Ogni concorso a cui si partecipa vi entriamo con un sogno, con una speranza. Non sempre questo sogno si trasforma in realtà. Delusione, un po' di rabbia e ammettiamolo anche un po' di invidia verso chi ha vinto, entrano nel nostro animo; siamo esseri umani ed è anche giusto lasciarsi andare a questi sentimenti.
Non sempre si può accettare che la giuria ha decretato il libro o il racconto più bello, conosciamo i fili che si nascondono dietro, ed è giusto e corretto dire la propria opinione in merito alle scelte.
Ecco perché pubblico volentieri questa lettera aperta dell'editore Felix Krull al Premio Strega.
Lettera aperta al Premio Strega
Gentile Dott. Petrocchi,
ci rivolgiamo a Lei giacché all’interno della Fondazione Bellonci (con tutti i suoi
misteri) è stato evidentemente assegnato alla Sua persona il compito di comunicare
con il pubblico.
Nel 2015, quando La contattammo per la prima volta proponendoLe la
partecipazione allo Strega del racconto lungo “Fiorelluccia-Una fiaba siciliana”, di
Lodovica San Guedoro, Lei reagì con una disponibilità che ci sorprese. Non se ne fece
nulla, quella forma letteraria non era prevista. E forse la Sua disponibilità non era
altro che diplomazia, dato che avevate appena annunciato ufficialmente l’apertura
alle piccole-medie case editrici. Ma a noi diede la forza e il coraggio di ritentare
l’anno successivo con un romanzo della stessa autrice, “L’allegro manicomio”.
Anche in quell’occasione Lei si mostrò premuroso, ci fece avere i recapiti elettronici
di alcuni Amici della domenica e, quando riuscimmo a far candidare il libro, si
congratulò con noi. Allorché, però, in seguito all’esclusione dalla dodicina, Le
scrivemmo che l’ammissione di case editrici come la nostra si era rivelata la solita
foglia di fico per coprire giochi già fatti, non si disse d’accordo, ma ci ringraziò
ugualmente per aver partecipato.
Nel 2017 la ricerca dei due giurati si è rivelata impresa più ardua e spinosa, ma infine
la nostra fatica è stata coronata da due candidature “forti”: Dacia Maraini e Maria
Rosa Cutrufelli. Capirà quindi che la nuova esclusione dalla dodicina abbia avuto per
noi un sapore ancora più amaro.
Nelle ultime settimane abbiamo valutato con attenzione gli altri 26 libri presentati e
non crediamo che, contemplando il solo valore letterario, il romanzo della San
Guedoro non potesse tranquillamente competere con ognuno dei 12 titoli da Voi
scelti. Come spiegare quindi quest’esclusione eclatante, tanto più se si considera
l’autorevolezza delle candidatrici?
C’è chi ci ha suggerito di non prendere troppo sul serio lo Strega. Ma non sarebbe,
anche ai giorni nostri, un dovere morale, offrire attraverso il più prestigioso premio
letterario italiano un’occasione adeguata di spiccare a una scrittrice la cui rara
maestria nel bell’idioma torna a onore della Vostra nazione?
Perdoni la franchezza,
con immutata cordialità,
Johannes Hoericht
L’EDITORE
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