Recensione di Lisa Molaro
Titolo: Un leggero caldo vento di scirocco
Autore: Maria Lucia Ferlisi
Editore: Edizioni Leucotea
Genere: Racconto
Delle volte si legge per alleggerire la mente, altre per cercare delle risposte e altre ancora per immergersi dentro a vite intense vissute da sconosciuti che ci vengono presentati per l'occasione.
Ecco, questo piccolo e intenso libro -racconto?- non si può leggere per svago... tant'è intenso e pregno di tematiche forti.
Poche pagine.
Davvero, mi chiedo, ne servono tante perché una lettura sia degna di attenzione? No, personalmente ritengo dipenda dall'intensità e dalla capacità dell'autore, di farci entrare direttamente nelle case e nel cuore degli altri e di farci provare, certo, quello che i suoi protagonisti di carta provano. Protagonisti di carta? Siamo sicuri? No, se l'autore è bravo i protagonisti dalla carta escono e i caratteri liquidi dell'inchiostro prendono vita diventando sangue che scorre nelle vene.
Sempre se l'autore è bravo, io posso uscire con naturalezza dalla "porta" di Udine ed entrare, come attraverso il magico armadio di Narnja, in una piccola città siciliana: unaMarsala degli anni trenta.
Mi guardo attorno e capisco subito che qui la magia, con tutto il suo incantato mondo sorridente e beato, c'entra ben poco.
Scorgo alla finestra, Consiglia.
Lei scosta la tenda che la separa da una vita, guarda la gente che passa.
Consiglia, scoprirò essere una contessa arrabbiata da una vita che per lei si è fatta veleno fin dalla giovane e spensierata età in cui dipingeva con entusiasmo, ignara dei pericoli del mondo.
Conoscerò Antonio, suo marito, uomo benestante, piacente, ma rozzo e incapace di tenere a bada l'istinto carnale.
Fuori dalla finestra vedrò passare Annita.
Sta entrando in casa della contessa.
Annita, giovane e bella, madre di due figli.
Annita, vedova.
Annita che ha conosciuto il vero amore e che da lui si sente tradita.
Annita che verrà tradita anch'ella dalla vita.
Annita, che spesso detesterò in corso di lettura.
Annita che scappa.
Annita che, come Consiglia e Antonio, accudirà dentro di sé il seme della vergogna; lo sentirà germogliare nel petto e lo accudirà come fosse il figlio che ha in grembo e che, invece, rifiuta in modo assoluto.
Consiglia scappa, rimanendo ferma.
Antonio scappa, rimanendo zitto.
Annita scappa, andando via.
In tutto questo scappare, un bambino guarderà il mondo con occhi sgranati, stringendo una tovaglia in cui sono nascosti i suoi pochi vestiti.
Si sentirà così? Come un pezzo di stoffa dentro il quale è celata la sua, di vita?
Una storia dura, mai edulcorata e raramente dolce. Una storia di vita vissuta, dentro case belle o povere, una storia da non leggere a cuor leggero. Una storia.
Quanto ci lasciamo influenzare dai giudizi di chi nemmeno, spesso, conosciamo?
La maga Circe nasconde, fra le onde dei suoi capelli, dei serpenti che non riescono a stare fermi; incanta, disincanta, disintegra, riduce un povero babbeo in un quaquaraquà. La maga Circe si spazzolerà i capelli, con forza, con frenesia, con rabbia! Forse i serpenti cadranno... forse.
Forse Domenico camminerà, stringendo una mano protettiva e insicura, verso il sole che sorge... forse.
Forse Domenico imparerà, anche se tardi, a parlare... forse.
All'inizio chiedevo: poche pagine bastano?
Dipende dalla bravura dell'autore, rispondevo.
Maria Lucia Ferlisi è brava, è riuscita a farmi andare fuori dal mio contesto; ad irritarmi per certe situazioni e certi comportamenti barbari. E' riuscita, con frasi dirette e esplicite, senza tanti svolazzi di parole, a farmi toccare con mano verità scomode.
Mi sono emozionata, quindi sì: questa è una storia da leggere!
Sinossi:
Pregiudizi ed ipocrisia sono lo sfondo della storia ambientata negli anni trenta a Marsala, piccola città siciliana.
Consiglia, contessa, sposata con Antonio, ricco commerciante di vino, scopre che il marito ha messo incinta una loro domestica. La donna è sempre stata consapevole dei tradimenti del coniuge ma non può sopportare l'umiliazione di un figlio, che lei invece non ha potuto concepire. Allontanata la domestica dal paese, la paga per non rivelare la paternità del bambino che sta per nascere .
Annita, la domestica, che non ha mai accettato la gravidanza e la nascita del figlio, nato durante la vedovanza, ben presto lo abbandonerà.
La mancanza di un figlio pesa nell'esistenza di Consiglia, come un macigno, rendendola infelice e lacerata dai ricordi del passato, ma a volte il vento caldo dello scirocco riesce a spazzare via tutti i ricordi di una vita e dare una seconda opportunità.