lunedì 30 agosto 2021

Come usare l'alloro in cucina e altro.

 ALLORO

Il profumo dell'alloro era una dolce consuetudine della mia infanzia siciliana, mia nonna lo usava per qualsiasi rimedio. Mal di pancia, decotto di alloro e limone, sonni agitati decotto di alloro, per la tosse preparava il decotto aggiungendo il miele,  malessere generale con mal di testa e vomito...alloro. Inoltre lo usava in cucina per profumare non solo gli arrosti, ma anche il pesce e il ragù. La nostra casa aveva sempre un buon profumo,  quello dolciastro intenso dell'alloro, mia nonna lo metteva nei cassetti del comò e nell'armadio,  ancora adesso se socchiudo gli occhi lo sento  e i ricordi sfilano come se non fossero passati ..decenni.

Per lei, le foglie di alloro erano preziose e le maneggiava con cura, il suo decotto era semplice, metteva dell'acqua a bollire in una pentola piccola di alluminio, allora erano in uso, quando l'acqua entrava in ebollizione, metteva due foglie di allora e la scorza di mezzo limone bollire il tutto per dieci minuti, poi appena freddo lo versava nella tazza e dovevo berlo lentamente senza zucchero, che ne avrebbe diminuito l'efficacia. Il sapore era con un forte retrogusto amaro, ma mia nonna non si lasciava intimidire e dovevo berlo fino all'ultima goccia, con lei dolce guardiana. Unica eccezione quando avevo la tosse allora nella tazza aggiungeva due cucchiai di miele per far espettorare la tosse malefica.

D'estate andava a raccogliere le foglie e poi le  lasciava essiccare al sole e riempiva dei sacchetti di cotone, le deponeva nella credenza per   utilizzarle d'inverno, quando freddo non si recava nella vicina campagna.

Da adulta ho scoperto che quest'albero , caro ad Apollo, è un ottimo toccasana per tonificare il corpo, vi spiego come: mettete a bollire in abbondante acqua, circa due litri almeno una ventina di foglie di alloro, per circa 15/20 minuti. Riempite la vasca da bagno qua calda e versate il contenuto della pentola e immergetevi  con le foglie di alloro massaggiatevi il corpo. Uscirete dall'acqua con una bella sensazione di forza soprattutto nelle gambe. Se non avete la vasca da bagno potete fare un pediluvio, utilizzando meno acqua e meno foglie. 

Usato nei cassetti della cucina tiene lontane le farfalline. Nei cassetti del comò e nell'armadio tiene lontane le tarme.

Con le foglie si prepara anche il famoso liquore LAURINO.

Ricetta presa da Giallo zafferano: 

INGREDIENTI

650 g di zucchero
60 foglie di alloro circa, comprensive delle bacche
un litro di alcool a 95°
un litro di acqua

PROCEDIMENTO

Lavare l’alloro ed asciugarlo accuratamente, lasciandolo alcune ore in una zona ventilata per disperdere l’umidità in eccesso. In un vaso molto capiente (almeno 3 litri) ed a chiusura ermetica, riunire le foglie e le bacche insieme all’alcool, quindi far riposare in un luogo fresco ed al riparo dalla luce per circa un mese, o comunque non meno di 15 giorni. Se non si dispone di un luogo con queste caratteristiche, si può rivestire il vaso con un foglio di alluminio, per proteggere il vaso dalla luce.

Trascorso questo tempo, preparare lo sciroppo scaldando l’acqua e lo zucchero in un pentolino e mescolando con frequenza, portandolo quasi ad ebollizione: lo zucchero dovrà essere sciolto, lo sciroppo fluido, trasparente e omogeneo. Far raffreddare completamente.

Versare lo sciroppo freddo nel vaso con le foglie e l’alcool, mescolare brevemente agitando delicatamente il vaso, quindi riporre nuovamente a riposare per circa 45 giorni.

Trascorso questo tempo, filtrare il laurino con una garza di cotone pulita (o con un colino a maglia fitta) e imbottigliarlo. Il laurino è pronto, tuttavia attendere almeno un mese prima del consumo, lasso di tempo in cui il liquore perderà la sua torbidità ed il sapore si consoliderà.

L'alloro è  una pianta tipica del mediterraneo e profuma i caldi assolati giorni delle isole del mar Mediterraneo. Le api conoscono bene quest'albero e ne ricavano polline e nettare. Una pianta  conosciuta sin dai tempi antichi della mitologia greco/romana. 

L'alloro ha il significato della pace, ma anche della vittoria e della gloria, per alcuni anche dell'immortalità visto che è una pianta sempreverde.

Da Wikipedia

Nella mitologia greco-romana l'alloro era una pianta sacra e simboleggiava la sapienza e la gloria: una corona di alloro cingeva la fronte dei vincitori nei Giochi pitici o Delfici[8] e costituiva il massimo onore per un poeta che diveniva un poeta laureato. Da qui l'accezione figurativa di simbolo della vittoria, della fama, del trionfo e dell'onore. Inoltre questa pianta era sacra ad Apollo poiché Dafne, la ninfa di cui il dio si invaghì, chiese che fosse eliminata la causa dell'invaghimento di Apollo nei suoi confronti, e dunque le fu tolto l'aspetto umano venendo trasformata in Alloro. Apollo a quel punto mise la pianta di Alloro nel suo giardino e giurò di portarne sul suo capo in forma di corone per sempre, e disse che allo stesso modo facessero i Romani durante le sfilate in Campidoglio[9]. Sarebbe stato proprio Apollo, infatti, a rendere questo albero sempreverde. All'alloro era connesso anche il potere della divinazione (Apollo era infatti anche il dio dei vaticini): la sacerdotessa del dio (la Pizia) usava masticare foglie di alloro prima di profetizzare.

 

In Italia è tradizione far indossare una corona d'alloro a tutti i neolaureati.

Buona lettura a tutti/e da Maria Lucia 


lunedì 16 agosto 2021

Come utilizzare la Portulaca Oleracea

 Ciao a tutti voi visitatori e visitatrici del blog

oggi voglio parlarvi di un'erba spontanea che non amiamo molto, anche se è una tra le più ricche dispensatrice di omega tre per il nostro organismo, come mai direte voi non amiamo quest'erba?  "Impossibile."

Eppure è così, non è amata da chi possiede un orto o un giardino, ma per noi,  non può che diventare la regina dei nostri giardini per arrivare al nostro palato.

Le sue foglie hanno un bel colore verde, sono grassoccie e  rotonde, mentre i rametti sono sottili e rossicci, e si utilizzano entrambi in cucina per dei piatti rinfrescanti. Dopo anni di oblio quest'erba è tornata prepotentemente nei nostri piatti per deliziarci e fornirci sali minerali come il fosforo, lo zinco, ferro, potassio e magnesio,  contiene anche le vitamine A e C. 

Una pianta utile per rinforzare la memoria, la concentrazione grazie all'alto contenuto di acidi grassi come l'Omega tre, quindi oltre alla frutta secca, possiamo integrare la nostra cucina con la PORTULACA,  un erba cattiva che infesta i  terreni e viene estirpata senza pietà. 

Adesso possiamo estirparla, ma per portarla nei nostri piatti. 

Ma come usarla?

Si può usare la fantasia, elemento base della cucina, ed ecco che può arricchire la nostra insalata mista, altro modo è  quello di fare un pesto veloce per condire la  pasta estiva. Le foglie di portulaca detta anche in alcune regioni "porcellana" sono diuretiche e rinfrescanti.

Per il pesto, di solito,  frullo le foglie con aglio e basilico, metto in un piatto di portata e aggiungo olio di qualità, pepe e qualche mandorla tagliata a fettine sottili, tengo da parte qualche foglia intera, scelgo le più piccole, e dopo aver cotto gli spaghetti unisco il pesto,  l'amalgamo bene, abbellisco il piatto usando alcune foglioline verdi, tenute da parte precedentemente. 

Quando preparate l'insalata ricordatevi che potete utilizzare sia le foglie che gli steli. Potete anche gustare la Portulaca lessata e condita con un filo di olio "buono". 

Potete anche lessarli e saltarli in padella con aceto,  olio e zucchero.

Buonissima la frittata, o mangiarla a crudo con formaggio di capra e mandorle. Si può fare anche un tortino, mescolando la portulaca, lessata e tritata grossolanamente, con pane raffermo bagnato nel latte, mettere in forno e usarlo al posto del pane per accompagnare salumi o formaggi.

Un'insalata diversa? Portulaca, pomodorini, olive taggiasche, avocado a fettine e feta.

NB. ricordatevi di utilizzare le foglie più giovani per le insalate, il resto invece è meglio lessarlo. 

La Portulaca da utilizzare è quella che cresce nei giardini e negli orti infestandoli e si chiama: Portulaca Oleracea, non quella che ci regala bellissimi fiori dalle tonalità rosacee

La Portulaca è stata usata come erba magica sin dall'antico Egitto e dai romani, si dice che Plinio il Vecchio, utilizzasse quest'erba per togliere il malocchio. 

Le donne Herbarie, medichesse o streghe utilizzavano le foglie per lenire le scottature e per le dermatiti, ma anche in caso di vomito e diarrea. 

Le donne in cerca di marito indossavano sempre un filo di quest'erba per attirare l'amore, mentre altri la indossavano per attirare la fortuna e la ricchezza. Nelle pozioni d'amore c'era sempre la portulaca.



Grazie a :

https://formaesalute.com/portulaca-linfestante-dalle-tante-proprieta/

martedì 10 agosto 2021

Premio Letterario Nazionale Streghe Vampiri & Co. XI Edizione

 Carissimi

ecco un concorso per chi tra voi ama scrivere  romanzi o racconti sulle streghe, vampiri, licantropi o altre creature simili.

Il concorso termina il 15 ottobre, avete tutto il tempo per scrivere il vostro romanzo con protagonista una creatura spettrale, fate largo alla vostra fantasia e un grande in bocca alla penna a voi.


       Premio Letterario Nazionale 
Streghe Vampiri & Co.
XI Edizione

BANDO

 Art. 1: Il Premio è rivolto agli scrittori e ai poeti che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età alla data di apertura delle iscrizioni ovvero al 23/06/2021, italiani e non, purché l’opera presentata a concorso sia redatta in lingua italiana; 

Art. 2: Sono ammesse in concorso opere inedite (cioè mai pubblicate da regolare casa editrice ovvero sprovviste di codice ISBN) redatte in lingua italiana; le opere devono avere come tema streghe, vampiri, creature fantastiche (tra cui a titolo esemplificativo ma non esaustivo: maghi, licantropi, zombie, elfi, gnomi, etc.) e restare inedite per tutta la durata del concorso fino alla sua naturale conclusione ovvero la proclamazione dei vincitori;

 Art. 3: Il Premio si articola in tre sezioni secondo queste modalità: A. romanzo inedito: fino a 500.000 caratteri, spazi inclusi; B. racconto inedito: fino a 22.000 caratteri, spazi inclusi; C. poesia inedita: da 1 a 3 liriche; 

Art. 4: Gli elaborati devono essere inviati entro la mezzanotte del 15 ottobre 2021 esclusivamente via mail all’indirizzo info@premiostreghevampiri.it; poiché la lettura delle opere si avvierà a iscrizioni ancora aperte, si prega se possibile di non aspettare gli ultimi giorni utili per inviare gli elaborati;

 Art. 5: La quota di iscrizione è fissata in euro 20,00 per sezione da versare, indicando come causale “Partecipazione Premio Streghe Vampiri & Co. 2021”, in una delle seguenti modalità: • tramite bollettino postale sul c.c. postale n. 75686675 intestato a Giovane Holden Edizioni; • tramite bonifico su c/c postale IBAN IT56Z0760113700000075686675 intestato a Giovane Holden Edizioni; È possibile partecipare a tutte e tre le sezioni (una sola iscrizione per sezione, pagando la relativa quota); 

Art. 6: Materiale da inviare via mail all’indirizzo info@premiostreghevampiri.it: • file digitale dell’opera presentata a concorso (in formato Word); • nota contenente le proprie generalità complete (Nome, Cognome, Indirizzo Postale, E-mail, Telefono); • ricevuta di pagamento della quota di partecipazione. La segreteria del Premio invierà una mail di conferma della registrazione al concorso; l’organizzazione del Premio non è responsabile per il materiale eventualmente non conforme; 

Art. 7: La Direzione Culturale del Premio è curata dalla casa editrice Giovane Holden Edizioni (www.giovaneholden.it), organizzatrice e titolare del Premio che regolerà, a titolo esecutivo, i rapporti con gli autori. L’organizzazione non sarà responsabile di eventuali disguidi di qualsiasi genere;

 Art. 8: Il giudizio della Giuria è insindacabile. La Giuria è presieduta da Enrica Giannelli, poetessa e pedagogista clinica analitica, e composta da: Chiara Chiozzi, scrittrice e illustratrice fantasy; Francesco Grassi Niccolai, editor e cultural promoter. La Giuria selezionerà, tra tutti i lavori pervenuti, un minimo di dieci opere per ogni sezione. I finalisti verranno avvisati tramite mail;

 Art. 9: Consistenza dei Premi € 15.000, così declinata: o 1° Premio: Targa personalizzata e pubblicazione ad personam dell’opera vincitrice di ogni sezione (in particolare per la sezione A una silloge di poesia e per la sezione B una raccolta di racconti) in una delle collane della casa editrice Giovane Holden Edizioni, con regolare contratto di edizione, entro il 31/12/2022; o 2° Premio: Targa personalizzata e stampa artistica avente per soggetto l’opera premiata a cura di Chiara Chiozzi; o 3° Premio: Targa personalizzata; o Premi Speciali: Coppa personalizzata; o Eventuali segnalazioni: Medaglia personalizzata; o A tutti i finalisti sarà consegnato un attestato di merito; 

Art. 10: Verrà realizzata un’Antologia letteraria dal titolo “Storie di immaginaria realtà - Vol. 8” contenente le opere finaliste delle sezioni Racconto e Poesia, edita da Giovane Holden Edizioni. Il volume potrà essere prenotato alla mail info@premiostreghevampiri.it; il volume sarà disponibile sia in versione cartacea che digitale (e-book). Gli autori finalisti restano proprietari del copyright delle opere presentate, ma concedono a titolo gratuito il consenso alla casa editrice Giovane Holden Edizioni a pubblicare l’opera nell’Antologia letteraria;

 Art. 11: La Giuria provvederà alla proclamazione dei vincitori di sezione durante la cerimonia di premiazione che si terrà sabato 4 dicembre 2021 c/o Hotel Residence Esplanade (www.hotelresidenceesplanade.it) a Viareggio (Lu). Attestati e premi dovranno essere ritirati personalmente all’atto della premiazione, in caso di impossibilità può essere data delega scritta ad altra persona. La mancata partecipazione fa decadere dal diritto di accesso al premio; 

Art. 12: La partecipazione al Premio Letterario Nazionale Streghe Vampiri & Co. implica l’automatica accettazione del presente bando. La mancanza di una delle condizioni che regolano la validità dell’iscrizione, determina l’esclusione dalla partecipazione al premio stesso. Informativa Ai sensi del D.lgs 196/2003, “Codice in materia di protezione dei dati personali” e in conformità del regolamento dell'Unione europea in materia di trattamento dei dati personali e di privacy n. 679 del 2016, con l’accettazione dell’art. 12 del presente bando di concorso, i partecipanti al Premio Letterario Nazionale Streghe Vampiri & Co. si impegnano all’osservanza di tutti gli articoli e autorizzano la casa editrice Giovane Holden Edizioni sas al trattamento dei dati personali per permettere il corretto svolgimento del premio. I risultati I risultati saranno tempestivamente pubblicati sul sito del Premio e comunicati alle testate giornalistiche regionali e nazionali. Segreteria Premio Streghe Vampiri & Co. c/o Giovane Holden Edizioni - Via Ottorino Ciabattini, 91/B - 55049 Viareggio (Lu) Per informazioni: info@premiostreghevampiri.it - Tel.: 0584/963517

lunedì 9 agosto 2021

Segnalazione: A Taste ok Death di Daniele Ossola

  A Taste ok Death 

di

 Daniele Ossola


Sinossi

Questo romanzo ha avuto origine da un casuale contatto con un signore dall’aspetto giovanile, bello, distinto, sempre accompagnato da un cane. Entrati in confidenza, mi raccontò di essere francese, da ragazzino mandato al riformatorio dove subì violenze sessuali da parte di un istruttore il che lo portò a odiare l’essere umano e ad amare in modo ossessivo gli animali.

Ho scritto il romanzo partendo da specifici riferimenti psicologici e neuro-chirurgici. Ho trasformato questo mio contatto in un professore che cerca persone super ricche disponibili a sperimentare, in attività, le forti sensazioni che possono scaturire da una morte violenta. Studia come estrarre tessuti da cadaveri legati a diverse tipologie di decessi traumatici trapiantandoli su persone vive. L’obiettivo è certificare e verificare, in modo che si possano poi raccontare le sensazioni e le emozioni provate in occasione di queste morti simulate. Chi è rimasto ucciso a causa un trauma violento, non è mai riuscito a svelare gli ultimi secondi della sua sofferenza.
Le storie “distopiche” sono sicuramente scomode se aiutano a riflettere perché ci spingono a uscire dalla nostra comfort zone.

Scheda libro
Autore: Daniele Ossola
Titolo: Assaggio di morte
Casa editrice: Elison publishing
Pagine: 103

giovedì 5 agosto 2021

BREVE DIARIO DI FRONTIERA DI GAZMEND KAPLLANI

BREVE DIARIO DI FRONTIERA
DI 
GAZMEND KAPLLANI

Recensione di Maria Lucia Ferlisi

Una storia breve e amara in cui ogni parola è pervasa dalla sofferenza dell'autore che si è rifugiato in Grecia per allontanarsi da un regime sempre più restrittivo, sognando la libertà di movimento e di parola. Ma la libertà sognata non corrisponde alla realtà, adesso sei in terra straniera e tutti ti guardano, ti osservano, sanno che sei straniero ancor prima che tu apra bocca, il detto tipico, stessa faccia  stessa razza, scompare, per lasciare posto ai pregiudizi, alla chiusura, al razzismo, si perché bisogna usare le parole chiare e corrette. 

Tutto il libro è pervaso da questo mostro che divora le persone: il razzismo, il non riconoscere che l'altro è una persona. Tutti noi non sappiamo la nostra origine, nessuno di noi ha il sangue di un solo colore, siamo il frutto dei nostri avi, delle migrazioni di milleni fa, siamo il risultato di lente trasformazioni, quando ancora non si leggeva negli occhi il disprezzo per l'altro. 

Adesso ogni nazione ha degli aggettivi e ogni persona lo rappresenta, gli albanesi sono ladri e assassini, questo pensano i greci per ogni albanese che arriva, ma non sono solo loro ad avere una visone chiusa del mondo. Ed ecco che il migrante soffre due volte, una per l'abbandono della terra natia, del taglio doloroso delle proprie radici, la seconda volta soffre nella nuova terra, ha perso la propria identità, è solo in una terra nuova che non conosce.

Allora ecco che cerca di avere successo, di diventare "qualcuno", così vedranno che sono una brava persona, come loro. Il migrante si sforza, e pensa:  forse se imparo bene la lingua mi accetteranno, forse se divento invisibile e non mi faccio notare divento uno di loro, forse, ma dentro al suo cuore sa che una volta che recidi il passato, non avrai altre radici in nessun altro posto, rimarrai sempre un migrante e ogni volta ti domanderanno "ma tu da dove vieni?", ma senza il desiderio di conoscerti, no, la domanda è posta solo per farti notare che tu non sei come loro.

Un romanzo amaro, questo scritto da Gazmend  Kapllani, in alcuni tratti ironico, ma attraverso la doppia scrittura dai due punti di vista di chi sogna e di chi lotta per avere una nuova vita, ci mostra quanto la visione di razza permane, il diverso non è accolto come risorsa, no, e non lo sarà mai. 

Siamo in un epoca in cui gli uomini pur essendo immersi nella multiculturalità, molti sembrano voler trattenere a tutti i costi la propria identità , dimenticando che il nostro dna è intriso di altre identità.

Una storia che definisco "specchio", perché mi rivedo in ogni frase, in ogni chiusura, in questa mancanza di radici...l'autore sarà sempre un albanese, ed io sarò sempre una meridionale.

Questa storia la consiglio a tutti coloro che soffrono per questa mancanza di radici. A me ha fatto bene, la condivisione di questa nostra sofferenza comune, ti fa sentire meno sola.

Buona lettura a tutti voi

Scheda Libro

Autore: Gazmend Kapllani

Titolo: Breve Diario di Frontiera

Pagine: 186

Casa Editrice: Del Vecchio Editore

Sinossi

In questo "diario minimo" Gazmend Kapllani ci restituisce tutta la sofferenza degli albanesi che hanno attraversato il confine con la Grecia negli anni Novanta. Con mano leggera lascia che ci scorra sotto gli occhi la surreale volontà di dare un senso all'abbandono della terra natia, che in questo specifico caso è la fuga, il passaggio attraverso la cortina di ferro. In ogni capitolo, il doppio punto di vista - di chi è in Albania e di chi, esule, se ne allontana - mette in evidenza con sarcasmo, e senza fare sconti, la kafkiana condizione dell'Albania sotto il regime comunista: spie che controllano i programmi televisivi dei vicini, statue monumentali di Enver Hoxha, un dittatore troppo dittatore anche per i dittatori, e i bunker sulla spiaggia pronti per resistere a nemici che però non si presentano mai. Accurate, asciutte, intrise di humour nero, le descrizioni dell'assurdità e della rivolta alla tirannia compongono un quadro ironico e partecipe della condizione dell'esule, in cui il particolare dialoga con l'insieme e si fa narrazione universale, come in un dipinto di Bruegel. La "sindrome delle frontiere" inizia con l'abbandono del Paese e si sviluppa nella "nevrosi del successo", un successo che conferisce il diritto a restare nella nuova terra, per giungere a un'amara riflessione sui migranti di seconda generazione, condannati ad amare e odiare contemporaneamente il loro Paese.
 

sabato 31 luglio 2021

Streghe e medichesse - Lavanda-

 

Streghe e medichesse

Alle donne è sempre stato assegnato un ruolo subalterno nella storia, sin dai tempi antichi. Mentre l'uomo cacciava lei raccoglieva erbe e frutti, accudiva ai figlia aiutava le altre donne nel parto, per citare alcuni esempi.

Tuttavia l'abilità delle donne ha fatto si che si appropriassero di alcune chiamiamole specialità nel mondo antico e si non specializzate in ciò che era loro consentito fare, molte sono diventate levatrici e curatrici. 

Quelle erbe che raccoglievano sono state usate per ricavarne principi attivi, decotti infusi per alleviare dolori, per stimolare l'eros sia femminile che maschile, per curare infezioni o da usare in cucina per esaltare i sapori. Le donne con le erbe erano in grado anche di guarire alcune malattie, era un sapere tramandato dalle madri, dalle nonne, da altre donne, era un sapere orale che si divulgava e tramandava nei secoli. 

La loro conoscenza  era sempre contrastata e ritenuta "ciarliera". Eppure quando le persone si rivolgevano a queste donne guaritrici, dopo stavano bene, i loro rimedi funzionavano, le loro erbe erano efficaci.

 Era un sapere che si tramandava sin dai primordi dell'essere umano, quando la natura era ritenuta una forza soprannaturale e si scopriva che le erbe avevano diverse proprietà potevano guarire ma anche uccidere, ecco perché si è associato alle erbe un potere magico. Dove ritroviamo tutte queste "ricette"  sin dai primi tempi in cui la parola si è trasformata in scrittura ed ecco la Mandragola che fa diventare fertile Rachele nella Bibbia, passiamo per Medea che intrise il vestito nuziale di un potente veleno a Glauce in sposa a Giasone, ma ancor prima aveva ucciso il padre con il vello d'oro, anche questo intriso nel veleno.

Come dimenticare Circe che riesce a trasformare gli uomini in proci come descritto da Omero nell'Odissea.

Ricordiamo anche Alcina, una delle tre fate dell'Orlando Furioso, in grado di trasformarsi da brutta e sdentata a una donna affascinante e maliziosa e ingannevole.

Le streghe le  ritroviamo nei dipinti delle case di Pompei, o nei geroglifici egiziani e in tanti altri libri. La conoscenza delle donne era per lo più orale anche se in alcune città diventò "una scuola" , mi riferiscono a Salerno che intorno all'anno mille divenne un luogo dove le Medichesse curavano, preparavano unguenti, profumi a prodotti di bellezza.

Anche se le loro attività non erano tenute in grande rilievo, loro proseguivano in silenzio, attente e imperterrite, non venivano citate nei libri, ma resistevano e si propagavano non solo nei campi contadini.

Nel medioevo tutto cambia, la Chiesa Cattolica, giudica negativamente la loro attività, perché si contrappone al potere di guarigione delle preghiere. Improvvisamente le medichesse assumono agli occhi del potere cattolico il volto del diavolo, vengono definite streghe con disprezzo e lo loro attività sono giudicate parte di un lavoro effettuato in combutta con il diavolo.

Il loro sapere in un attimo è distrutto e inizia la triste caccia alle streghe che nel periodo nefasto tra il 1450 e il 1750 si stima che siano state uccise in Europa circa quarantamila persone accusate di stregoneria, alcune fonti citano nove milioni di donne portate al rogo, ma non è attendibile. Donne bruciate vive, donne innocenti che, con le sevizie e le torture loro inflitte, hanno confessato crimini e pratiche dettate dai loro inquisitori per poi essere bruciate in piazza davanti al popolo che guardava smarrito. 


 Poi venne Firenze nel Rinascimento e con Caterina de Medici la sua corte divenne un luogo di profumi e mistero, di morte e d'amore.

Infine dall'ottocento le erbe diventano sempre meno magiche e si allarga l'uso, entrano nelle cucine  e utilizzate sempre maggiormente.

Con il finire dell'ottocento la medicina supera il potere delle erbe, Si laureano anche donne in Italia mi piace ricordare una medichessa, come amava farsi chiamare, Amalia Moretti Foggia, che usò per almeno 30 anni un pseudonimo maschile  sul Corriere della sera per avere maggior credibilità.

Nella letteratura le streghe ammaliatrici, in grado di raggirare gli uomini tornano con la saga Avalon, 1983, da Marion Zimmer Bradley, di cui è nata anche una saga televisiva, ma ancor prima Il maestro e Margherìta di M. Bulgakov che affascina ancora oggi con questo magico e satanico romanzo.

Le streghe sono belle o orrende, sono ammaliatrici o incutono paura e l'arte si è appropriate di entrambe  le due facce, ma rimane sempre il senso negativo, ammaliatrici o assassine, non godono di nessuna simpatia, devono nascondersi, non devono manifestare le loro capacità.

Le donne streghe, o sciamane, le considero figlie della Dea Madre, della Dea della Natura ed è grazie a loro che le donne continuano a a medicare, possiedono quel duende che dalla terra rinasce con loro, un fluido che parte dai piedi e si intreccia con il sangue  nelle donne, alcune lasciano spazio a loro essere e  sprigionano le loro arti, altre sono in grado di ascoltare e interpretarlo, altre ignorano le loro capacità. 

Tutte noi dovremmo fermarci e ascoltare il battito delle parole che sono dentro di noi per essere ciò che siamo state, siamo e saremo.

Donne, Dee madri, figlie di un ancestrale passato che ci regala echi e magie lontane.

Maria Lucia Ferlisi

Colgo l'occasione della data in cui pubblico questo mio pensiero per parlarvi della

LAVANDA

si dice che il periodo migliore per raccoglierla sia l'ultima settimana di luglio, e nel pomeriggio andrò nel mio piccolo giardino per tagliarla e farne dei mazzetti legati da nastrini verdi per regalarli alle amiche, altri li metterò nei sacchetti per profumare le maglie nei cassetti, altri ancora li userò per fare i biscotti.

Questo fiore profumatissimo e dal colore delicato non è mai mancato nel mio giardino, imprime serenità e infatti ho letto che è indicata per chi soffre di ansia e attacchi di panico, potrebbe essere una buona idea fare un piccolo cuscino con tanti semi di lavanda e metterlo nel letto sotto il nostro cuscino abituale, con il suo delicato profumo di certo ci sentiremo più rilassati.

La lavanda ha anche poteri di cicatrizzazione , anti settiche ed anti infiammatori, in farmacia o in erboristeria potete farvi consigliare l'olio essenziale delle marche migliori e i corretti  dosaggi.

Posso solo dirvi che l'olio essenziale della lavanda mi piace usarlo la sera prima di andare a dormire, mi verso due tre gocce nelle mani e mi passaggio le caviglie, una piccola coccola quotidiana che mi piace fare per rilassarmi.

Mi piace metterlo nei diffusori elettrici o nelle vaschette dei caloriferi, a volte lo uso nell'acqua calda per fare dei suffumigi per il mal di gola.

Ci sono tantissimi usi di questo splendido fiore, non ultimo in cucina ho mangiato un formaggio alla lavanda davvero squisito e personalmente l'utilizzo per fare dei biscotti con questo delicato profumo con un buon tè inglese diventa un momento di relax. 

Ho anche preparato un ottimo risotto con formaggio verde e lavanda.

Consigli da strega: 

  • tenete sempre un vaso di lavanda in casa, sul balcone o dove vi piace di più, l'armonia entrerà a profumare la vostra famiglia.
  • fate un bagno purificatore con la lavanda nella notte di luna piena, riempite la vasca, mettete una manciata di fiori nell'acqua e immergetevi con lentezza, restate una decina di minuti cercando di allontanare i pensieri negativi.
  • gli steli del fiore di lavanda possono essere utilizzati come l'incenso per purificare l'ambiente
  • tenete un rametto di fiori di lavanda fuori dalla porta fare entrare energie armoniche nella casa

Buona lettura
da Maria Lucia






 

martedì 27 luglio 2021

Il libraio di Venezia di Giovanni Montanaro

Il libraio di Venezia 
di 
Giovanni Montanaro
recensione di Maria Lucia Ferlisi

In un pomeriggio afoso e sonnacchioso, ho iniziato a leggere il romanzo di Giovanni Montanaro, autore che non conoscevo. La storia mi ha svegliata dal torpore e ho divorato il romanzo in poco più di un'ora. Vittorio, come tutti glia altri commercianti di quella piazzetta veneziana, ama il lavoro che fa e ama i libri, il loro profumo, le copertine, le storie che contengono con emozioni, gioie, attese, sospiri.

Il suo è stato un amore totale leggendo Moby Dick,  ha deciso come doveva essere il suo futuro: dentro al cuore delle pagine profumate d'inchiostro . 

Anche se i tempi di oggi non apportano grossi guadagni lui è legato a quel piccolo contenitore di tesori e fantasia ed è legato a Venezia, un amore e un odio che si fondono insieme. 

L'acqua alta è ormai una consuetudine con cui convivono tutti, e poi adesso in quella piccola calle è arrivata lei, una giovane studentessa Sofia che gli rapisce il cuore. 

Un romanzo che si ispira a un fatto realmente accaduto, l'alluvione del 2019 a Venezia,  che ha distrutto un intero quartiere ma ha visto rinascere una comunità. Un romanzo che fa bene al cuore, che ti trasmette speranza in un futuro migliore, dove l'umanità non è stata dimenticata, dove l'uno non esiste ma prevale il noi corale di una città, con il volontariato spontaneo che restituisce dignità e sogni alle nuove e vecchie generazione.

Un romanzo che cura l'anima delle persone che non credono più nella collettività, perché nella vita la fede e la speranza devono prevalere, devono andare oltre "le ammaccature" della vita.

Scheda Libro

Autore: GIOVANNI MONTANARO

Titolo: IL LIBRAIO DI VENEZIA

Pagine: 144

Casa Editrice: Feltrinelli

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Sinossi

In campo San Giacomo, a Venezia, c’è la Moby Dick, una libreria di quelle “che ti sorprende che esistano ancora, anche se ci sono in ogni città, tenaci come guerrigliere, eleganti come principesse.” Il suo libraio si chiama Vittorio, ha passato i quarant’anni, vive per i suoi libri, combatte per continuare a venderli. Un giorno incontra Sofia, gli occhi chiari e le risposte svelte, che prende l’abitudine di andare a trovarlo.
Il 12 novembre 2019, però, i 187 centimetri di acqua alta eccezionale inondano le case, i negozi, sommergono gli scaffali di Vittorio. Le pagine annegano, e “campo San Giacomo è pieno di libri perduti, e pare che tutto sia perduto”.
Giovanni Montanaro, che ha vissuto in prima persona i giorni tragici dell’inondazione, li racconta in un modo lontano dalle cronache che hanno commosso il mondo. Racconta l’angoscia dell’acqua che sale, che distrugge, ma mostra anche un’altra Venezia, i giovani, i cittadini che reagiscono, l’allegria nata in mezzo allo sfacelo, fatta della capacità di aiutarsi, di rinascere.
Scritto quasi di getto, questo splendido racconto è una galleria di personaggi, emozioni, colpi di scena il cui cuore è Venezia, sono i librai, è l’amore per i libri e l’amore che nasce grazie ai libri. E ai librai veneziani Montanaro destina interamente i proventi dei suoi diritti d’autore, per sostenerli dopo gli eventi di novembre.
In calce al volume, sono proprio i librai veneziani a descrivere sé stessi e le loro librerie: il lettore può scoprirli anche attraverso le mappe che creano un percorso nella laguna – nonostante tutto, “Venezia è sempre lei. Venezia è meravigliosa”.

lunedì 26 luglio 2021

La chiave di NIche - Francesca Broso

 Ciao a tutti lettori e lettrici del blog


vi segnalo questo romanzo moderno e attuale, dalla scrittura fluida e in gradi di affrontare un tema forte come lo stalking raccoglie le emozioni della protagonista e le sottopone al lettore. Un romanzo che parla alle donne con un linguaggio scorrevole e capace di trasportare il lettore nella vita di Niche, questa simpatica professoressa alle prese con un collega....

Buona lettura

Scheda libro

Autore: Francesca Broso

Titolo: La chiave di Niche

Pagine: 192

Link per l'acquisto:

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Sinossi

Niche è una giovane professoressa che insegna in un liceo. Alle poche ma fidate amiche che ha, confida tutto ciò che le accade: dal ritrovamento di una chiave, appartenuta all'adorata nonna recentemente scomparsa, alle insistenti e discutibili attenzioni che Giacomo, insegnante di biologia nel suo stesso liceo, continua imperterrito a rivolgerle. Niche scopre l'esistenza di un caffè letterario e del suo proprietario Leonardo, con il quale scocca immediatamente la scintilla, ma a quel punto la corte ostinata di Giacomo si trasforma in asfissiante gelosia fino a sfociare in stalking. La protagonista viene trascinata in un oscuro limbo, fatto di terrore e ansia crescente, con la paura costante che possa accadere l’irreparabile da un momento all'altro.

giovedì 22 luglio 2021

CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE DI OSTIA 5OO PAROLE VIII Edizione

 CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE DI OSTIA 

5OO PAROLE 

VIII Edizione

 Amore non è violenza “Per più fïate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse” (Divina Commedia, Inferno Canto V, vv 130-132)

 REGOLAMENTO 

1. I concorrenti devono aver compiuto 16 anni di età. 

2. Ogni concorrente può partecipare con non più di 2 racconti, che non superino 500 PAROLE a testo. Per la definizione del numero di parole, farà fede il contatore di parole di Microsoft Word.

 3. Il tema del Concorso di quest’anno è: “AMORE NON È VIOLENZA”: Per più fïate li occhi ci sospinse/quella lettura, e scolorocci il viso;/ma solo un punto fu quel che ci vinse (Divina Commedia, Inferno Canto V, vv 130-132) 

4. I racconti brevi dovranno essere inediti e mai pubblicati né su riviste né su internet o altro.

 5. I racconti brevi dovranno essere scritti in lingua Italiana. 

6. Il contributo per la partecipazione al concorso è di € 25,00 (€ 15,00 per i soci di Spazi all’Arte) e comprende le spese di segreteria, l’Attestato di Partecipazione, n° 1 copia dell’Antologia della VIII Edizione del Concorso Letterario Nazionale 500 Parole, n. 1 copia del libro “Percorrendo il dantesco cammino. Incontro con i personaggi”, le spese di spedizione del plico. Il versamento può essere effettuato essere tramite bonifico bancario a:Spazi all’Arte – APS Banca di Credito Cooperativo, Via Pietro Rosa 37, 00122 ROMA IBAN: IT75 D083 2703 2490 0000 0002 798Questa operazione conferma automaticamente l’accettazione di tutti gli articoli del presente regolamento. 

7. Il mancato pagamento degli oneri di segreteria determinerà l’esclusione dal concorso. 

8. Il Concorso 500 Parole avrà inizio il 1 Luglio 2021. 

9. I racconti dovranno essere caricati compilando il modulo sul sito di Spazi all’arte al seguente indirizzo https://spaziallarte.it/concorso-letterario-nazionale-di-ostia-500-parole/ e dovranno pervenire entro e non oltre il 30 Settembre 2021. Il modulo dovrà essere debitamente compilato con i dati anagrafici richiesti. 

10. Tutti i racconti che arriveranno via e-mail oltre le ore 24:00 della data di scadenza, 30 Settembre 2021, verranno annullati. 

11. Tutti i racconti saranno sottoposti al giudizio di una giuria nominata dai promotori del Concorso. La giuria determinerà una classifica basandosi sulla propria sensibilità artistica ed umana, in considerazione della qualità dello scritto, dei valori dei contenuti, della forma espositiva e delle emozioni suscitate. Il giudizio della giuria sarà inappellabile ed insindacabile. 

12. La giuria riceverà i racconti in forma anonima per garantire la massima indipendenza di giudizio. La giuria composta da scrittori, insegnanti e critici letterari, sarà resa nota al momento della premiazione. 

13. I racconti brevi non dovranno superare le 500 Parole (escluso il Titolo). Per la definizione del numero di parole, farà fede il contatore di parole di Microsoft Word. 

14. La proclamazione dei finalisti, avverrà tramite comunicato stampa e comunicazione diretta. La premiazione avrà luogo ad Ostia (Roma) in data da definire. I Premi saranno offerti da: Associazione Spazi all’Arte, Associazione Sostegno Onlus, dall’Associazione Donatori Volontari dell’Ospedale G.B. Grassi di Ostia, Associazione Culturale Clemente Riva, Associazione Prodeitalia, Ostia e Dintorni. 

15. Premi Associazione Spazi all’Arte: 1° Premio: 150€ in buoni acquisto e Targa/Opera d’Arte 2° Premio: 100€ in buoni acquisto e Targa 3° Premio: 50 € in buoni acquisto e Targa 

16. Premio Donatori Volontari dell’Ospedale GB. Grassi di Ostia: Premio: 150€ in buoni acquisto 

17. Premio Associazione Sostegno Onlus: Premio: 150€ in buoni acquisto in buoni acquisto 

18. Premio Associazione Culturale Clemente Riva: Premio 150€ in buoni acquisto 

19. Premio Ostia e Dintorni: Premio: 150€ in buoni acquisto 

20. Premio Associazione Prodeitalia: Premio 100€ in buoni acquisto

 21. A tutti i partecipanti verrà inviato via email un Attestato di Partecipazione. 

22. Ogni partecipante esprime, ai sensi del Decreto Legislativo n. 196 del 2003 e dell’art. 13 GDPR 679/16, il consenso al trattamento e alla comunicazione dei propri dati personali, nei limiti e per la finalità’ della manifestazione. 

23. È prevista, a fine Concorso, la pubblicazione di un’Antologia degli elaborati. 

24. Gli autori, per il fatto stesso di partecipare al Concorso, cedono il diritto di pubblicazione al promotore del concorso senza aver nulla a pretendere come diritto d’autore rimanendo comunque proprietari dell’opera. 

25. La partecipazione al concorso implica l’accettazione integrale del presente regolamento, senza alcuna condizione o riserva. La mancanza di una sola delle condizioni che regolano la validità dell’iscrizione determina l’automatica esclusione dal concorso letterario. 

26. Non saranno ammessi racconti che non rispondano ai requisiti richiesti. 27. La premiazione si terrà entro fine anno presso il Centro di Sperimentazione e Formazione Art in Motion Corso Duce di Genova 22, 1 piano presso ExDEPò – 00122 Roma

martedì 20 luglio 2021

La Tredicesima Strega di Laura Fiamenghi

La Tredicesima Strega

di

Laura Fiamenghi


Carissimi lettori e lettrici, 

l'autrice Laura Fiamenghi mi ha chiesto di segnalare il suo nuovo romanzo sul mio blog e voi sapete quanto sono disponibile a farlo.

Una sorta di tacita sorellanza verso chi come me cerca di far conoscere il proprio romanzo, cosa non facile.


Il romanzo intitolato “La Tredicesima Strega – Romance Fantasy” è appena uscito, fresco di stampa oggi!.


Si tratta del quarto volume della serie intitolata “Le Streghe di Villacorta”. Ogni capitolo della serie è autoconclusivo e dedicato a una coppia di protagonisti. Non è necessario aver letto i capitoli precedenti della serie per poter comprendere la trama.

 

TITOLO: La Tredicesima Strega: Romance Fantasy: Vol. 4

AUTRICE: Laura Fiamenghi

DATA: 20 Luglio 2021

SERIE: Le Streghe di Villacorta

VOLUME: 4

GENERE: Romance Fantasy - Paranormal Romance

https://www.amazon.it/Tredicesima-Strega-Romance-Fantasy-Villacorta-ebook/dp/B0994LGLDJ/

Sinossi

‘Strega Elisa di Villacorta. Unica figlia femmina di Sir Ragnor e Strega Viola di Villacorta. Nipote di Sir Treulf di Oanna. Pupilla del Cardinale di Norimberga…’ Bla bla bla. Elisa preferisce essere semplicemente: Elisa.

Refrattaria ai costumi bigotti e maschilisti del XIV secolo, vive e studia nell’epoca di sua madre Viola: il XXI secolo, dove non è obbligatorio darsi del voi e a ventitré anni una donna non è considerata una zitella da compatire.

Dopo l’ennesimo screzio con il padre, Ragnor, per i suoi tentativi di maritarla, Elisa non ha nessuna voglia di far ritorno per Natale. Appena tornata, però, il suo soggiorno viene reso più sopportabile da Sagoran, un affascinante quanto sfacciato Cavaliere Ramingo appena giunto in città.

Sagoran non è chi dice di essere. La voce che nel mondo dei mortali esiste una Tredicesima Strega si sta spargendo nelle schiere demoniache. Occhi bramosi, puntati su ogni singola famiglia di streghe, aspettano da secoli la nascita di una Strega come Elisa per ottenerne il potere.

Sagoran deve muoversi in fretta se vuole averla per primo.

Elisa ancora non lo sa, ma l’oscurità la sta cercando…

Estratto:

Il bosco invaso dalla nebbia era un labirinto gelido di rami e cortecce.

Solo il suo respiro, reso ansante dalla corsa, spezzava il silenzio della notte.

Elisa stava fuggendo.

La belva che l’inseguiva l’aveva quasi raggiunta e non poteva nulla per difendersi.

Impotente.

Il suo potere l’aveva abbandonata.

Scalza e con i vestiti a brandelli, Elisa fuggiva senza fermarsi neppure per controllare che la bestia

non l’avesse già raggiunta.

Ormai era vicina. La temperatura aumentava e la brina nel bosco si dissolveva levando una

nebbia umida tutt’attorno.

Un latrato feroce la raggiunse e, nella frenesia della fuga, inciampò in una radice, cadendo a terra.

In trappola.

Il respiro caldo dell’enorme essere su di lei le accarezzava la nuca.

Si volse a pancia in su e zanne enormi apparvero a pochi centimetri dal suo volto, aguzze come

pugnali.

Il viso della bestia era così grande che non riusciva a scorgerlo per intero. Vide se stessa, affannata

e scarmigliata, riflessa in un enorme occhio giallo che la osservava attento…

Elisa di Villacorta aprì gli occhi di soprassalto svegliandosi da quell’incubo sudata e

ansimante. Per una volta, fu contenta di sentire il fastidioso e insistente suono della

sveglia.

Era a Villacorta, casa sua, al sicuro nel suo letto.

Non le servì allungare una mano per spegnere quell’aggeggio infernale, Elisa era

una strega, mosse solo un dito in quella direzione e il rumore cessò.

Si mise a sedere stropicciandosi il viso.

«Che razza di sogno» sussurrò, asciugandosi il leggero velo di sudore che le

imperlava la fronte.

LA SERIE – LE STREGHE DI VILLACORTA

La serie è per ora così composta:

La Strega e il Cavaliere – Romance Fantasy Vol. 1

La Figlia del Demone – Romance Fantasy Vol. 2

L’Alchimista Oscuro – Romance Fantasy Vol. 3

La Tredicesima Strega – Romance Fantasy Vol. 4

Link a Amazon: https://www.amazon.it/Laura-Fiamenghi/e/B07N963K5M

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Una scrittrice dimenticata: Giovanna Zangrandi

  Giovanna Zangrandi Nacque il 13 giugno a Gallierae morì il20 gennaio del 1988 a Pieve di Cadore. Il vero nome era Alma Bevilacqua, ma nell...

Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.