di
Lodovica San Guedoro
recensione di
Maria Lucia Ferlisi
Lodovica
San Guedoro nella consueta maniera aristocratica ed elegante ci narra
le memorie di una gatta.
Una gatta matura di 15 anni che sente
l'esigenza di scrivere la sua vita, ma sa che adesso è un
denominatore comune iniziare a scrivere dopo i 40 anni, forse perché la
maturità è giunta al culmine o forse perché ci si allontana dalla giovinezza e l'esigenza di fissare su carta i pensieri che hanno
attraversato la nostra vita si fa più forte.
Chi comincia a scrivere a quaranta, chi a cinquanta, chi a sessanta, chi a settanta, chi a ottanta.Perciò oggi si assiste ad un fenomeno nuovo e degno di nota nella Storia della Letteratura: a scoprire di aver tanto da raccontare sono le persone mature e con i capelli brizzolati, preferibilmente le casalinghe dopo i quarant'anni, quando contemporaneamente sono rimaste sole in casa e la loro saggezza è aumentata fino a traboccare e, per così dire, non riescono più a tenerla per sé e devono vuotare per forza il sacco.E non sono anch'io una donna? Non sono anch'io un'esponente del bel sesso? Cos'ho meno di loro?...Ho fatto figli anch'io, li ho cresciuti, li ho mandati a scuola, a lavorare ... E ormai sono libera, libera di riflettere e di vivere per me stessa. Non so perché – e non me ne vanto, ci sto solo pensando su in questo momento – ma a noi è sempre venuto spontaneo muovere molto la lingua, far fluire le parole, a noi è sempre venuto più facile aprirci e parlare. E' un'arte, questa, che abbiamo sempre posseduta, ma che oggi può fruttare, come si dice, il quattrino.
La
nostra gatta è viziata, ama i cuscini dalle righine d'oro, morbidi e
vellutati, ama il cibo naturale carne macinata e latte biologico. La
sua vita sonnecchia al ritmo della padroncina di cui desidera
l'interesse esclusivo. Ne attira l'attenzione regalandole lucertole e
topi, ma non sono graditi, l'unico amore è la letteratura. Forse è
questa la motivazione alla scrittura?
La
gatta è sorniona, gli occhi dolci, spirito d'avventura che la porta
ad esplorare di notte i luoghi circostanti, i boschi e la valle dei
Grilli. Ne ascolta il silenzio, ne aspira il profumo, raccoglie la
felicità degli incontri con la volpe e la civetta. Apprezza anche
Pio il nuovo arrivato, più giovane di lei, ma l'amore dei suoi
padroni rimane e la difendono dalle angherie giovanili del gatto Pio.
..a Pietrafitta c'era una chiesa. Era un'elegante chiesetta toscana di pietra squadrata, dai canti mirabilmente dritti e netti, preceduta da un'ampia, amabile scalinata di gradini bassi bassi, che – colgo qui l'occasione per esprimere la mia personale lode all'architetto – si salivano e si scendevano, senza dovere fastidiosamente zoppicare.Quante belle ore non ho trascorso, anche insieme a Pio, sulle calde pietre di quella scalinata, come anche su quelle del sagrato! Perfino in inverno poteva essere estate, sotto quel piccolo, semplice e raffinato portico, ci si poteva cuocere nel sole, circondati da una pace voluttuosa! A dire la Messa in questa chiesetta, veniva appositamente il prete di La Piazza.
L'autrice, con questa storia sospesa tra fiaba e narrazione, c'incanta con la
scrittura sempre attenta precisa ed elegante.
Memorie
di una gatta è una sorta di metafora della vita dell'autrice,e non
poteva che scegliere di essere una gatta sinuosa, leggera, scattante,
dolce, curiosa...
Ed ecco come andarono le cose, quella volta. Lo stesso pomeriggio, dopo aver perlustrato la casa, girellando nella stanza-giardino, in cerca di un comodo cantuccio, scorsi un'allegra e invitante macchia di sole su uno dei due letti. Tornava a proposito: ci saltai dentro e, in men che non si dica, cullata dalle voci dei miei genitori e dei miei nonni, che prendevano il caffè in cucina, mi appisolai (quasi) beata.
Non posso dire quanto dormìi. So però che, ad un certo punto, sognai di trovarmi nella Valle dei Grilli.Spinta da un intenso desiderio, mi stavo arrampicando su una possente quercia ... Nel bosco regnava una pace profonda e segreta. Improvvisamente, le mie orecchie si riempirono d'un fragore, simile a quello di un tuono. Alzai, spaventata, lo sguardo al cielo: sembrava raso azzurro. Il rumore si allontanò e svanì, lasciandomi smarrita. Ripresi ad arrampicarmi. Ma non ero ancora arrivata alla chioma dell'albero, che il frastuono si ripeté. Questa volta, però, capìi che veniva da un camion. Feci errare lo sguardo intorno: c'erano solo alberi!Comunque fosse, saltai su un grosso ramo e, malgrado dal bosco emanasse ormai una sinistra insidia, continuai a salire.
La
gatta ama passeggiare nei boschi, ama fare nuovi incontri, Lodovica
Gatta o Gatta Lodovica, chi è l'autrice e chi è la gatta. Nella
memoria, sospesa tra le righe, silenziosa e arguta si nasconde la
penna graffiante dell'autrice che, con intima e carezzevole voce,
sinuosamente parla della sua vita, come all'interno di una favola tra
boschi e castelli, tra righe verdine e righine d'oro, si allarga la
storia, si snoda e ci avviluppa, dalla nascita fino all'età adulta.
A
noi lettori la capacità di leggerla tra gatte, gattini, gatti rossi,
volpi, civette,e lucertole, bassotti, pipistrelli, tra pittori,
archeologi e tipografi...Le memorie di Gatta Lodovica.
http://www.felixkrulleditore.de/memorie.htm
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