Dumas, lasciando come testimonianza
del passaggio una cartella con un disegno e qualche riga scritta,
questa cartella è come una piccola reliquia che gli avi si
tramandano dal 1835. La storia è narrata dal nipote del personaggio
che vive tutta la vicenda con gli occhi da bambino, poi da ragazzino
ed infine da giovane uomo. La testardaggine del nonno il bambino la
intuisce subito, in quanto egli stesso gli narrerà le peripezie
affrontate per andare a chiedere la mano della nonna che aveva visto
solo una volta, ma deciso che era la donna della sua vita. Durante
queste difficoltà conosce un fotografo tedesco, ne nasce
un'amicizia destinata a durare nel tempo, che niente riuscirà a
scalfire, nemmeno gli anni di lontananza. Questo incontro è
importante per entrambi, lo scopriranno naturalmente negli anni,
diventeranno anche parenti, in quanto la figlia di Giorgio sposerà
il figlio dell'amico Hans.
Florian il
nipote dei due amici, che racconta la storia in primo piano, sarà
sempre diviso tra queste due diverse città una fredda e poco restia
alle amicizie, l'altra calda, afosa, ma ricca di amicizia e amore.
Tra due culture, due mondi e due mari, alla fine Florian
sceglierà...
Non vado
oltre a riassumere, è un libro da gustare, piano piano, in silenzio
sedute nella vostra poltrona favorita, con una tisana, allora
sentirete il vociare dei personaggi calabresi cosi veri e reali che
vi verrà voglia di unirvi alle loro tavolate, abbondanti e che
inebriano di profumi e sapori. Insieme con Florian rimarrete seduti
a tavola ad ascoltare il nonno Giorgio che vi parla del sogno che
sfiora l'ossessione.
Un libro che
ci dona speranza, che ci stimola a credere che anche noi possiamo
farcela come Hans il suo amico tedesco che l'aveva capito subito, e
in uno scatto fotografico ne aveva catturato l'essenza. Dovremmo
farlo anche noi nella nostra vita.
Maria Lucia
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