martedì 8 marzo 2016

l'otto marzo, un falso storico

L'incendio della fabbrica tessile a NY dove morirono più di cento operaie donne è un falso storico, ci viene spiegato bene in un libro del 1987: Storie, miti e riti della giornata internazionale della donna per la casa editrice di nicchia Utopia. 
Un incendio c'è stato, ma nessuno sa riferire dove e quando, vi sono diverse date, ma tutte discordanti. Sembra invece che sia stata scelta questa data nel secondo convegno internzazionale delle donne, tenutosi a Mosca, perchè nel 1917 a San Pietroburgo le donne erano scese in piazza per protestare per il pane, che scarseggiava a causa della guerra.  In Italia si cominciò ad introdurre la giornata dedicata alle donne soltanto nel 1922, poi durante il fascimo scomparve, per essere reintrodotta dalla nascente Repubblica, con la scelta della MIMOSA come fiore simbolo.
Da parte mia credo ormai che questa festa si è svuotata del vero significato, l'otto marzo dovrebbe essere una giornata dedicata alla riflessione sui diritti acquisiti e sulle lotte  delle donne per arrivare alla conquista, di quello che noi oggi godiamo senza sapere che dietro vi sono stati  anni di lotte e sudore da parte di molte donne. Oggi si pensa solo a regalare la mimosa, o andare a festeggiare in qualche pizzeria dove magari possono assistere a qualche squallido spogliarello maschile, ma non è con la mercificazione del corpo maschile che ci rendiamo uguali!

Donne, l'emacipazione femminile è ALTRO!


Per chi ha voglia di approfondire la nascita dell'otto marzo ed il suo significato vi propongo due estratti da due diversi siti:


Il libro, già uscito nel 1987 con il titolo: Storie, miti e riti della giornata internazionale della donna per la casa editrice di nicchia Utopia e presto andato esaurito, esce ora per Jacobelli con una nuova edizione impreziosita dal Dvd originale, (anche questo introvabile fin dal 1988), che intreccia rare immagini storiche con le interviste e le testimonianze di alcune protagoniste della politica italiana degli ultimi cinquant'anni. Un documento molto utile per comprendere il vero significato dell'8 marzo e, dunque, per incentivare l'indispensabile passaggio di memoria tra le generazioni.


E' ricco di notizie e di ricostruzioni storiche il lavoro di Capomazza e Ombra. E, già all'epoca, fece scalpore soprattutto una scoperta: il fatto che non fosse in realtà basata su alcun dato certo la convinzione comune che Clara Zetkin, nel 1910, avesse scelto l'8 marzo per ricordare le operaie americane morte due anni prima durante un incendio avvenuto nel corso di uno sciopero. E come, invece, fosse provato da una ricca documentazione che, a fissare il giorno delle donne all'8 marzo, fosse stata la Conferenza internazionale delle donne comuniste nel 1921 "per ricordare una manifestazione di donne con cui si era avviatala prima fase della rivoluzione russa".

IL VIDEO

Tilde Capomazza, il vostro libro ha sfatato la leggenda che l'8 marzo sia nato per ricordare la morte delle operaie americane nell'incendio del 1908. Come lo avete accertato?
"Potrei dire 'per puro caso', ma in realtà fu la tappa felice di una ricerca che cominciata nel 1985 durò due anni: Marisa Ombra passava giornate in vari archivi, io sfogliavo libri, le poche riviste storiche esistenti; Internet allora per noi ancora non esisteva. Un giorno alla storica libreria delle donne 'Al tempo ritrovato' a piazza Farnese, a Roma, chiesi a Maria Luisa Moretti se per caso le fosse mai passato tra le mani qualche libro o rivista che parlasse della Giornata della donna, anche in lingua straniera, magari. Lei si mise a pensare, poi, rivolta a Simone, sua partner nella gestione della libreria, disse: 'Guarda un po' su quello scaffale ... ti ricordi quando venne una ragazza francese e ci lasciò un libro?' Simone non ricordava, ma cercò e trovò quel libro. Mancò poco che non svenissi. Titolo 'La journée internationale des femmes. La clef des énigmes, la verité historique'. Autrice Renée Coté , canadese del Quebèc, quindi di lingua francese. Era un libro farraginoso, ma ricco di riproduzioni, di citazioni, di appunti relativi alla confusa storia della Giornata, tutta interna al Movimento socialista internazionale e successivamente alla Internazionale comunista. Fu lì che scoprimmo che di incendio non si parlava affatto, ma decisiva fu la lettura degli atti della Conferenza internazionale delle donne socialiste a Copenaghen 1910 dove di Gdd si parlò ma non di incendi... La giornata, dopo vari tentativi fatti da Clara Zetkin fu poi approvata a Mosca nel 1921 , definita giornata dell'operaia, e ispirata alla rivolta delle donne di Pietrogrado contro lo zarismo avvenuta il 23 febbraio 1917( corrispondente nel nostro calendario gregoriano all'8 marzo)".

Il libro e il dvd raccontano i 50 anni di questa ricorrenza. Qual è, oggi, il significato dell'8 marzo?
"Il libro per la verità, uscito nel 1987 cioè 21 anni fa, non aveva alcun intento celebrativo di una ricorrenza. Ci eravamo buttate in questa impresa Marisa ed io, non storiche, ma militanti del Movimento con percorsi diversi, perché avvertivamo che le manifestazioni dell'8 marzo stavano perdendo di forza, di efficacia, al limite, di senso. E pensammo di ripercorrerne la storia per capire cosa aveva spinto le donne che ci avevano precedute a costruire questo appuntamento annuale di lunga durata che aveva certamente prodotto importanti esiti. Era il caso di mollarlo o era bene rifletterci? Scegliemmo la seconda via scoprendo eventi impensati. Ma di tutto questo l'unica cosa che colpì la stampa fu la cancellazione dell'incendio e pareva che, con quella scoperta, avessimo voluto cancellare addirittura la giornata".

http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/spettacoli_e_cultura/passaparola-3/otto-marzo/otto-marzo.html

8 marzo: il mito delle origini (e del centenario)

Una certa confusione regna da decenni intorno alle origini dell'8 marzo: se in Francia la data “simbolo” è l'8 marzo 1857 (in ricordo dello sciopero di centinaia operaie tessili a New York duramente represso dalla polizia) in Italia il mito ruota intorno al 1908 quando, ci viene raccontato, un incendio divampò in un opificio degli Stati Uniti causando la morte di un centinaio di operaie. Queste date (e gli avvenimenti ai quali si riferiscono) si sono rivelati però ad un attento studio delle fonti drammaticamente false e l'unica certezza sembra essere il fatto che questa confusione è stata da sempre adoperata sia in termini “strumentali” che per delegittimare il movimento femminista e la sua storia.
Emblematico mi sembra lo scambio di lettere pubblicate lo scorso anno (precisamente il 17 e il 31 marzo 2007) su Tuttolibri, supplemento de La Stampa, nella rubrica La posta di Carlo Fruttero, scambio che vede coinvolti alcuni lettori, lo stesso Fruttero ed infine Tilde Capomazza, co-autrice con Marisa Ombra del libro “8 marzo. Storie, miti, riti della giornata internazionale della donna” (1987, ristampa ed. Utopia, 1991).
Il 17 marzo sotto il titolo di “L'8 marzo un falso storico?”, viene pubblicata la lettera di un lettore di Genova che chiede a Fruttero conferma del tragico incendio avvenuto in un opificio di Chicago nel 1908 e in cui morirono 127 operaie, evento considerato da molt*, (almeno in Italia) all' origine della “festa delle donne” e messo in dubbio, durante una cena, da un amico. Fruttero risponde “ ... Ho anch'io un vago ricordo di aver letto su una rivista o in un libro qualcosa di 'negazionistico' in merito a quell'incendio, ma non saprei rimandarla a una fonte sicura. Ho addirittura il sospetto che della cosa, cioé del falso storico, siano ben coscienti i circoli femministi più spregiudicati, cui poco importa della verità, immagino: se l'incendio e le 127 torce umane 'funzionano' per la causa, lasciamole tranquillamente bruciare nella leggenda ...”.
Il sabato successivo la discussione continua. Sotto il titolo generale di “Fiction femminista” quattro lettere, ognuna con un titoletto. Nella prima “L'allibito (un lettore di Brescia) rimprovera a Fruttero “ ... la noia e fastidio con cui lei risponde (anzi, non risponde) alla richiesta del lettore [...] Un minimo di umiltà e di rispetto (e perché no, anche di professionalità) le avrebbe consentito di leggere in Wikipedia i documenti che le allego, nei quali c'è la fotografia dell'edificio bruciato a New York il 25 marzo 1911, che causò la morte di 146 persone, per la maggior parte giovani operaie ...[2].
Il buon samaritano” (un lettore di Brescia) segnala il libro di Vittorio Messori (Pensare la storia. Una lettura cattolica dell'avventura umana, ed. Paoline, 1992) che al paragrafo Una 'festa' inventata (p. 55) afferma che “la storia, pur commovente, è falsa[3].
La terza lettera con il titoletto di “La storica inviperita” è quella di Tilde Capomazza che ricordando il volume da lei scritto con Marisa Ombra scrive che “ ... E' un libro di ben 167 pagine ... che scatenò “scandalo” sulla stampa di tutte le correnti per aver corretto la versione accreditata delle origini la quale recitava: 'Nel 1910 Clara Zetkin istituì la giornata internazionale della donna per ricordare la morte di 129 persone in un incendio a Chicago nel 1908 '...Il libro è da tempo esaurito altrimenti lo manderei al suo lettore (Palumbo), il quale da uomo sensibile si pone almeno delle domande ... Non lo manderei a lei perché sono certa che non lo leggerebbe. Peccato però che un uomo di cultura e di successo come lei abbia dato quella risposta”.
Nell'ultima lettera L'Insensibile (lo stesso Fruttero) conclude: “...sarò anche insensibile ma resto comunque confuso. Ci fu davvero l'incendio? E dove? A New York o a Chicago? Nel 1908 o nel 1911? E quante furono le vittime, 129 o 146?”.
A differenza dell'insensibile (e paternalista) Fruttero, la CGIL sembra non avere dubbi. Nella pagina dedicata alla Festa internazionale della donna del loro sito possiamo leggere testualmente: “L'8 marzo ha radici lontane. Nasce dal movimento internazionale socialista delle donne. Era il 1907: Clara Zetkin [...] organizza con Rosa Luxemburg [...] la prima conferenza internazionale della donna. Ma la data simbolo è legata all'incendio divampato in un opificio (Cottons) di Chicago nel 1908, occupato nel corso di uno sciopero da 129 operai tessili che morirono bruciate vive. Nel 1910 a Copenaghen, in occasione di un nuovo incontro internazionale della donna si propone l'istituzione di una Giornata internazionale della donna, anche in ricordo dei fatti di Chicago”, affermazione che accredita in pieno la falsa versione dell'evento contestata da Capomazza ed Ombra nel loro già citato “8 marzo. Storie, miti, riti della giornata internazionale della donna”.
Ed è sulla scorta di questo libro e di quello di Mirco Volpedo “8 marzo” (ed. Erga, 2006) che Donne e Rivoluzione fornisce - in Viva l'8 marzo di lotta femminile, proletaria e rivoluzionaria! -, una ricostruzione delle origini dell'8 marzo dove si afferma che la “vera e propria ricorrenza dell’8 marzo nasce ufficialmente per ricordare la prima manifestazione delle operaie di Vyborg (Pietrogrado) dell’8 marzo 1917 [23 febbraio del calendario russo, NdC] che diede l’avvio alla rivoluzione di febbraio: nel giugno del 1921 la Seconda Conferenza Internazionale delle donne comuniste, che si tenne a Mosca nell’ambito della Terza Internazionale, adottò formalmente quella data come “Giornata Internazionale dell’Operaia”.
Viva l'8 marzo” tenta però anche di tenere insieme le varie date “simbolo”: lo sciopero duramente represso dalla polizia delle operaie tessili nel 1857 a New York; la prima Giornata nazionale delle donnecelebrata negli Stati Uniti il 28 febbraio del 1909 [4]; il lungo sciopero portato avanti nello stesso anno a New York dalle operaie tessili della Triangle Shirtwaist Company; la proposta delle delegate tedesche (Zetkin in testa) in occasione della Seconda conferenza delle donne dell'Internazionale (tenutasi a Copenaghen il 29 agosto del 1910) di istituire una Giornata Internazionale della donna che fu di fatto celebrata per la prima volta in Europa l'anno successivo, il 19 marzo 1911; la decisione delle americane, a partire dal 1913, di far coincidere la loro Giornata nazionale delle donne con quella europea.
In questa ricostruzione vi è anche spazio per il famoso incendio a New York, che viene posticipato di qualche anno (troppo tardi quindi per essere all'origine della “Festa della donna” sia negli Stati Uniti che in Europa). Nell'incendio ( scoppiato, pare, nella stessa Triangle Shirtwaist Company, teatro dello sciopero del 1909) “più di 100 operaie (a seconda delle fonti 129 0 146) [...] (di cui molte italiane), rimangono uccise [...]. I proprietari della fabbrica, che al momento dell’incendio si trovavano al decimo piano e che tenevano chiuse a chiave le operaie per paura che rubassero o facessero troppe pause, si misero in salvo e lasciarono morire le donne [...]. Quell’incendio segna una data importante, anche se non è da esso, come erroneamente riportato da alcune fonti, che trae origine la Giornata della donna. Migliaia di persone presero parte ai funerali delle operaie uccise dal fuoco. Fu quel fatto tragico comunque che portò alla riforma della legislazione del lavoro negli Stati Uniti e che rafforzò nel tempo la Giornata della Donna istituita l’anno prima.(Narra la leggenda che sulla tomba delle operaie morte fossero fiorite poco dopo la loro sepoltura delle mimose)”.
Ma credo sia importante chiedersi il perché della “confusione” fiorita intorno all'8 marzo (confusione fatta di tante parziali “certezze” oltre di date e cifre diverse), per capire le ragioni di questa “confusione” e gettare nuova luce sulle “strumentalizzazioni” che sempre hanno accompagnato (e accompagnano) questa giornata.
Lo scorso anno avevo pubblicato qui in Marginalia in occasione dell'8 marzo la (parziale) traduzione di un articolo del 1982 di Liliane Kandel e Françoise Picq, Le mythe des origines. À propos de la journée internationale des femmes. Qui veniva dimostrata (consultando fonti primarie quali la stampa americana dell'epoca e fonti secondarie quali pubblicazioni sulla storia del movimento operaio e femminista del periodo) l'invenzione bella e buona del famoso sciopero del 1857, che diviene la data simbolo nel contesto francese a partire dagli anni 50 (negli stessi anni cioè in cui in Italia, come vedremo, fa la sua comparsa il mito delle povere operaie bruciate nel rogo della loro fabbrica.
Kandel e Picq ripercorrono le tappe dell'istituzione della Giornata internazionale delle donne: la proposta di Zetkin – che riprendeva l'iniziativa delle donne socialiste americane che dal 1909 celebravano una giornata nazionale per l'uguaglianza dei diritti civili – alla Seconda conferenza internazionale delle donne socialiste nel 1910; la data del 19 marzo 1911 come prima Giornata internazionale della donna svoltasi in Europa e precisamente in Germania e in Austria; la prima manifestazione francese nel 1914, a Parigi; l'interruzione delle celebrazioni in Europa non solo a causa della guerra ma per i contrasti e le divisioni interne al campo socialista internazionale; il rilancio della giornata internazionale delle donna grazie al nuovo impulso dato dalla grande manifestazione delle operaie di Pietrogrado il 23 febbraio – 8 marzo del nostro calendario – 1917. E quindi sotto questa nuova data (e sotto l'auspicio del partito bolscevico e della Terza Internazionale) che viene a collocarsi la cosiddetta festa della donna. Scrive Alexandra Kollontai: “La giornata delle operaie è divenuta memorabile nella storia. Quel giorno, le donne russe hanno innalzato la fiaccola della Rivoluzione proletaria e messo a fuoco il mondo; la Rivoluzione di febbraio ha fissato il suo inizio quel giorno [5].
La Giornata internazionale delle donne diviene tra le due guerre oggetto di aspre dispute tra la Seconda e la Terza Internazionale, tra il Partito comunista francese e la Sfio (la sezione francese dell'internazionale operaia) che, come ricordano Kandel e Picq non la celebrano nella stessa data. A partire dalla seconda guerra mondiale è celebrata in tutti i paesi socialisti e altrove. Se, tra le due guerre, era raro il riferimento a un qualsiasi avvenimento originario (talvolta lo sciopero delle operaie russe del 1917, talvolta la proposta di Zetkin del 1910) a partire dal dopoguerra comincia ad essere elaborato il mito. L'origine “sovietica” della giornata della donna sparisce: in Francia ci si riferisce inizialmente ad una decisione presa dal Partito socialista americano nel 1908 per giungere, a partire dal 1955, alla collocazione dell'origine dell'8 marzo nello sciopero newyorkese del 1857.
Anche in Italia (dove a partire dal dopoguerra l'8 marzo acquista nuovo impulso a partire dalla manifestazione indetta dall'Udi - che almeno a quanto scrive la CGIL nel suo sito sceglie come simbolo la mimosa -, nel 1946) inizialmente l'avvenimento originario (per lo meno nella tradizione socialista) sembra essere quello dello sciopero del 1857 ma, a partire dagli anni 50, (e dunque in piena guerra fredda) si afferma la versione delle operaie bruciate nel rogo della loro fabbrica: il 7 marzo 1952 il settimanale bolognese La lotta, scrive che la data della Giornata della Donna vuole commemorare l’incendio scoppiato in una fabbrica tessile di New York l’8 marzo del 1929, in cui sarebbero morte (rinchiuse all’interno dello stabilimento dal padrone perché minacciavano di scioperare) 129 giovani operaie in gran parte di origine italiana ed ebraica. In seguito, il tema dell’incendio e delle operaie arse vive nel rogo del loro posto di lavoro viene ripreso, ma con diverse varianti. Nel 1978, il Secolo XIXdi Genova colloca l’episodio a Chicago, in una filanda. Nel 1980, La Repubblica parla di un incendio a Boston, datato 1898. Nel 1981Stampa sera situa l’incendio ai primi del ‘900, in un luogo imprecisato degli Stati Uniti, le operaie vittime sarebbero state 146. Lo stesso anno, L’Avvenire parla di 19 operaie morte. Nel 1982, Noi Donne , afferma che l’incendio sarebbe avvenuto a Boston nel 1908 e le operaie morte sarebbero state 19 [6]. Nonostante l'infondatezza della notizia (non risulta nessun incendio nè nel già citato volume di Capomazza e Ombra nè nel libro di Renée Còté, Verità storica della misteriosa origine dell'8 marzo) la leggenda delle operaie bruciate vive continua ad imperversare anche in tempi recenti: tralasciando le varie occorrenze reperibili in diversi volantini e documenti (tra i quali innumerevoli siti e blog), veramente troppi per essere elencati, ricordo qui il quotidiano Liberazione che il 7 marzo dello scorso anno ha pubblicato una lettera/appello di Elisabetta Piccolotti (portavoce nazionale Giovani Comunisti/e), indirizzata a Giorgia Meloni, vicepresidente della Camera, nonché presidente di Azione Giovani. Nella lettera (“sul volgare machismo” della sezione di Biella di Azione giovani che aveva organizzato un “eteropride” con spettacolo di lap-dance publicizzato da un manifesto con lo slogan “Questione di pelo”), Piccoletti scrive: “L'8 marzo in tutto il mondo - come ogni anno dal 1908 quando 129 donne persero la vita durante un incendio in una industria tessile di New York - ricorre la festa delle donne”.
Ma il testo di Kandel e Picq non ci aiuta soltanto a fare chiarezza intorno all'origine dell'8 marzo, ma mostra anche i conflitti e le strumentalizzazioni che hanno contrassegnato questo evento fin dalla nascita. L'8 marzo, nato per decisione "delle donne socialiste di tutti i paesi" riunite a Copenaghen "in accordo con le organizzazioni politiche e sindacali del proletariato" (Kandel e Picq, p. 74), viene anche adoperata per marcare la differenza tra le donne socialiste e le femministe "borghesi", situandosi in una tradizione che nega "il diritto delle donne ad organizzarsi in maniera autonoma, al di fuori di organizzazioni e partiti politici"(p. 75).
Questa giornata benché ripresa dal movimento femminista negli anni 70 - che spesso però ne ignorava la storia - è stata spesso adoperata da partiti e sindacati (in Italia in primis la CGIL) per riscuotere consenso presso le "masse femminili" subendo, tra l'altro, uno svuotamento progressivo: la festa della donna (mimose, cene, serate danzanti ...).

http://marginaliavincenzaperilli.blogspot.it/2008/02/8-marzo-il-mito-delle-origini-e-del.html

Mimosa





La tradizione di regalare la mimosa come fiore per la festa della donna accade solo in Italia. 
Questo fiore è stato scelto nel 1946, dalle attiviste dell’U.D.I. (Unione Donne Italiane) Teresa Mattei e Rita Montagnana.
All'inizio avevano pensato alla violetta, ma era costosa ed introvabile, pensarono anche al garofano rosso, ma era già utilizzato per il primo maggio, per cui la scelta cadde sulla mimosa, una delle poche piante che fiorisce all’inizio di marzo, inoltre aveva il vantaggio di essere poco costosa (allora).

In seguito la stessa Mattei confesserà che la scelta era caduta sulla mimosa perchè era il fiore che i partigiani regalavano alle staffette durante la guerra di liberazione.

Fino agli anni 70 la festa non era molto seguita perchè ritenuta troppo di sinistra. Oggi si è trasformata in uno squallido commercio floreale.

BUON 8 MARZO A TUTTE LE DONNE FORTI CHE SAPPIAMO DI ESSERE SEMPRE GIORNO DOPO GIORNO!!

lunedì 7 marzo 2016

Matilde Serao

Il 7 marzo del 1856 nasceva Matilde Serao una delle più prolifiche narratrici italiane, eppure a molti risulta sconosciuta, e di certo non compare nelle antologie scolastiche. Vi scrivo qualche notizia su di lei affinché conosciate quanto grande è stata questa scrittrice, rimasta, purtroppo, nell'oblio della letteratura, e liquidata con qualche riga sull'enciclopedia Treccani.
Matilde era una donna di bassa statura, tozza e con una voce sguaiata, (da napoletana veraca, anche se lei nacque in Grecia ed arrivò nella città infante), ma all'interno delle redazioni giornalistiche si muoveva con leggiadra sapienza e maestria. Dopo il diploma cominciò subito a lavorare nella redazione del Corriere del Mattino a Napoli, che lasciò dopo qualche anno per avventurarsi a Roma a scrivere, si la sua vera natura era quella scrivere, e sentiva l'esigenza di farlo in un luogo dove si producesse tanta cultura per poter frequentare anche poeti e scrittori come lei. Dirà ai suoi colleghi del giornale prima di andarsene:
"devo lavorare per guadagnarmi il pane...Qui non è possibile. Troppa bellezza. Troppo Vesuvio. Troppo amore..." aggiungerà che andrà a Roma :
"A scrivere. Questo è il mio destino. Scrivere fino alla morte."
E sarà così morirà seduta sulla scrivania del suo studio mentre era intenza a scrivere, il 25 luglio del 1927 nella sua Napoli.
La vita romana pur avendo uno stile più mondano e letterario, non l'entusiasma molto, anche se la grande città la mette in contatto con celebrità come Carducci, Croce e D'annunzio che le dedica anche un romanzo, ma Napoli è sempre nel suo cuore, "Mal di Napoli" come lei stessa definisce il suo amore verso quella città.
In onore a questa città scriverà uno dei suoi primi saggi: Il ventre di Napoli, un'analisi attenta, vera, reale sui quartieri poveri napoletani, eseguita attraverso tanti articoli giornalistici che ha poi assemblato in un libro. Parlerà dei quartieri poveri, di quello che mangiano i napoletani, ma anche dei tanti poveri che non mangiano, del gioco del lotto, dell'usura e della pietà, ma vi sono descritti anche tanti personaggi caratteristi che si potevano incontrare lunghe le stradine napoletane, in mezzo ai tanti panni stesi nelle piccole vie. Ci parla della fattucchiera, dell'usuraia, del miracolo di San Gennaro, della fioraia e altri, sempre con un taglio verista che caratterizza anche tutti i suoi racconti. Vi riporto qualche riga tratta qua e la del libro Il ventre di Napoli.
"tutti i napoletani che non sanno leggere, vecchi, bimbi e donne, conoscono la smorfia, ossia la chiave dei sogni...Avete sognato un morto? Quarantasette, ma parlava? allora 48, e piangeva? allora 65.." Il popolo napoletano giuoca per quanto ha più denaro....la sua massima miseria non consiste nel dire che non ha mangiato , consiste nel dire: Nun m'aggio potuto iucà manco nu viglietto."
"nessuna donna che mangi, nella strada, vede fermarsi un bambino a guardare senza dargli subito di quello che mangia... E i poveri che non mangiano sono aiutati alla meglio, da quella gente povera: chi da un pezzo di pane, chi due, tre pomodori , chi una cipolla..."
Della sua amata città ne conosce pregi e difetti e li ama con uguale forza, e con parole precise e attente li denuncia tutti nel bene e nel male, è una vera giornalista, non fa scoop, si limita a descrivere in modo reale la quotidianità del quartiere più difficile della città, del ventre più vero, più difficile ma che ti regala le emozioni più sincere.
Immagino questa donna minuta, che si muove senza paura tra i vicoli più degradati della città, in mano un quadernino ed una matita, per appuntare diligentemente ciò che ai suoi occhi appare significativo. I suoi occhi piccoli e vivaci, osservano, scrutano, indagano, la sua bocca formula domande in napoletano per cercare di capire cos'è il lotto, gli altarini con tutte le statuine dei santi, il miracolo di San Gennaro, entra nei negozi del lotto, osserva. Si reca dalla fioraia, domanda e guarda attentamente. Matilde Serao è una vera giornalista, pacata nei modi, gentile e dal sorriso aperto, le sue parole fotografano la realtà in modo inequivocabile, nel suo libro è esaminata, discussa e compresa la vita quotidiana dei quartieri poveri a cui nessuno ne ieri ne oggi da voce.
Vi invito a leggere questo suo libro denuncia ancora oggi attuale.

Matilde Serao si sposò con Edoardo Carfoglio da cui ebbe 4 figli, durate la gravidanza non si fermò, continuò a scrivere novelle e articoli per il giornali con cui collaborava.
Col marito fondò a Napoli due testate giornalistiche: Il Mattino - Il Corriere di Napoli. Tenne in vari giornali una rubrica di grande successo: Api, mosconi e vespe, che inserì anche nel suo giornale. Dopo a causa dei continui tradimenti del marito divorziò. Da sola, senza paura consapevole della sua lunga esperienza giornalistica fondò un giornale tutto suo: Il giorno di Napoli che diresse fino alla morte.


Scrisse almeno una quarantina di libri e novelle i cui protagonisti sono personaggi reali, poveri del ventre di Napoli o della piccola borghesia romana con cui era venuta a contatto, vi cito qualche titolo: Il paese della cuccagna, Addio amore, La donna dall'abito nero, Tre donne, La ballerina, Castigo e molti altri ancora.
FML



donne Donne DONNE




 Buongiorno a tutte/i
oggi e domani i miei post saranno dedicati alle donne che hanno contribuito a lottare per la propria autodeterminazione!

domenica 6 marzo 2016

PAROLE E PENSIERI



Le  parole leggere sfiorano il mio corpo e s'imprimono
nell'anima avida di sapere

Valentina Tereshokova


Il 6/3/1937 nasceva Valentina Tereshkova, la prima donna austronauta!


"Il 16 giugno 1963 volò in orbita sulla navicella Vostok-6, una sfera uguale a quella usata da Juri Gagarin, il primo cosmonauta della storia, due anni prima. Aveva 26 anni, rimase in orbita tre giorni, fece 49 nove volte il giro della Terra e poi atterrò nelle vicinanze di Novosibirsk appesa al suo paracadute mentre la navicella, da sola, toccava terrà un po’ più lontano. La Vostok non consentiva, al contrario della Soyuz attuale, di arrivare a bordo e quindi il cosmonauta doveva lanciarsi col paracadute a un’altezza di 7 chilometri. A quella quota l’intero seggiolino con il cosmonauta veniva sparato fuori e poi iniziava la discesa."
 (tratto dal sito del corriere della sera)


http://video.corriere.it/50-anni-fa-prima-donna-spazio/1ac3d196-d4ec-11e2-afc2-77c7bab72214

Un bottino di libri!!

Oggi sono andata a fare un giretto al mercatino del libro usato ed antico di Castelgoffredo. Ebbene nonostante i tanti libri ancora non letti che sonnecchiano nella mi libreria, non ho resistito.
Come potevo d'altronte resistere ad un offerta 1 libro a 2 euro, 3 libri  a 5 euro? Non si può, allora ecco che sono riuscita a scovare in due banchi diversi, bene sei libri!


Poi visto che c'era anche la bancarella di un'editore mantovano Gilgamesh, ho pensato bene di acquistare altri due libri superscontati di autori mantovani, che già da tempo volevo comprare.
Adesso non mi resta che leggere, non subito prima ho due libri da leggere in qualità di giurata per un concorso e farne anche la recensione, ma vista la mia attuale inattività lavorativa, in quanto sono stata operata al ginocchio, scommettiamo che entro la fine settimana vi farò leggere la recensione dei due autori mantovani??
So già che non volete scommettere con me.
Alla prossima
Maria Lucia

sabato 5 marzo 2016

Concorso fotografico

Donne
ecco un bellissimo concorso fotografico a cui partecipare, chi di voi ha uno scatto pronto? forza avete tempo solo fino a LUNEDì 7 MARZO ALLE ORE 13!!

# FELICITA': LA BELLEZZA DI ESSERE DONNA 
Devono pervenire entro le ore 13 di lunedì 7 marzo le fotografie per partecipare al concorso “‪#‎felicità‬: la bellezza di essere donna”, indetto dal Comune di Cerreto Guidi in occasione della festa della donna.
Ogni concorrente può inviare una sola fotografia per categoria all’Ufficio Cultura e Turismo del Comune di Cerreto Guidi, all’indirizzo di posta elettronica: v.bonfanti@comune.cerreto-guidi.fi.it. oppure più comodamente attraverso l’apposito form opportunamente predisposto ed inserito sul sito web del Comune (www.comune.cerreto-guidi.fi.it) dove è inoltre pubblicato il regolamento per la partecipazione al concorso.
Sono già numerose le fotografie pervenute per prendere parte al concorso che si suddivide in due categorie:
1) la categoria selfie;
2) la categoria fotografia;
La cerimonia del Concorso Fotografico (i nomi dei vincitori saranno pubblicati sul sito web e sulla pagina facebook del Comune la mattina dell’8 marzo) si terrà presso il Museo della Memoria Locale, Martedì 8 marzo 2016 alle ore 18.

Dalla pagina di FB del comune di Cerreto.

Amore maledetto, un racconto in 200 parole

Buongiorno donne e uomini del web
vi posto un mio racconto breve, con il quale ho partecipato ad un concorso, c'era l'obbligo delle 200 parole e parlare d'amore. Vi assicuro che scrivere un racconto che abbia senso usando così poche parole non è facile, il risultato non è tra i miei migliori scritti, ma a me piace comunque. 

Amore maledetto

     Chi può morire per un amore contrastato al giorno  d’ oggi? Io!
Si, sono morto, stecchito! Con me c’è anche Asha, sembra addormentata, le labbra leggermente socchiuse, quasi un impercettibile sorriso. Mi sono innamorato del suo viso dolce, gli occhi neri vellutati, i lunghi capelli corvini raccolti in una treccia. Non avevo tenuto conto che lei era indiana.
Maledizione, sarebbe stato meglio, almeno sarei ancora vivo.
E’ colpa mia, se a Suzzara ci sono tante donne indiane? Sono così belle, affascinanti ed enigmatiche; le ho sempre immaginate simili a leggiadre farfalle con quelle vesti e veli dai colori sgargianti.
Poi, non potevo certo domandare al mio cuore: “Scusi, lei è indiana? Musulmana, magari? Allora, no, grazie, non posso innamorarmi”.
Invece ci siamo innamorati! Un amore pulito, tra ragazzi coetanei.
Il nostro amore non è stato accettato dalla sua famiglia, per la verità nemmeno dalla mia.
Il proverbio “Mogli e buoi dei paesi tuoi” mi è stato ripetuto all’infinito; certo non potevano diseredarmi…sono figlio d’operai.
Suo padre ha risolto la questione velocemente: ha impugnato il coltello sforacchiandoci per bene tutto il corpo.
Adesso siamo stesi per terra, ma non saremo sepolti insieme, lei in India, io a Suzzara, nemmeno nella morte uniti.





giovedì 3 marzo 2016

trippa piccante calabrese

Nel libro tra due mari di Carmine Abate, appena recensito nel blog, dopo qualche pagina, Giorgio Bellusci, uno dei personaggi del libro, incontra un fotografo tedesco Hans che lo aiuta in quanto è stato appena derubato della vespa, indumenti e soldi. Nascerà tra i due un'amicizia profonda proprio in quella terra così aspra, dura ma che ti ripaga nei paesaggi, nella luce, nel mare. Profumi di terra che si mescolano con l'odore del mare, profumi di frutti, di cibo... I due personaggi si fermano in una piccola trattoria dove mangiano pastasciutta e trippa piccante, innaffiata da buon vino. 
Già ne ho annusato il profumo che si spande non solo nel piatto fumante dei due personaggi, ma anche nelle mie narici, ecco allora che mi sono messa a ricercare la ricetta che vi riporto molto volentieri e che presto preparerò, magari un pò meno piccantina per non scontentare i familiari.


Trippa piccante calabrese


INGREDIENTI:

fegato, polmone, cuore e trippa di maiale
salsa di pomodoro
aglio
peperoncino rosso fresco
olio
sale

PREPARAZIONE

Tagliate tutta la carne a piccoli bocconcini, quindi versate dell'olio abbondante in una padella, aggiungete l'aglio e uno o due (se la volte molto piccante) peperoncini tagliato a fettine, quindi aggiungerete la carne e fatela rosolare bene.
Quando la carne è ben rosolata unite la salsa di pomodoro, aggiuntege anche un pò di estratto di pomodoro in tubetto, fate cuocere per almeno mezz'ora lentamente fino ad asciugare quasi tutta la salsa.
Servite nelle ciotole ed aggiungete qualche fogliolina di basilico fresco.
Servite con del pane di grano duro tagliato a fette o a dadolini come preferite.


mercoledì 2 marzo 2016

Tra due mari di Carmine Abate

Ci sono libri che ti piacciono, altri meno, ci sono libri che ti prendono, ti catturano, ci sono libri che ricordi con piacere, altri sono indimenticabili. Libri che ti fanno sognare, amare, odiare, ridere, piangere. Ognuno di loro di regala emozioni profonde e anche diverse da lettore a lettore. Poi ci sono libri come TRA DUE MARI di Carmine Abate, dove i parenti descritti nel racconto diventano i tuoi parenti, ne segui le parole, gli avvenimenti e come loro sei lì, partecipe alle loro vicissitudini, non riesci a staccarti, ne condividi le lacrime, le emozioni, il malessere, la testardaggine, l'odio, la rabbia silenziosa e i sogni.
Soprattutto i sogni, perché il nodo centrale del libro è questo, il sogno e la testardaggine nel realizzarlo, soli contro tutti, nessuno che crede in te, ma alla fine devono arrendersi ed in questa resa percepiscono quanto grande deve essere questo sogno per realizzarlo in mezzo a difficoltà e paure. Tu lettore rimani in un angolino del romanzo e partecipi alla realizzazione di questo sogno costi quel che costi, come Giorgio Bellusci, nonno del protagonista del racconto, che è diventato un tuo familiare al termine della lettura e tu insieme al nipote piangi, ma sei più forte, perché hai ereditato qualcosa di prezioso, inestimabile che nessun altro avrà.
Questo romanzo narra la storia di Giorgio Bellusci, macellaio calabrese, che coltiva il sogno di ridare vita all'antico Fondaco del Fico, di cui è proprietario, orgogliosamente, in quanto i suoi antenati narrano che è stato visitato da Alexandre Dumas, lasciando come testimonianza del passaggio una cartella con un disegno e qualche riga scritta, questa cartella è come una piccola reliquia che gli avi si tramandano dal 1835. La storia è narrata dal nipote del personaggio che vive tutta la vicenda con gli occhi da bambino, poi da ragazzino ed infine da giovane uomo. La testardaggine del nonno il bambino la intuisce subito, in quanto egli stesso gli narrerà le peripezie affrontate per andare a chiedere la mano della nonna che aveva visto solo una volta, ma deciso che era la donna della sua vita. Durante queste difficoltà conosce un fotografo tedesco, ne nasce un'amicizia destinata a durare nel tempo, che niente riuscirà a scalfire, nemmeno gli anni di lontananza. Questo incontro è importante per entrambi, lo scopriranno naturalmente negli anni, diventeranno anche parenti, in quanto la figlia di Giorgio sposerà il figlio dell'amico Hans.
Florian il nipote dei due amici, che racconta la storia in primo piano, sarà sempre diviso tra queste due diverse città una fredda e poco restia alle amicizie, l'altra calda, afosa, ma ricca di amicizia e amore. Tra due culture, due mondi e due mari, alla fine Florian sceglierà...
Non vado oltre a riassumere, è un libro da gustare, piano piano, in silenzio sedute nella vostra poltrona favorita, con una tisana, allora sentirete il vociare dei personaggi calabresi cosi veri e reali che vi verrà voglia di unirvi alle loro tavolate, abbondanti e che inebriano di profumi e sapori. Insieme con Florian rimarrete seduti a tavola ad ascoltare il nonno Giorgio che vi parla del sogno che sfiora l'ossessione.
Un libro che ci dona speranza, che ci stimola a credere che anche noi possiamo farcela come Hans il suo amico tedesco che l'aveva capito subito, e in uno scatto fotografico ne aveva catturato l'essenza. Dovremmo farlo anche noi nella nostra vita.
Maria Lucia



Nessuno è solo buono o solo cattivo

"Nessuno è solo buono o solo cattivo. Nessuno fa solo cose giuste o solo cose sbagliate. Siamo luce e ombra insieme. Possiamo essere dolci e affettuosi o tradire e abbandonare. Possiamo essere aggressivi e violenti o capaci di tendere una mano se qualcuno ce la chiede. Siamo così, semplice imperfetti"
Cit. Sara Rattaro

martedì 1 marzo 2016

Beppe Fenoglio

1  marzo 1922 nasceva Beppe Fenoglio, autore di spicco del neorealismo italiano. Scrisse il bellissimo romanzo MALORA e PRIMAVERA DI BELLEZZA e  altri due usciti postumi alla sua morte, QUESTIONE PRIVATA e IL PARTIGIANO JOHNNY. 
Tutti i suoi testi sono caratterizzati dalle esperienze di vita e di guerra vissuti nelle langhe e nella guerra partigiana di cui fu partecipe attivamente. Amante delle poesia e letteratura inglese,lingua amata anche per sfuggire alla monotonia della sua vita in campagnia nel paese di Alba dove nacquè e mori appena quarantenne. Dopo la morte ed il ritrovamente di due testi poi pubblicati Beppe Fenoglio ottenne il giusto riconoscimento letterario che non ebbe durante la sua breve vita.





Dal libro il Partigiano Johnny è stato tratto anche un film uscito nelle sale nel 2000, il partigiano Johnny è stato interpretato da Stefano Dionisi. Il libro narra la storia di uno studente di letteratura inglese che dopo l'armistizio dell'8 settembre si rifugia nelle langhe e si unisce al primo gruppo di partiugiani che incontra. La trama continua  con le peripezie di questo ragazzo durante le battaglie, gli scontri,  è una continua sfida, la ricerca di essere un eroe, l'attesa di essere pronti ad uccidere per un grande ideale. Alla fine dopo l'ultimo scontro con alcuni fascisti i suoi due compagni rimangono uccisi, lui, rimane senza munizioni, prende la pistola di uno dei compagni uccisi, si alza e la rivolge contro i fascisti!

“Erano gli uomini che avevano combattuto con lui, che stavano dalla sua parte anziché all’opposta. E lui era uno di loro, gli si era completamente liquefatto dentro il senso umiliante dello stacco di classe. 

Concorso per fiabe

Buongiorno a tutti/e
a Mantova un tiepido sole ci regala un pò di calore e gioia dopo alcuni giorni di vento e pioggia. Marzo si veste di nuovi colori come cantava Battisti, allora in questa giornata di sole e colore non posso che proporvi un concorso per fiabe: Angeli di San Giuliano.
Vi sono varie sezioni a cui poter partecipare da quella per bambini a quella per adulti, il concorso scade il  marzo, ma sono certa che qualcunadi voi ha già il racconto pronto nel cassetto da inviare. Il tema delle fiabe è libero, tranne che pergli autori con età compresa tra i 18 e i 28 anni, il cui soggetto è la reazione dell'eroe.
 La partecipazione è gratuita e la premiazione si svolge il 27/28 maggio a San Giuliano.
Per ulteriori informazioni vi aggiungo il link: 
https://angelisangiuliano.files.wordpress.com/2010/08/bando_angelisangiuliano_2016.pdf

lunedì 29 febbraio 2016

Ennio Morricone

Grazie Ennio Morricone per tutta la bella musica che hai scritto in tutti questi anni, L'Oscar è solo una statuetta dorata, nulla in confronto alle tante colonne sonore di film anche non tanto belli, ma che la tua musica ha reso meritevoli. L'Oscar l'avresti meritato anche per molte altre colonne sonore di film. Ne cito qualcuna su quasi 500 :
Per un pugno di dollari
Gli intoccabili
Nuovo cinema Paradiso
Malena
Indagini su un cittadino al di sopra di ogni sospetto
Lolita
Metti una sera a cena
Uccellacci e uccellini
Légami

Grande ed insuperabile compositore il  Maestro, tutto italiano,  che il mondo ci invidia: Ennio Morricone!

https://www.youtube.com/watch?v=54WkUiZopBU

https://www.youtube.com/watch?v=Wmdu9VAkZ4s



domenica 28 febbraio 2016

Ricetta e racconto: il conto delle minne

Il conto delle minne dell'autrice Giuseppina Torregrossa, ovvero il racconto dei seni. Non è un libro erotico tranquille, ma non vi rassicuro perché sono bigotta e non li leggo, semplicemente è la storia di una famiglia siciliana.

Agata tutti gli anni vuole la nipotina Agatina con sè per insegnarle la ricetta delle minne di Sant'Agata, è importantissimo per la loro famiglia, infatti la giusta e corretta preparazione del dolce li protegge da tutto e li preserva da malattie, è un'assicurazione per la salute . Attraverso questa ricetta,che si trasmette da madre in figlia, e, la storia della Santa, raccontata in modo molto folcloristico, si svelano insegnamenti e segreti intimi della famiglia. Questi insegnamenti sono necessari perché rendono più forti le donne, le aiutano ad affrontare le avversità con coraggio, forza e determinazione.
Già aprendo il libro troviamo stampato un pizzino ed una foto di nonna Agata, che leggeremo più avanti nella trama, ma la sorpresa la troviamo anche al termine, prima di chiudere il libro per riporlo in biblioteca, troviamo la ricetta delle minne di Sant'Agata, scritte a mano su un quaderno.
Le religiosità delle donne protagoniste del libro è sempre presente, la loro devozione alla Santa le fortifica, e le aiuta a superare anche situazioni difficili, come nel caso della nonna Agata, il cui amore per  la Santa le fanno superare la paura delle botte del marito che voleva inpedirle di recarsi in Chiesa per pregare davanti alla statua della Santa. Nel libro leggiamo con piacere il difficile rapporto con la madre, quello recuperato con il padre, la storie delle zie che forse non hanno pregato abbastanza la Santa. L'ultima parte del libro è dedicata a lei, Agatina che è diventata grande tra minne e preghiere, la sua storia d'amore complicata e gli insegnamenti della nonna che ricorda puntualmente;  non aggiungo altro per non togliervi la magia di questa trama tutta sicula che v'immerge nell'atmosfera siciliana degli usi, dei costumi. delle devozioni, dei giudizi e dei pregiudizi.
E' un libro che ci regala emozioni, calde ed avvolgenti proprio come il sapore delle cassatelle che quando le mordi ne assapori il gusto morbido dell'interno.
...montagnole bianche, messe vicine a due a due, che invitavano prima a toccarle, poi a leccarne la glassa e infine a morderle delicatamente per non ferirle...
La storia è un piccolo squarcio su questa regione, con le sue contraddizioni che sembrano racchiudersi nella città di Palermo, dove, come dice l'autrice, ..."il sacro e il profano vivono in un rapporto di contiguità fisica come in nessun'altra città...
E' una storia di profumi, di emozioni, di devozione, di donne forti...
E' una storia tutta da leggere.

Adesso visto che avete letto tutta la recensione vi riporto la ricetta scritta anche nel libro.
La festa di Sant'Agata si celebra il 5 febbraio.

Minne di Sant'Agata



Dovete preparare la pasta frolla e la glassa

IL RIPIENO

500 gr di ricotta di pecora
100gr di canditi
100 gr di scaglie di cioccolato
80 gr di zucchero.
Lavorare la ricotta e lo zucchero fino a farla diventare una crema, unire i canditi e la cioccolata, quindi far riposare per almeno 1 ora in frigo

PREPARAZIONE

Imburrare e infarinare dei stampini rotondi, per dare la forma di seno al dolce, stendere la pasta frolla sottile. Foderare gli stampini e mettervi il ripieno e chiuderli sempre con la pasta frolla. Capovolgerli su una piastra unta e infarinata, metterli in forno a 180° per 25/35 minuti.
Estraete le cassatine e colate sopra la glassa.
Alla fine per trasformarle in piccoli seni porre una ciliegina candita.




sabato 27 febbraio 2016

Libri in classifica

Buon pomeriggio
ho appena terminato di leggere la classifica dei libri più venduti, questa settimana, su La Stampa.

Personalmente non amo molto le classifiche, non è la vendita che può determinare la qualità e le emozioni che scaturiscono da una buona lettura. Mi fido del passaparola dei lettori, soprattutto adesso con facebook dove le pagine dedicate alle lettura sono tante, ma anche a diversi blog, che puntualmente leggo e dove trovo recensioni. 
Di tutti i libri in classifica ho letto soltanto L'amica geniale di Elena Ferrante, tutta la quadrilogia, alcuni titoli mi rifiuto di prenderli in considerazione come Fabio Volo e Gamberale. 
Di altri, Camilleri, Simeon, Allende e Chevalier  aspetto la versione economica o biblioteca.
Cosa ne pensate, letto già qulche libro di quelli in elenco?
 Siete d'accordo con questa classifica?
Maria Lucia


Bocca di Rosa

Tutti sono sempre bravi e pronti a giudicare, mai come in questi giorni abbiamo letto ed ascoltato giudizie e pregiudizi. Persone che dall'alto della loro posizione sputano sentenze e consigli.
A loro dedico questa canzone.
W l'amore senza distinzione alcuna!
https://www.youtube.com/watch?v=nF0Ac3sNgBY

Una scrittrice dimenticata: Elsa De Giorgi

  Una scrittrice dimenticata: Elsa De Giorgi Elsa Giorgi Alberti, in arte Elsa de’ Giorgi, nasce a Pesaro il 26 gennaio 1914, da una famigli...

Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.