martedì 18 aprile 2017

La signorina Else di Arthur Schnitzler



La signorina Else di Arthur Schnitzler

recensione a cura di 

Ferlisi Maria Lucia

Else, una bella, ironica, intelligente e giovane diciannovenne viennese, si trova in vacanza a San Martino di Castrozza, nota località di soggiorno in montagna per clienti benestanti, a spese della zia. La giovane ragazza, durante la vacanza, riceve una lettera dalla madre. Il padre, noto avvocato, ha il vizio del gioco ed è sempre pieno di debiti, ed in lotta con i creditori. 

La madre nella lettera le chiede di implorare i soldi, per estinguere il debito del padre, con il rischio della galera e la paura di un suicidio per lo scandalo che il suo arresto creerebbe, ad un amico del padre, signor von Dorsday, che sta soggiornando nel suo stesso albergo. La cifra da richiedere è di 30.000 fiorini che con una seconda missiva diventeranno 50.000.
Tale richiesta mette in subbuglio la ragazza, non le piace dover chiedere questi soldi, a causa del vizio del gioco del padre, ma al tempo stesso è consapevole che non vi è altra scelta. 


Lei non può contribuire, non lavora, non sa fare nulla, ha solo studiato, sa suonare il piano, sa come ci si comporta nella società, ma di produttivo non sa fare altro. Alle donne non è richiesta nessuna capacità se non quella di cercare marito, possibilmente un buon partito, sposarsi e mettere al mondo dei figli.
Questo è ciò che chiede la famiglia e la società borghese in cui vive.

L'amico del padre, quando riceve la richiesta di denaro da parte di Else, acconsente, ma la ragazza dovrà portarsi nella sua camera, o nel bosco, in un luogo appartato che conosce solo lui, e mostrarsi a lui, completamente nuda.
La scelta non è facile, la sua vita contro quella del padre. 
Per la libertà del padre vale la pena compromettere il suo onore? Quello che le chiede sua madre alla fine è una richiesta di prostituzione, alla quale lei deve assoggettarsi, una ricatto genitoriale, di cui è consapevole e la rende ancora più vulnerabile di fronte alla consapevolezza che sia la madre che il padre immaginavano quale potesse essere il debito da pagare in cambio del denaro...


Come può contrapporsi a queste duplice richiesta una della madre, l'altra dell'amico del padre.
E' amareggiata, delusa, triste e sola in questa scelta da cui dipende la vita di suo padre, contrapposta alla sua onorabilità.
Può esistere un metodo per sfuggire a questo vile e duplice ricatto? Sì esiste.

Ancora una volta un romanzo breve, riesce a scatenare una tempesta di emozioni, dimostrando che il numero delle pagine non determina la qualità di un romanzo. Una storia che si consuma nel giro di poche ore all'interno di un albergo. Questo romanzo breve è un vero capolavoro della letteratura del novecento.

Arthur Schnitzler, attraverso il monologo interiore, cioè la narrazione secondo il punto di vista della protagonista, mette in luce tutti i difetti della società viennese e della famiglia borghese, dove il dialogo è inesistente e dove la prostituzione della figlia è secondaria allo scandalo che creerebbe l'arresto del padre, di cui tutti sanno il vizio del gioco. La verità che si cerca di camuffare, ma che tutti conosco, nella società delle menzogne. 

Nel romanzo non vi sono dialoghi, Else parla a se stessa e riflette. Riflessioni amare, sulla condizione di donna nella società borghese, riflessioni sulla società e sulla sua famiglia così distante e vuota, dove i sentimenti non sembrano esistere. Else non riesce a comprendere questi giochi della società, le rifiuta, non vuole far parte di un mercimonio del suo corpo, perché sposarsi con un uomo ricco per "sistemarsi" non è poi ben diverso dal mostrarsi nuda ad un vecchio bavoso per salvare la famiglia. 


Si tratta sempre di una compravendita di se stessi, del proprio corpo e della propria dignità.

Un conflitto interiore condotto con abilità, tanto da faticare a comprendere che possa essere stato scritto da una mano maschile. Un romanzo sulla corruzione morale e sociale di questa società falsa ed ipocrita una storia moderna ed attuale ancora oggi, dove l'apparire conta più dell'essere, allora come oggi..
Un capolavoro che riesce ad emozionare da oltre un secolo.



Sinossi:

Nell’opera di Schnitzler, La signorina Else è un’aria mirabile, che continua a suonare nell’orecchio di chi l’ha sentita anche una sola volta. Fin dalle prime battute, e poi sempre più trascinati sino alla fine, avvertiamo il battito tumultuante del sangue e delle parole che circolano nella testa di Else, l’adolescente «altera», vivida e appassionata. Incombe su di lei, sulle sue nervose vacanze alpine, una catastrofe familiare. E la madre stessa, con il tono mellifluo e patetico che si conviene alla stregoneria familiare, la invita a vendersi per salvare la famiglia. Tutto il testo di Schnitzler è nella reazione di Else a questa richiesta, vissuta prima come premonizione, quando la lettera della madre non è ancora aperta, e poi come sfida, una sfida mortale. Mai forse un altro narratore moderno era riuscito a fondere il monologo interiore, la fantasticheria, l’azione e il dialogo (e perfino la musica, nella scena culminante) in una simile intimità, dove ogni elemento è il fremente rovescio dell’altro. Non meno di Molly Bloom, Else si offre a noi dall’interno nelle sue minime oscillazioni psichiche, che qui affiorano con quella velocità mentale che la prosa quasi mai riesce a catturare. Ma – e questo è il più azzardato, il più felice artificio di Schnitzler – al tempo stesso la contempliamo dall’esterno e la sua presenza si impone a noi come quella di un’antica eroina.

Scheda libro:

Titolo: La signorina else
Casa editrice: Feltrinelli

Pagine: 123


venerdì 14 aprile 2017

Afrodite bacia tutti di Stefania Signorelli


           Afrodite bacia tutti di Stefania Signorelli
recensione  di 
Ferlisi Maria Lucia


"Afrodite bacia tutti" il nuovo romanzo di Stefania Signorelli, si avvale dei miti greci per raccontare la realtà contemporanea.
Tredici racconti narrati con un linguaggio aulico, ma al tempo stesso leggero e scorrevole.
L'autrice ci narra di Afrodite e Nefesto, di Eco e Narciso, di Menelao ed Elena, di Achille e di Pandora...

Un libro che attraverso un'analisi ironica, riesce a riproporre vecchi miti greci, ancora oggi attualissimi, impersonificati in corpi nuovi, per rivivere una vita monotamente uguale alla precedente.

Certo hanno cambiato immagine, non abbiamo pepli, specchi o vasi, abbiamo smart-phone, facebook , tv e skipe... Ma la realtà è immutabile, le gesta si rigenerano, la follia rimane sempre uguale a se stessa. La vita, pregna del passato, si ripropone stritolando il nuovo Narciso o Achille, nelle nuove tecnologie.

Un libro che ci fa riflettere sui nuovi mezzi di comunicazione, sull'uso dei selfie, su Skype, sul'uso dei nuovi social che fanno nascere nuove malattie come la sindrome di " hikikomori e dimenticano usi e luoghi antichi.

Ci chiudiamo dentro una stanza, dietro un selfie, dietro lo schermo di una tv, perché la comunicazione è sparita, naufragata, nascosta dietro alle immagini sempre più belle ed accativanti e velocissime, ma che ci privano della realtà e della vita vera.


I miti si rigenerano in tutta la loro brutalità, tutto viene accettato e accolto perchè all'ineluttabilità della vita non puoi opporti. Come potresti poi, se nella realtà grava tutto il passato?

Afrodite "una rosa inzuppata nella panna".
Cassandra con "le sue parole stropicciate e perse. Foglie al vento d’autunno".
"La voce di Narciso, con la sua fragile dolcezza".
"Persefone desiderava una pioggia che non cessasse e una grandine che scrosciasse forte sui regoli e le grondaie del tetto".
"Pandora. Le lettere nel vaso si agitano oblique e chiamano il mio nome".

Non vi resta che assaporare questi racconti, questi "Piccoli pensieri. Dolci come mandarini"
 di Stefania Signorelli



SCHEDA LIBRO

Titolo: Afrodite bacia tutti
Autore: Stefania Signorelli
Pagine: 183
Editore: Prospero Editore



SINOSSI

Miti greci sonnecchiano, ma non troppo, in corpi contemporanei. Perchè gli dèi non solo non sono morti, ma godono di ottima salute.
Abitano in questi tredici racconti "caleidoscopio" Mida, che non è un re ma ha il vizio dell'oro e teme di condividerlo con gli sbarcati; Narciso, che ama solo se stesso e i selfie che lo ritraggono; Ercole, manovale malinconico con ex moglie molto a carico; Penelope, fedele a una città perduta; la bella Elena, che perde, alla lettera, la propria testa per Paride; Achille, responsabile aziendale delle risorse umane pi ù che annoiato dalla mediocrità che lo circonda; Afrodite, sospirata da tutti (marito Efesto compreso); Pandora, che ha per vaso la propria mente e tenta invano di nasconderci ogni paura; Persefone, in crisi matrimoniale; Arianna, che ha perduto sia Teseo che il filo. E se Anchise è parcheggiato in casa di riposo, ovviamente Megera non può che essere un'ex fidanzata vendicativa quanto machiavellica.

BIBLIOGRAFIA

Stefania Signorelli, classe 1973, è una maestra. Dopo aver conseguito i titoli in "Operatore dei servizi bibliotecari", "Scienze dell'educazione" e "Scienze della Formazione primaria", è uscita dal tunnel della saggistica e ne è lieta.
Ha scritto: Indice indaffarato

"Un esercizio di scrittura collettiva sul tema della lotta allo stigma realizzato in una classe di V elementare molto creativa, diventa un albo illustrato utile a tutti i lettori. C'era una volta e ancora c'è Indice Indaffarato, un dito "maestrino" ben puntato verso le diversità per etichettarle. A quale cattivo appartiene la mano? Età di lettura: da 6 anni.  "

giovedì 13 aprile 2017

Libri per le vacanze Pasquali

Libri per le vacanze Pasquali

Siete già pronti/e per andare in vacanza in questo periodo Pasquale? Fate benissimo, concedetevi qualche giorno di relax tra le montagne, le colline o il mare.
Ricordatevi di mettere qualche libro in valigia, il relax fa bene, ma leggere aumenterà il vostro benessere.
Qualche consiglio primaverile o Pasquale necessita, lo so,  ecco per voi  qualche titolo da mettere in valigia, accanto al pigiamino, o alla lingerie sexy!









mercoledì 12 aprile 2017

Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé... di Lodovica San Guedoro


Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé... 
di 
Lodovica San Guedoro


L'autrice Lodovica San Guedoro con il libro "Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé..." è stata scelta ed inserita tra i 27 libri che potranno raggiungere la finalissima al prestigioso Premio Strega.
L'autrice è stata accompagnata alla finale da due grandi scrittrici: Dacia Maraini e Maria Rosa Cutufrelli.
Due donne da sempre vicine all'universo femminile e la loro scelta si può considerare come una garanzia per il romanzo di Lodovica San Guedoro. Vi propongo la sinossi del romanzo per incuriosirvi e magari iniziare la lettura di questo libro, come farò io, a presto vi proporrò anche la recensione.
Buona lettura

Sinossi

Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé...” racconta con un tono sommesso, delicato e poetico, di sorprendente sincerità, una storia d’amore del tutto non convenzionale, nata in autunno tra una scrittrice non più giovane e sposata e un conducente della metropolitana, ancora giovane e sposato, fuggito, ragazzo, dalla Bosnia in guerra. Lei è atea, lui maomettano,lei è colta, lui non lo è, lei è emancipata, lui in bilico tra retaggio e modernità…
Per quanto li accomunino freschezza di spirito, giocosità e trasgressività vitalistica, per quanto siano fortemente attratti l’una dall’altro, arrivare a una fusione delle anime, che consenta loro di raggiungere un’unione fisica, si rivela perciò un’avventura molto intricata, un’impresa piena di peripezie, di equivoci, di dolore, di felicità e di colpi di scena.
Felix Krull Editore partecipa con questo libro alle edizioni 2017 del Viareggio e dello Strega. Lodovica San Guedoro, ricordiamo, è già stata candidata l’anno scorso ai medesimi
premi con il romanzo-commedia “L’allegro manicomio”.

Vi posto anche i commenti della scelta del testo da presentare alla selezione del Premio Strega delle due autrici.


Dacia Maraini
Il romanzo della San Guedoro è un delicato ed ingenuo discorso sull'amore fra due persone di culture diverse. L'aria che vi si respira, pesca in un clima di arcaica suggestione..come un lieve volo di farfalle, che in un mondo di coltelli e pistole fa l'effetto delle foglie che si porta via il vento. Ma la sua serietà nei dettagli e la passione per il racconto, lo rendono degno di partecipare alla selezione al Premio Strega.


Maria Rosa Cutrufelli
"Pastor che a notte ombrosa" di Lodovica San Guedoro è la storia di un amore difficile perché fuori dagli schemi usuali. Sono molte le barriere psicologiche e sociali che dividono i due protagonisti: l'età, le origini,la cultura, la situazione familiare. Ma ad unirli è un'attrazione profonda, fatta di curiosità per l'altro e di voglia di vivere.
L'amore tuttavia non basta a rompere le barriere e alla speranza segue ben presto la disillusione.
Un romanzo scritto con toni lievi, a volte quasi incantati. Per questa sua capacità di mescolare il reale e il fantastico, il terreno ed il trascendentale lo propongo alla selezione del Premio Strega per l'anno 2017



domenica 9 aprile 2017

Intervista a Mauro Fornaro

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Carissimi amici ed amiche del blog, oggi voglio presentarvi un amico blogger e scrittore: Mauro Fornaro.  Sportivo, amante del basket e della letteratura americana.
Visto l'uscita del suo libro "L'uomo che piangeva in silenzio", ho voluto intervistarlo lui simpaticamente ha accettato al volo.

Ed ecco chi è il nostro amico scrittore Mauro.
Se l'intervista non esaurisce la vostra curiosità non vi resta che..acquistare il libro.









1) Dimmi chi è Mauro Fornaro, presentati ai lettori. 
Sono un allenatore di basket, scrittore e blogger. Passo le mie giornate in palestra e a scrivere. 

2) Perché e quando hai cominciato a scrivere. 
Ho sempre avuto la passione della lettura, poi con gli anni ho iniziato anche a scrivere le prime poesie e poi, col tempo, ho "capito" che forse potevo scrivere tutti i giorni.

3) Quali sono i tuoi modelli di scrittura, a chi ti ispiri quando scrivi? 
Da appassionato di letteratura americana non posso non farti questi nomi: Fante, Lansdale, Bukowski, Hemingway, tanto per fartene alcuni. Spero comunque d'avere uno stile mio e non scimmiottare nessuno.

4) Quale autore è stato determinante per pensare: "anch'io voglio scrivere". 
Bukowski, mi ha insegnato che nella merxxa della vita, c'è sempre uno spiraglio per rincorrere il proprio sogno.

5) Come ti piace scrivere al pc o usi carta e penna? 
Entrambi! scrivere con il pc è comodo e facile, però la penna ha quel fascino e quell'intimità che il pc non potrà mai avere.

6) Quando scrivi un libro hai già tutto chiaro nella mente? 
Assolutamente no! Sono convinto che sia lui a farsi scrivere, io lo aiuto solo ad uscire allo scoperto.

7) Hai appena scritto un libro "l'uomo che piangeva in silenzio", in uscita proprio questi giorni, vuoi presentarlo ai nostri lettori? 
E’ la storia di uno scrittore, tanto per non andare lontano, in crisi con se stesso e con il mondo. Solo l'amore lo potrà salvare. diciamo che è a lunghi tratti autobiografico.

8) Perché dobbiamo acquistare il tuo libro? 
Perché è un libro che fa riflettere e mette a nudo le emozioni di uomo.

9) Il tuo libro è un romanzo breve, molti lettori snobbano i romanzi brevi, spiega ai lettori, come hai fatto nel tuo blog, perché non sono così importanti il numero delle pagine per affrontare una buona lettura. 
Molti lettori più che snobbare certi tipi di libri, ne comprano uno all'anno. Quello di cui hanno letto la recensione in una rivista dal dentista. E spesso si imbattono in libri di molte pagine e sempre di grandi editori. Detto questo, il problema non sono le pagine di un libro, ma il messaggio che lancia il libro. Pensare che solo un romanzo di 500 pagine abbia dignità, vuol dire fare categorie nella scrittura. Mentre io penso che tutto, poesie, racconti, romanzi brevi e non, siano di serie a.


http://www.edizionidelfaro.it/libri/l%E2%80%99uomo-che-piangeva-silenzio


sabato 8 aprile 2017

71° Premio Strega



 71° Premio Strega
Ecco i 27 libri che sono stati scelti per la LXXI edizione del Premio Strega, ed il 20 aprile il comitato direttivo ne sceglierà 12.
Anche quest'anno sono presenti libri editi da piccole case editrici, per fortuna!
Voi ne avete letto qualcuno di quelli scelti dal comitato?



  • Teresa Ciabatti, “La più amata” (Mondadori)
    Presentato da Stefano Bartezzaghi e Edoardo Nesi
  • Paolo Cognetti, “Le otto montagne” (Einaudi)
    Presentato da Cristina Comencini e Benedetta Tobagi
  • Domenico Dara, “Appunti di meccanica celeste” (Nutrimenti)
    Presentato da Valeria Parrella e Andrea Vitali
  • Anna Giurickovic Dato, “La figlia femmina” (Fazi)
    Presentato da Maria Ida Gaeta e Giuseppe Leonelli
  • Giorgio Dell’Arti, “Bibbia pagana” (Clichy)
    Presentato da Fulvio Abbate e Raffaele La Capria
  • Marco Ferrante, “Gin tonic a occhi chiusi” (Giunti)
    Presentato da Pierluigi Battista e Antonella Cilento
  • Silvana Grasso, “Solo se c’è la luna” (Marsilio)
    Presentato da Lucia Annunziata e Salvatore Silvano Nigro
  • Davide Grittani, “E invece io” (Robin)
    Presentato da Maria Cristina Donnarumma e Roberto Pazzi
  • Wanda Marasco, “La compagnia delle anime finte” (Neri Pozza)
    Presentato da Paolo Di Stefano e Silvio Perrella
  • Chiara Marchelli, “Le notti blu” (Perrone)
    Presentato da Elisabetta Mondello e Giorgio Van Straten
  • Gian Domenico Mazzocato, “Il castrato di Vivaldi” (Biblioteca dei Leoni)
    Presentato da Maurizio Cucchi e Paolo Ruffilli
  • Monaldi&Sorti, “Malaparte. Morte come me” (Baldini&Castoldi)
    Presentato da Franco Cardini e Lucio Villari
  • Matteo Nucci, “È giusto obbedire alla notte” (Ponte alle Grazie)
    Presentato da Annalena Benini e Walter Pedullà
  • Ferruccio Parazzoli, “Amici per paura” (SEM)
    Presentato da Giorgio Ficara e Sergio Zavoli
  • Fabrizio Patriarca, “Tokyo transit” (66th&2nd)
    Presentato da Raffaele Manica e Alessandro Piperno
  • Carmela Pierri, “Mangia con gli occhi” (Aracne)
    Presentato da Antonio Augenti e Simonetta Bartolini
  • Giorgio Pressburger, “Don Ponzio Capodoglio” (Marsilio)
    Presentato da Gianfranco De Bosio e Massimo Raffaeli
  • Nicola Ravera Rafele, “Il senso della lotta” (Fandango Libri)
    Presentato da Filippo La Porta e Paola Mastrocola
  • Alberto Rollo, “Un’educazione milanese” (Manni)
    Presentato da Giuseppe Antonelli e Piero Dorfles
  • Marco Rossari, “Le cento vite di Nemesio” (e/o)
    Presentato da Giancarlo De Cataldo e Fabio Geda
  • Lodovica San Guedoro, “Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé” (Felix Krull)
    Presentato da Maria Rosa Cutrufelli e Dacia Maraini
  • Vanni Santoni, “La stanza profonda” (Laterza)
    Presentato da Silvia Ballestra e Alessandro Barbero
  • Luigi Sardiello, “Il punto che non conosco” (Licosia)
    Presentato da Masolino d’Amico e Franco Di Mare
  • Tito Schipa Jr., “Orfeo 9 – Then an Alley” (Argo)
    Presentato da Paolo Ferruzzi e Marcello Panni
  • Gianni Tetti, “Grande nudo” (Neo)
    Presentato da Raffaella Morselli e Massimo Onofri
  • Alberto Toso Fei, “Orientalia” (Round Robin)
    Presentato da Roberto Ippolito e Mimmo Paladino
  • Claudio Volpe, “La traiettoria dell’amore” (Laurana)
    Presentato da Francesca Pansa e Carla Tagliarini

venerdì 7 aprile 2017

Il bambino che narrava storie

Il bambino che narrava storie di Zana Frailon
recensione a cura di 
Ferlisi Maria Lucia

Un bambino per crescere ha bisogno di ricevere stimoli e di osservare i luoghi dove vive.
Ha bisogno di punti di riferimento come i genitori, la scuola, i giardini per giocare, i giochi stessi. Tutte cose che diamo per scontate. Quale bambino non ha questo?
Subhi è un bambino invisibile e come lui ce ne sono migliaia. Subhi non conosce i genitori, ha solo un vago ricordo della madre che per sfuggire alla guerra si è imbarcata per un luogo dove potesse dare al figlio, appena nato, sicurezza e speranza di poter vivere, lontano da un paese seminato da odio e da guerre fratricide.

Subhi, non sa cosa sono i giocattoli, non sa cosa vuol dire calpestare un prato erboso, non conosce il mare, non sa cosa sia mangiare dei pasti veri, non conosce il sapore della cioccolata.

Il protagonista di questa commovente e tragica storia vive, da quando è nato, in un campo profughi. Vive circondato da ringhiere con filo spinato, dorme in una brandina militare malconcia e quando ha freddo si copre con delle coperte sporche e pungenti. Non sa come possa essere il mondo oltre quella innaturale barriera, lui vive al di qua, e deve stare molto attento, non può giocare o urlare con gli atri bambini, le loro risate infastidiscono i militari che li controllano.
Eppure questi bambini come tutti gli altri rifugiati, non hanno commesso dei reati, allora perché vivono come dei carcerati?

Una domando che rimane senza risposta, sospesa nell'incredulità dei loro piccoli cuori.

Vivono in tende e non hanno un nome, ma dei numeri, lui ad esempio è il numero...

Non hai identità.
Non hai voce.
Non hai nulla.
Sei un bambino invisibile. Una donna invisibile. Un uomo invisibile.

Tenuti come tante bestie nelle gabbie, raggruppati e numerati, senza alcuna identità.
Trattati come tali, non devono chiedere, non devono gridare, non devono protestare. Manca il cibo, arriverà, l'acqua deve essere razionata, la minestra non ha sapore, a volte è metallica,altre volte è gommosa, ma la fame è tanta ed allora ingoi tutto e gratti la ciotola nella speranza che possa essercene ancora. Ti ammali, ma puoi solo vomitare.
Ci sono tanti bambini nel campo di detenzione ed hanno cercato d'inserirli nelle scuole del paese, ma nessuno li vuole. Hanno assoldato un maestro, ma costa troppo ed è stato eliminato, tanto non serve che loro imparino, sono solo dei numeri, perché spendere dei soldi per loro?
Subhi riesce ancora a sognare, ed immagina il mare, ne sente il profumo, sente le onde che lambisco la terra di quel campo polveroso e infuocato d'estate, infangato e freddo d'inverno. I sogni nessuno li vede, non possono essere spezzati, e il bambino continua a farlo nell'indifferenza di tutti quei soldati, di cui solo uno riesce a sorridere incontrando i suoi occhi ed addirittura gli regala dei fogli e delle matite colorate ed anche della cioccolata che il bambino fa sciogliere lentamente in bocca, per apprezzarne il gusto fino in fondo.

Subhi vuole sopravvivere a quelle misere giornate dove la noia fa da padrona.
"solo che sto per cominciare ad annoiarmi, una noia che mi schiaccia. Sto seduto fuori a guardare le gocce di sudore che mi scorrono veloci lungo il gomito, per poi fermarle con un dito. Odio questa sensazione di non sapere cosa fare."

Subhi incontra una sera Jimmie, una bambina al di la della recinzione, lei ha perso la madre e le è rimasto soltanto un quaderno. I due bambini si incontrano tutte le sere, subhi per lei inventa storie e riesce ad incantarla. Sono storie che lo aiutano a superare non solo la noia di quel campo recintato, ma per avere una speranza di sopravvivere e di costruirsi una vita fuori da quella prigione a tutti gli effetti. Sono storie di speranza e libertà, di coraggio e di vita. Subhi e Jimmie sognano insieme un mondo diverso fatto di mare e di libertà, di sapori e di cioccolata, sognano la libertà ed un paese dove possano essere chiamati per nome.
Sognano e sperano che un giorno la loro vita possa cambiare, un domani, magari non tanto lontano.


Un libro forte, commovente e drammatico, raccontato con maestria dall'autrice che riesce a porci davanti alla verità dei campi di accoglienza, raccontandone le atrocità filtrate dagli occhi di un bambino.
Una libro di denuncia, pacata e sottile, ma non per questo meno efficace. Riga dopo riga, pagina dopo pagina non puoi che riflettere e porti delle domande. Un libro che urla le condizioni inumane di queste persone prigioniere pur essendo innocenti, privi di libertà e la cui dignità viene calpestata ogni giorno.
Un romanzo che descrive con precisione accurata la vita che si svolge all'interno dei campi, senza accuse ma con la necessità di narrare la verità quella spiacevole e nascosta. Un romanzo che è cronaca ma soprattutto è pervaso dal bisogno di libertà e di speranza.

Sinossi:

Subhi è un bambino. Nato in un campo di detenzione dopo che la madre è fuggita dalla guerra che stava distruggendo il suo paese. La sua vita è dietro una recinzione, ma il mondo della sua immaginazione è molto più grande di quello della sua realtà. La notte il mare gli porta dei doni, sente il canto delle balene, gli uccelli gli raccontano le loro storie. Ma il dono più bello è la piccola Jimmie, una ragazzina trascurata e vivace, che gli appare una sera dall’altra parte della recinzione. Fra le braccia stringe un quaderno che le ha lasciato la madre prima di morire, ma Jimmie non sa leggere. Subhi, che con la sua fantasia costruisce mondi meravigliosi, inventerà delle storie che incantano Jimmie e che costruiscono intorno a loro l’idea di un futuro e di una vita possibile, anche quando la realtà mostra solo la sua faccia peggiore. Perché è il nostro sguardo a determinare quello che vediamo ed è la nostra capacità di narrare la nostra vita a renderla degna di essere vissuta. E nessuno, più dei bambini, sa trasformare il presente attraverso il filtro dell'immaginazione. Intenso, commovente, «Il bambino che narrava storie» è una favola senza tempo di sopravvivenza e di coraggio che ricorda a tutti l’importanza della libertà, della speranza e il potere della fantasia per chiunque soffra


Scheda libro:

Autore: Zana Fraillon
Titolo: Il bambino che narrava storie
Casa Editrice: Corbaccio
Pagine: 252


https://www.amazon.it/bambino-che-narrava-storie/dp/8867002015







martedì 4 aprile 2017

Fuori Zona Comfort Con $15 Al Giorno: Diario E Foto Tra Australia E Thailandia


Fuori Zona Comfort Con $15 Al Giorno: Diario E Foto Tra Australia E Thailandia di Umberto Cavazzini.

Recensione a cura di Ferlisi Maria Lucia


Non aspettatevi un romanzo, non lo è. Umberto Cavazzini ha scritto un diario di viaggio, aiutandosi con Google Kep, tutti giorni ha preso nota dei momenti più salienti della giornata. Il libro non è suddiviso in capitoli con titoli, ha solo date.
Ad Umberto non è stato sufficiente viaggiare, conoscere il mondo per ben otto mesi. No, come dice lui stesso, ha voluto anche pubblicare questo diario.
Dopo una mega festa di addio con tutti i suoi amici, si è preparato per la partenza verso la prima meta del lungo viaggio: Sydney.
L'autore ha sentito il bisogno fisico di lasciare il proprio paese, di cui non ha più rispetto, per cercare altri orizzonti, non solo dal punto di vista visivo, ma voleva provare altre realtà economiche e politiche.
In questa Italia si sente soffocare, non riconosce più come suo questo paese corrotto, e i suoi abitanti che non riescono a ribellarsi.
Allora via, uno zaino, pochi soldi, ma la speranza di trovare un senso a questa insoddisfazione che sente dentro l'animo.
"Non più conoscenti che non sanno fare domande", "non più gnocche asociali ed introverse", non più grigiore sociale", "non più politici corrotti".
"Ho bisogno di impulsi vitali di quelli forti", per vivere al meglio e non sopravvivere.

Certo anche a lui in aeroporto, al momento della partenza, due lacrime scivolano durante l'abbraccio con la madre, loro due "siamo due anime che si uniscono e si ritrovano nel cuore".
Ma poco importa, la partenza è fissata, nulla può distoglierlo dal progetto, nemmeno l'amore per sua madre. Perché è giunta l'ora in cui si deve "ricominciare da capo, con tanti sogni e un po' troppe speranze".
Vale la pena allontanarsi per vivere e conoscere altre realtà, per confrontarle e comprendere, così l'autore, tra una birra e della buona musica, sperimenta la vita fuori dall'Italia. Certo non è per nulla facile vivere all'estero, con pochi soldi, ma i centri commerciali offrono pranzi per pochi soldi e per dormire si può provare la scomodità dell'ostello o la generosità del couchsurfing. 
Tutto per sfuggire alla società delle apparenze. Ma la realtà non è poi così diversa. Anche qui le apparenze contano e tu sei il signor nessuno in terra straniera. Poi un po' troppe regole soprattutto legate al bere, ed ad Umberto questo non piace. Allora è l'autore che "non riesce a convivere con se stesso?"
Forse, o forse le società sono tutte uguali a se stesse.
La frase "non sono nessuno ma posso essere chi voglio", può essere valida?

In Thailandia l'autore trova persone più gentili, anche se ovunque regna alta la miseria, ma è anche un popolo di truffatori e lui stesso ne paga le spese. L'impatto con questo paese è sicuramente positivo.

"Si vede più che altro un paese che vive di semplicità, di modestia, che non si fotte la testa con mille inutili fronzoli, che non ha troppa cura per l’ estetica di case, macchine e strade, ma che offre splendide rifiniture per templi e santuari. Che stia a simboleggiare la volontà di non rendere importante il mondo materiale, ma solo quello dello spirito? Si percepisce che qui la vita è più autentica, spontanea, saggia, genuina."

"La Thailandia mi stupisce sempre più, giorno dopo giorno. Qui c’ è molto da fare e da vedere, anche grazie al basso costo della vita, e al fatto che i paesaggi sono molto differenti tra loro e tutti intrisi di tradizione. Sto quindi spendendo più di quello che prevedevo, proprio perché voglio vivere al meglio questi ultimi momenti, e voglio anche assaporare emozioni indimenticabili che altrove mi costerebbero un occhio della testa. "

L'autore con un linguaggio scorrevole, spesso irriverente, ci descrive, giorno dopo giorno, la vita fuori dalle nostre abitudini, dai nostri luoghi cari e dai nostri amici. Certo ci si può sentire soli, ma è importante vivere queste esperienze, immergersi in queste emozioni, scoprire altre mondi e realtà possibili.
Il ritorno a casa è sempre ineguagliabile., con la consapevolezza però che "Fermarsi è l’ unico divieto" che dobbiamo sempre ricordarci per vivere veramente.
Il libro è corredato da splendide foto, di questo lungo viaggio di scoperta, che arricchiscono e completano il libro.


Sinossi:

 e se ti ritrovassi in giro per il mondo alla scoperta di tutto ciò che ti è ignoto, in totale libertà, senza meta, con pochi risparmi e buon spirito di adattamento: che cosa potrebbe accadere? Eccoti la mia risposta alla domanda. Una risposta annotata lungo tutto il libro, carica di vicende e incontri assurdi, scoperte, emozioni, foto.

Scheda Libro

Autore: Umberto Cavazzini
Titolo: Fuori Zona Comfort Con $15 Al Giorno: Diario E Foto Tra Australia E Thailandia
Casa editrice: CreateSpace Independent Publishing Platform

Pagine: 404

sabato 1 aprile 2017

Panda edizione

Oggi voglio presentarvi una piccola casa editrice, ma con un catalogo ben articolato, sono presenti : Narrativa, saggistica, poesia, panda bimbi, libri e stampe d'arte, territorio veneto, le delizie del fiume Brenta.
La casa editrice, diretta dal dott. Andrea Tralli, è nata nel 1978, l'impegno della casa editrice è di pubblicare solo libri di qualità, sia come contenuti che come qualità di fattura. 
Panda Edizioni ha oltre 500 titoli nel catalogo.
Gli esordienti sono i benvenuti, offre, inoltre, vari servizi come la valutazione dei testi, la conversione dei testi in ebook e vari servizi redazionali.



Vi presento qualche foto di titoli per constatare da soli la qualità della Panda Edizione.
https://www.pandaedizioni.it/





venerdì 31 marzo 2017

L'ultima sposa di Palmira di Giuseppe Lupo

L'ultima sposa di Palmira 
di 
Giuseppe Lupo
Recensione a cura di Ferlisi Maria Lucia


Terremoto 1980 in Basilicata
L'antropologa esperta in civiltà mediterranee parte dal suo Nord per recarsi nel cuore d'Italia: la Lucania, per cercare di ricompattare con lo studio di questi luoghi lo strappo, la ferita che il terremoto ha inferto a questi luoghi sconosciuti.
In questo suo viaggio si imbatte con un abitane del luogo Vito Gerusalemme, un falegname intagliatore. Un vecchio abitante tranquillo di un paese che si chiama Palmira, sconosciuto all'Italia stessa. A lui adesso tra queste macerie, spetta il compito di restituire memoria e ricordi di questo paese. Vito Gerusalemme lo fa nell'unico modo che conosce : intagliare. L'uomo, ormai vecchio, nei suoi armadi intaglia storie e adesso l'ultimo armadio che ha intagliato lo regalerà a Rosa Consilia, l'ultima sposa di questo minuscolo paese. 
Palmira è stata testimone di molte storie, di nascite, di matrimoni, di gioia e di dolore. Storie vere e storie irreali, dove la magia si mescola con facilità alla vita reale. Questo paese è la culla delle tradizioni ma anche dei misteri, di pozioni magiche e scarpe fatte a mano che sono in grado di far guarire chi le calza, donne che predicono il futuro guardando nelle pupille.
Ogni data corrisponde ad una breve storia che Gerusalemme tramanda alla storica che prende nota diligentemente.


Gerusalemme è ormai vecchio e l'ultima sposa non avrà figli. Il paese sarà dimenticato, a Viviana spetta il compito di consegnare al futuro la storia degli abitanti attraverso la testimonianza scritta di luoghi e tradizioni, di persone e case di magia e realtà . Il terremoto mette fine con le sue macerie a una realtà che è già morta. 
Adesso è diventata studio, raccolta storia. 
Parole di un libro di persone che non avranno più un futuro.
Giuseppe Lupo ci trasporta in questo angolo dimenticato del cuore d'Italia, fra  vicoli e stradine dimenticate, lo fa per rendere omaggio ad un paese che non c'è più e che non c'è mai stato. L'autore vuole ricordarci che non dobbiamo disperdere tutto quel bagaglio di ricordi, tradizioni, racconti che ogni paese piccolo o grande che sia possiede come testimonianza e come cultura del luogo.

Un libro piacevole,  scritto con garbo dall'autore Giuseppe Lupo


Sinossi




giovedì 30 marzo 2017

I segreti della famiglia Ferrolongo di Danilo Persicani

Tra i vari romanzi in uscita per la casa editrice Parallelo45, mi ha colpito questo titolo: "I segreti della famiglia Ferrolongo" dell'autore Danilo Persicani.
Quando nel titolo vi è inserita la parola "segreti", suscita subito in me una certa curiosità, da sempre attratta dalle storie di famiglie, il binomio famiglia/segreti diventa ancora più allettante.
Non aspettatevi il solito  giallo, l'autore ha voluto ricercare la verità all'interno di questa famiglia, mettendone in totale evidenza i pregi e i difetti e la verità viene a galla in modo naturale. Una storia di provincia, da sempre luogo di misteri e segreti, una storia di donne anche, il tutto raccontato con maestria dall'autore piacentino Danilo Persicani


sinossi
Asti, 1939. In un pomeriggio di settembre, nella splendida villa della ricca famiglia Ferrolongo, vengono trovati i corpi esanimi di Agnese Ferrolongo e del figlio Corrado Lanzi, uccisi da due colpi di pistola, entrambi sparati a bruciapelo. Le indagini dei carabinieri si svolgono quasi esclusivamente all’interno di quella chiacchierata famiglia di antica e nobile origine piemontese che da molto tempo fa discutere i salotti buoni della città, come anche, e forse ancor di più, la comune gente di strada. Ricchezza e potere si mescolano intimamente a opinioni popolari e ad antiche superstizioni religiose, il tutto circondato, e talora sovrastato, da un immancabile sottofondo politico che fa dell’ideologia fascista sia scudo che pretesto per altre e diverse considerazioni sui singoli componenti di quella importante famiglia. Il desiderio popolare di porre fine a certe squallide e scandalose dicerie, incredibilmente vive attorno alla famiglia Ferrolongo da tempo ormai immemorabile, porta gli investigatori a una soluzione rapida e imprevedibile: l’accusa di duplice omicidio premeditato a carico dell’ingegner Federico Lanzi, marito di Agnese e padre di Corrado. A sua difesa viene nominato un noto penalista, l’avvocato Alfredo Vigero, che, con determinazione e sagacia, riuscirà a mettere a nudo quei segreti che da troppo tempo accompagnavano la vita tormentata delle donne della famiglia Ferrolongo e da qui a risalire all’autore dei due omicidi… E non solo.


Danilo Persicani nasce a Piacenza nel 1953. Geologo, ricercatore e docente, durante la sua attività presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e il Politecnico di Torino, pubblica numerosi articoli scientifici sul tema dell’inquinamento ambientale. È inoltre autore di due monografie: Elementi di scienza del suolo (Casa Editrice Ambrosiana, Milano) e La parola al Professore (Armando Editore, Roma). Per Parallelo45 Edizioni scrive: Il tesoro di Santo Stefano e Le pievi di San Colombano, rispettivamente Atto I e II de I delitti della Via Francigena.







Una scrittrice dimenticata: Elsa De Giorgi

  Una scrittrice dimenticata: Elsa De Giorgi Elsa Giorgi Alberti, in arte Elsa de’ Giorgi, nasce a Pesaro il 26 gennaio 1914, da una famigli...

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.