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lunedì 3 giugno 2019

Storia di mio figlio di Nadine Gordimer

Storia di mio figlio
di
Nadine Gordimer

recensione di Maria Lucia Ferlisi


Willy ha marinato la scuola per recarsi al cinema e vedere un film di Bertolucci, lo attende un'amara sorpresa, seduto tra le file c'è anche suo padre Sonny, ma non è solo, è insieme con una donna, la cui pelle è bianca e i capelli sono biondi.
Si salutano, in modo naturale e la donna si presenta stringendogli la mano. L'unico imbarazzato è lui, ma non per essere stato scoperto ad aver bigiato la scuola.

Il suo mondo di certezze è crollato. Il padre, suo eroe, ha ceduto al cliché dell'uomo di colore che perde la testa per una bianca dai capelli biondi.
Siamo negli anni dell'apartheid, i neri sono relegati nelle baracche o distanti dalla città dei bianchi. Sonny suo padre lotta contro questi atti discriminatori, prima inconsapevolmente, poi sempre con maggior consapevolezza, nella scuola prima, poi facendo capo di un gruppo di persone di colore sempre più folto. Finisce anche in carcere dove sconta due anni. Ed è durante le sue battaglie contro il razzismo che conosce un'attivista dei diritti umani e lentamente nasce l'amore tra i due. 
La moglie Aila che l'ha sempre sostenuto e amato viene sempre più relegata in casa, lontano da lui e dalle sue battaglie.

Will tiene tutto dentro di sé pensando di proteggere la madre e la sorella, ma anche loro sono a conoscenza del nuovo amore che si è insediato tra i due.

Un romanzo forte e doloroso, due donne a fianco di un uomo che è un eroe, che lotta senza risparmiarsi contro le ingiustizie verso chi ha un colore di pelle diverso, lo fa con determinazione, senza ricorre alla violenza. Al suo fianco due donne che in ugual misura lo amano e l'ammirano. Due figli che sono orgogliosi di averlo come genitore, che soffrono per la sua scelta sul lato amoroso, ma diventando adulti ne comprenderanno i risvolti.

L'autrice, premio nobel nel 2011,  è straordinaria con una scrittura potente e leggera  ci porta dentro la tragicità degli eventi di quel triste periodo, lo fa con sofferenza, senza vittimismo, ma con orgoglio di chi non deve vergognarsi, non sono loro a sbagliare, la sua comunità affronta la battaglia con la forza di chi punta alla corretta affermazione dei propri diritti.
Nadine affida alla scrittura la sua personale battaglia contro l'Apartheid, le sue parole mettono il lettore di fronte alle ingiustizie che il suo popolo ha affrontato, giorno dopo giorno, per avere il giusto posto in un mondo che non dovrebbe avere divisioni e discriminazioni. Sono un grido di verità, nascoste e taciute. La letteratura ha questo compito aiutare a comprendere, e le parole di Nadine Gordimer sono parole di verità e desiderio di libertà.

Sinossi

Uno studente, marinando la scuola, si imbatte nel proprio padre, verso il quale nutre un grande rispetto, mentre sta uscendo da un cinema con una donna. Un contrattempo comune: ma suo padre non è un uomo comune e la famiglia minacciata dalla relazione non è una famiglia comune. E' la storia d'amore tra un uomo e due donne, tra padre e figlio, tra una famiglia e qualcosa di ancora più esigente: l'amore per la libertà.

Scheda libro

Autore: Nadine Gordimer
Titolo: Storia di mio figlio
Casa editrice: Feltrinelli
Pagine: 248
























venerdì 24 maggio 2019

Nel giardino delle scrittrici nude di Piersandro Pallavicini

Nel giardino delle scrittrici nude 
di Piersandro Pallavicini
recensione di 
Maria Lucia Ferlisi

Sara Brivio ha sessant'anni, scrittrice che in passato ha goduto di una certa notorietà, è diventata improvvisamente, alla morte del padre, ricca, anzi ricchissima, una nuova "paperona".
Adesso può spendere e comprare ciò che vuole. All'inizio non osava toccare quei soldi, aveva paura di svegliarsi e non avere più diritto a fruire di tutti quei soldi: due milioni di euro al mese; ma il notaio, che gestiva i beni di suo padre, la rassicura può spenderli come vuole. 

Abbandona il suo misero appartamentino a Vigevano, dove sopravviveva con i pochi soldi dei libri venduti, e compra una casa a Milano, nel quartiere più snob, grande e con un grandissimo giardino, dove le con le sue due, ed uniche amiche, scrittrici anche loro, Elena e Fanny, possono leggere nude godendo del sole e della lettura.

Adesso può comprare quadri e opere d'arte senza battere ciglio sul prezzo. In questo nuotare nei soldi  ereditati, mette in essere la sua vendetta contro l'ex marito che le ha addossato tutte le colpe nel doloroso divorzio, mettendo un muro tra le i la figlia. 

Il piano è perfetto, un concorso letterario in cui il monte premi è altissimo, ben 500.000,00 euro. Una cifra assurda ma lei può sperperare i soldi come vuole e far morire di rabbia i più noti scrittori nell'attesa del verdetto che immancabilmente premierà una perfetta sconosciuta. 

Alla seconda edizione ci sarà il suo ex marito e un altro grande scrittore Daniele Castagner, detto "El Panteron", scurrile e volgare, sempre primo in classifica con dei romanzi inconsistenti ma alla moda. 

Il trio ha già deciso che vincerà: una scrittrice esordiente, già assaporano i momenti del giorno della premiazione che è contemporanea al premio Strega. Sara vede la faccia del suo ex, un tirchio scrittore mediocre che non riceverà nemmeno un voto dalla giuria, sorride anche immaginando il grande scrittore osannato dai suoi lettori che si aggira come un avvoltoio nel suo ufficio, pensando che sarà lui il giusto vincitore..ma il suo pensiero va soltanto al mezzo milione di euro che potrà vincere e per questo infatti circuisce....

Un romanzo irriverente e dissacrante sul mondo letterario sui vizi e virtù degli scrittori. Piersandro Pallavicini con irriverente ironia ci mostra l'altro lato di questo mondo difficile della letteratura.

La scrittura fluida e leggera dell'autore esamina il narcisismo e lo snobismo di molti scrittori e talvolta anche di alcune librerie. 

Analizza senza pietà i concorsi a premi, in cui viscidamente saltano fuori in bella vista tutti i difetti che si celano dietro l'apparente intellettualità degli scrittori. Alla fine anche loro dall'alto del loro senso di intelligenza, sono come tutti gli esseri umani..mediocri e dettati da un senso avido del Dio  denaro, dall'invidia e dal giudizio negativo verso gli altri scrittori. 

Un romanzo che fa riflettere apre una discussione su questo lato di vita di chi scrive che cercano di celare..ma alla fine questi osannati scrittori altro non sono che essere umani come noi e per questo soggiacciono anche a gesti meschini e vili.
Scheda libro
Autore: Piersandro Pallavicini
Titolo: Il giardino delle scrittrici nude
Casa editrice: Feltrinelli
Pagine: 234
Sinossi

Sara Brivio viaggia per le capitali europee, compra prime edizioni autografate dei romanzi del cuore, colleziona arte contemporanea, cena in ristoranti stellati. Ma soprattutto si gode il sole integrale nel giardino della sua strepitosa villa nel centro di Milano, alle Cinque Vie, il quartiere dei suoi sogni di ragazzina. Insieme a lei, nude come lei, le due amiche più care, Elena e Fanny, scrittrici. 

Anche Sara è una scrittrice, come le sue amiche conosciuta solo da un ristretto pubblico di lettori affezionati. Divorziata, evitata come la peste dall'unica, amata figlia, fino a non molto tempo prima viveva da sola in uno squallido appartamentino a Vigevano, tirando avanti a fatica con poche migliaia di copie vendute per libro, qualche recensione, qualche rassegna per l'università della terza età. Poi, allo scoccare dei sessant'anni, ecco arrivare un'immensa, inattesa eredità, la cui sola rendita mensile sfiora i due milioni di euro. 

La soddisfazione più grande che l'eredità le ha permesso di togliersi? Il Premio Brivio: in palio mezzo milione di euro per un vincitore che come Sara, Elena e Fanny dev'essere un eterno escluso, e una cocente umiliazione, invece, per qualche detestatissimo solito noto del jet set editoriale. Come Daniele Castagnèr, alias El Panteròn, avido e spregiudicato autore di inconsistenti spiritual-gialli regolarmente in testa alle classifiche, con un'igiene incerta, una passione per sgargianti camicie fuori moda e un passato che si intreccia a quello di Sara e delle sue amiche. Mentre la finale del premio si avvicina tra risate, batticuori e una sempre più bruciante nostalgia della figlia, prende forma un comico atto di critica al piccolo mondo letterario, cui si contrappone la passione inalienabile e salvifica per la scrittura e la lettura. E allora cosa rimane di gratificante, una volta pubblicata la tua pregevole opera destinata all'anonimato, se non vincere un premio?

venerdì 3 maggio 2019

E Baboucar guidava la fila di Giovanni Dozzini

E Baboucar guidava la fila
di  Giovanni Dozzini
recensione a cura di Maria Lucia Ferlisi
Baboucar, Ousman, Robert e Yaya sono i quattro protagonisti del romanzo. Sono appena arrivati in Italia e nell'attesa della risposta alla richiesta d'asilo, cercano di trascorrere nella "normalità" le giornate.
 Baboucar propone agli amici di trascorrere una giornata al mare, non hanno molti soldi, ma escogitano il modo per pagare soltanto uno e gli altri al suo avviso potranno nascondersi in bagno. Non sempre le previsioni vanno a buon fine, ma sono solidali e uniti tra loro, anche se provengono da città e nazioni diverse.
In questo breve viaggio si scontreranno con i pregiudizi , ma anche con la solidarietà di un pescatore che offre loro un posto per dormire. In questo momento di odio e forti pregiudizi l'autore ha avuto un grande coraggio a scrivere un libro che apre la porta ad una giornata tipo dei quattro ragazzi che ancora non sanno come gestire il loro futuro, perché è appeso alla decisione delle istituzione, in comune hanno la paura che non possa essere accolta e il terrore di tornare indietro.
Hanno dei sogni ma ancora non possono esprimerli, il loro futuro è in attesa di una firma. Da Perugia arrivano a Falconara, fanno il bagno, giocano al pallone, salvano un ragazzo senza ricevere nemmeno un grazie dalla famiglia, rimorchiano...sempre sotto lo sguardo pieno di pregiudizi della gente.
Un romanzo che non ha una trama, non vi farà piangere, non c'è nessuna storia strappalacrime dietro., soltanto un piccolo spaccato di vita di questi giovani di colore.
L'autore Giovanni Dozzini con chiarezza e semplicità ha  mostrato la realtà quella vista dalle persone, ma dal punto di vista dei diretti interessati. Dietro a quello che si pensa sia un bighellonare di persone che non fanno niente, c'è una normalità diversa della nostra, eppure simile. Quanti di noi ragazzi, senza tanti soldi in tasca, siamo andati al mare con tanta voglia di divertirci.
Siamo così presi dalla paura dello straniero che ci siamo dimenticati chi eravamo. Forse è questo l'intento dello scrittore mostrare che i giovani, noi come loro, siamo uguali con tanti sogni e pochi soldi in tasca. Ieri come oggi, noi come loro.
Scheda libro
Titolo: E Baboucar guidava la fila
Autore: Giovanni Dozzini
Casa editrice: Minimum fax
Pagine: 145
Sinossi
Baboucar, Ousman, Yaya e Robert sono quattro richiedenti asilo arrivati in Italia dopo avere attraversato mezza Africa e il Mediterraneo. Sono sospesi tra la speranza che la loro richiesta venga accolta e la paura di essere respinti. C'è chi aspetta la prima udienza di fronte alla Commissione territoriale, chi il ricorso in primo grado al tribunale, chi invece ha ottenuto una protezione sussidiaria e per un po' può andare avanti senza troppe ansie. Un fine settimana decidono di prendere un treno che da Perugia li porterà verso l'Adriatico. La meta è la spiaggia di Falconara Marittima e il viaggio è scandito dagli incontri, dalle ossessioni di ognuno e dal faticoso rapporto con la lingua italiana. Sono quarantott'ore di piccoli avvenimenti: multe, bivacchi, la finale degli Europei di calcio, qualche litigio. Due giorni in cui i quattro amici si ritroveranno sempre a camminare, in fila indiana, lungo le strade della provincia del Centro Italia. "E Baboucar guidava la fila" è una favola senza morale, che affronta il tema delle migrazioni scegliendo di raccontare quello che viene dopo le traversate, la normalità inafferrabile di una vita dignitosa che segue ogni approdo e tutto ciò che questa normalità contiene: le paure, i desideri, la rabbia, le nostalgie, riuscendo a ottenere alla fine quella particolare risonanza poetica che hanno soltanto le cose vere.








lunedì 8 aprile 2019

I racconti incantati di Gloria Donati

I racconti incantati
di
Gloria Donati

recensione di
Maria Lucia Ferlisi

I mondi incantati lo sono davvero, in questo romanzo dedicato ai bambini Gloria Donati si muove con naturalezza tra pirati, principi, principesse, elfi, streghe e fate ...Ad accattivarci ci sono anche volpi, galline, cinghiali, lupi e unicorni. Mare, isole, montagne e mondi sotterranei, querce parlanti, castelli incantati, isole e mondi lontani.
Vi è il bene ed anche il male, vi sono i cattivi ed i buoni, e come ogni fiaba o favola ha in sé un piccolo dono per i bambini che leggono, ogni storia contiene un prezioso consiglio di vita.
Come l'amicizia preziosa e forte tra Poly, una volpacchiotta, e Samuel un cinghiale e lo  difende con forza dai lupi.
E la fiaba della gallinella vanitosa? Un modo per trasmettere un preciso messaggio, la bellezza non ci mette al riparo dei pericoli, conta molto di più ascoltare i consigli delle vecchie e sagge galline.
... n’è’ una molto vanitosa e un po’ superba, le compagne la chiamano Vanity. Ella cammina con passo lento con il collo diritto e si guarda sempre intorno per vedere se la osservano, non ruspa la terra perché si sporca le zampe e si impolvera le penne, sgrida le altre quando lo fanno vicino a lei

Narra anche di Priscilla la principessa che viveva in un magnifico castello, in un luogo sconosciuto a tutti lontano dalla terra, una ragazzina viziata e insoddisfatta che non sapeva accettare i no.
Il ragazzo che lotta contro uno stregone che ha imprigionato una principessa in un'isola, trasformandola in fantasma, e dovrà rompere l'incantesimo per riportarla in vita e con lei i genitori che mai prima di allora aveva capito quanto li amasse.
Poi ci sono Sheila e Kila le gemelline di dodici anni, dai capelli biondi come il sole e occhi blu come il mare, la fiaba più bella.
L’avventura di Kim, Elisabeth e Roland, Victor e Vaiolette, la ballerina Sony e la regina, l'isola del re Gatto, il cavaliere Osvaldo, la farfalla e l'agnellino. Vi sono anche Cristal e Mike bambini che desiderano essere bambini...
Non siamo adulti, ma bambini
Inizia l’estate, tutti fuori a giocare i bambini vogliono andare, che noia restare sui banchi di scuola ancora a studiare! Cristal e Mike non riescono a capire tutti questi compiti a casa da fare, ma che vacanze sono se non si può giocare? La scuola non può arrivare anche nelle case, l’estate è fatta per correre fra i prati, nei parchi giocare e nel mare nuotare! Cristal e Mike vorrebbero dire “anche a casa impariamo, non sui libri, ma nella quotidianità noi siamo piccoli e si abbiamo bisogno di imparare, ma anche di giocare senza compromessi di maestri e professori” gli rispondono gli adulti “ma la scuola serve per imparare crescere e per andare a lavorare” ma Cristal e Mike convinti rispondono “abbiamo dieci anni ora noi vogliamo solo giocare, imparare e sognare... siamo bambini non robottini, ci fate girare come trottole dalla scuola alla palestra e poi di corsa a catechismo, ci vestite come adulti e guai a correre o saltare in pubblico, neanche i bambini lo possono fare! Davanti alla TV ci mettete, ci crescete come se fossimo adulti e non bambini che vogliono solo crescere giocando.”

Le storie sono 15, tutte diverse, spaziano dal mondo animale, a quello fantastico toccando quello reale, ma sono tutte unite dal filo arcobaleno della fantasia.
La scrittura dell'autrice è semplice, adatta alla lettura per bambini.
Il libro è corredato da delle belle illustrazioni in bianco e nero che completano il libro regalandoci attimi di simpatica fantasia nel magico mondo di Feirivord.
Scheda Libro
  • Autore: Gloria Donati
  • Titolo: I racconti Incantati
  • Editore: Europa Edizioni
  • Pagine: 92
Sinossi
Un mondo magico è quello dove a volte ognuno di noi vorrebbe rifugiarsi. Un luogo senza tempo, dove a narrare le vicende è la voce della fantasia. Così basta lasciarsi trasportare dalle parole di questo libro per entrare in un mondo popolato di piccole fate colorate, folletti dai buffi cappelli appuntiti, elfi , alberi centenari parlanti, unicorni, ma anche streghe malefi che e crudeli. Vagheremo in luoghi fantastici, tra le terre del Sud e Ovesfalda, nel regno meraviglioso di Feirivord, dove il tempo scorre in modo diverso che sulla nostra Terra, oppure ci perderemo nella bellezza di boschi, castelli e vallate, dove le paure a volte corrono sul filo di antiche leggende. Dietro a ogni storia si celano insegnamenti e ogni racconto è un’occasione per riflettere sulla vita. “Ogni cosa è importante a suo modo piccola o grande, bella o brutta che sia, nel ciclo della vita ha un ruolo preciso e importante, non bisogna essere degli eroi per mostrare coraggio o essere importanti, basta essere se stessi...” e ognuno è speciale per quello che è...
 Biografia
Gloria Donati è nata nel 1992 a Bracciano (RM). Si è laureata in Scienze dei Beni Culturali alla Tuscia e si è poi iscritta alla Magistrale a Roma Tre. Vincitrice del Servizio Civile Universale, è stata per un anno volontaria presso il Museo Napoleonico come accompagnatrice nelle visite. Ha partecipato a concorsi letterari ottenendo vari riconoscimenti: Centro culturale “Giuseppe Gioachino Belli”, Ibiscos, Cristian Enderson, Pontedera “Giovanni Gronchi” (primo premio ex-aequo negli anni 2006- 2010-2011, secondo premio ex-aequo nell’anno 2002), centro culturale “I giardini dell’anima” vincitrice del terzo premio per la festa della donna, Concorso letterario Giovanile “Roberto Bertelli” (due segnalazioni anno 2004-2005), partecipazione a Capit Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa Terzo Millennio Roma, concorso di narrativa e poesia “Franco Bargagna” (primo premio ex-aequo anno 2008). Ha pubblicato alcune poesie e storie e il libro fantasy Regno di Ehiart (Nep Edizioni, 2015).






venerdì 5 aprile 2019

PICCOLA APE DI CHRIS CLEAVE


PICCOLA APE
 DI 
CHRIS CLEAVE
Recensione di
Maria Lucia Ferlisi

Little bee è scappata dalla Nigeria attraverso un'imbarcazione, non ha documenti con se, ma soltanto un foglio con un nome segnato che è come una reliquia per lei. Arrivata in Inghilterra viene subito trasferita in un centro di detenzione, vi rimarrà due anni. Ha paura ed è diffidente comprende che l'unico modo per salvarsi è quello d'imparare la lingua alla perfezione come la regina e passa i mesi a leggere i quotidiani e le riviste per assimilare tutto. 

Quando esce non sa dove andare e come raggiungere quel nome che ha segnato sul foglio, ma arriva troppo tardi, Andrew si è suicidato e si stanno svolgendo i funerali. Ha conosciuto l'uomo e la moglie Sarah durante una loro vacanza in Nigeria, paese soleggiato che nasconde barbarie atroci al di fuori della protezione rassicurante dell'albergo. 

La vacanza era un modo per avvicinare i due coniugi in crisi per il tradimento di lei. Invece scoprono cosa c'è al di la della barriera, delle atrocità commesse nei villaggi vicino alla foce del Niger, luogo ricco di petrolio ed ambito, ed in nome del petrolio massacrano interi villaggi nel silenzio dei media.
La loro vita viene sconvolta, e quella di Sarah ancora per la seconda volta quando la rivede, viva.

Decide di trattenerla, anche se è senza documenti e potrà avere dei problemi con l'immigrazione, avrà tempo per pensarci. Sarah ha un debito con lei e decide di ripagarla, insieme con il figlio Charlie vestito da batman che nella sua innocenza riesce a regalare dei sorrisi a quella piccola ape i cui occhi sono ancora velati di dolore, paura e di morte.


L'autore Chris Cleave precisa che il racconto, pur attingendo alla realtà, è una storia inventata come i personaggi. Vi posso assicurare che la maestria dell'autrice nel narrare questi fatti, attraverso la vita delle due protagoniste Sarah e Little Bee, è straordinaria.

Capitolo dopo capitolo riesce a catturarvi nella maestosa ragnatela della narrazione, sarà difficile staccarsi dalla lettura, le protagoniste delineate in maniera perfetta vi sembreranno reali come in una storia autobiografica. . i sentimenti, le emozioni, il terrore, tutto sa di verità. Dietro c'è una preparazione perfetta e traspare riga dopo riga. Le emozioni di Sarah e di Little Bee entrano nel cuore prepotentemente, e sarete partecipe al loro dolore o ai loro sorrisi.

La scrittura dell'autore è precisa, lineare, giornalistica eppure capace di entrare nel cuore del lettore, almeno il mio. Attraverso il racconto delle due donne alternando i capitoli veniamo travolti da questa storia potente e forte che ti annienta e ti fa comprendere cosa ci può essere negli occhi di chi arriva sui barconi. Quando parla dei vari modi in cui L.B. vuole uccidersi per sfuggire al ritorno in Nigeria, ti lascia senza parole, per non parlare del modo in cui descrive la morte della sorella...una precisione di scrittura che non può che essere vera, l'autrice ha raccolto una testimonianza e l'ha tradotta in narrazione...
Sembra un libro autobiografico scritto a due mani. 

Vero, in Nigeria non c'è la guerra, c'è altro, la corsa ai soldi alla conquista del petrolio e sicari armati non hanno problemi a trucidare interi villaggi a rincorrere due ragazzine per ucciderle perché testimonianza di ciò che accade veramente.

Dopo questo libro lo sguardo si poserà sugli immigrati in modo lieve, ci sentiremo colpevoli dello sguardo razzista ed anche noi come Sarah vorremo cambiare e portare alla conoscenza tante storie come questa per far gridare al mondo:Basta!

https://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2018/05/24/news/nigeria_donne_ridotte_alla_fame_e_stuprate_da_chi_sostiene_di_averle_salvate_da_boko_haram-197257167/

Scheda libro
Autore: Cleave Chris
Titolo: Piccola ape
Casa Editrice: Bompiani
Pagine: 317

SINOSSI
Estate 2007. Little Bee, un'adolescente nigeriana, insieme ad altre tre immigrate esce dal centro di detenzione temporanea in cui ha vissuto per due anni. Non sapendo dove andare, senza documenti, telefona alle uniche persone che conosce in Gran Bretagna, Andrew e Sarah O'Rourke, che due anni prima in Africa le hanno salvato la vita. Andrew e Sarah erano all'epoca in Nigeria in vacanza, nel tentativo di raddrizzare un matrimonio ormai in pezzi, ma mentre erano in spiaggia due ragazzine (Little Bee e sua sorella) erano corse verso di loro, inseguite da un gruppo di soldati decisi a ucciderle. Andrew e Sarah riuscirono a salvare solo una delle due bambine e il momento fu talmente violento che, quando anni dopo Little Bee ricompare nella vita della coppia, l'esperienza traumatica di allora riemerge e Andrew non regge al ricordo. La vita di tutti subisce un contraccolpo, fino a che Sarah decide di seguire Little Bee in Nigeria, portandosi dietro il figlio ancora bambino. Non sa cosa l'aspetta. La violenza in Africa non si è ancora fermata.




martedì 2 aprile 2019

Affinità di coppia di Caterina Stile

Affinità di coppia
I segnali dell'attrazione che svelano la scelta del partner
di 
Caterina Stile
recensione di 

Maria Lucia Ferlisi

Quante volte ci siamo chieste perché ci innamoriamo e perché di quella persona e non di un'altra. Quali sono i meccanismi che fanno scattare l'innamoramento. 
Domande a cui abbiamo risposto in modo approssimativo o romantico, fino ad oggi.
Dopo la lettura di questo breve saggio di Caterina Stile avrete le risposte corrette da dare a voi stesse e a chi ve lo chiede.

L'amore non nasce nel cuore come abbiamo sempre pensato, il batticuore, la felicità, l'euforia...hanno origine nel cervello. 
Caterina riesce a sfatare un mito! 
Le tre parti del nostro cervello antico, paleo mammifero e neo mammifero ci confermano come le forze primordiali ci accompagnano nelle nostre emozioni e determinano certe scelte.
L'uomo primitivo cercava una donna per accoppiarsi e procreare non diversamente dall'uomo di oggi, perché il dna ha trasmesso le informazioni antiche, alla fine cambiano solo i modi.
L'autrice ci parlerà di ipotalamo, ormoni, neurotrasmettitori, dopamina, testosterone, ossitocina...per spiegare in modo scientifico il meccanismo del nostro cervello quando il cuore batte forte e ci tremano le gambe.

Caterina Stile con precisione e chiarezza ci parla del sistema biologico e delle varie molecole che interagiscono all'interno del cervello e dell'ipotalamo,  sprigionando ormoni che influiscono in modo preciso sull'amore. 

Non aspettatevi un saggio con parole e termini complicati, la bellezza di questo scritto è legata alla chiarezza e alla scelta del linguaggio che arriva pulito e immediato da comprendere,  anche per chi, come me, non ha studiato biologia o neuroscienze.

Nei tempi primitivi, Innamorarsi era una necessità per assicurare la procreazione e il proseguimento della specie, quindi i canoni di scelta si basavano su questo assioma. L'uomo doveva essere forte e prestante, la donna feconda e giovane perché il suo ventre doveva assicurare la procreazione.

..ormoni e neurotrasmettitori agiscono nel silenzio delle reazioni chimiche
dirottando le nostre preferenze verso il nobile obiettivo della riproduzione.

Le nostre scelte hanno nel dna un messaggio antico che continua millenni dopo millenni ad essere sempre lo stesso.
La scelta del partner non si sottrae a questo meccanismo, il classico colpo di fulmine, romantico e irripetibile non è il frutto della casualità come pensiamo, ma un "dirottamento" verso il partner che ci potrà assicurare il fisico giusto per avere dei figli. Quindi non dovrà essere troppo magro, ne troppo bello, sicuramente benestante,  poiché la ricerca atavica ci porta a cercare la sopravvivenza e nella contemporaneità e riportata nel benessere economico.

...il suo cervello è programmato per scegliere tra i potenziali partner quello che può rispondere meglio alle sue esigenze evolutive. Cosa vuole una madre per il proprio figlio? Il meglio ovviamente. E il meglio in termini evolutivi è il partner che trasmette sicurezza.

La donna cerca nell'uomo un buon patrimonio genetico da trasmettere ai figli e le risorse per il sostentamento.


Gli uomini, anche loro inconsapevolmente, sono portati a cercare una donna giovane con i fianchi morbidi e larghi perché deve procreare... Gli istinti primordiali prevalgono consciamente o meno.

Il corpo della donna è programmato a questo scopo: un quarto del peso di una donna sessualmente matura è costituito da grasso che si accumula su seno e fianchi donandole quel tipico aspetto a clessidra che compare durante l'adolescenza. Agli occhi di un uomo, dunque, seno prosperoso, fianchi larghi e vita stretta sono attraenti perché indicano che quella donna ha raggiunto la maturità sessuale ed è lontana dalla menopausa, ...

Il testo continua con molte altre riflessioni, come la spiegazioni delle interferenze ormonali, l'affettività, la monogamia, la relazione di coppia e l'attaccamento madre e figli o tra partner.
Potrei continuare a fornirvi altre testimonianze del saggio, ma vi toglierei il gusto della lettura e delle sue spiegazioni tratte da approfondimenti e citazioni di altri studiosi.

L'amore dopo non sarà percepito con quell'aurea romantica e misteriosa a cui siamo abituate a credere? Abbiamo tolto il velo al romanticismo per vedere solo il lato scientifico? No, perché Caterina Stile sottolinea che oltre allo stato primordiale del nostro "accoppiamento" esiste l'affettività che ci lega ad un /una partner...

La dopamina è responsabile dell'euforia dell'innamoramento, il testosterone regola il desiderio sessuale, ossitocina e vasopressina inducono l'attaccamento e l'affettività.

Quindi care amiche ed amici controlliamo il livello di ossitocina e se il nuovo amore supera i due anni....
Aspettate vado a controllare cosa dice Caterina...

 Voi andate anche a leggere il saggio:

Sinossi
Perché ci innamoriamo? La domanda che da sempre si rivolgono poeti, filosofi e scienziati non ha in realtà una risposta univoca. La relazione di coppia è un meccanismo complesso che implica l'attivazione di un sistema di dipendenza e accudimento reciproco e che coinvolge ogni aspetto della vita. Ci si innamora al primo sguardo oppure dopo un lungo periodo di conoscenza e amicizia, ma per ognuno di noi l'esperienza scrive pagine diverse.Il destino, la casualità, il colpo di fortuna vengono però dissolti a colpi di indagini scientifiche che sembrano avvalorare sempre più il potere della biologia nella scelta del partner. Il nostro cervello,che mantiene i segni ancestrali di una lunga e lenta evoluzione, è costantemente impegnato a bilanciare gli impulsi dell'attrazione e i compromessi sociali per perseguire un unico importante obiettivo: la riproduzione.Nel corso di queste pagine vedremo quali aspetti concorrono alla scelta del partner e scopriremo che molti dei comportamenti messi in atto sono in realtà frutto di strategie evolutive che hanno lo scopo di selezionare l'individuo più adatto alla diffusione del proprio DNA. Cosa si nasconde dietro il corteggiamento? Perché gli uomini sono attratti da donne giovani e belle mentre le donne cedono le armi di fronte a intelligenza, umorismo e status sociale? Quali segnali trasmette il nostro corpo e quale potere hanno gli ormoni nell'orchestra di sensazioni contrastanti dell'amore?La scienza prova a dare risposte per spiegare quell'alchimia preziosa e intrigante che ha il potere di tenere unite due persone per tutta la vita (o quasi

Scheda libro

Autore: Caterina Stile
Titolo: Affinità di coppia - I segnali dell'attrazione che svelano la scelta del partner -
Pagine: 47


Biografia:

Biologa, articolista e recensora, Caterina Stile si dedica alla divulgazione scientifica dal 2016 con la fondazione del sito internet saperepotere.it. Attraverso uno stile semplice e diretto, si impegna a rendere la scienza libera da vincoli e tecnicismi affinché sia fruibile anche ai meno esperti. Mi illudo – Le illusioni ottiche spiegate dal tuo cervello, primo saggio della collana, è un esempio di come la scienza possa incuriosire divertendo.














lunedì 25 marzo 2019

Le strade di papà di Giuseppe Puonzo


Le strade di papà
di
Giuseppe Puonzo

recensione di Maria Lucia Ferlisi

Il percorso di Giuseppe da ragazzo scapestrato a giovane animatore che con le sue magie incanta migliaia di bambini, quelli abbandonati nelle case famiglie in Romania a quelli che vivono nel Burundi. La magia più grande sta per arrivare ed è rappresentata da delle piccole lineette. Una nuova vita che arriva per emozionare questa famiglia appena formata, con le difficoltà quotidiane della ricerca di lavoro, dagli studi, dalla ricerca di una casa...

Le opportunità della vita arrivano così, senza preavviso e ci offrono modi per rivivere gli sguardi dei bambini che sono entrati nel cuore di Giuseppe e che continueranno come un prezioso testamento negli occhi e nel cuore di Benedetta. Perché lo sguardo dei bimbi è uguale e trasversale.
La mia indole determinata e spesso ottimista mi dice che, una cosa alla volta, faremo tutto quel che si deve, noi non siamo mica rette parallele, siamo linee che si sono incontrate e scorrono insieme come meglio possono nella vita, forse a volte equidistanti, ma comunque sempre mano nella mano e quindi con un punto d’incontro che rassicura e conforta, protegge e custodisce. Me lo ricorda questo anello, quando me lo dimentico, e quello che abbiamo voluto incidere all’interno. Su una cosa però Federica ha ragione: alle sette e qualcosa di una mattina qualunque, dentro un piccolo bagno al settimo piano di un palazzo qualunque, davanti a uno specchio e con una piccola macchia di dentifricio per terra che non è andata via proprio del tutto, le nostre esistenze sono davvero, in qualche modo, cambiate per sempre. Succederà pochissime volte nella vita di iniziare la giornata così.

La gioia di affacciarsi alla vita è un'emozione grande sia negli occhi Cristina in un orfanotrofio che in quelli di Bertrand in una terra lontana, rossa e ventosa, che in quelli di Benedetta, che avrà il privilegio di ricevere il dono dell'orsetto che esprime amore quello puro e infinito dei bimbi.

Una storia emozionante del dono della vita, delle grande opportunità che ci regala sempre, della capacità di ricevere amore e gioia nella quotidianità della vita, quella semplice,  fatta di piccoli gesti e di dolci parole.

Se dovessi scegliere una parola per descrivere questo racconto di Giuseppe sceglierei Dolcezza, la ritrovo in ogni descrizione dei suoi passaggi di vita, nelle varie strade che portano tutte allo stesso punto. Un romanzo che fa bene la cuore che ti regala momenti di serenità e ti incita a credere sempre nei piccoli gesti della quotidianità che la vita ci regala giorno dopo giorno. Un libro sulla paternità che attraversa il sorriso dei bambini del mondo e si rispecchia nei loro sorrisi.


Sinossi
Le strade di papà è una storia narrata in prima persona, un racconto degli eventi più importanti che caratterizzano la vita dell'io narrante: i viaggi, l'attenzione verso i più deboli e gli indifesi, la passione per i giochi di prestigio e la nascita rocambolesca di Benedetta. E sarà proprio attraverso lo sguardo della sua piccola bambina che questo padre, entusiasta e allo stesso tempo impreparato, riuscirà a scoprire le strade del proprio destino perché, "se vai incontro alle opportunità che capitano, poi qualcosa accade. Sempre".

Scheda libro
Autore: Giuseppe Puonzo
Titolo: Le strade di papà
casa editrice: Scatole parlanti
pagine: 130




Giuseppe Puonzo è nato a Torino nel 1982 e vive a Cuneo. È laureato in Comunicazione di Massa e Multimediale e lavora per una tipografia. Le strade di papà è il suo primo romanzo.

venerdì 22 marzo 2019

La vendetta nel vento di Roberto Ciardiello


La vendetta nel vento

di

Roberto Ciardiello

recensione di Maria Lucia Ferlisi

Fabiana li ha appena alzati, quegli occhi di spettro. E l’hafatto in tempo per vedere il nugolo bianco allontanarsi dalfiore ormai sfaldato, librarsi leggero nell’aria e dirigersi verso lacampagna, portatore del suo ultimo desiderio.Bollente di rancore, una lacrima gocciola via dal mento,andando a bruciare l’erba tra i piedi nudi

Fabiana ha 14 anni una ragazzina che si affaccia alla vita, festeggia il compleanno della sua migliore amica Cristina. Tutti i suoi amici brindano nei bicchieri di plastica festeggiando gli anni felici e spensierati. Finita la festa la ragazzina torna a casa, la strada è buia ma sono solo pochi passi per arrivare a casa, Fabiana percorre la via ignara che la notte ingoia orchi oscuri. Una fiat panda con un odore di "cane bagnato in punto di morte" si ferma, dentro due uomini sporchi e ubriachi, Aldo e Gigi, la invitano a salire.
Fabiana ancora non conosce il male, si fida, sale in quell'auto...
Quando mani sconosciute le avevano strappato gli slip di dosso, quando quelle stesse mani le avevano aperto con forza le cosce fino a farla gridare di disperazione, sono ragni ragni ragni !Fabiana aveva stretto i denti e gli occhi e i pugni. Un gemito le era rotolato in gola mentre la verginità volava via nelle tenebre, birra, ascelle sporche e rutti neanche troppo soffocatiSi era rassegnata, ormai neanche urlava più. Però piangeva. In silenzio, sotto la luce avorio della luna che filtrava attraverso i finestrini e le righe orizzontali sul lunotto

Il racconto di Roberto Ciardiello affronta il tema dello stupro parole nitide, chiare, forti, spietate e reali. Parola dopo parola le immagini che suscita ci mettono di fronte alla triste realtà della violenza sul corpo inerme di una donna che si affaccia alla vita. Un racconto realistico e dettagliato nella violenza che lo rende di forte impatto. 

Confesso, ho fatto fatica a leggere la parte della violenza perché ne vedevo le immagini e sanguina l'anima leggerlo, perché si è consapevoli che ciò che è raccontato dall'autore è una triste realtà che frequentemente leggiamo nella cronaca.
Il finale rende giustizia alla fragile vita di Fabiana, il cui vento ha spazzato via la vita, simile ad un soffione leggero e trasparente a cui basta esprimere un desiderio mentre si libra e volteggia nell'aria come i sogni di un'acerba ragazzina. Un racconto tra l'onirico e il reale con alcune parti intinte di horror.

Scheda libro :
Autore: Roberto Ciardiello
titolo: La vendetta nel vento
Casa Editrice: CreateSpace Independent Publishing Platform
Pagine: 83
Sinossi

Fabiana ha quattordici anni e un vuoto di memoria. In una tranquilla mattina di maggio si ritrova in mezzo a un prato, circondata dalla solitudine, un manto di nebbia a offuscarle la mente. Dovrebbe essere a scuola a conquistare gli ultimi ottimi voti prima delle vacanze estive, eppure è da tutt'altra parte, senza sapere come sia arrivata lì, cosa sia successo la notte appena passata. Si è incamminata verso casa dopo aver festeggiato il compleanno dell'amica Cristina; il resto è stato inghiottito da un buco nero. Quando i ricordi le piombano addosso, il peso di un'orrenda verità la schiaccia. Le torna in mente nonna Maria, le sue parole, perché tra l'erba ha visto un soffione curvarsi sotto il vento in arrivo dal mare, oltre lo strapiombo. "Esprimi un desiderio, piccola, e soffia forte forte..." E allora Fabiana lo fa. Soffia e aspetta. Perché anche gli animi più docili possono covare rancore. E desiderio di vendetta. 

mercoledì 20 marzo 2019

I duellanti di Algeri di Francesco Randazzo


Carissimi amici ed amiche 
vi invito a leggere questo romanzo storico dal sapore spagnolo, ispirato dal ritrovamento di un manoscritto dell'autore indimenticabile di Don Chisciotte: Miguel Cervantes.
L'autore è riuscito a coniugare la realtà con la finzione. Vi offro un piccolo assaggio dei due primi capitoli: https://www.graphofeel.it/flip/duellanti_new/i_duellanti_di_algeri.html#p=12
Buona lettura

I DUELLANTI DI ALGERI DI FRANCESCO RANDAZZO (GRAPHOFEEL)

Miguel Cervantes, futuro autore del Don Chisciotte, e Antonio Veneziano, irrequieto poeta e avventuriero palermitano, furono prigionieri ad Algeri e divennero amici. Entrambi rapiti da bucanieri algerini si trovarono a condividere un’angusta cella e in quello spazio ristretto prese forma il canzoniere d’amore che Antonio Veneziano dedicò all’amata Celia. Le rocambolesche avventure dei due carcerati vengono svelate ai giorni nostri attraverso il ritrovamento di un manoscritto di Cervantes, in una segreta biblioteca di Salamanca.
Realtà e finzione si mescolano nel romanzo storico I duellanti di Algeri di Francesco Randazzo (Graphofeel). I destini incrociati di un maestro del romanzo moderno e di uno dei più grandi poeti dialettali siciliani danno origine a una storia appassionante e straordinaria in cui amore, desiderio e senso della libertà sono i veri motori per combattere e fuggire.
https://www.graphofeel.it/flip/duellanti_new/i_duellanti_di_algeri.html#p=12
L’autore:
Francesco Randazzo si è laureato in Regia nel 1991 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma. Lavora in Italia e all’estero come regista e autore per importanti teatri e festival. È fondatore della Compagnia degli Ostinati - Officina Teatro, della quale è stato direttore artistico. Ha pubblicato testi teatrali, poesie, racconti e due romanzi; ha ottenuto numerosi premi di drammaturgia e letteratura nazionali e internazionali, fra i quali: Premio Fondi La Pastora, Premio Candoni, Premio Fersen, Premio Schegge d’autore, Sonar Script, Premio Leonforte, Premio Maestrale San Marco, Premio Moak, Premio Ugo Betti. Suoi testi teatrali sono stati tradotti in spagnolo, ceco, francese e inglese e rappresentati in Canada, Usa, Croazia, Slovenia, Belgio, Spagna, Francia, Cile.
Scheda libro
Autore: Francesco Randazzo
Titolo: I duellanti di Algeri
Casa Editrice: Graphofeel edizioni
Pagine: 135

PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE «DONNA» XXXVI Edizione

  PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE «DONNA»  XXXVI Edizione   PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE «DONNA» XXXVI Edizione    Il C.I.F. Centro It...

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.