lunedì 25 novembre 2019

NO alla violenza contro le donne.


Lividi e Lacrime
di
 Ferlisi Maria Lucia


Non so da quante ore sono rannicchiata per terra. Mi alzo lentamente e mi avvio verso il bagno.
Le gambe sono indolenzite e sul fianco sento una stilettata, come se un pugnale mi avesse colpito.
Mi avvio verso il bagno e mi specchio, l’immagine riflessa è pietosa, il viso e letteralmente disfatto.
Somiglio a una maschera di clown, le lacrime hanno fatto scempio del trucco, il mascara è colato, ma non doveva essere waterproof?
Le solite bugie della pubblicità, di sicuro cambio marca! Forse è meglio che faccia un bagno rilassante, magari con un olio essenziale, apro il rubinetto e lascio riempire la vasca d’acqua calda in cui verso gocce di lavanda, subito si sprigiona un delicato profumo che mi rincuora. Lentamente mi spoglio lasciando cadere gli indumenti per terra, e m’immergo nell’acqua.
Comincio a sentirmi meglio.
Immergo la testa sotto l’acqua, trattengo il respiro e conto un due, tre…dodici, tredici…quanti secondi occorrono per sentire l’acqua che ti entra dentro i polmoni, quanti minuti occorrono per morire annegata. Non lo voglio sapere, non questa sera.
Si sono uno straccio, ma la vita ha ancora un valore per me. Scaccio questo pensiero triste e con la mente cerco di ripercorrere i momenti in cui ho conosciuto mio marito.
Era il 18 marzo festa del patrono, grande sagra in paese con vendita di frittelle, banchi di caramelle, e le immancabili giostre. Con la mia amica siamo sull’autoscontro, lui era lì, mi aveva colpito subito, i capelli neri sparati all’insù, pieni di gel, gli occhi castani, la barba incolta, la sigaretta tra le labbra.
Aveva un’aria spavalda e sicura di sé, che mi aveva letteralmente travolto. Anche lui mi aveva notato e mi aveva chiesto di uscire con lui la sera stessa. Era arrivato in moto. Dio com’era bello e com’era innamorato.

Passava tutti i giorni a prendermi dalla parrucchiera dove facevo l’apprendista, mi caricava in sella e poi rombando il motore partiva in gran velocità e mi accompagnava a casa.Era dolce. Sì, allora lo era. Lui mi vuole bene. Sono io che sbaglio. So che a lui non piace che io vada a trovare mia madre, potrei evitarlo, invece non rispetto mai i suoi desideri.
Vero, non gli piace che vada a fare la spesa da sola, deve sempre accompagnarmi, che male c’è? Questo è amore.Lui mi ama. Ne sono certa.

Vero, non ho il bancomat, non mi ha mai concesso di averlo, spendo troppo e poi sono distratta magari lo dimentico da qualche parte. Poi non lavoro, quindi i soldi li deve gestire lui. Ha ragione. A volte mi trucco troppo, lui ama il viso acqua e sapone, potrei evitarlo. Poi basta con le minigonne, ho già ventotto anni è ora che copra le gambe.
Non sono una ragazzina.
Ha ragione.
Sono una stupida, sono proprio una stupida, lui lo sa bene.
A volte cedo alla tentazione del trucco e della mini, ma non ho bisogno di questi belletti, sono sposata. Gli uomini non devono guardarmi: io sono di mio marito. Mia madre dice sempre che devo lasciarlo, che non mi fa respirare, che devo vivere la mia vita, vestirmi e truccarmi come voglio.
Lei, non può capire, è una figlia dei fiori, gridava nelle piazze e non si è mai sottomessa a mio padre. Lei non ha mai voluto che lo sposassi, era contraria, anche perché aveva voluto che lasciassi il lavoro e per lei questa era stata una premonizione:
Con lui non sarai mai felice”.

Aveva sentenziato. Lei non conosce l’amore, quello che ti toglie il respiro, che ti fa sentire unica, un corpo e un’anima con il tuo amato.
No, lei non è mai stata amata in maniera così totale ed esclusiva. Mio marito dice che lei è invidiosa della mia felicità, ed è per questo che devo tagliare il cordone ombelicale che mi lega a lei. Fino a quando non lo farò, la nostra vita sarà un inferno.
Ha ragione.
L’acqua della vasca si è raffreddata, pertanto esco e prendo l’accappatoio per asciugarmi. Mi dirigo verso la cucina e mi faccio un caffè, mentre ingoio l’ennesima aspirina.
Guardo l’orologio sono già le cinque, fra un po’ arriva, meglio che mi vesta non ama trovarmi in disordine e la cena deve essere pronta per le sette in punto.
Sono piccole inezie, posso accontentarlo, non è un grande sacrificio, come pensano le mie amiche che amano solo bighellonare nei centri commerciali o spettegolare.
Mio marito dice sempre:
le donne devono stare in casa a fare le pulizie, cucinare e scopare” !
Ha ragione.

Quando mi lascia i lividi, lo fa per me, così mi ricordo di non sbagliare, di non ripetere sempre gli stessi errori. Accidenti con tutti questi pensieri mi è sfuggito l’orario. Adesso la cena non è pronta, spero che mi perdoni, ho ancor i lividi di ieri sul corpo, mi fanno male. La chiave sta girando nella serratura della porta, sono impietrita, so già che mi prenderà a schiaffi.
No, ti prego basta, lo so non lo faccio più”.
Invoco con la mente. Eccolo è entrato. Butta le chiavi sopra il mobile posto all’ingresso e si dirige verso il bagno, neanche una parola. Sento che tira lo sciacquone, e si avvia verso la cucina.
Sto sudando.

Sento già il suo urlo: “Che cazzo hai fatto fino ad ora? Dove sei stata stupida oca giuliva, neanche capace di preparare la cena ad un uomo che lavora tutto il santo giorno sei capace”. Dalle labbra non esce nessun suono, le parole si sono seccate nella gola.
Si avvicina, mi sbatte contro il muro, sento il suo alito contro il mio, una mano è stretta contro la gola e mi sussurra:
Sei solo una povera, stupida, inutile, donna, non vali nemmeno cinque lire”.
Adesso vai in cucina e mi prepari subito qualcosa” e mentre m’intima di farlo mi sferra un calcio che mi fa cadere a terra, si mette a ridere.
Non sei nemmeno capace di stare in piedi”.

Rimani pure lì, vado a mangiare da mia madre, stupida.
Stupida, è vero sono stupida.
Stupida perché ti giustifico sempre, stupida perché ho permesso che mi picchiassi, stupida perché rimango qui.

Basta!

Vado in stanza da letto e preparo velocemente la valigia.

Prendo solo poche cose, non ho nulla da ricordare, niente foto, o souvenir non voglio ricordare nulla.
Da oggi riprendo in mano la mia vita.
Scendo le scale, cantando.
Felice, come quando ero una ragazzina, andrò da mia madre i primi tempi, poi cercherò lavoro come e parrucchiera e andrò a vivere per conto mio…
I sogni di una nuova vita s’interrompono sull’ultima rampa di scale.
Lui è tornato indietro.

Mi fissa sbalordito.
Che cazzo fai, cosa sono quelle valigie, muovi il culo e torna indietro povera stupida, dove credi di andare. Chi ti vuole con quel culo che sembra un’anguria gigante!” Ride a crepapelle pronunciando quelle parole.
Lo fisso, ho lo sguardo annebbiato dalle lacrime.
Si, ma questa volta sono lacrime di rabbia, non di paura. Non so come, ma sento dentro di me una forza sconosciuta che mi penetra, scompaiono la paura e il dolore.
Sono forte.
Gli sferrò un calcio, lo manco, ma ormai il mio corpo è avvolto in una spirale di forza, sferrò un altro calcio, questa volta lo colpisco, perde l’equilibrio e cade all’indietro, batte la testa contro un gradino.
Rimane, per alcuni secondi, immobile, per terra, poi si alza, dolorante.

Mi metto a ridere, forte sempre più forte, e lui diventa sempre più piccolo ai miei occhi.
Non si muove. Sente dolore alle gambe e alla testa. Lui il grande picchiatore, adesso è fermo inebetito dal dolore e dalla sorpresa.

Gli passo davanti con le valigie. Lo guardo e ridendo gli urlo:
Sei solo uno stupido non riesci nemmeno a stare in piedi”!



giovedì 21 novembre 2019

Black friday books




Black friday books





Carissime amiche e amici 

vi propongo una bellissima offerta proposta dalla casa editrice LAS VEGAS EDIZIONI, hanno preparato dei  pacchetti tematici di libri:
                   #emozioni#gentestrana#inviaggio#alsangue
Ogni pacchetto proposto contiene 4 libri: di cui una nuova proposta e tre libri usciti negli scorsi anni, ogni  pacchetto costa 25 euro al posto di 49 euro!
Ricordatevi però che
           l’offerta scade il 1° dicembre a mezzanotte

Ecco il link per gli acquisti:
https://www.lasvegasedizioni.com/scopri/pacchetto-storie-emozioni-black-friday/?utm_source=La+newsletter+di+Las+Vegas+edizioni&utm_campaign=506d6e358a-EMAIL_CAMPAIGN_2019_11_20_10_56&utm_medium=email&utm_term=0_0b2e482bc4-506d6e358a-231103713

martedì 19 novembre 2019

Da qualche parte nel mondo di Chiara Cecilia Santamaria

Da qualche parte nel mondo
 di 
Chiara Cecilia Santamaria
recensione di 
Maria Lucia Ferlisi

Lara è una bambina che assiste al primo grande cambiamento della sua vita,nel giro di poche ore tutto cambia, deve lasciare la sua casa, la sua maglietta gialla preferita, i giochi, va a vivere con la madre in un albergo e non può più avvicinarsi all'abitazione. Il padre fa perdere le sue tracce e lei si ritrova sola con la madre annientata, che deve ricominciare un'altra vita, senza più agi, senza certezze e senza soldi.
Trovano in affitto un paio di stanze arredate malamente, mentre Adele si crogiola nel dolore, lei tampona il colore scolorito delle pareti con un'immagine di un cantante. Adele trova lavoro in una merceria, lei quando termina la scuola si reca presso un bar dove il titolare Elio la tiene d'occhio e le da consigli.
Nella sua vita per fortuna c'è Elena la sua amica di sempre, con lei condivide sentimenti, emozioni, speranze e delusione. Sono due amiche inseparabili e la sostiene quando all'improvviso comprende che quella non è la sua vita, lei non vuole diventare avvocato, come desidera la madre, non aspira alla ricchezza ed elevazioni sociale. Lei vuole dipingere, per questo va a Roma e poi a Londra.

Adesso vive, anche se tutto fa male, perché la vita è questa, non si può programmare, non si può edulcorare con i soldi. Si vive e basta. Si vive l'amore anche nella consapevolezza che farà male. Si vive per cercare se stessi anche attraverso gli errori. Perché la vita è davvero così

L'autrice scrive con chiarezza e ricercatezza, un romanzo di formazione che scivola leggero nella lettura. La storia di una crescita dolorosa e della forza per combattere un carico così pesante, si sbaglia, si cade, ci si fa del male, ma la ricerca di un cambiamento permane e si lotta per raggiungerlo, per avere quell'equilibrio di vita.
La scrittura di Chiara Cecilia Santamaria  è indagatrice e s'intrufola negli angoli della mente di Lara per far rivivere le sue debolezze, le sue ansie ma anche la sua determinazione.
Scheda libro
Autore:Chiara Cecilia Santamaria
Titolo:Da qualche parte nel mondo
Casa Editrice: Rizzoli
Pagine:427

Sinossi
Lara è esile, pallida, lo sguardo sfuggente di chi non si lascia addomesticare. Elena è forte, sorridente, due occhi nocciola che trasmettono calore. Una l’opposto dell’altra, ma sono inseparabili. Quando il padre ha abbandonato lei e sua mamma, Lara non ce l’avrebbe mai fatta senza Elena. Da quel giorno in cui, a scuola, si è schierata dalla sua parte contro tutti i compagni, sono inseparabili. E, anni dopo, quando Lara si trasferisce da Roma a Londra per inseguire l’amore e la carriera di pittrice, sono ancora le stesse amiche di sempre. Elena è lì, pronta a difenderla e a credere in lei. Ma, un giorno, qualcosa si mette fra loro due. Non se lo sarebbe mai immaginata, Lara, di trovarsi davanti a una scelta che cambierà le carte in tavola: fino a che punto è disposta a sacrificare la felicità della sua migliore amica per raggiungere la propria? Basta una sola decisione per cambiare irrimediabilmente la nostra vita e quella di chi amiamo. I sentimenti che ci trascinano con tutta la loro forza fanno paura. Ma, a volte, per scoprire davvero chi siamo, dobbiamo sacrificare anche ciò che non avremmo mai voluto perdere.

lunedì 11 novembre 2019

“RACCONTAMI IL NATALE” 4ª Edizione Concorso letterario nazionale

Carissimi  scrittori e scrittrici
vi propongo un concorso dedicato al Natale, la cui scadenza è fissata per il 22 Novembre, la partecipazione è gratuita, i premi sono in denaro. 
So che i giorni a disposizione non sono molti, ma sono certa che scrivere un racconto dedicato al vero significato e valore del Natale stimolerà la vostra fantasia.
Da parte mia il solito in bocca alla penna! Maria Lucia

“RACCONTAMI IL NATALE”
4ª Edizione Concorso letterario nazionale

Regolamento
Art. 1
Il Concorso letterario “RACCONTAMI IL NATALE” si inserisce nell’ambito della rassegna culturale “Avvento Revigliaschese”, culminante nella “Sacra Rappresentazione della Natività” che si svolge la sera del 24 dicembre nel centro storico del paese. Attraverso questa iniziativa l’Ente organizzatore intende stimolare una riflessione creativa capace di restituire, nella forma del racconto, la valenza spirituale e antropologica del Natale. Sondando l’universo semantico che questa Festa dischiude, i partecipanti dovranno costruire delle storie (ispirate a fatti reali, ricordi, tradizioni oppure frutto di fantasia) che, anche senza citare esplicitamente il Natale, siano in grado di rimandare il lettore ai valori universali che da esso discendono.
Art. 2
Il Concorso è riservato a racconti brevi inediti in lingua italiana.
Art. 3
Il Concorso è aperto ai cittadini italiani e stranieri dai 16 anni in su (l’adesione da parte dei minori deve essere autorizzata da chi ne esercita la patria potestà controfirmando il modulo di partecipazione).
Art. 4
I partecipanti potranno inviare un solo racconto breve (minimo 4000, massimo 10000 battute, spazi inclusi, carattere Times New Roman, dimensione 12).
Art. 5
La partecipazione al Concorso è gratuita.
Art. 6
La partecipazione dovrà essere ufficializzata entro il 15 novembre 2019 inviando una mail a natalearevigliascoasti@hotmail.it oppure contattando il numero 3481361077.
Art. 7
Tutte le opere dovranno essere consegnate o inviate presso gli Uffici comunali entro venerdì 22 novembre 2019 (farà fede il timbro postale) al seguente indirizzo:
Concorso letterario
“RACCONTAMI IL NATALE”
c/o Comune di Revigliasco d’Asti
Piazza Vittorio Alfieri, 1
14010 Revigliasco d’Asti (AT)
I testi pervenuti successivamente non verranno presi in considerazione.
Art. 8
Le opere dovranno essere trasmesse in un plico contenente:
5 copie dell’opera;
1 busta sigillata e anonima all’interno della quale verranno inseriti il modulo di partecipazione e un’ulteriore copia dell’opera.
Le copie non dovranno in alcun punto recare indicazione del nome dell’autore o altro riferimento che consenta il riconoscimento di quest’ultimo, pena l’esclusione del racconto dal concorso.
I testi non saranno restituiti.
Art. 9
L’Ente promotore nominerà una giuria e sottoporrà al suo inappellabile e insindacabile giudizio tutti i lavori pervenuti. La giuria determinerà una classifica in considerazione della qualità dello scritto, dei contenuti, della forma espositiva e delle emozioni suscitate.
L’esito del concorso verrà pubblicato il 28 dicembre 2019 sul sito www.comune.revigliasco.asti.it e sulla pagina Facebook @RaccontamiilNatale. I vincitori saranno avvisati tramite comunicazione telefonica entro il 22 dicembre 2019.
Art. 10
La cerimonia di premiazione si terrà sabato 28 dicembre 2019 alle ore 16,30 presso la sala consiliare del Municipio di Revigliasco d’Asti. Tutti i partecipanti al Concorso sono invitati a prendervi parte. I vincitori dovranno ritirare personalmente i premi e solo in caso di serio impedimento potranno concordare con l’Ente organizzatore le modalità per il loro recapito.
Art. 11
La giuria assegnerà i seguenti premi:
euro 200 e targa al racconto primo classificato;
euro 100 e targa al racconto secondo classificato;
abbonamento annuale alla rivista letteraria “L’Indice dei Libri del Mese” e targa al racconto terzo classificato.
Art. 12
Compilando il modulo di partecipazione al Concorso letterario “RACCONTAMI IL NATALE”, i partecipanti autorizzano il trattamento, con mezzi informatici o meno, dei dati personali e la loro utilizzazione da parte dell’Ente organizzatore per gli adempimenti inerenti al Concorso. Autorizzano altresì l’Ente a stampare, far pubblicare o proiettare, senza compenso per i diritti d’autore, le opere presentate. I diritti rimangono comunque di proprietà dei singoli autori.
Art. 13
Ogni autore risponde dell’autenticità dei lavori presentati ed è consapevole che false attestazioni configurano un illecito perseguibile a norma di legge. Gli organizzatori non si assumeranno la responsabilità per eventuali, deprecabili plagi.
Art. 14
La partecipazione al Concorso implica l’accettazione delle condizioni stabilite dal presente regolamento. Per quant’altro da esso non previsto e disciplinato si rinvia alle decisioni assunte, caso per caso, dall’Ente organizzatore.

venerdì 8 novembre 2019

Amor che torni … di Lodovica San Guedoro


 Amor che torni …
di
Lodovica San Guedoro
recensione di 
Maria Lucia Ferlisi




Sono passati soltanto dieci giorni da quando Lodovica e Kasim, amanti, si sono lasciati. Una lunga e triste eternità, dove l'apatia e la tristezza avvolgono la donna, un amore, puro e toccante, è finito, ed anche se il marito la conforta, la sua anima è morta. Lodovica trascina la vita nella monotonia coniugale e nei problemi tecnici di vita famigliare.

La donna ripensa al suo romanzo “Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé ...”, dove ha narrato la travolgente passione per Kasim, amore giovane, in cui ha vissuto  una rinascita come donna e autrice, non ha vinto il premio Strega, a cui auspicava, ma i baci e il corpo giovane dell'amante l'hanno aiutata  a superare la forte delusione.

Quando tutto è perduto eccolo che lo rivede, vicino alle vie dove erano soliti incontrarsi, in un mercatino delle pulci, mentre era intenta a cercare un' aspirapolvere, ecco che lo intravede, è diverso, è smagrito, ma lo riconoscerebbe in mezzo a una moltitudine.  Gli corre incontro,   sfida tutte le giuste precauzioni per guardarlo da vicino, per scambiare poche parole con il suo amore.

Nel rientro a casa, la vita riprende a battere nel corpo di Lodovica, lui è vicino a lei, forse il loro amore così puro, può riprendere, nonostante l'addio definitivo avvenuto da pochi giorni.

Mentre gli operai stanno ristrutturando la sua casa, immergendola nella polvere, la sua mente è volta al viso smagrito del suo amore, adesso ha anche la barba, ha perso lo smalto di quando l'aveva conosciuto in quel giardinetto, diventato il loro rifugio, dove ogni albero contiene il respiro della loro passione.

Lodovica tentenna, vuole scrivergli, ma non vuole al tempo stesso rompere quel patto che suggellava la rottura dell'amore, alla fine cede e prende per pretesto il nuovo romanzo che ha iniziato, ha bisogno di sapere altro, una scusa che ha già funzionato e funziona anche adesso.

Si rivedono, lui è impacciato, la famiglia, la moglie gli tolgono ogni energia. Kasim è l'ombra di se stesso.

Lei ne è rattristata, si era anche preparata delle domande sulla guerra in Bosnia, paese dove lui è nato, dove i suoi occhi hanno assistito al terrore di quella guerra, lui, il suo amore musulmano, così diverso dal marito. Gli pone le domande e lui risponde mettendo a nudo la verità che si nasconde dietro ogni guerra.
La terza notte vennero. Vidi subito una grande luce abbagliante e persi conoscenza. Al risveglio, vidi ancora tutto bianco sopra di me: capii lentamente, a fatica, che era un soffitto. Mi trovavo in un ospedale:l’ospedale in cui ero stato portato dopo essere stato ferito e dove avevo trascorso tre giorni in coma. Le schegge della granata mi avevano colpito alla faccia, rompendomi denti e l’articolazione di una mandibola. L’onda d’urto mi aveva schiacciato le costole nei punti in cui, nella bandoliera, si trovavano i pezzi di ricambio…” Ero sempre più turbata, mi sentivo prossima a tremare... “Tua madre, tua madre come si comportò, quando ti svegliasti?”, lo interrogai con un fil di voce. “Piangeva…” “E dopo, a casa, nel tempo che seguì?”, domandai ancora, immaginando la disperazione più nera, immaginando che si strappasse i capelli, che la casa risuonasse dei suoi gemiti, dei suoi singhiozzi e delle sue grida per quel figlio bambino dato in pasto alla guerra, per il martirio di quel suo bambino innocente, che si buttasse per terra in predaalle convulsioni. Ma lui fu riservato, disse solo che certo sua madre era addolorata.

Kasim parla della sua esperienza, è un fiume in piena, parla del padre, dei caschi blu, della scelta di lasciare quell'inferno, lei ascolta, sorpresa e amareggiata. Soltanto ora scopre il passato straziante del suo amato.
Mi aveva ancora una volta sorpresa, mi aveva scossa di profonda meraviglia. In un’ora appena, mi aveva rivelato il suo essere, celato per un intero anno.

Gli incontri riprendono, i loro passati s'intrecciano e si legano in una nuova passione più consapevole, dove cercano di conoscersi a fondo.
Si incontrano, i pretesti sono sempre diversi, fuori o in casa e lei gli legge le pagine del suo romanzo in cui descrive la loro passione nei minimi particolari. Le mail si susseguono...e i racconti anche, e come se fosse un bambino gli legge "I ragazzi della via Paal", a lui che non ha mai ascoltato fiabe prima di addormentarsi. Il suo sguardo la ripaga di ogni momento trascorso insieme.
Gli incontri riprendono, i dubbi sono tanti, Kasim l'ama davvero, un quesito che le strazia l'anima, lui sembra spaventato, titubante, le sfugge, eppure la cerca, per poi sfuggire ancora..

L'autrice continua il resoconto preciso nei giorni, nelle ore e nei minuti di questa passione sconvolgente per Kasim, lo fa con la solita scrittura attenta, precisa, poetica e aulica. Anche questa volta trascina il lettore nella lettura di questa storia d'amore terrena e potente, e riesce a tramutare i gesti più insignificanti in momenti poetici che si coniugano con questo amore come un continuo presagio. Ancora una volta, la quarta per la precisione, il suo romanzo è candidato al Premio Strega. 

Lasciatevi trasportare nel mondo magico e poetico di Lodovica San Guedoro e troverete una donna che lotta con le ingiustizie della vita, come la sua difficoltà a entrare nell'olimpo della letteratura con la vittoria del Premio Strega o Viareggio, o semplicemente lotte di vita quotidiana, come lottare contro l'incapacità degli operai che ristrutturano la casa. Momenti di normalità, amarezza, gioia, tristezza, felicità, che s'intrecciano nel miracolo della vita, nei ricami delle parole dell'autrice con questa storia di amore extraconiugale, con un linguaggio aulico e penetrante.

Autore: Lodovica San Guedoro
Titolo: Amor che torni …
Editore: Felix Krull Editore
Pagine: 504

Sinossi
Amor che torni ...” è la continuazione di “Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé ...” e delle peripezie dei due amanti protagonisti: del loro errare e soffrire, cercarsi e sfuggirsi, ferirsi e amarsi, mille volte perdersi e ritrovarsi infine una sera di aprile, nel modo più inaspettato, prodigioso e fulmineo. Ha lo stesso respiro epico e insieme intimo, la stessa struggente dolcezza, la stessa potenza di sentimenti, le stesse grandi ali dispiegate nel sogno. Perché i due libri sono in verità un unico romanzo, una summa di tutte le storie d’amore mai scritte, di tutti i tormenti e le gioie d’amore mai vissuti, di tutta la psicologia amorosa descritta e sintomatologia amorosa rappresentata dall'inizio della storia umana, ma anche, e più d’ogni altra cosa, un paradigma dell’impossibile che si rivela possibile.

Breve estratto:
Come descrivere l’inesprimibile, particolarissima condizione del mio spirito dopo, il giorno seguente, i giorni e le settimane che si affastellarono su di me? Galleggiavo trasportata come una foglia semimorta dalla corrente dei giorni, senza peso, senza corpo. Il sangue era stato dato tutto. Dopo tutti quegli sforzi e quelle lotte per domare la mia sventura e riportarlo a me, le mie vene erano rimaste vuote. Avevo fatto l’impossibile. Avevo sostenuto tutte le lotte che c’erano da sostenere, usato tutti gli stratagemmi che si potevano usare. E ora seguiva un silenzio immoto. Ora non c’era più appiglio di speranza, ora la certezza era definitiva, ora non restavano più lotte da sostenere contro il destino, sperando disperatamente di capovolgere il suo decreto: il destino si era espresso a fondo, il suo verdetto era irreversibile, pur se pronunciato nella forma più dolce, soave e pacificatrice.
E come immaginare, come prevedere che quella mattina di maggio, ad appena dieci giorni dal memorabile, irrevocabile addio, me lo sarei visto improvvisamente riapparire davanti a poca distanza da casa mia?! …
Era il due, un sabato, e il quartiere, invaso dai mercatini, brulicava di gente. Ogni anno le stesse scene, lo stesso viavai, fra tavoli e banchetti subissati di ogni genere di paccottiglia rastrellata nelle cantine. Ogni anno rimanevo esterrefatta di fronte all’indecente bruttezza degli oggetti che erano capaci di riversarsi da case e ville dalle facciate spesso tanto contegnose o graziose. Ciò nonostante, anch’io m’inoltravo regolarmente tra quei tavoli e banchi, perché avevo il misterioso dono di scovare sempre qualche cosa di utile o di bello. Anche quella mattina avevo avuto occhio e fortuna e comprato, con quindici euro in tutto, un bel vestito azzurro di seta e un vestitino corto marrone di maglia, entrambi nuovi, che sarebbero andati ad arricchire il mio guardaroba estivo. Se, mentre volgevo i passi verso casa, non fossi stata assillata dal pensiero di un aspirapolvere, avvistato durante il mio giro sulla N. Strasse, e non avessi invertito la direzione per andare a chiedere quanto costasse, non sarei tornata a casa per la B. Strasse, la stradina dove abitava Lucia. E non vi sarei passata a quell’ora precisa … Malgrado il prezzo di dieci euro, fissato dalla coppia che lo aveva messo in vendita, fosse estremamente allettante, l’aspirapolvere in ottime condizioni e per di più di una marca pregevole e robusta che avevo già avuto modo di sperimentare quando vivevo a Vienna, non avevo infine potuto decidermi per l’acquisto senza il parere di Hans: perché un aspirapolvere lo avevamo già e, per mancanza di spazio in casa, avevamo persino messo in strada con il cartellino zuverschenken un secondo esemplare, nuovo di zecca, rivelatosi poco maneggevole, a dispetto dell’agile apparenza, che avevo comprato per mio uso personale. Avanzavo assorta sullo stretto marciapiede animato, galleggiando in una calma, atona deriva. E pur nella nebbia di quello stato onirico e vago in cui ero sospesa, pur essendo come disincarnata, sentivo di essere abbattuta, smarrita e priva di forze: sentivo di essere stanchissima.
Ad un tratto, proprio mentre giungevo all’altezza del cancello della mia amica, mi vidi sorridere dal noto viso … Ci separavano ancora diversi metri, quando era comparso nel mio campo visivo. Lo fissai incredula, come si fissa una visione. Con la sua vista soprannaturale, lui mi aveva individuata per primo, e chissà quanto marciapiede avevo percorso, inconsapevole, sotto il suo sguardo … Le mie percezioni e i miei sentimenti, per quasi tutta la breve durata dell’incontro, furono come avvolti in una membrana di opacità. Eppure vidi che era bello in modo conturbante, gli occhi grandi, verdi, splendenti, che, in quel momento, singolarmente, si modellarono in quel particolare selvaggio taglio inclinato slavo … Ma, quando fummo vicini, notai con ottuso stupore e tristezza che aveva la fronte solcata da rughe di fatica e stanchezza. Era solo, con lui non c’era moglie né bambino.
Potevamo, perciò, parlare. “Come stai?”, chiese, fermandosi. “Bene …”, risposi, fermandomi anch’io. “E tu?” “Bene …” Ci spostammo di lato. “Ma quindi non sei ancora partito …”, osservai, meravigliata. “Abbiamo rinviato al diciassette …” Aggiunse una frase frettolosa sulla moglie. Mi pare che nominasse il Kaufhof dell’Olympia Einkaufszentrum. Forse, avendo iniziato a lavorarvi da poco, Pamina non aveva ottenuto la vacanza su cui contava … “Starò via tre settimane …”, ci tenne a farmi sapere.

mercoledì 6 novembre 2019

ROTT-HATER Sulle tracce di Pequeña di Giulianna D'Annunzio

ROTT-HATER 
Sulle tracce di Pequeña.
di
Giulianna D'Annunzio
Sinossi

Yuri è un ragazzo di Latina fidanzato con Pamela.

Quando i due giovani decidono di adottare una cucciola di cane, Pequeña, iniziano a progettare la loro vita insieme.

Un evento doloroso, però, sconvolge gli equilibri.

La dolcissima Pequeña aiuta il suo amico a superare il momento, ma una sera la cagnolona scompare.​
Yuri, con ogni mezzo, si mette sulle sue tracce per ritrovarla.

Scheda libro


Autore: Giulianna D'Annunzio



Titolo:ROTT-HATER Sulle tracce di Pequeña.



Casa Editrice: Spunto Edizioni



Pagine: 122


Biografia
Giulianna D’Annunzio è insegnante di Educazione Fisica, istruttrice di Fitness dal 1995. Abruzzese, vive in provincia di Latina. Da sempre condivide le sue giornate con gli animali. Dopo il viaggio di Pedro sul Ponte Arcobaleno, scrive il primo romanzo, Il Gentilcane, pubblicato da Spunto Edizioni nel 2015, a cui fanno seguito Ti do una zampa nel 2017, Un gatto randagio ma non troppo nel 2018, ancora editi da Spunto Edizioni e La Grotta del Tempo nel 2018. Ultima uscita è ROTT-HATER Sulle tracce di Pequeña.
Attualmente i suoi “musi ispiratori” sono tre gatti: Ocelot, Diego e Gianqualcosaltro detto Gianqui, e naturalmente Saetta, la fedele coautrice del blog Saetta – Libri e pensieri a quattro zampe

lunedì 4 novembre 2019

Bisturi, Sciroppi e Maionese - Ricette e prescrizioni del Dottor Amal, ovvero: Amalia Moretti Foggia -

 Bisturi, Sciroppi e Maionese 
Ricette e prescrizioni del Dottor Amal 



 Il dottor Amal è un grande esperto di medicina al punto che il Corriere della sera, uno tra i quotidiani più letti nei primi del novecento, gli affida un incarico di grande rilievo, condurre una rubrica sul settimanale " La Domenica del Corriere" intitolata " La parola del medico" . Una sorta di fidelizzazione medica, pratica che allora si usava moltissimo per mantenere la continuità dell'acquisto del giornale. La proposta arrivò al Dottor Amal direttamente dal direttore editoriale del Corriere della sera Eugenio Balzan, aveva appena creato il nuovo settimanale riscontrando un grande successo di pubblico e cercava sempre nuove idee per accattivare il pubblico dei lettori degli anni trenta. 

Il dottor Amal tiene a precisare nel suo primo libro che riassume i maggiori articoli della rubrica che " sono chiacchierate domenicali". I suoi interventi sono precisi e scientifici, riguardano materie come l'igiene personale, cure e rimedi per i malanni di stagione, insegnamenti sul modo migliore per dormire e curare l'insonnia o la stitichezza. Il dottor Amal suggerisce anche come vestirci d'estate per ripararci dal sole o d'inverno per proteggerci dal freddo, non solo c'insegna come usare il caminetto o lo scaldino, ci fa comprendere quanto sia necessario areare gli ambienti. 

Molti di questi suggerimenti oggi fanno sorridere ma dobbiamo pensare che siamo negli anni del primo novecento, l'analfabetismo era ancora dilagante e l'igiene della vita quotidiana presentava molte lacune. L'intento del direttore Eugenio Balzan e del dottor Amal, legati da una profonda amicizia, è questo: aiutare il popolo a diffondere le notizie per alleviare la loro vita e migliorarla. Il medico inizia a pubblicare su "La Domenica del Corriere" nel 1926, ed è subito un successo.
 I lettori non si pongono la curiosità di conoscere il nome di questo medico che pubblica sul giornale, per tutti è semplicemente Amal, il dottore che dispensa gratuitamente, tramite un giornale, consigli di igiene e di medicina.
 Il dialogo tra lettori e dottore è colloquiale, come se fossero seduti uno di fronte all'altro, un tono gentile, semplice nei termini medici, alla portato di tutto il suo pubblico popolare. 

Nessuno s'insospettisce, un medico affettuoso, dotto, ma con una grande capacità linguistica che sa rapportarsi nel dialogo immaginario col suo " fedele amico domenicale" , un dottore da molti aspetti femminili. Il dottor Amal è consapevole che i consigli dispensati sul giornale non esauriscono il sapere medico scientifico e ci tiene a sottolinearlo soprattutto in ogni libro che scrive, le definisce " chiacchierate" con i tanti amici virtuali. Il dottore edotta i suoi amici lettori sui malucci e malanni, su piante medicinali, sulle piante alimentari e medicinali, su problemi legati ai malanni di stagione in primavera, in estate, in autunno e in inverno. Nella premessa al primo libro il dottor Amal si rivolge direttamente al lettore del settimanale, mettendolo in primo piano e indicandogli chiaramente che il libro è stato scritto e dedicato proprio a lui, che l'ha seguito nel corso degli anni . Il dottore è un brontolone e i suoi lettori e lettrici lo immaginano sicuramente anche vecchio, conosce bene cause e rimedi per risolvere i vari problemi. Il medico è paziente, non si irrita mai nei suoi consigli, anzi insegna anche a diventare " erboraro" o " speziale" , insegna a riconoscere le erbe a essicarle e a trasformale per poi essere usate per le tisane. Prendi la forbice e " tagliuzza" , prendi il martello e " batti e ribatti" , " spezzetta" , " mescola e rimescola" ed ecco che tutti i familiari o la domestica si possono improvvisare infermieri e curare con le tisane suggerite, malucci e malanni. Se poi il malato protesta per le tisane troppo amare, puoi sempre addolcirle con del miele o con delle " scorzette" di limone. Il tono del medico Amal è sempre affettuoso, incoraggia e consiglia, pensa a tutti i componenti della famiglia, " nonnini" compresi, e ai malanni più facili da curare senza che debbano ricorrere alle cure del medico che prevedono sempre un pagamento e in tempi di crisi è meglio ricorrere ai suoi consigli, per i malanni più gravi ci aspetta ahimè il medico in carne ed ossa. 


 Amalia Moretti Foggia



alias Dottor Amal, nasce a Mantova, 1872, muore a Milano, 1947. Figlia di farmacisti, si laureò a 23 anni in Scienze Naturali a Padova e dopo tre anni in Medicina a Bologna prese la specializzazione a Firenze in pediatria. Fu la terza donna medico d’Italia e la prima pediatra. Oltre al " Il piacere del medico" come Dott. Amal le fu affidata un'altra rubrica " Tra i fornelli" con l'alias " Petronilla" Molti dei consigli pubblicati sulla Domenica del Corriere sono stati raccolti e pubblicati sempre dalla casa editrice Sonzogno:
 Parla il dottor Amal su piante e medicinali 
Parla il dottor Amal su malucci e malanni 
Parla il dottor Amal in primavera, in estate, in autunno e nell'inverno 
Parla il dottor Amal su piante alimentari e medicinali.

Amalia Moretti Foggia ai tanti è più conosciuta come Petronilla,  per le ricette economiche e per "tempi eccezionali" che aiutarono tante massaie a improvvisare pranzi con quel poco che c'era nei tempi di guerra.


Le sue rubriche sul giornale continuarono fino alla sua morte avvenuta a Milano il 11 luglio del 1947, fino a quel giorno non fu mai svelata l'identità del dottor Amal. 


La domenica del corriere scrisse un necrologico sulle sue pagine in cui s'intuisce che era Amalia Moretti Foggia il medico nascosto in quella rubrica, ma non vi fu l'ufficializzazione della vera identità.

Questo estratto è una breve parte della mia chiacchierata durante gli eventi off a Firenze, nell'ambito della manifestazione L'Eredità delle Donne



venerdì 1 novembre 2019

Alda Merini, dieci anni senza di te

Dieci anni senza di te Alda Merini, la poetessa dell'amore, della follia, della solitudine, ma anche la poetessa delle piccolo gioie, dei sorrisi e di Dio.
Lei che è nata nel giorno della Primavera, ci ha lasciato in eredità meravigliosi versi.






Una scrittrice dimenticata: Giovanna Zangrandi

  Giovanna Zangrandi Nacque il 13 giugno a Gallierae morì il20 gennaio del 1988 a Pieve di Cadore. Il vero nome era Alma Bevilacqua, ma nell...

Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.