venerdì 24 maggio 2019

Nel giardino delle scrittrici nude di Piersandro Pallavicini

Nel giardino delle scrittrici nude 
di Piersandro Pallavicini
recensione di 
Maria Lucia Ferlisi

Sara Brivio ha sessant'anni, scrittrice che in passato ha goduto di una certa notorietà, è diventata improvvisamente, alla morte del padre, ricca, anzi ricchissima, una nuova "paperona".
Adesso può spendere e comprare ciò che vuole. All'inizio non osava toccare quei soldi, aveva paura di svegliarsi e non avere più diritto a fruire di tutti quei soldi: due milioni di euro al mese; ma il notaio, che gestiva i beni di suo padre, la rassicura può spenderli come vuole. 

Abbandona il suo misero appartamentino a Vigevano, dove sopravviveva con i pochi soldi dei libri venduti, e compra una casa a Milano, nel quartiere più snob, grande e con un grandissimo giardino, dove le con le sue due, ed uniche amiche, scrittrici anche loro, Elena e Fanny, possono leggere nude godendo del sole e della lettura.

Adesso può comprare quadri e opere d'arte senza battere ciglio sul prezzo. In questo nuotare nei soldi  ereditati, mette in essere la sua vendetta contro l'ex marito che le ha addossato tutte le colpe nel doloroso divorzio, mettendo un muro tra le i la figlia. 

Il piano è perfetto, un concorso letterario in cui il monte premi è altissimo, ben 500.000,00 euro. Una cifra assurda ma lei può sperperare i soldi come vuole e far morire di rabbia i più noti scrittori nell'attesa del verdetto che immancabilmente premierà una perfetta sconosciuta. 

Alla seconda edizione ci sarà il suo ex marito e un altro grande scrittore Daniele Castagner, detto "El Panteron", scurrile e volgare, sempre primo in classifica con dei romanzi inconsistenti ma alla moda. 

Il trio ha già deciso che vincerà: una scrittrice esordiente, già assaporano i momenti del giorno della premiazione che è contemporanea al premio Strega. Sara vede la faccia del suo ex, un tirchio scrittore mediocre che non riceverà nemmeno un voto dalla giuria, sorride anche immaginando il grande scrittore osannato dai suoi lettori che si aggira come un avvoltoio nel suo ufficio, pensando che sarà lui il giusto vincitore..ma il suo pensiero va soltanto al mezzo milione di euro che potrà vincere e per questo infatti circuisce....

Un romanzo irriverente e dissacrante sul mondo letterario sui vizi e virtù degli scrittori. Piersandro Pallavicini con irriverente ironia ci mostra l'altro lato di questo mondo difficile della letteratura.

La scrittura fluida e leggera dell'autore esamina il narcisismo e lo snobismo di molti scrittori e talvolta anche di alcune librerie. 

Analizza senza pietà i concorsi a premi, in cui viscidamente saltano fuori in bella vista tutti i difetti che si celano dietro l'apparente intellettualità degli scrittori. Alla fine anche loro dall'alto del loro senso di intelligenza, sono come tutti gli esseri umani..mediocri e dettati da un senso avido del Dio  denaro, dall'invidia e dal giudizio negativo verso gli altri scrittori. 

Un romanzo che fa riflettere apre una discussione su questo lato di vita di chi scrive che cercano di celare..ma alla fine questi osannati scrittori altro non sono che essere umani come noi e per questo soggiacciono anche a gesti meschini e vili.
Scheda libro
Autore: Piersandro Pallavicini
Titolo: Il giardino delle scrittrici nude
Casa editrice: Feltrinelli
Pagine: 234
Sinossi

Sara Brivio viaggia per le capitali europee, compra prime edizioni autografate dei romanzi del cuore, colleziona arte contemporanea, cena in ristoranti stellati. Ma soprattutto si gode il sole integrale nel giardino della sua strepitosa villa nel centro di Milano, alle Cinque Vie, il quartiere dei suoi sogni di ragazzina. Insieme a lei, nude come lei, le due amiche più care, Elena e Fanny, scrittrici. 

Anche Sara è una scrittrice, come le sue amiche conosciuta solo da un ristretto pubblico di lettori affezionati. Divorziata, evitata come la peste dall'unica, amata figlia, fino a non molto tempo prima viveva da sola in uno squallido appartamentino a Vigevano, tirando avanti a fatica con poche migliaia di copie vendute per libro, qualche recensione, qualche rassegna per l'università della terza età. Poi, allo scoccare dei sessant'anni, ecco arrivare un'immensa, inattesa eredità, la cui sola rendita mensile sfiora i due milioni di euro. 

La soddisfazione più grande che l'eredità le ha permesso di togliersi? Il Premio Brivio: in palio mezzo milione di euro per un vincitore che come Sara, Elena e Fanny dev'essere un eterno escluso, e una cocente umiliazione, invece, per qualche detestatissimo solito noto del jet set editoriale. Come Daniele Castagnèr, alias El Panteròn, avido e spregiudicato autore di inconsistenti spiritual-gialli regolarmente in testa alle classifiche, con un'igiene incerta, una passione per sgargianti camicie fuori moda e un passato che si intreccia a quello di Sara e delle sue amiche. Mentre la finale del premio si avvicina tra risate, batticuori e una sempre più bruciante nostalgia della figlia, prende forma un comico atto di critica al piccolo mondo letterario, cui si contrappone la passione inalienabile e salvifica per la scrittura e la lettura. E allora cosa rimane di gratificante, una volta pubblicata la tua pregevole opera destinata all'anonimato, se non vincere un premio?

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.