Nel giardino delle scrittrici nude
di Piersandro Pallavicini
recensione di
Maria Lucia Ferlisi
Sara
Brivio ha sessant'anni, scrittrice che in passato ha goduto di una
certa notorietà, è diventata improvvisamente, alla morte del padre,
ricca, anzi ricchissima, una nuova "paperona".
Adesso può
spendere e comprare ciò che vuole. All'inizio non osava toccare
quei soldi, aveva paura di svegliarsi e non avere più diritto a fruire di tutti quei soldi: due milioni di euro al mese; ma il notaio, che gestiva i beni
di suo padre, la rassicura può spenderli come vuole.
Abbandona il suo
misero appartamentino a Vigevano, dove sopravviveva con i pochi soldi
dei libri venduti, e compra una casa a Milano, nel quartiere più
snob, grande e con un grandissimo giardino, dove le con le sue due, ed
uniche amiche, scrittrici anche loro, Elena e Fanny, possono leggere
nude godendo del sole e della lettura.
Adesso
può comprare quadri e opere d'arte senza battere ciglio sul prezzo.
In questo nuotare nei soldi ereditati, mette in essere la sua
vendetta contro l'ex marito che le ha addossato tutte le colpe
nel doloroso divorzio, mettendo un muro tra le i la figlia.
Il
piano è perfetto, un concorso letterario in cui il monte premi è
altissimo, ben 500.000,00 euro. Una cifra assurda ma lei può
sperperare i soldi come vuole e far morire di rabbia i più noti
scrittori nell'attesa del verdetto che immancabilmente premierà una
perfetta sconosciuta.
Alla seconda edizione ci sarà il suo ex marito
e un altro grande scrittore Daniele Castagner, detto "El Panteron", scurrile e volgare, sempre primo in classifica con dei romanzi inconsistenti ma alla
moda.
Il trio ha già deciso che vincerà: una scrittrice esordiente,
già assaporano i momenti del giorno della premiazione che è
contemporanea al premio Strega. Sara vede la faccia del suo ex, un
tirchio scrittore mediocre che non riceverà nemmeno un voto dalla
giuria, sorride anche immaginando il grande scrittore osannato dai
suoi lettori che si aggira come un avvoltoio nel suo ufficio, pensando che sarà lui
il giusto vincitore..ma il suo pensiero va soltanto al mezzo milione
di euro che potrà vincere e per questo infatti circuisce....
Un
romanzo irriverente e dissacrante sul mondo letterario sui vizi e virtù degli
scrittori. Piersandro Pallavicini con irriverente ironia ci mostra
l'altro lato di questo mondo difficile della letteratura.
La scrittura
fluida e leggera dell'autore esamina il narcisismo e lo snobismo di
molti scrittori e talvolta anche di alcune librerie.
Analizza senza
pietà i concorsi a premi, in cui viscidamente saltano fuori in bella
vista tutti i difetti che si celano dietro l'apparente
intellettualità degli scrittori. Alla fine anche loro dall'alto del
loro senso di intelligenza, sono come tutti gli esseri
umani..mediocri e dettati da un senso avido del Dio denaro, dall'invidia
e dal giudizio negativo verso gli altri scrittori.
Un romanzo che fa
riflettere apre una discussione su questo lato di vita di chi scrive che cercano
di celare..ma alla fine questi osannati scrittori altro non sono che
essere umani come noi e per questo soggiacciono anche a gesti
meschini e vili.
Autore: Piersandro Pallavicini
Titolo: Il giardino delle scrittrici nude
Casa editrice: Feltrinelli
Pagine: 234
Sinossi
Sara
Brivio viaggia per le capitali europee, compra prime edizioni
autografate dei romanzi del cuore, colleziona arte contemporanea,
cena in ristoranti stellati. Ma soprattutto si gode il sole integrale
nel giardino della sua strepitosa villa nel centro di Milano, alle
Cinque Vie, il quartiere dei suoi sogni di ragazzina. Insieme a lei,
nude come lei, le due amiche più care, Elena e Fanny, scrittrici.
Anche Sara è una scrittrice, come le sue amiche conosciuta solo da
un ristretto pubblico di lettori affezionati. Divorziata, evitata
come la peste dall'unica, amata figlia, fino a non molto tempo prima
viveva da sola in uno squallido appartamentino a Vigevano, tirando
avanti a fatica con poche migliaia di copie vendute per libro,
qualche recensione, qualche rassegna per l'università della terza
età. Poi, allo scoccare dei sessant'anni, ecco arrivare un'immensa,
inattesa eredità, la cui sola rendita mensile sfiora i due milioni
di euro.
La soddisfazione più grande che l'eredità le ha permesso
di togliersi? Il Premio Brivio: in palio mezzo milione di euro per un
vincitore che come Sara, Elena e Fanny dev'essere un eterno escluso,
e una cocente umiliazione, invece, per qualche detestatissimo solito
noto del jet set editoriale. Come Daniele Castagnèr, alias El
Panteròn, avido e spregiudicato autore di inconsistenti
spiritual-gialli regolarmente in testa alle classifiche, con
un'igiene incerta, una passione per sgargianti camicie fuori moda e
un passato che si intreccia a quello di Sara e delle sue amiche.
Mentre la finale del premio si avvicina tra risate, batticuori e una
sempre più bruciante nostalgia della figlia, prende forma un comico
atto di critica al piccolo mondo letterario, cui si contrappone la
passione inalienabile e salvifica per la scrittura e la lettura. E
allora cosa rimane di gratificante, una volta pubblicata la tua
pregevole opera destinata all'anonimato, se non vincere un premio?
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