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venerdì 22 febbraio 2019

L'altra faccia di mezzanotte di Sidney Sheldon


Carissimi amici ed amiche 
oggi vi segnala un romanzo: “L'ALTRA FACCIA DI MEZZANOTTE” dello scrittore statunitense più tradotto al mondo SIDNEY SHELDON.

È una  storia d'amore in cui sesso, odio e vendetta si fondono insieme per regalarci una storia del dramma della lotta per un amore tra due donne.

«Non aveva alcuna intenzione di assistere al processo, ma sapeva di non potersene disinteressare. Si convinse che dipendesse dalla sua curiosità di scoprire se lei fosse cambiata da quando avevano vissuto insieme. Non aveva ancora ammesso che potesse esserci un'altra ragione. La sua indole teatrale doveva ASSISTERE AL DRAMMA, per guardare l'espressione di Noelle mentre IL GIUDICE LE DICEVA SE L'AVREBBE CONDANNATA A MORTE O NO».
 La storia è ambientata durante la Seconda guerra mondiale, il romanzo segue LA VICENDE DI DUE DONNE SINGOLARI:  NOELLE bellissima e sensuale e CATHERINE affascinante ed intelligente.
Si tratta del SECONDO ROMANZO DI SHELDON, capace di tratteggiare due figure femminili protagoniste di un'avvincente intreccio con colpi di scena e risvolti inaspettati, storie d'amore, di sesso e, soprattutto, di vendetta. Un romanzo che lascia con il fiato sospeso fino all'ultima pagina.

Scheda Libro
Autore: Sidney Sheldon
Titolo:L'altra faccia di mezzanotte
Casa Editrice: Rusconi
Pagine: 528
Sinossi

A Parigi... a Washington... e in una fantastica villa in Grecia, un’innocente ragazza americana diventa una pedina disorientata e terrorizzata in un gioco di vendetta e tradimento. Lei è Catherine Douglas, una donna catturata in una rete di quattro vite intrecciate dalla passione, mentre il suo affascinante marito insegue una star del cinema incredibilmente bella. Constantin Demiris, un leggendario magnate greco, è in possesso dei fili che controllano tutti. 
Ecco “L’altra faccia di mezzanotte”, uno dei più incredibili e sorprendenti romanzi di suspense.

Biografia
Sidney Sheldon scrittore, sceneggiatore e regista americano di fama mondiale, Sidney Sheldon è considerato l’uomo dei primati. È stato, infatti, il solo ad aver vinto un Oscar, un Tony Award e un Edgar Award, e risulta, inoltre, lo scrittore più tradotto al mondo. Grazie al meritato successo delle sue opere viene soprannominato “Mr. Bestseller”.
Pochi anni prima della sua morte pubblica un’opera autobiografica dal titolo “L’altra parte di me” che ha conquistato anche la critica. Uno scrittore che ha rapito milioni di lettori con i suoi romanzi, Sheldon ha dominato superbamente il mondo della narrativa.

mercoledì 20 febbraio 2019

Via Castellana Bandiera di Emma Dante

Carissime lettrici e lettori
ho letto un romanzo straordinario centrato sul dolore femminile.

Un dramma che esplode in un piccolo vicolo sconosciuto e si trasforma in un teatro di dolore, soprusi, violenza, attraverso la difficile storia personale delle due donne che si scontrano e nessuna delle due vuole retrocedere in quella via angusta.

La vita ha già dato un immenso dolore alle donne e in quell'angolo sperduto di Palermo le due donne mettono a nudo la loro vita e i loro veri sentimenti.
Via Castellana Bandiera di Emma Dante

Leggete la recensione che ho pubblicato sul sito di cultura al femminile.

lunedì 18 febbraio 2019

Un giorno quasi perfetto di Mareike Krugel

Un giorno quasi perfetto
di
Mareike Krugel

recensione di 
Maria Lucia Ferlisi



Scoprire che il tuo corpo subirà degli inevitabili cambiamenti, non è facile. Ti tocca doverlo dire a tuo marito, ai tuoi figli ancora piccoli,  alla scuola dove insegna musica, ai vicini, alle amiche. Dentro di te scoppia il caos. Non sai come potrai affrontare tutto. Katharina, sa che dovrà affrontare il mostro del cancro al seno. Ha scoperto di avere un nodulo e sa cosa significa. Ma non è ancora pronta. È soltanto venerdì, meglio rimandare, passare il week end in pace, come se fosse un giorno uguale agli altri. Ridere scherzare, affrontare i mille problemi quotidiani come tutti gli altri giorni. 


Una figlia Hellie problematica che ha scoperto il modo per farsi uscire sangue dal naso e tutte le volete lei deve correre a scuola per portarla a casa. Deve allora avvisare la scuola materna dove insegna musica, deve correre dal figlio Alex.


La sua giornata è senza respiro. Soccorre un vicino che si è amputato un dito. Corre in casa perché si è incendiata la lavatrice. Deve andare a prendere un amico di vecchia data. Sempre lei, sempre più sola con un marito che lavora in un'altra città. Non ha quasi tempo per pensare al suo male. Ma di fare un bilancio della sua vita si. Tanti problemi, sogni mai realizzati, una passione a cui non ha dedicato la giusta forza, e un marito assente che forse ha un'altra relazione.


Cosa può fare allora per cercare di rimediare? Vivere la concretezza dell'oggi per affrontare con grinta e forza l'incertezza de domani. Prima cosa da attuare subito: affrontare il marito...Un romanzo centrato su un solo giorno, ma è perfetto. Viviamo le ansie e i problemi quotidiani della protagonista come se fossero i nostri, perché è così la nostra vita. Correre, correre, correre e mai un attimo di tempo per pensare a se stesse e a ciò che vogliamo. Non abbiamo il tempo per fermarci a parlare con il partner. Un romanzo che è uno specchio del quotidiano delle donne. Un libro che ci fa fermare a riflettere con la protagonista, perché tanto di lei si trova nei nostri comportamenti. 



L'autrice ha una scrittura precisa, composta, forte e incalzante. Non risulta mia noiosa e ci da una mano a comprendere pregi e difetti di Katharina una donna qualsiasi, protagonista della quotidianità di vita.




"Non voglio morire, e non voglio nemmeno varcare questa soglia. Gli ingressi delle scuole sono le porte dell’inferno. Ma non c’è niente da fare, mia figlia ha bisogno di me.
La porta è pesante e si apre verso l’esterno. Subito mi assale l’odore di questa scuola, uguale a tutte le altre che conosco, a parte quella di musica in cui lavoro, dove c’è odore di polvere e di resina per violino. L’odore di scuola mi fa venire la nausea. È una reazione psicosomatica che con gli anni non svanisce. Sono venuta a prendere Helli già un sacco di volte, ma il mio stomaco ancora si ribella.
Il corridoio, decorato con i lavori di una classe di arte, è diritto, poi si svolta un angolo, un altro ancora, e ci si ritrova davanti alla porta a vetri che separa la parte con l’odore di scuola e il pavimento in linoleum dalla parte accogliente che profuma di caffè e moquette. "



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Sinossi

Oggi è venerdì, e il compito dei venerdì è far concludere in modo morbido la settimana. Così vuole che sia Katharina, decidendo di ignorare la scoperta del Qualcosa, Qualcosa che dentro di lei non funziona bene, e rimandando tutto a lunedì. Katharina insegna musica ai bambini dell'asilo. Sua figlia Hellie soffre di disturbi comportamentali, mentre suo figlio Alex è praticamente perfetto - anche questa cosa la preoccupa - e ha ereditato la passione per le note da lei. Suo marito Costas ora lavora a Berlino: da quando la loro relazione è diventata "da fine settimana" litigano parecchio. E in questo venerdì, in cui Costas non tornerà a casa e Katharina vorrebbe mettere un po' di pace fra i pensieri, il tipico caos che contraddistingue le sue giornate aumenta in modo incontrollato. 

Deve correre a scuola a prendere Hellie che perde sangue dal naso e poi soccorrere il vicino che si è tranciato un pollice con il tagliaerba e crede di poterlo ritrovare sul prato. Alex le comunica che sta per portare a casa per la prima volta la nuova fidanzata, proprio mentre lei si stava preparando ad accogliere Kilian, il suo caro amico dei tempi dell'università. Intanto l'asciugatrice prende fuoco... Katharina comincia a chiedersi se le cose, nella sua vita, siano andate esattamente come voleva: la passione per la musica, i figli, il matrimonio con Costas... Probabilmente è tempo di rivelare a qualcuno il suo segreto, anche se per farlo si ritroverà inaspettatamente in una situazione piuttosto imbarazzante... Nel racconto di una sola giornata si condensa il significato di un'esistenza intera: 

Katharina ci mostra cosa vuol dire essere madre e moglie oggi, affrontando contemporaneamente le avversità più grandi. Insieme a lei ci lanceremo in un'avventura on the road eccentrica e ironica: piangeremo e rideremo, ci chiederemo se i nostri sacrifici hanno avuto senso, se le nostre scelte sono state giuste e, in maniera del tutto non convenzionale, riscopriremo ciò che davvero conta nella vita.

Scheda libro:
Autore: Mareike Krugel
Titolo: Un giorno quasi perfetto
Casa editrice: Mondadori






mercoledì 30 gennaio 2019

Eleanor Oliphant sta benissimo di Gail Honeyman

Eleanor Oliphant sta benissimo

di

Gail Honeyman

Recensione di Maria Lucia Ferlisi


Eleanor Elephant ha 30 anni, una laurea in lettere, vive in una casa popolare e da circa 10 anni lavora nello stesso ufficio. Ogni mercoledì riceve la telefonata dalla madre e chiacchiera con lei per 15 minuti, ma non le piace parlare con lei, ogni volta la rende inquieta e agitata.
La sua unica compagnia è la solitudine, insieme con i rituali dei gesti ripetitivi. Non cura il suo aspetto e non fa nulla per piacere agli altri, nemmeno sul posto di lavoro. Ma "Eleanor Oliphant sta bene, anzi benissimo".
Questa è la sua vita, non ne ha conosciute altre. Sul posto di lavoro non parla con nessuno, non socializza nemmeno durante la pausa pranzo, preferisce consumare un sandwich e leggere il "Daily Telegraph"perché all'interno contiene le più belle parole crociate.
Il cibo per lei è soltanto un nutrimento essenziale per la sopravvivenza, un "mangime economico", giustamente equilibrato. La sera dopo aver letto una mezz'ora, va a letto alle 22.
Il fine settimana è diverso, compra una pizza margherita dal solito pizzaiolo vicino casa, del Chianti e due bottiglie di vodka sempre della stessa marca, si scola tutte e due le bottiglie, poi cade sul letto completamente sbronza.
Lei è felice, ammesso che conosca il vero significato della parola. Non conosce l'amore, ha vissuto sempre in case famiglie e ha vaghi ricordi della vita passata con la madre. Ha vissuto con un ragazzo che la picchiava continuamente, dopo averle rotto varie ossa, ha deciso di lasciarlo. Adesso è infatuato di un cantante locale. Lo segue, lo pedina, s' intromette nella sua casa.


La sua vita viene stravolta dopo uno scambio di battute con un collega di lavoro che si ostina ad invitarla fuori, Raymond è gentile con lei, per lei è una novità, non sa come comportarsi. Insieme soccorrono una persona anziana che verrà ricoverata in ospedale, Eleanor si trova di fronte al calore di una famiglia, di cui non ricorda il tepore e i comportamenti. 

È come una bambina che assiste a bocca aperta allo svolgersi della sua vita, fino ad arrivare a stravolgerla per ricostruirla.

La protagonista è strana, asociale, stravagante, ma ci innamoriamo del personaggio.

Un romanzo delicato e tragico,  scritto in prima persona, ci parla del disagio sociale di Eleanor.
L'autrice  Galy Honeyman conosce bene l'animo devastato e lo propone ai lettori attraverso tutti gli aspetti, con una scrittura straordinaria, intima e diaristica. 

 Il ritmo è lento, come il processo di consapevolezza del proprio io, della propria esistenza e delle cicatrici che hanno reso Eleanor quello che è, non solo nel viso, ma nel suo essere. 

Eleanor non sta bene, e nemmeno benissimo, lo sa, ma finge di esserlo; tenere chiuso dentro di sé il passato è necessario, evita un'inutile ulteriore sofferenza.
Eleanor non vuole ricordare, non vuole aprire le sue ferite, non vuole soffrire.
L'incontro con Raymond le apre un mondo nuovo, una nuova consapevolezza s'impadronisce di lei, sempre dettagliatamente e con cura l'autrice ci mostra il passato della protagonista.

Raymond prende per mano Eleanor, con dolcezza e pazienza per condurla nella vita reale. Le fa conoscere altre persone, altri modi possibili di vita. Tocca a lei, a lei sola, guardare la cicatrice e decidere se guarirla o continuare nella finzione di un mondo bevuto e anestetico. 

Tocca a lei percorrere la via verso la rinascita.

Un consiglio: non fermatevi alle prime pagine, so che l'inizio è noioso e lento, ma continuate la lettura del romanzo, la trama vi coinvolgerà e anche voi avrete voglia di conoscere le ferite di Eleanor.


Scheda Libro
Autore: Gail Honeyman
Titolo: Eleanor Oliphant sta benissimo
Casa editrice: Garzanti
Pagine: 344
Sinossi
Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: benissimo. Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido, perché sto bene così. Ho quasi trent'anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate, la mia passione. Poi torno alla mia scrivania e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient'altro. Perché da sola sto bene. Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata dalla prigione. Da mia madre. Dopo, quando chiudo la chiamata, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto. E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo. O così credevo, fino a oggi. Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E questo ha cambiato ogni cosa. D'improvviso, ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie stesse paure, e non cercano a ogni istante di dimenticare il passato. Forse il «tutto» che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene.

mercoledì 23 gennaio 2019

Fabio Volo- Le prime luci del mattino

Carissime amiche ed amici lettori di carta
una mia collega, che ama leggere molto, mi ha consigliato un libro di Fabio Volo, l'ho guardata sbarrando gli occhi, pensando contemporaneamente, un libro di questo scrittore non l'ho voglio proprio leggere, mi rifiuto.

Lei ha insistito, "leggilo Lucia, è diverso dai suoi soliti libri, ha scritto un libro che sa leggere i pensieri più intimi delle donne".
Mi dispiaceva dirle di no, non sono una snob dei libri, quindi mi sono detta perché no?

Vale la pena leggerlo? Io direi di si, con qualche perplessità, ma il mio giudizio è buono.

Leggete la recensione e poi ditemi voi  cosa ne pensate di F.Volo.
Un abbraccio amiche ed amici virtuali


Le prime luci del mattino 
di 
Fabio Volo

Elena attraverso le pagine del suo diario segreto esprime l'insoddisfazione della sua vita matrimoniale che si trascina nel silenzio.
Ormai lei ed il marito Paolo sono solo due estranei che si ritrovano nello stesso tetto per mangiare e dormire. Ma non è questo ciò che sognava. Non è la vita che voleva. Lo guarda, cerca di stabilire un contatto, ma lui come sempre rimane muto, si gira dall'altra parte o va via.
La sua cara amica Carla vive lontano e si sentono soltanto per telefono l'unico vero amico è il suo diario, e vi scrive le emozioni più intime che si intrecciano con la quotidianità della vita.

Sa di meritare molto di più, ma il coraggio di spezzare le catene di un matrimonio che appare  felice agli occhi degli altri non è facile. Ti senti addosso l'insopportabile responsabilità di un portare avanti un qualcosa che si è già rotto, un vaso incrinato, sostenuto da una colla che ormai non tiene più. 

Elena, come ogni donna, ha diritto alla felicità, deve solo trovare il coraggio di vivere senza finzione, senza continuare la commedia di amare un uomo, quando l'amore è ormai finito da tempo.

Adesso vede anche chi gli sta attorno, non ha più occhi solo per lui, conosce Alberto, un collega, ne nasce un'attrazione totale. La sua vita adesso è interrotta da questo momenti rubati. 
Ma è amore? E lui l'ama come vorrebbe lei, come lei sogna?

Domande che solo la vita può dare, ma Fabio volo con incredibile conoscenza dell'animo femminile cerca di darci delle risposte attraverso la figura di Elena, personaggio ben delineato, azzeccato e reale. Una storia che arriva al cuore femminile, ed è questo il segreto di Fabio Volo, una scrittura semplice, immediata, senza fronzoli letterari, ed entra con fermezza nelle scelte delle lettrici.
L'unica pecca aver scelto la scena di sesso a tre, stile 50 sfumature,  toglie l'impostazione intimistica e dolorosa delle inquietudine di questa donna così vera e reale che troviamo in tutto il romanzo. 


SINOSSI
Elena non è soddisfatta della sua vita. Il suo matrimonio si trascina stancamente, senza passione né curiosità. Suo marito è diventato ormai come un fratello: "Non viviamo insieme, insieme ammazziamo il tempo. Abbiamo stupidamente pensato che due infelicità unite potessero dar vita a una felicità". Ha sempre deciso in anticipo come doveva essere la sua vita: la scuola da fare, l'università, l'uomo da sposare... perfino il colore del divano. È diventata moglie prima di diventare donna. Finché un giorno sente che qualcosa inizia a scricchiolare. La passione e il desiderio si affacciano nella sua quotidianità, costringendola a mettersi in discussione. Elena si rende conto che un altro modo di vivere è possibile. Forse lei si merita di più, forse anche lei si merita la felicità. Basta solo trovare il coraggio di provare, di buttarsi, magari di sbagliare. "Per anni ho aspettato che la mia vita cambiasse, invece ora so che era lei ad aspettare che cambiassi io". Un libro sincero e intenso, capace di affrontare i sentimenti senza trucchi o giri di parole, e di portarci faccia a faccia con le nostre emozioni più vere.

SCHEDA LIBRO
TITOLO: LE PRIME LUCI DEL MATTINO
AUTORE: FABIO VOLO
PAGINE: 224
CASA EDITRICE: MONDADORI







domenica 30 dicembre 2018

9259,7 KM DI GIUSTINO TRAVAGLINI


9259,7 KM
DI
GIUSTINO TRAVAGLINI

recensione di 
Maria Lucia Ferlisi



La prima missione è terminata. Il protagonista Cris ha bisogno di riposare e di ritornare nel suo ambiente, per questo si reca a Novgorod, va nella casa del nonno Leopoldo, in quella città che considerava la sua terra, il suo rifugio, dove aveva conosciuto sua nonna. Adesso è il suo rifugio, come se il luogo potesse far rivivere i suoi nonni., ma vi ritrova i vecchi ricordi dei luoghi. Deve curarsi la ferita alla spalla, risultato della sua prima missione,  ma anche la ferita più profonda: l'amore per Irina, di cui ha perso le tracce...

Adesso siamo  al KM 9259,7.

Cris ha ripreso il suo lavoro di amministrazione dell'azienda Oil&Gas Company, immerso nel silenzio di quelle grandi mura, in compagnia del suo maggiordomo tuttofare.
Il silenzio della casa dove sta riflettendo e soffrendo viene interrotto dal rumore metallico di eliche, un elicottero atterra e lo porta ancora alla base del Cremlino. Si è verificato un furto di tecnologia militare, si sospetta di Louis Kars, produttore di microchip quantistici, implicato con gruppi terroristici.
A Cris spetta il compito di smascherarlo. Si reca al Cremlino e tra porte blindate, lunghi corridoi e monitor arriva al cospetto del colonnello Pietro Gregorovich, suo vecchio amico che l'aveva introdotto nel suo primo caso di spionaggio.

Ma non è l'unica sorpresa, ritrova Irina e con lei dovrà smascherare  il traditore, dopo un adeguato addestramento che lo consacrerà una vera spia.
Le sarebbe saltato addosso per prenderla, lo sentiva. I suoi istinti selvaggi e sessuali si erano impadroniti di lui. 75 metri. La pulsione si faceva sempre più forte, più forte. Il sangue salì al cervello e le vene del collo gli si gonfiarono. 50 metri. Oramai era più animale che uomo. Irina continuava a fissarlo. Voleva baciarla e spogliarla all’istante: non importava cosa sarebbe successo dopo ma era in procinto farlo. Staccò le mani dalla maniglia e stava per toccarla come tante volte era successo mesi fa a Doha e a Kish Island prima: il solo pensiero lo colmava di una gioia selvaggia inebriandolo e rendendolo schiavo al contempo ma lo colmava, lo riempiva.
Dopo tanto tempo, tanta solitudine nella sua casa di Novgorod finalmente realizzava il desiderio che aveva cercato di scacciare per tanto tempo ma invece era tornato prepotente-mente a possederlo, incatenarlo. Le poggiò la mano sulla spalla accarezzandole il viso e sfiorandole i capelli. Pur non guardandosi allo specchio sentiva di avere gli occhi iniettati di sangue. Raggiuntole il volto con le dita, inaspettatamente Irina gli prese il pollice e lo mise in bocca come un neonato fa con il ciuccio. Erano entrati in una dimensione tutta loro e il resto che li circondava non esisteva. L’uno era mancato all’altro molto più di quanto si aspettavano. Un filo interrotto era appena stato riannodato e questa volta niente o nessuno lo avrebbe potuto rom-pere. La simbiosi spezzatasi al ritorno a Mosca dall’Italia era finalmente rinata come un albero che, perse le foglie in autunno e spoglio d’inverno, in primavera fiorisce recuperando la sua bellezza. Quel momento era la loro primavera.
Parte la missione tra studio, addestramento e amore, ma questo non lo distoglie dall'incarico che dovrà affrontare e sta minuziosamente preparando con Irina, ancora una volta....L'incarico non è facile , Kars è spietato e bisognerà capire il suo  ruolo in questo intrigo internazionale.

L'autore Giustino Travaglini ha maturato la scrittura, in questo secondo romanzo da prova di netto miglioramento e la storia si dipana nei meandri degli intrighi internazionali con maggiore destrezza ed abilità.
 Il ritmo è incalzante, la scrittura chiara e la trama avvincente.

Scheda libro
Autore: Giustino Travaglini
Titolo: KM 9259,7
Casa editrice: Link
Pagine 352

Sinossi:
"9259,7 km" è il secondo libro della saga di spionaggio creata da Travaglini. Chris, dopo essere tornato dalla sua missione di Doha (descritta nel primo libro della saga), si rifugia, ferito, nella sua casa di Novgorod. Da tempo non ha più notizie dell'FSB (i servizi di sicurezza russi) e si sente tradito e abbandonato. Gli unici a fargli compagnia sono Nikolai, il suo fidato tuttofare, ex militare dei reparti speciali e Boris, il giardiniere. Ma un giorno, il fuoco per l'avventura si ravviva quando Pietro, il suo amico che lo aveva reclutato per il Qatar, torna a farsi vivo, proponendogli una seconda missione. Recatosi, insieme ad alcuni agenti della CIA, al quartier generale dell'FSB in città, apprende una terribile verità. Richiamato in servizio, non si tirerà indietro, partirà per un'altra avventura. Il viaggio continua. Da Mosca a Novgorod, la transiberiana è pronta a portarvi in un mondo magico. Mettetevi comodi. Si riparte.

lunedì 10 dicembre 2018

Tecniche Oratorie di Elena Ferro

Carissimi amici ed amiche lettrici di carta
oggi partecipo ad un blogtour, non sono solita farlo, ma un'amica blogger che stimo molto e da tempo seguo il suo blog: Volpi che camminano sul ghiaccio, mi ha coinvolta ed ho accettato volentieri di farlo, alla mia maniera con una recensione del libro di Elena Ferro.
Leggete attentamente e se volete, regalatevi un po' di autostima per Natale con  i consigli di Elena.
Buona lettura Maria Lucia

Tecniche Oratorie 
di
 Elena Ferro
recensione di 
Maria Lucia Ferlisi

Quanti di noi quando dobbiamo parlare in pubblico veniamo colti da crisi di panico, sudore e tremarella? Tanti! Questi sono i sintomi più eclatanti, anche l'insonnia e la perdita d'appetito e lo stato d'ansia sono altri aspetti importantissimi da non trascurare. Non è facile per nessuno, se poi apparteniamo alla categoria dei timidi la situazione si fa davvero critica. 
Sapevate che esiste una terminologia per definire la vostra ansia? Glossofobia, ansia di parlare in pubblico.


Affidatevi ai consigli di Elena e la glossofobia può sparire o almeno tenuta sotto controllo.
L'autrice di questo manuale ci aiuta a superare tutte le nostre paure e incertezze, attraverso la trasmissione di consigli tecnici e pratici per aiutarci ad affrontare il pubblico con disinvoltura e partecipare a convegni, o incontri senza aver più paura.

Impossibile? No!  La nostra paura nasce dalla mancanza di consapevolezza che con le tecniche di oratoria o comunicazione questo terribile impasse, che condiziona la vita a molti, può essere debellato con successo.

Certo, come dice  l'autrice, non servono solo le tecniche, occorre anche lavora sul blocco emozionale. Quindi un'analisi di se stessi aiuta a comprendere le emozioni che ci impediscono di parlare in pubblico, e l'accettazione delle stesse è un passo importante nel superamento del blocco emozionale.
Ciò che serve per far funzionare l'approccio emozionale siete voi stessi e soprattutto la fiducia che avete nelle vostre possibilità. Le emozioni esplicitano ciò che avete da dire molto meglio delle parole. Lasciatele lavorare, non abbiatene paura.


Riflettiamo su questo: uno degli aspetti fondamentali dell'apprendimento è il processo di identificazione con quanto è narrato, proposto, trasmesso e comunicato da chi in quel momento ha in mano la comunicazione. L'identificazione avviene tra colui o colei che sta tenendo un discorso o una relazione e chi sta ascoltando e le loro emozioni giocano un ruolo decisivo in questo contesto.


Quanto più sarete in grado di catturare l'attenzione del vostro uditorio e nel contempo offrire contenuti di qualità, tanto più sarete capaci di lasciare un'impressione positiva, che nel tempo diventerà efficacia, autorevolezza e riconoscimento sociale.

Aiuta molto pensare positivo e confidare nella propria capacità di essere in grado di affrontare il pubblico ed accettare le nostre emozioni, sono il primo passo che ci conduce alla liberazione da questa terribile ansia.

Un aspetto molto importante e che spesso viene trascurato è la positività del messaggio. Per positività del messaggio intendo proprio la costruzione e articolazione positiva del pensiero, ovvero utilizzare affermazioni al posto delle negazionii. Quando si comunica occorre fornire elementi che rafforzino la nostra tesi e non che ne contrastino un'altra.


Certo poi ci sono tutta una serie di aiuti per uscire da questo tunnel in primis I CONTENUTI, ovvero bisogna sapere bene l'argomento da trattare, la preparazione aiuta a contenere l'ansia. Elena Ferro consiglia di usare bene il linguaggio, stare attenti non solo a quello verbale, ma anche al linguaggio para verbale e non verbale; conoscere il target del pubblico può agevolare.
Dobbiamo misurare i gesti, modulare il tono della voce, avere una buona postura e per ultimo il sorriso ed il calore.
Mettetevi in piedi davanti allo specchio. Controllate la vostra postura abituale, con attenzione e senza giudicarvi.

Come sono le spalle, il viso, il collo, la schiena? Come sono le gambe e il bacino?
Poi, segnate su un taccuino cosa avete visto e provate a immaginare una risposta a questa domanda: che cosa comunica la mia postura?

Dobbiamo trasmettere autenticità!
P.S. Non dimenticate di ringraziare al termine del vostro discorso

Potrei continuare a citarvi i vari consigli e tecniche di questo prezioso manuale, ma svelerei troppo i contenuti del libro, togliendovi il piacere di leggerli e magari sottolinearli, un po' come facevamo a scuola.
Da laureata in scienze della comunicazione non posso che confermare la validità del testo, della chiarezza dell'esposizione. Leggendolo ho avuto la sensazione di essere ad un convegno ed ascoltare l'autrice, che con eleganza nei movimenti delle mani impartiva la sua lezione di oratoria.
Un testo immediato, adatto a tutti per affrontare piccoli e grandi pubblici.


Sinossi

l segreto di una buona comunicazione è la sintonia con il pubblico, la capacità di coniugare pathos e logos, contenuti ed emozioni. Ma come raggiungerlo quando si teme di essere preda dell'ansia e delle emozioni?Questo manuale, frutto della mia trentennale esperienza nella comunicazione pubblica in ambito politico e sociale, ti condurrà attraverso un percorso di conoscenza e di crescita insegnandoti le migliori e più efficaci strategie per catturare l'attenzione e lasciare un segno profondo e indelebile in chi ti ascolta.Attraverso una serie di informazioni e di suggerimenti pratici, acquisirai la naturale capacità di comunicare efficacemente valorizzando le tue emozioni e superando così le tue paure.Il metodo illustrato in "Tecniche di oratoria" è stato messo a punto in molti anni di duro lavoro, di studio e di relazione con gli altri. Questa è la ragione per cui funziona ed è anche il motivo per cui il mio manuale è in grado di aiutarti a raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato.


Scheda libro
Autore: Elena Ferro
Titolo: Tecniche di oratoria
Casa Editrice: Yucanprint
Pagine:156

lunedì 26 novembre 2018

Le voci delle donne di Francesca A. Vanni e Ofelia Deville



Le voci delle donne
 di 
Francesca A. Vanni e Ofelia Deville
recensione di 
Maria Lucia Ferlisi

Le donne non sono vittime di raptus, ma la violenza sui loro corpi comincia molto prima. All'inizio  sono tutte principesse e l'amore per loro è esclusivo, talmente tanto che lentamente vengono isolate dai loro affetti, niente amiche, niente parenti ..solo io e te...poi arrivano gli insulti, la denigrazione, la privazione economica... Passare agli schiaffi e alle pedate è un attimo, tu non vali niente, tu non sei nulla senza di me, io ti posso usare a mio piacimento: sei MIA moglie. Sei un oggetto, una proprietà..
Non ditemi che il femminicidio è un raptus, non lo è mai!
focalizzare il problema soltanto il 25 novembre non è abbastanza, le donne vengono umiliate, denigrate, violentate, stuprate, picchiate e uccise ogni giorno e tutto sempre con la sottovalutazione dei media, della politica e di tutti i settori preposti. Ogni donna uccisa è un nostro fallimento.

Per ricordare tutte le donne uccise dai mariti, fidanzati o ex ho scelto il romanzo di Francesca ed Ofelia che vi narrano attraverso tante storie le varie tipologie dei maltrattamenti che la donna subisce.
Un romanzo scritto a due mani da due donne che sanno parlare della violenza.

Abbiamo la storia di Sara
Sara afferrò senza esitare la mano di Speranza e insieme scomparvero in un lampo di luce.
La vita difficile di Irina che sognando la speranza ha trovato una realtà ben diversa..
Calci nella pancia, calci in faccia, così tanti calci che ben presto Irina non fu più capace di muoversi. Giaceva a terra come una bambola di pezza rotta, respirava rantolando e sentiva in bocca il sapore metallico del sangue. Il cliente fu su di lei senza che nemmeno se ne rendesse conto, facendo scempio del suo corpo.

L'infibulazione di Latisha perché la donna non deve provare piacere, ma è solo un corpo che l'uomo usa per soddisfare le sue voglie. 
....un dolore lancinante le si propagò in tutto il corpo, arrivando dritto al suo piccolo cuore che sembrò scoppiarle nel petto.
Qualcosa di affilato l’aveva tagliata proprio lì, dove nessuno poteva toccarla.
Sentì del liquido caldo bagnarle l’interno delle cosce e pensò che sarebbe morta in quel momento.
Gridò talmente forte da perdere i sensi e quando si risvegliò era di nuovo a casa di sua nonna, con le gambe legate e tenute belle strette da una fascia di lino.

La violenza domestica vissuta da Minako
Stai zitta, troia!- esclamò colpendola con un pugno, e un altro, e un altro ancora –Io mi faccio in quattro per questa famiglia e tu non sei capace di fare niente! Sei solo una stupida vacca, ecco cosa sei, buona solo per essere scopata!--Smettila, mi fai male!- implorò Minako, alzando le braccia per difendersi

Spesso la violenza si abbatte sulle figlie o figli delle mogli o compagna del pedofilo
.... lui era sopra di lei, nudo, le mani strette sul suo piccolo collo. Sally non piangeva, sembrava una bambola rotta con le piccole gambe aperte e il viso arrossato per il pianto... quel bastardo aveva violentato la mia piccolina! Doveva proteggerla, e invece ha fatto scempio del suo corpicino!- esclamò, la voce rotta per l’ira e il dolore

Un romanzo che è un pugno nello stomaco perché racconta la realtà in modo realistico per come è realmente senza addolcimenti o omissioni, perché quella è la realtà e tutti dobbiamo conoscerla per riflettere e cercare tutti insieme delle soluzioni per dire BASTA ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE.


TITOLO: Le voci delle donne
AUTORE: Francesca A. Vanni e Ofelia Deville
GENERE: Narrativa
CASA EDITRICE: StreetLib Selfpublishing

TRAMA
Sara, Latisha, Irina, Minako, Nancy...
Donne diverse che vivono vite diverse e che, tuttavia, condividono la stessa insopportabile croce.
Sono infatti vittime di violenza, sono persone a cui è stato strappato tutto: la dignità, l’amore, la felicità, l’autostima e spesso anche la vita.
“Le voci delle donne” è un libro scritto a due mani da Francesca A. Vanni e Ofelia Deville, che nasce con l’intento di denunciare il devastante fenomeno della violenza contro le donne che viene perpetrato ogni giorno in tutto il mondo.
È un grido di denuncia, che toccherà il cuore dei lettori.”



L’AUTRICE

Francesca A. Vanni è lo pseudonimo di Marta B. nata in provincia di Milano nel 1984.
Laureata in Scienze della Formazione ha impiegato gran parte del suo tempo nello studio della Storia, in particolar modo quella relativa all’antica Roma, e della Cinematografia soprattutto nell’ambito della fantascienza.
A una delle sue più grandi passioni, la saga di Star Wars, ha dedicato la Tesi di Laurea Triennale “Dal cinema alla realtà: l’inarrestabile evoluzione della tecnologia nella saga di Star Wars.” (anno 2006).
All’attività della scrittura affianca anche quella delle traduzioni.

CONTATTI
Sito internet: www.francescaavanniautrice.it

mercoledì 21 novembre 2018

Donnarumma all'assalto di Ottiero Ottieri

Donnarumma all'assalto 
di
Ottiero Ottieri
recensione di
Maria Lucia Ferlisi
Donnarumma all'assalto è un romanzo diaristico, autobiografico dell'autore Ottiero Ottieri.
Nel libro è un psicologo addetto alla selezione del personale in una grande industria del sud. La selezione non è facile, su l'invio di quarantamila domande ne dovrà scegliere soltanto 100.
La fabbrica dell'Olivetti è stata costruita a Pozzuoli di fronte al mare e vuole essere una fabbrica a misura d'uomo attenta agli operai e alla loro condizione lavorativa.

Così, di fronte al golfo più singolare del mondo, questa fabbrica si è elevata, nell’idea dell’architetto, in rispetto alla bellezza dei luoghi e affinché la bellezza fosse di conforto nel lavoro di ogni giorno.

Lo stabilimento è sorto come un’officina, un reparto staccato dagli stabilimenti centrali. Piuttosto che allargare questi, nel nord, con un nuovo edificio, la costruzione è stata trasportata nel Mezzogiorno. Non è un capannone: l’architetto ha progettato una delle più belle fabbriche d’Europa, colorata, circondata da un giardino; e intorno ad essa l’infermeria, la biblioteca, la mensa. Vi nasce un mondo unitario, caduto dall’alto nelle sue forme, ma per affondare nella terra e nello spirito di questo paese.


Lui attraverso la psicotecnica dovrà effettuare questa drammatica selezione del personale.
Si scontra da subito con una realtà di persone che non sanno scrivere o leggere, non sanno nulla di meccanica, non sanno cos'è una fabbrica. Ma tutti hanno un bisogno forte di lavorare, di "faticare" perché la fame è tanta, ed è umiliante chiedere soldi, il lavoro invece ti restituisce la dignità che ha tolto a tutti i disoccupati del luogo che sono tanti.

Storie di vite di donne e uomini che stentano ad andare avanti e devono mantenere figli, zii suoceri genitori. Vivono in poche stanze a volte anche in sette otto persone. Stazionano ogni giorno davanti alla portineria con la speranza di essere chiamati ed assunti.

Il selezionatore, dal gruppo dei postulanti che ogni mattina sta fisso in portineria, oggi verso le due, quando tutti eravamo a mangiare, uno si è gettato sotto l’automobile del direttore. […] Uno dei manovali dell’impresa che ha costruito lo stabilimento, e che non sono stati assunti nello stabilimento alla fine dei lavori, si era gettato alle dieci contro l’automobile del direttore. Mezz’ora prima. Per questo i cancelli erano così sgombri. Questi incidenti ripuliscono provvisoriamente la portineria.

Ottieri, deve decidere chi assumere chi no. Un lavoro non facile, in cui deve tenere conto delle esigenze dell'azienda e non dei tanti poveri cristi che reclamano un lavoro e con esso la dignità di essere considerati ancora uomini.

Ottieri annota tutto nel suo diario, date, luoghi e nomi, affinché questa realtà del miracolo economico italiano e della società industriale che sta nascendo e allargandosi non venga dispersa. 

Il suo diario registra sentimenti, impressioni e ci restituisce personaggi dolorosi, come Donnarumma. Persone di cui riporta solo il cognome, perché un selezionatore di personale lavorativo non deve familiarizzare, non deve conoscere i loro problemi non deve fare amicizia. Deve scegliere solo chi è bravo e per questo somministra test a tutti coloro che hanno fatto la domanda. Sono solo dei cognomi su un foglio da compilare.

L'autore affronta il periodo della nascente industrializzazione italiana con precisioni di termini e di realtà, questo non è un romanzo, è un rapporto quasi antropologico di ciò che si vive all'interno di una fabbrica.
Ottieri non si può definire uno scrittore nel senso che tutti conosciamo, l'autore è qualcosa in più. La sua è una testimonianza giornalistica, che sa di saggistica, di antropologia e di psicologia. Tutto racchiuso in ogni suo romanzo.
La sua scrittura è limpida, chiara, lucida e trasporta pedissequamente la realtà vera dell'interno della fabbrica. Nel suo romanzo la finzione o la trasposizione romanzesca non esiste. È un diario vissuto in prima personale tutto il libro è permeato in questa crudele e ignorata realtà operaia, vista con l'occhio di chi ha studiato Marx, ma vuole essere in prima linea per comprendere le dinamiche che s'intrecciano in questi luoghi.

Un romanzo da leggere per comprendere con parole schiette e vere la realtà delle fabbriche, qui non c'è Metello, qui c'è Donnarumma: una persona reale di Pozzuoli.

Scheda Libro
Autore: Ottiero Ottieri
Titolo: Donnarumma all'assalto
Casa editrice: Garzanti






mercoledì 7 novembre 2018

Le memorie di una gatta di Lodovica San Guedoro

Le memorie di una gatta

di 
Lodovica San Guedoro

recensione di
Maria Lucia Ferlisi

Lodovica San Guedoro nella consueta maniera aristocratica ed elegante ci narra le memorie di una gatta. 

Una gatta matura di 15 anni che sente l'esigenza di scrivere la sua vita, ma sa che adesso è un denominatore comune iniziare a scrivere dopo i 40 anni, forse perché la maturità è giunta al culmine o forse perché ci si allontana dalla giovinezza e l'esigenza di fissare su carta i pensieri che hanno attraversato la nostra vita si fa più forte.
Chi comincia a scrivere a quaranta, chi a cinquanta, chi a sessanta, chi a settanta, chi a ottanta.Perciò oggi si assiste ad un fenomeno nuovo e degno di nota nella Storia della Letteratura: a scoprire di aver tanto da raccontare sono le persone mature e con i capelli brizzolati, preferibilmente le casalinghe dopo i quarant'anni, quando contemporaneamente sono rimaste sole in casa e la loro saggezza è aumentata fino a traboccare e, per così dire, non riescono più a tenerla per sé e devono vuotare per forza il sacco.E non sono anch'io una donna? Non sono anch'io un'esponente del bel sesso? Cos'ho meno di loro?...Ho fatto figli anch'io, li ho cresciuti, li ho mandati a scuola, a lavorare ... E ormai sono libera, libera di riflettere e di vivere per me stessa. Non so perché – e non me ne vanto, ci sto solo pensando su in questo momento – ma a noi è sempre venuto spontaneo muovere molto la lingua, far fluire le parole, a noi è sempre venuto più facile aprirci e parlare. E' un'arte, questa, che abbiamo sempre posseduta, ma che oggi può fruttare, come si dice, il quattrino.

La nostra gatta è viziata, ama i cuscini dalle righine d'oro, morbidi e vellutati, ama il cibo naturale carne macinata e latte biologico. La sua vita sonnecchia al ritmo della padroncina di cui desidera l'interesse esclusivo. Ne attira l'attenzione regalandole lucertole e topi, ma non sono graditi, l'unico amore è la letteratura. Forse è questa la motivazione alla scrittura?
La gatta è sorniona, gli occhi dolci, spirito d'avventura che la porta ad esplorare di notte i luoghi circostanti, i boschi e la valle dei Grilli. Ne ascolta il silenzio, ne aspira il profumo, raccoglie la felicità degli incontri con la volpe e la civetta. Apprezza anche Pio il nuovo arrivato, più giovane di lei, ma l'amore dei suoi padroni rimane e la difendono dalle angherie giovanili del gatto Pio.
..a Pietrafitta c'era una chiesa. Era un'elegante chiesetta toscana di pietra squadrata, dai canti mirabilmente dritti e netti, preceduta da un'ampia, amabile scalinata di gradini bassi bassi, che – colgo qui l'occasione per esprimere la mia personale lode all'architetto – si salivano e si scendevano, senza dovere fastidiosamente zoppicare.Quante belle ore non ho trascorso, anche insieme a Pio, sulle calde pietre di quella scalinata, come anche su quelle del sagrato! Perfino in inverno poteva essere estate, sotto quel piccolo, semplice e raffinato portico, ci si poteva cuocere nel sole, circondati da una pace voluttuosa! A dire la Messa in questa chiesetta, veniva appositamente il prete di La Piazza.


L'autrice, con questa storia sospesa tra fiaba e narrazione, c'incanta con la scrittura sempre attenta precisa ed elegante.

Memorie di una gatta è una sorta di metafora della vita dell'autrice,e  non poteva che scegliere di essere una gatta sinuosa, leggera, scattante, dolce, curiosa...

Ed ecco come andarono le cose, quella volta. Lo stesso pomeriggio, dopo aver perlustrato la casa, girellando nella stanza-giardino, in cerca di un comodo cantuccio, scorsi un'allegra e invitante macchia di sole su uno dei due letti. Tornava a proposito: ci saltai dentro e, in men che non si dica, cullata dalle voci dei miei genitori e dei miei nonni, che prendevano il caffè in cucina, mi appisolai (quasi) beata.
Non posso dire quanto dormìi. So però che, ad un certo punto, sognai di trovarmi nella Valle dei Grilli.Spinta da un intenso desiderio, mi stavo arrampicando su una possente quercia ... Nel bosco regnava una pace profonda e segreta. Improvvisamente, le mie orecchie si riempirono d'un fragore, simile a quello di un tuono. Alzai, spaventata, lo sguardo al cielo: sembrava raso azzurro. Il rumore si allontanò e svanì, lasciandomi smarrita. Ripresi ad arrampicarmi. Ma non ero ancora arrivata alla chioma dell'albero, che il frastuono si ripeté. Questa volta, però, capìi che veniva da un camion. Feci errare lo sguardo intorno: c'erano solo alberi!Comunque fosse, saltai su un grosso ramo e, malgrado dal bosco emanasse ormai una sinistra insidia, continuai a salire.


La gatta ama passeggiare nei boschi, ama fare nuovi incontri, Lodovica Gatta o Gatta Lodovica, chi è l'autrice e chi è la gatta. Nella memoria, sospesa tra le righe, silenziosa e arguta si nasconde la penna graffiante dell'autrice che, con intima e carezzevole voce, sinuosamente parla della sua vita, come all'interno di una favola tra boschi e castelli, tra righe verdine e righine d'oro, si allarga la storia, si snoda e ci avviluppa, dalla nascita fino all'età adulta.


A noi lettori la capacità di leggerla tra gatte, gattini, gatti rossi, volpi, civette,e lucertole, bassotti, pipistrelli, tra pittori, archeologi e tipografi...Le memorie di Gatta Lodovica.

http://www.felixkrulleditore.de/memorie.htm








PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE «DONNA» XXXVI Edizione

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.