mercoledì 12 ottobre 2016

Un leggero caldo Vento di scirocco di Ferlisi Maria Lucia




Una bellissima recensione di Paola Casadei sul sito "Gli Scrittori della Porta accanto".

http://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2016/10/libri-un-leggero-caldo-vento-di.html

Un leggero caldo vento di scirocco di Maria Lucia Ferlisi, Leucotea, 2016. Pregiudizi ed ipocrisia nella Marsala degli anni '30, un romanzo senza falsi moralismi.

Una frase che cita l’autrice è:
Un romanzo che narra di un amore distrutto dal silenzio e dall’orgoglio. 
Semplice, diretto, esplicito. Ma sarà davvero distrutto? Non c’è proprio la possibilità di una seconda opportunità?
Un leggero caldo vento di scirocco è il libro di esordio di Maria Lucia Ferlisi, originaria di Marsala, che ha lasciato da giovane, ma che evidentemente le è rimasta nel cuore.
Ed è proprio a Marsala, una piccola città della Sicilia, che il libro è ambientato, più o meno negli anni Trenta. Si tratta di un breve romanzo che racconta un doppio tradimento, una storia forte, ma resa più leggera dal linguaggio che lei usa e dalla rapidità con cui si svolgono gli eventi.
Ho scelto di leggere il libro per il titolo, mi dava l’idea di qualcosa che trasportasse in un’altra epoca, in un’altra dimensione. Il vento caldo, metaforicamente, si sa, deve cancellare qualcosa, portare via qualcosa: ma cosa? - mi sono chiesta. L’ho letto e non sono stata delusa.
Consiglia e Antonio sono marito e moglie, lei di origini nobili, lui ricco commerciante. Consiglia scopre che il marito la tradisce con una domestica e che questa volta ci scappa addirittura un figlio. Che fare?

La coppia non ha avuto figli e Consiglia ha sempre saputo che il marito la tradiva. 

Ma questa volta non è più disposta ad accettare tutto in silenzio. Il figlio che sta per nascere è un’umiliazione troppo grossa. Quindi fa allontanare la domestica, le molla anche un bel ceffone – non può sapere che la donna non ha fatto niente per attirare l’uomo, è anch’essa una vittima del sistema – ma le passa una rendita mensile per occuparsi comunque del piccolo.
Dopo questo tradimento, Consiglia allontana dalla sua vita il marito nell’intimità della casa, lo frequenta e si mostra come una moglie solo fuori dalle mura domestiche, per salvare le apparenze. Ma l’amore è distrutto.
La domestica, Annita, vedova, povera e con altri figli a carico, non riesce in alcun modo ad affezionarsi al piccolo che non aveva cercato né voluto.
Accetta i soldi della contessa, ma trova il modo di allontanare il bambino, continuando a prendere i soldi di Consiglia.
Pian piano scopriamo chi è davvero Consiglia e capiamo perché ha agito in quel modo, perché questo figlio la umilia e la rattrista così tanto. E assistiamo alla trasformazione del marito che non vuole darsi per vinto e vuole riconquistare la moglie.
Rimaniamo così in attesa del seguito, del finale, perché potremmo aspettarci di tutto. Nutriamo però la speranza che questa volta ci sia il margine per una seconda possibilità: dopo squallide storie di dolore, tradimenti, pregiudizi, stupri, abbandoni, sarà anche il vento caldo di scirocco che aiuta a spazzare via brutti ricordi, cattive decisioni, e permette un finale inaspettato?
Ecco, dunque: è proprio questo bambino, il figlio della colpa, il filo conduttore del libro. Non voglio svelare il destino del piccolo, ma dopo una vita tra umiliazioni, tradimenti e ipocrisie degli adulti che gli stanno intorno ad occuparsi di cose da fimmine e da masculi, deve uscire qualcosa di speciale.
Narrato con una scrittura scorrevole, pulita e punte di ironia e battute simpatiche, Maria Lucia Ferlisi ci indirizza piacevolmente verso una commedia piuttosto che una tragedia, senza attardarsi su facili moralismi.

Su un'isola deserta

Carissimi amici ed amiche del web

arriva il vostro fidanzato/a/ marito/moglie e vi chiede di andare con lui su una bellissima isola deserta, niente televisioni, niente cellulari che si interpongano tra voi, il mare e il silenzio delle onde.
Però i vostri compagni di vita conoscono il vostro punto debole,  sanno che senza libri sareste pronte a rinunciare a questo bellissimo viaggio, quindi vi propongono di portare con voi i 10 libri che più vi piacciono, quelli che hanno segnato la vostra vita con la loro lettura. 

Quali titoli scegliereste?
Questa è la mia classifica

1) Anna Karenina di Lev Tolstoy,  quante lacrime ho versato sul finale di questa storia magica

2) I promessi sposi di Alessandro Manzoni, quanto meno lo leggerei senza l'ansia delle interrogazioni

3)Il diario di Anna Frank, quale pagine possono essere migliori del suo diario per descrivere la banalità delle guerre?

4) Madame Bovary di Gustave Flaubert, un libro che ho amato dopo aver letto "Cercando Emma" un saggio di D. Maraini sul testo e la figura di Emma

5) Paura di volare di Erica Jong, non posso non metterlo, è uno dei libri che più ho amato delle mie letture femministe


6) Cent'anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez, per la verità porterei tutti i suoi libri...

7) La bella estate di Cesare Pavese,  amo la sua scrittura melanconica

8) Piccole donne di Louisa Alcott, ha segnato la mia adoloscenza devo pur portarlo con me no?

9 )La lunga vita di Marianna Ucria di Dacia Maraini, adoro questa lettrice, non potrei non metterla in valigia.

10) Gli indifferenti di Alberto Moravia, un libro ancora attuale, un libro sulla decadenza della borghesia.

Bene, adesso tocca a voi compilare la vostra lista di libri!
Dimenticavo, ho inserito in valigia anche un quadernone ed una penna, ed un altro libro,( la quadrilogia di Elena Ferrante), 10 mi sembravano un po' pochi....

Una saluto da Maria Lucia 

PS ho dimenticato Virgina Woolf metto anche un suo libro: Una Stanza tutta per sè.

lunedì 10 ottobre 2016

Acqua agli elefanti di Sara Gruen

Acqua agli elefanti
             di 
     Sara Gruen

            Siamo negli anni trenta degli Stati Uniti d'America, anni di forte depressione economica che investe tutti i settori della vita economica americana.
Jacob all'età di 23 perde entrambi i genitori, studente di veterinaria è costretto a lasciare l'università, si unisce alla vita ed al lavoro di un circo itinerante. E' per lui un triste momento di dolore ma anche di poca lucidità per come affrontae la vita, adesso che è rimasto solo. Proprio in quei giorni nella sua città del Connecticut passa il treno che trasporta il circo Benzini Brothers, un circo povero che riflette la crisi di quegli anni, dove gli animali soffrono la fame e la crudeltà anche del direttore del circo August Rosenbluth.

Quel circo appare a Jacob come l'unico modo possibile per affrontare la sua disperazione, e si aggrappa al circo come ad una speranza per rinascere dal dolore. Viene accolto dal direttore con gioia visto che il ragazzo ha studi di veterinaria.
Nel circo oltra agli animali rinsecchiti ed al domatore/direttore, duro e spietato, c'è anche la moglie, Marlena, l'unico motivo per cui il circo continua ad esistere, lei con la sua bellezza e i suoi numeri di delicata acrobazia e destrezza con i cavalli, è l'unico spettacolo che attira sempre il pubblico.
Jacob si innamora subito di Marlena, ma è un amore impossibile, lei è sposata col direttore del circo, geloso ed aggressivo.

Jacob rimane ammaliato anche da un'altra importante figura: Rosie, elefantessa che non ama obbedire ai comandi del direttore del circo, subendone anche le feroci percosse. Rosie stabilisce subito un contatto speciale con il giovane ragazzo, il quale le trasmette dolcezza e le offre limonate di cui è particolrarmente ghiotta.

La ferocia del direttore non si abbatte solo contro gli animali ma anche contro gli operai del circo, buttandoli giù dal treno quando sono ammalti o protestano, mostrando ancora di più quanto fosse spietato e senza cuore.
Jacob non si capacità come Marlena abbia potuto sposare quest'uomo, violento anche contro la sua stessa moglie, sa di non avere speranze per questo amore corrisposto, fatto solo di sguardi e poche frasi rubati agli unici momenti in cui lei sfugge al controllo serrato del marito.
Ma un evento inaspettato offrirà una speranza non solo all'amore per Marlena, ma anche per l'elefantessa.

L'autrice non ha scritto semplicemente una storia d'amore, o meglio l'amore tra i due protagonisti è soltanto uno spunto per parlare del circo, questo amore contrastato e impossibile è lo sfondo ideale per far entrare il lettore, con prepotenza, in questo mondo poco conosciuto del circo, in questo caso un circo su rotaie, itinerante.

Ed ecco che Sara Gruen, animalista ed ambientalista, ci mette di fronte ad un mondo spietato, feroce, cattivo, dove la violenza gratuita contro gli animali è descritta con abbondanza di particolari,  a tal punto che ti sembra davvero di trovarti davanti ad un circo, ed assitere impotente alle torture contro questi animali inermi.
Tuttavia nonostante la crudezza del linguaggio, usato per descrivere questo mondo, il libro ci regala momenti di vera magia, è un libro che si lascia leggere d'un fiato, che ti affascina che ti fa innamorare di Rosie come il protagonista, guardi Jacob con dolcezza e ti arrabbi di fronte alla violenza di questo insulso direttore.

Il libro è raccontato attraverso gli occhi di un Jacob ormai anziano che alla vista di un circo nei pressi dell'ospizio, in cui è ricoverato, fa riaffiorare in lui tutti i ricordi di una vita.
Il lettore al termine del libro non potrà che odiare questo lato oscuro del circo, la vita dietro i riflettori delle tende del circo mettono in mostra solo strazio e dolore.

Una storia che alterna momenti di crudezza a momenti di dolci commozione.

Un libro da leggere per essere proiettati in un vortice di magiche emozioni.

Titolo: Acqua agli elefanti
Autore: Sara Gruen
Editore: Beat
Pagine: 363




Sara Gruen: 
(da Wikipedia) 
 scrittrice canadese naturalizzata statunitense.  I suoi libri trattano molto con gli animali e lei è un sostenitore di numerose organizzazioni di beneficenza che supportano gli animali e la fauna selvatica;  sia il suo primo romanzo, lezioni di equitazione , e il suo secondo romanzo, volante modifiche , coinvolgono i cavalli, mentre il terzo parla del mondo del circo. Del libro è stata fatto anche un adattamento cinematografico con gli interpreti: Reese WitherspoonChristoph Waltz, and Robert Pattinson.
Il suo libro Acqua agli elefanti era stato respinto dalla casa editrice, Avon Books, poi è diventato un best seller tradotto in 44 lingue!  Vive nel North Caroline con il marito, tre figli e sette animali.


giovedì 6 ottobre 2016

Quella vita che ci manca





Buongiorno a tutti/e
sul sito di CULTURA AL FEMMINILE, con il quale collaboro nei pochissimi ritagli di tempo,  è stata pubblicata una mia recensione del libro:
 Quella vita che ci manca di Valentina D'Urbano.

             **********************************


Nel libro "Quella vita che ci manca" Valentina D'urbano ci narra la storia della famiglia Smeraldo: una madre ormai stanca, che un tempo fu anche bella, e i suoi 4 figli, con padri diversi, ma tutti hanno scelto di portare il cognome della madre.
Vadim ed Alan sono figli di Fausto un pregiudicato che una sera è scappato per non ritornare più. Poi c'è Anna la primogenita nata da un errore, il padre un ricco dottore non l'ha mai voluta riconoscere è stata soltanto un incidente di percorso; infine c'è Valentino, figlio di Sandro il cui padre è morto in un incidente d'auto, ma che ha voluto bene a tutti i figli, come se fossero suoi.
Tutti vivono alla Fortezza, un non luogo che esiste in ogni città, con il fardello delle case occupate, della miseria, dell'emarginazione, della delinquenza.
I quattro ragazzi non hanno scelta, loro sono nati nel degrado e sono costretti a vivere seguendo le modalità del luogo ed essere sempre considerati degli emarginati, nell'altra parte della città, quella cosiddetta normale.
Ma loro si voglio bene, ed anche se non sono nati dallo stesso padre, si amano, sono uniti, sono solidali tra loro, in quella famiglia c'è amore e tanto, anche nei confronti del fratello Vadim che è ritardato.
Nella famiglia Smeraldo nascono due storie d'amore la prima è quella di Alan e Caterina, ma dura pochissimo, quando Alan va in galera, lei non l'aspetta e scappa portando via i pochi risparmi della casa.
Valentino si innamora di Delia, una ragazza dell'altra parte della città, più grande di lui, un amore assoluto che sfida i pregiudizi legati alle persone che vivono nella feccia della città, ma alla fine l'amore supera tutti gli ostacoli, Valentino non ha scelta o rimane nella feccia anche lui, o torna indietro a cercare Delia, per ritornare da lei e fuggire dalla Fortezza, solo così potrà vivere veramente "quella vita che ci manca".

Ecco il link per leggere direttamente dal sito il resto della recensione:
http://www.culturalfemminile.com/2016/10/05/quella-vita-che-ci-manca-di-valentina-durbano/

mercoledì 5 ottobre 2016

Scrivere ...di corsa


Buongiorno scrittori e scrittrici del web.
Siete sportivi?
Amate scrivere?
Se avete risposto si ad entrambe le domande ho il concorso giusto per voi!
Punto Running di Cantu' ha indetto un concorso per un racconto o una poesia basata sulla corsa e le sensazione che si provano.
I cinque finalisti riceveranno come premio materiale sportivo.

Penso che valga la pena partecipare...dovete andare di corsa però scade il 15 ottobre!!
Per  maggiori info: http://www.concorsiletterari.it/loghi/6349/BANDO.pdf

lunedì 3 ottobre 2016

Come allungare la vita!


Leggere fa bene! 
La notizia per chi ama la lettura non può che recare piacere, ma alcuni studi condotti in un'importante Università Americana hanno addirittura scoperto che allunga la vita. Si, avete letto perfettamente!

La Yale University ha condotto uno studio utilizzando i dati di ben 3.600 volontari, lo studio è durato bene 12 anni. Da questo lungo studio, confrontando i dati con quelli di persone che non leggevano nulla, sono emersi fattori importanti che dimostrano come la lettura abbia una forte influenza con il mantenimento sempre attivo delle cellule celebrali. 

Leggere tutti i giorni e tutte le settimane riduce il rischio della mortalità del 17%.

Leggere più di tre ore e mezzo al giorno tutte le settimane, riduce il rischio della mortalità del 23%.

Quindi chi legge tanto acqusta ben due anni di vita in più.
Forse conviene la pena di cominciare subito a prendere un libro in mano se vogliamo diventare più longevi, cosa ne dite?
Almeno proviamoci.



Notizie raccolte nel web.
(La HRS è un progetto longitudinale, sponsorizzato dal National Institute on Aging (NIA U01AG009740) e la Social Security Administration. Il direttore dello studio è il Dr. David R. Weir del Survey Research Center presso l'Universi
http://www.ok-salute.it/benessere/leggere-allunga-la-vita/tà del Michigan Istituto per la ricerca sociale.)

giovedì 29 settembre 2016

Biro'

Google oggi ci ricorda l'inventore della penna a sfera. Certo per chi non ha mai usato la penna, l'inchiostro ed il calamaio non può capire quanto sia stata importante la creazione di questa biro.
Provate ad immaginare quanti fogli si sporcavano se non stavi attento per colpa della lenta asciugatura, per non parlare delle camicie degli impiegati che si sporcavano con molta facilità, e non dimentichiamo i milioni di scolari che imbrattavano i quaderni, ma anche i grembiuli,  con la scrittura resa ancora più incerta dall'uso dell'inchiostro. Si è stata una vera liberazione soprattutto con la sopraggiunta della BIC che è stata e continua ad essere la penna più usata al mondo!

Sono andata a sbirciare su wikipedia, la magnifica enciclopedia virtuale, che ci dice chi era Biro' e come è stata ideata la nostra amata biro.

"László Bíró, un giornalista ungherese, frustrato dalla quantità di tempo sprecato a riempire le penne stilografiche e pulire le pagine macchiate, notò che gli inchiostri usati nella stampa di giornali asciugavano rapidamente, lasciando la carta asciutta e senza sbavature. Decise così di creare una penna utilizzando lo stesso tipo di inchiostro.[4] Bíró si avvalse dell'aiuto del fratello György, un chimico,[4] per sviluppare la formula di un inchiostro viscoso, adatto ad essere utilizzato nella sua penna a sfera.[3]
L'innovazione di Bíró fu proprio la combinazione di un inchiostro ad alta viscosità con un meccanismo a sfera, che agivano in modo da evitare che l'inchiostro si asciugasse all'interno del serbatoio, consentendo così un flusso più controllato.[4] Bíró il 15 giugno 1938 depositò in Gran Bretagna un brevetto della sua penna.[1][10]
Nel 1941 i fratelli Bíró insieme ad un amico, Juan Jorge Meyne, fuggirono dalla Germania e si trasferirono in Argentina, dove formarono la Bírós Pen of Argentina e nel 1943 depositarono un nuovo brevetto.[1] La loro penna venne venduta in Argentina come Birome (dai nomi di Bíró e Meyne), tanto che in quel paese le penne a sfera sono ancora note con quel nome. Questo nuovo progetto venne autorizzato dagli inglesi, che introdussero le penne a sfera per gli equipaggi della RAF con il nome di Biro. Le penne a sfera si dimostrarono più versatili delle penne stilografiche, soprattutto in alta quota, dove le stilografiche erano più soggette a perdite di inchiostro.[4]"






mercoledì 28 settembre 2016

La tentazione di essere felice

Cesare è un vecchio napoletano, rompiscatole di 77 anni la cui unica compagnia è il ticchettio di una sveglia. Vedovo da 5 anni ha due figli,
una femmina ed il maschio omosessuale anche se non ha mai confessato la verità al padre. Adesso che è diventato vecchio vuole cominciare a fregarsene di tutto e di tutti a cominciare dai figli. Attorno a lui girano personaggi del passato e personaggi con cui malvolentieri è costretto a convivere, come Eleonora la vicina gattara, Marino, forse l'unico amico,  Rossana l'infermiera con la quale ha dei rapporti sessuali a pagamento, ma a cui si affeziona. Ma è Emma la nuova vicina di casa che porta una ventata di novità alla sua ormai stanca vita. Emma gli ricorda il passato, il suo grande amore che scopriremo era la sorella della moglie, unica donna che non ha avuto ed amato. Scopriremo la sua voglia di vivere al momento ma che alla fine ha il sopravvento la vita da ragioniere ingabbiato in un matrimonio, con due figli la femmina la cura e l'ama mentre il maschio si lega alla madre per le sue mancanze di attenzione. 
Emma è vittima di violenza, lui cerca di aiutarla e sostenerla, la cura tutte le volte che viene picchiata ed alla fine le terrà la mano mentre la vita le scivola via. Cesare è burbero, ma alla fine scatta l'empatia, perché è solo un vecchio che non ha saputo vivere la sua vita ed adesso è assalito dai rimpianti. Scopre che la moglie era innamorata di un altro, che ha rinunciato anche lei a vivere una vita d'amore per restare fedele ad un matrimonio in cui lui quotidianamente le negava amore. Scopre che i figli era consapevoli delle sue scappatelle e della storia d'amore della madre. 
 Alla fine lui ha solo tentato di essere felice.

Un libro che ti piace sin dalle prime righe, una scrittura piacevole, fluida, ironica e divertente. Una storia che ci fa riflettere, il cui protagonista poteva essere chiunque di noi, perché è una storia universale, di tanti di noi che dimenticano di vivere la vita, si lasciano travolgere dagli eventi senza avere la capacità di essere se stessi, di avere le giuste attenzioni verso chi ti sta vicino pensando di avere tempo per farlo. 
Ma gli anni scorrono veloci e la vita va avanti per inerzia ritrovandoti poi a fare i conti con ciò che non hai fatto. 

E' un libro amaro, dietro al personaggio burbero di Cesare vengono trasmessi messaggi di vita, di essere artefici dei nostri giorni, di non aspettare che il domani possa essere migliore. Anche nelle storia di Emma che aspetta a scappare, ma alla fine la sua vita cessa, uccisa dal marito 
E' una storia disarmante e commovente al tempo stesso, questo vecchietto alla fine ci piace, è egoista, cinico e solo in vecchiaia riesce a capire gli errori, cercando di riallacciare in modo patetico i rapporti con i figli.  Le sue parole servono da incitamento e d'invito a cercare di essere felici prima, quando si ha tempo, ci invita a non rimandare, perché dopo ci saranno solo i rimpianti.
E' un libro dove dietro il cinismo del protagonista, si nasconde tanto amore, per le persone ma soprattutto per la vita, è un continuo invito a viverla fino in fondo nel presente, e questa vita scorre fluida nei personaggi e tra le righe della storia.

E' uno stop alla vita dei se,  perché Cesare sa che ormai i se non servono più, è uno stop all'egoismo che ha pervaso la sua vita, è uno stop ad una vita del non fare;  allora non resta che tentare di essere felice, almeno negli ultimi anni di vita, come fa il nostro finto cinico arzillo vecchietto.
Da leggere!

LA TENTAZIONE DI ESSERE FELICE
LORENZO MARONE
LONGANESI
PAG. 272

Alcune notizie sull'autore riportate dal suo blog:
"Sono nato a Napoli, dove vivo, nel 1974. Per quasi dieci anni ho esercitato la professione di avvocato, anche se dentro di me sentivo che quella non era la mia strada. Nel frattempo scrivevo racconti che non facevo leggere. Poi un bel giorno ho deciso di non farmi più trasportare dal vento e ho iniziato a inviare i miei scritti in giro, cosa che mi ha portato a vincere alcuni premi letterari e pubblicare due libri con editori più piccoli (Daria e Novanta), prima di approdare a Longanesi.
A gennaio 2015 è uscito “La tentazione di essere felici” (Premio Stresa di narrativa 2015, Premio “Scrivere per amore” 2015, Premio Caffè corretto Città di Cave 2016), giunto ormai alla undicesima ristampa, i cui diritti sono stati venduti in Germania, Francia, UK, Spagna, Portogallo, Norvegia, Ungheria, Serbia, e Israele e Corea. Nel 2016 sono iniziate le riprese del film che sarà affidato alla regia di Gianni Amelio. E sempre nel 2016, il 7 marzo, è uscito il mio nuovo romanzo “La tristezza ha il sonno leggero” (Premio Città di Como 2016), ancora per Longanesi, giunto alla seconda ristampa. Da dicembre 2015, inoltre, è iniziata la mia collaborazione con La Repubblica Napoli, sulla quale ho una rubrica intitolata “Granelli”."


venerdì 23 settembre 2016

Premio Letterario Internazionale


Carissimi lettori del blog
se amate scrivere di maghi, streghe, elfi, gnomi e licantropi, la Giovane Holden Edizioni organizza un concorso dedicato proprio a questo genere: STREGHE VAMPIRI & CO.
Il concorso è suddiviso in tre sezioni: Poesia, Racconto e Romanzo. La scadenza è fissata per il 30 settembre, se avete già il vostro manoscritto nel cassetto è giunta l'ora di tirarlo fuori e inviarlo a info@premiostreghevampiri.it. 
Un grande in bocca al lupo a tutti i partecipanti!

                                                 ***********************************

Art. 1: Il Premio è rivolto agli scrittori e ai poeti che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età alla data di apertura 
delle iscrizioni ovvero al 01/07/2016, italiani e non, purché l’opera presentata a concorso sia redatta in lingua 
italiana;
Art. 2: Sono ammesse in concorso opere inedite (cioè mai pubblicate da regolare casa editrice ovvero sprovviste di 
codice ISBN) redatte in lingua italiana; le opere devono avere come tema streghe, vampiri, creature fantastiche (tra 
cui a titolo esemplificativo ma non esaustivo: maghi, licantropi, zombie, elfi, gnomi, etc.) e restare inedite per tutta la 
durata del concorso fino alla sua naturale conclusione ovvero la proclamazione dei vincitori;
Art. 3: Il Premio si articola in tre sezioni secondo queste modalità: 
A. romanzo inedito: fino a 400.000 caratteri, spazi inclusi;
B. racconto inedito: fino a 18.000 caratteri, spazi inclusi;
C. poesia inedita: da 1 a 3 liriche per un massimo di 50 versi complessivi;
Art. 4: Gli elaborati devono essere inviati entro la mezzanotte del 30 settembre 2016 esclusivamente via mail 
all’indirizzo info@premiostreghevampiri.it;
Art. 5: La quota di iscrizione è fissata in euro 20,00 per sezione da versare, indicando come causale “Partecipazione 
Premio Streghe Vampiri & Co. 2016”, in una delle seguenti modalità:
 tramite bollettino postale sul c.c. postale n. 75686675 intestato a Giovane Holden Edizioni sas;
 tramite bonifico su c/c postale intestato a Giovane Holden Edizioni sas IBAN 
IT56Z0760113700000075686675;
È possibile partecipare a tutte e tre le sezioni (una sola iscrizione per sezione, pagando la relativa quota);
Art. 6: Materiale da inviare via mail all’indirizzo info@premiostreghevampiri.it:
 file digitale dell’opera presentata a concorso (in formato Word);
 nota contenente le proprie generalità complete (Nome, Cognome, Indirizzo Postale, E-mail, Telefono);
 ricevuta di pagamento della quota di partecipazione.
La segreteria del Premio invierà una mail di conferma della registrazione al concorso.

mercoledì 21 settembre 2016

Marianna Ucrìa di Dacia Maraini




            Una voce narrante racconta la storia di Marianna Ucrìa dall'infanzia fino ad arrivare all'età matura, una delle tante figure femminili che Dacia ama narrare, una donna umiliata, violentata, sottomessa. La storia è ambientata a Palermo alla fine dell'ottocento ed è tratta da una storia vera.
Marianna è sordomuta, ma non è nata con questa menomazione, ma da una violenza sessuale subita da parte dello zio materno, questa violenza ha fatto perdere l'uso della parola alla bambina. Per cui comincerà a comunicare con il mondo esterno solo attraverso dei bigliettini. 
Il padre a cui lei è fortemente attaccata, cercherà in tutti i modi di farla uscire da quel mutismo, imponendo alla bambina la visione di scene macabre compresa anche l'impiccagione, nel vano tentativo di farle ritornare la voce. Ma non accade, la sua vita continuerà nel silenzio e sarà il filo conduttore del libro e della vita di questa donna.

A 13 anni viene data in sposa proprio allo zio che l'aveva violentata, nonostante il suo rifiuto, è costretta a subire quest'imposizione. Avrà ben otto figli. dopo la nascita del quarto preferisce abbandonare Palermo per vivere a Bagheria in una villa silenziosa, dove può fare ciò che le aggrada maggiormente vale a dire leggere e scrivere. Le morirà anche un figlio Signoretto, che provocherà in lei un dolore immenso. Ma la sua vita scorre nonostante i dolori e lacerazioni intime subite. Ma la vera liberazione della donna avverrà con la morte del marito. 

Vedova e libera dimostrerà che il suo mutismo non è sinonimo di incapacità o debolezza, lei è una donna forte, in grado di contrastare l'ambiente chiuso e giudicante della società nobile in cui vive. Alla fine decide che l'unico modo per essere la vera artefice della propria vita è abbandonare questa società ottusa e ristretta. Per essere se stessa può solo abbandonare la Sicilia e fuggire per affrontare una relata nuova, aperta e libera di essere se stessa con i suoi dolori, i suoi nuovi amori e soprattutto con il suo mutismo.


Maraini in questo libro è agli inizi della sua carriera letteraria e dimostra da subito come le storie delle donne siamo sempre in primo piano, per essere raccontate con lucida chiarezza ed in un certo senso la sua scrittura si assurge nel tentativo di riscattarle dai luoghi sperduti della memoria dove vengono relegate senza possibilità di far sentire la loro voce.
Il mutismo di Marianna è il silenzio delle tante donne dimenticate, oscurate, non ascoltate nella vita familiare e tanto meno nella Storia.

L'ambientazione storica è attenta e precisa e ci porta indietro nel passato con straordinaria maestria. La vita di Marianna viene raccontata con dolcezza, e ammirazione per questa donna che nonostante un passato difficile trova dentro di sé una forza incredibile e delle risorse che la portano ad un cambiamento e rinascita della sua vita.
Una storia antica vero, ma sempre attuale e vera!

L'impronta di Moravia, suo compagno di vita, la conduce sui binari letterari con una scrittura raffinata, brillante, elegante e sempre attuale anche quando l'ambientazione è nel passato.
FLM

lunedì 19 settembre 2016

Anna Maria Mozzoni



Anna Maria Mozzoni la madre del femminismo italiano.
Una donna italiana promotrice dei diritti delle donne nell'Italia Risorgimentale.

Anna Maria Mozzoni ha tradotto il testo "Vindication of the Rights of Woman" di Mary Wollstonecraft.

Nel 1864, a soli 27 anni, scrisse la sua opera più importante: "La donna e i suoi rapporti sociali". Anna Maria Mozzoni considerava l'istruzione e l'educazione molto importanti , poichè la donna esclusa dal sapere rimaneva esclusa anche dal potere.
Anna Maria ebbe una visione particolarmente avanzata del lavoro femminile per l'epoca in cui scrisse il suo libro, poiché non solo rivendicava il diritto al lavoro, ma anche il diritto a una giusta retribuzione e sostenne diverse lotte per il raggiungimento della parità salariali anche con Anna Kuliscioff.
La donna dovrebbe essere libera di scegliersi il lavoro più adatto alle sue attitudini individuali, svolgerlo in condizione di parità, essere protetta dai ricatti dei datori il lavoro, associarsi e organizzarsi per difendere i propri diritti.
La scrittrice si chiese perché l'Italia non aprisse alle donne gli uffici postali e ferroviari, l'insegnamento, l'attività presso i Ministeri. 
Nel 1881 fondò a Milano la Lega promotrice degli interessi femminili e si battè per sostenere il diritto di voto alle donne, presentò anche diverse mozioni al parlamento sia nel 1877 che nel 1906. Nel 1878 rappresento le donne italiane emancipate al congresso Internazionale dei Diritti delle Donne a Parigi.
Morì' a 83 anni nel 1920.






mercoledì 14 settembre 2016

Come sopravvivere al festivaletteratura (consigli per il prossimo festival)

La xx edizione del festivaletteratura svolto a Mantova è appena terminata. Il bilancio è stato più alto degli anni precedenti, grazie anche alla maggior presenza di turisti attratti da Mantova nominata città della cultura.
Adoro questo evento perché da una botta di vita a questa splendida città, dove pur offrendo dei notevoli tesori d'arte langue come offerta culturale. Con il festival le vie di Mantova si riempiono di turisti con in mano l'opuscolo del programma con tutti gli eventi; li riconosci subito, si guardano attorno e ammirano i palazzi antichi di Mantova, gli esercizi commerciali storici del centro e i vari monumenti che la città offre ai cittadini che percorrono le sue vie.
Nei luoghi degli eventi si formano file interminabili di persone, accaldate, che sbuffano, già tutti gli anni è la solita storia, gli autori arrivano sempre all'ultimo minuto, la prova dei microfoni...e tu povero utente, nonostante abbia già fatto la fila prima per acquistare il biglietto dell'evento, adesso devi sorbirne un'altra...


Dopo vent'anni di festival ho imparato molte cose :





  1. Non inseguo il personaggio o scrittore famoso, le file sono più lunghe e poi hai sempre le riviste che ti informano sui suoi pensieri e scritti.
  2. Non scelgo eventi negli orari più caldi, dopo varie esperienze di file sotto il sole cocente di mezzogiorno, li evito decisamente.
  3. Alcuni autori famosi li puoi ascoltare anche gratuitamente, basta leggere il programma e negli eventi del tendone di piazza Sordello, ho potuto ascoltare Augias e Lucarelli senza fare fila!
  4. Controllate bene il programma vi sono altri eventi ad ingresso libero in luoghi splendidi di questo piccolo gioiello di città, come la Chiesa della Madonna della Vittoria.
  5. Leggete gli eventi collaterali, la città, durante il festival offre diverse manifestazioni, per cui anche qui una vasta scelta, dall'atelier d'arte al dibattito sulla violenza contro le donne, dalle scuole di degustazione di caffè  agli autori emergenti e a veramente tanto altro ancora.
  6. Personalmente nel programma cerco di spulciare gli autori che non conosco e magari trovare un autore che possa affascinarmi, come conoscenza personale e poi..miracolo le file sono decisamente accettabili.
  7. A volte è piacevolissimo soltanto passeggiare lungo le vie cittadine, solo per respirare quest'aria che sa del profumo di libri, senza correre, lentamente, guardando tutti gli angoli della città.
  8. Di solito seguo gli eventi condotti da Simonetta Bitasi, la donna che divora i libri, la chiamo , lei è la guida per i libri da leggere in biblioteca nei vari gruppi di lettura, un guru dei libri. Quest'anno non era presente, peccato, ma di solito le sue interviste agli autori sono eccellenti.
  9. Negli eventi ve ne sono alcuni dedicati sempre ai giardini e alle colture, ebbene sono degli eventi deliziosi e scelti in luoghi incantevoli, come quest'anno, svolto all'interno di un piccolo giardino di una casa mantovana messa a disposizione per l'evento.


Potrei continuare con altri consigli ma non voglio annoiarvi, ma un'ultima pillola sul festival ve la dico, non tutti coloro che sono in fila per gli eventi, anche di autori famosi, lo conoscono, ma sono abilissimi nel far finta di sapere chi è.
Sono stupende queste persone, giocare a far finta di essere degli intellettuali è quasi da film di Totò, persone che vogliono soltanto far credere di essere ciò che non sono.

Vi racconto due battute durante l'incontro con Guillame Musso; aspettiamo l'autore che ancora non arriva, passa un bel signor e si sofferma nella sala, dietro di me una signora accenna il battito della mani, si ferma subito in quanto non seguita dalla platea. Aveva scambiato un bel signore alto, grigio, con un'aria francese, per l'autore, peccato che aveva il corriere della sera in mano!
La stessa signora non contenta, ha voluto fare sfoggio del suo francese perfetto, ed ad una frase dell'autore ha riso di gusto, peccato che la traduttrice ha riferito una frase di un certo peso che non invitata all'ilarità, ma sarebbe bastato ascoltare il tono di voce di Musso per capirlo.

Ebbene anche questo è festival...cultura e tanta finta cultura.

Ferlisi Maria Lucia


lunedì 12 settembre 2016

Chi ha vinto il Premio Campiello?




             Il Premio Campiello di quest'anno è stato vinto, dopo ben sei anni, da una donna: Simona Vinci con La prima verità edito da Einaudi.


Simona Vinci è nata a Buddrio un piccolo paese della provincia di Bologna.
Il suo esordio letterario è stato nel 1997 con "Dei bambini non si sa niente" ed ha subito ricevuto un riconoscimento, il premio Elsa Morante. Non è la prima volta che entra nella cinquina del premio Campiello, altri due sue libri sono entrati in questa cinquina: In tutti i sensi come l'amore e Come prima delle madri.



Allora proviamo a leggerlo e verifichiamo se conquista anche noi lettori!









http://www.repubblica.it/cultura/2016/09/11/news/premio_campiello_a_simona_vinci-147538209/


martedì 6 settembre 2016

La donna dal taccuino rosso


     A volte sentiamo il bisogno di fare delle letture piacevoli, senza però cadere in letture di storie vuote e banali. Lo so non è facile, non c'è una via di mezzo o letture sofisticate o letture banali.
Bene, non sempre è così vi sono dei libri che ci regalano storie eleganti, semplici, lievi, trasmettendo un pò di serenità e gioia al lettore.
Con LA DONNA DAL TACCUINO ROSSO, di Antoine Laurain andate tranquilli, vi assicurerete un paio d'ore di autentico relax e quando sfoglierete l'ultima pagina del libro vi ritroverete a sospirare immersi in una nuvoletta di autentico e dolce romanticismo. Un libro che vi consiglio.

Laurent ritrova una borsa cerca di restituirla, ma al posto di polizia non hanno tempo, gli dicono di ritornare l'indomani.
Laurent torna a casa, un pò indispettito per gli sguardi della gente per quella borsa da donna . Arrivato a casa non resiste, cerca di sapere a chi appartiene la borsetta, la svuota e ne esamina il contenuto, un rossetto, un profumo delle chiavi, una collana rotta, un taccuino, dei sassi... 
Ma il taccuino dalla copertina rossa presente all'interno attira la sua attenzione, vi sono delle scritte, una serie di mi piace e non mi piace che ne svelano a poco a poco la personalità e di cui Laurent rimane affascinato.
Vuole ritrovare la ragazza per restituirle la borsetta, per cui con l'aiuto della figlia, di uno scrittore, il nobel Modiano, e di un egittologo, riesce a risalire al nome ed al cognome della ragazza e di conseguenza anche dell'indirizzo.
Spinto da una curiosità che rasenta l'innamoramento, arriva a casa della donna, e scopre che è stata vittima di una rapina, ha subito un forte trauma e si trova ricoverata in ospedale, il suo collega di lavoro immaginando che lui sia il fidanzato gli affida le chiavi dell'appartamento ed il gatto da curare. Laurent finalmente vede il volto di Laura in una foto e tutte le sere si porta nell'appartamento a respirare il profumo di lei in quella casa. Laura finalmente esce dal coma e rientra a casa, scopre che uno sconosciuto si è insinuato nel suo appartamento e.....

Un libro che ti fa sognare, romantico, ma senza essere sdolcinato, l'autore riesce ad intrigarci da subito in questa ricerca sottile della ragazza e riesce ad entrare in punta di piedi nella sua vita, attraverso gli oggetti e le sue brevi frasi scritte in un taccuino che Laure non aveva mai fatto leggere a nessuno.
Bellissimi i riferimenti letterari e l'introduzione di un personaggio vero come Modiano che entra nella trama in modo elegante e rafforza dando una parvenza di realtà alla storia fantastica. 
Laure si svela lentamente a Laurent, quasi con delicatezza e non può che innamorarsene ancor prima dell'incontro reale. Attorno a loro due vi sono altri personaggi che ne delineano e rafforzano la figura, il carattere e il modo di vivere di Laure e non possiamo che restarne incantati anche noi, per il suo dolore, la solitudine, il lavoro estroso...
Un libro che si legge con tenerezza e grazia, ci regala momenti di romanticismo reale, vero e possibile.

Antoine Laurain

è nato a Parigi nei primi anni 70, cineasta e scrittore, ha scritto altri libri prima di questo best-seller che è stato tradotto in 15 lingue, ricordiamo Il CAPPELLO DI MITTERAND E e ALTROVE.



Una scrittrice dimenticata: Elsa De Giorgi

  Una scrittrice dimenticata: Elsa De Giorgi Elsa Giorgi Alberti, in arte Elsa de’ Giorgi, nasce a Pesaro il 26 gennaio 1914, da una famigli...

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.