lunedì 7 ottobre 2024

Le donne di Panjaur di Anita Rau Badami

 Le donne di Panjaur

 di 

Anita Rau Badami

IMPRESSIONI DI MARIA LUCIA FERLISI

Tre donne: Sharan detta Bibbi-jj, Leela e Nimmo, tre città: Vancouver , Nuova Delhi e  Panjaur, il filo che lega tutta la storia è legato al piccolo villaggio di una comunità Sikh a Panjur.

Attraverso la loro storia, i loro sentimenti e difficoltà veniamo a sapere delle problematiche  economiche e religiose di questa comunità e scopriamo un altro lato della storia dell'Idia, quella intrisa di odio e brutalità. 

Tutto inizia con la divisione del Pakistan dall'India, famiglie che si dividono, musulmani da un lato, indù dall'altra, in un mondo che osserva ma che non comprende fino in fondo questa ripartizione, la Cina che si inserisce in queste divisioni, ancora una separazione, questa volta dal Bangladesh.

Il mondo attorno deve sapere le atrocità commesse, la realtà non è stata facile e nemmeno pacifica.

Lo sa bene Sharan che perde l'intera famiglia in questi attacchi di odio che portano a violentare le donne, a bruciare gli uomini , a uccidere solo perché portano un turbante simbolo della loro religione.

 Non c'è posto per i Sikh.

Poi tutto si ripete, ancora la violenza e l'odio intreccia la vita dei Sikh , come una spirale, e il loro Tempio d'Oro viene distrutto dai militari e i pellegrini trucidati dal suono ininterrotto delle mitragliatrici.

La furia omicida investe anche altre nazioni come il Canada e vengono uccisi anche nei luoghi ritenuti sicuri e distaccati dalla violenza.

L'odio porta odio.

 Indira Ghandi, mandante della sterminazione dei Sikh, viene a sua volta uccisa con 22 coltellate, e poi l'esplosione dell'aereo con partenza da Vancouver e  destinazione Nuova Delhi con un triste bilancio di 329 persone decedute .

Tutti questi eventi vengono raccontati senza appesantire il romanzo, le storie delle tre donne si intrecciano con leggerezza anche se il peso della morte violenta dei loro parenti è sempre presente, nei loro cuori, non c'è odio ma respirano quello dei vicini e delle persone che li circondano e il destino si ripete come una maledizione iniettata nel dna.

È un romanzo straziante in alcune parti e forse doveva essere scritto in modo più nitido mettendo maggiormente in risalto la violenza che ha colpito questo popolo e la sua religione. 

Il romanzo presenta alcune lacune, come i tre personaggi femminili, soltanto Sharan è descritta in modo completo, mentre le altre due rimangono più nell'ombra, come il ritmo che a volte si perde e diventa monotono e lento.

Tuttavia la storia è ben architettata e merita di essere letta, l'autrice riesce a raggiungere l'obiettivo di far conoscere al mondo la brutalità del governo indiano che è rimasto silente e assente da questo sterminio.

Valutazione: 💛💛💛💛

SCHEDA LIBRO

AUTORE: Anita Rau Badami

TITOLO: Le donne di Panjaur

CASA EDITRICE: Marsilio

PAGINE: 400

TRAMA

Con i suoi sedici anni e la sua incantevole bellezza, quando conquista il cuore dell'uomo promesso alla sorella, Sharan ancora non sa che il destino unisce le vite in modi imprevedibili e, con altrettanta casualità, le separa.

 Affascinata dal nuovo mondo che il marito le offre, lascia con lui il minuscolo villaggio sikh di Panjaur, nel nord dell'India, alla volta del Canada, pensando che la sua vita si è realizzata. Ma la "piccola colpa" di Sharan non rimarrà senza conseguenze: quella terra dove Kanwar, la sorella cui ha rubato il futuro, rimane al suo posto, sarà presto scossa dalla furia delle divisioni e della guerra. 

Panjaur svanirà inghiottita dai nuovi confini tracciati dal filo spinato della Spartizione. A Vancouver, l'amicizia di Leela, la donna indù dagli occhi chiari, riporterà Sharan sulle tracce della figlia di Kanwar, legando per sempre i loro destini. 

Nate in una nazione piena di contraddizioni, dove feste e agitazioni fanno parte della fatica quotidiana della vita, accanto all'amore tenero e profondo della famiglia, le tre donne conosceranno il furore del fondamentalismo, coinvolte loro malgrado in una scia di odio che culminerà nell'esplosione di un drammatico attentato terroristico.

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.