Storia
di mio figlio
di
Nadine
Gordimer
recensione
di Maria Lucia Ferlisi
Willy ha
marinato la scuola per recarsi al cinema e vedere un film di
Bertolucci, lo attende un'amara sorpresa, seduto tra le file c'è
anche suo padre Sonny, ma non è solo, è insieme con una donna, la
cui pelle è bianca e i capelli sono biondi.
Si
salutano, in modo naturale e la donna si presenta stringendogli la
mano. L'unico imbarazzato è lui, ma non per essere stato scoperto ad
aver bigiato la scuola.
Il
suo mondo di certezze è crollato. Il padre, suo eroe, ha ceduto
al cliché dell'uomo di colore che perde la testa per una bianca dai
capelli biondi.
Siamo
negli anni dell'apartheid, i neri sono relegati nelle baracche o
distanti dalla città dei bianchi. Sonny suo padre lotta contro
questi atti discriminatori, prima inconsapevolmente, poi sempre con
maggior consapevolezza, nella scuola prima, poi facendo capo di un
gruppo di persone di colore sempre più folto. Finisce anche in
carcere dove sconta due anni. Ed è durante le sue battaglie contro il
razzismo che conosce un'attivista dei diritti umani e lentamente
nasce l'amore tra i due.
La moglie Aila che l'ha sempre sostenuto e amato viene sempre più relegata in casa, lontano da lui e dalle sue battaglie.
La moglie Aila che l'ha sempre sostenuto e amato viene sempre più relegata in casa, lontano da lui e dalle sue battaglie.
Will
tiene tutto dentro di sé pensando di proteggere la madre e la
sorella, ma anche loro sono a conoscenza del nuovo amore che si è
insediato tra i due.
Un
romanzo forte e doloroso, due donne a fianco di un uomo che è un
eroe, che lotta senza risparmiarsi contro le ingiustizie verso chi ha
un colore di pelle diverso, lo fa con determinazione, senza ricorre
alla violenza. Al suo fianco due donne che in ugual misura lo amano e
l'ammirano. Due figli che sono orgogliosi di averlo come genitore,
che soffrono per la sua scelta sul lato amoroso, ma diventando adulti
ne comprenderanno i risvolti.
L'autrice, premio nobel nel 2011, è straordinaria con una scrittura potente e leggera ci
porta dentro la tragicità degli eventi di quel triste periodo, lo fa
con sofferenza, senza vittimismo, ma con orgoglio di chi non deve
vergognarsi, non sono loro a sbagliare, la sua comunità affronta la
battaglia con la forza di chi punta alla corretta affermazione dei
propri diritti.
Nadine affida alla scrittura la sua personale battaglia contro l'Apartheid, le sue parole mettono il lettore di fronte alle ingiustizie che il suo popolo ha affrontato, giorno dopo giorno, per avere il giusto posto in un mondo che non dovrebbe avere divisioni e discriminazioni. Sono un grido di verità, nascoste e taciute. La letteratura ha questo compito aiutare a comprendere, e le parole di Nadine Gordimer sono parole di verità e desiderio di libertà.
Nadine affida alla scrittura la sua personale battaglia contro l'Apartheid, le sue parole mettono il lettore di fronte alle ingiustizie che il suo popolo ha affrontato, giorno dopo giorno, per avere il giusto posto in un mondo che non dovrebbe avere divisioni e discriminazioni. Sono un grido di verità, nascoste e taciute. La letteratura ha questo compito aiutare a comprendere, e le parole di Nadine Gordimer sono parole di verità e desiderio di libertà.
Sinossi
Uno
studente, marinando la scuola, si imbatte nel proprio padre, verso il
quale nutre un grande rispetto, mentre sta uscendo da un cinema con
una donna. Un contrattempo comune: ma suo padre non è un uomo comune
e la famiglia minacciata dalla relazione non è una famiglia comune.
E' la storia d'amore tra un uomo e due donne, tra padre e figlio, tra
una famiglia e qualcosa di ancora più esigente: l'amore per la
libertà.
Scheda
libro
Autore:
Nadine Gordimer
Titolo:
Storia di mio figlio
Casa
editrice: Feltrinelli
Pagine:
248
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