Un
airone bianco
Quando
ero bambina sono sempre stata affascinata dagli aironi bianchi, i più
rari, per il loro elegante collo e la forma che mi faceva pensare
alla lettera esse dell’alfabeto, i miei quaderni di scuola erano
pieni di esse trasformate in magnifici aironi….
Non sento
più le braccia, le mie labbra sono mute, gli occhi non vedono più.
Tutto è morto dentro di me. Tranne i ricordi. Sono come una canna
al vento, cresciuta, qui, nei pressi di quell’angolo del fiume
Oglio, dove il mio corpo è rimasto immobile per giorni.
Sono
qui sepolta vicino ad un fiume, coperta da rami secchi, foglie e
sterpaglie.
Non
sento dolore, solo tanta tristezza.
Sono
leggera, esile preda del vento, come lo sono stata per te prima. Una
piccola preda dagli occhi di cerbiatto, con il sorriso aperto,
fiducioso di chi crede all’amore, alla vita.
Ho sentito
la lama del coltello affondare nel ventre, il sangue caldo sgorgare,
non provavo dolore, solo stupore.
Perché
mi stai colpendo?
Per
ogni coltellata che mi hai inferto ti guardavo incredula.
Ti
ho tanto amato e tu stai lentamente togliendomi la vita.
L’amore
di un tempo non riesco a vederlo nei tuoi occhi, vedo solo la tua
rabbia, il tuo odio inspiegabile.
Perché
non vuoi che io possa continuare ad accarezzare il viso del nostro
bambino?
Ho
cercato di difendermi, ho incrociato le mani davanti al viso.
Hai
continuato a colpirmi.
Perché
infierisci sul mio corpo?
Ti
ho pregato di smettere in nome del nostro amore, in nome del tuo Dio.
Non
hai smesso.
Perché
vuoi strapparmi la vita?
Ti
ho chiesto di non togliere la mamma al nostro bambino.
Eri
una furia cieca sul mio corpo inerme.
Perché
non vuoi che possa ancora accarezzare il nostro bambino?
Non
mi rispondi.
Non
mi ascolti.
Sei
in preda alla folle, cieca, rabbiosa gelosia.
Sento
freddo, tanto freddo.
Oscillo
nella dolce brezza primaverile.
Adesso
in che cosa mi trasformerò?
Spero
in un airone, come nei miei sogni da bambina.
Almeno
potrò volare e guardare dall’alto i riccioli neri del mio bambino.
Ferlisi Maria Lucia
..
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