martedì 5 giugno 2018

L'isola di Corentin di Cristiano Pedrini


L'isola di Corentin 
di 
Cristiano Pedrini

recensione di Ferlisi Maria Lucia

A 19 anni hai tutto dalla vita, sei giovane, pieno di speranze e di vita, Corentin lo sa bene, anche se è rimasto solo, prima la perdita dei genitori, poi del nonno, adesso gli rimane solo la speranza, anche se spesso vacilla. 

Abbandona tutto, lascia la sua città per recarsi in un luogo di ricordi, una piccola eredità lasciata dal nonno, una libreria all'interno di un battello ormeggiato nella Senna nel quartiere Quai delle Tuileries, da cui si intravede il Louvre. 

Una libreria specializzata nella vendita di fiabe, proveniente da tutto il mondo, suo nonno l'ha chiamata Monet Verde, un piccolo gioiello che galleggia nella Senna.

Corentin si rifugia in questo quartiere, dove incontra persone che lo sostengono e l'aiutano, soprattutto nel suo sogno, ha scritto un libro e sogna di diventare famoso. Ma non è facile, le librerie rifiutano il romanzo. Corentin non si scoraggia ed accetta un lavoro, dovrà fare da modello per un noto pittore: Flavie Cosse'.
  E come pensa di realizzarla? Cosa, insomma...come vuole ritrarmi. < Desidero solo catturare la luce che riesce a preservare tua figura ciò che la circonda» rispose candidamente Flavie 
Questo incontro è determinante per il ragazzo, attraverso la pittura Corentin comprende se stesso, Flavie lo libera da tante paure e soprattutto lo aiuta ad accettare quella parte di sé che rifugge, che non vuole accettare. 

Flavie lo aiuta ad aprirsi e a smettere di usare la sua isola dove escludere la realtà che lo circonda,  Corentin deve allargare il suo cuore alla realtà e alla consapevolezza di sé. 

 Corentin deve accettarsi e amarsi, l'unica via per combattere ed affrontare la realtà esterna.

Lui ama Bastien, un suo compagno di classe. 
Chissà ora come stava Bastien… Probabilmente aveva finito con il dimenticarsi di quel ragazzetto timido e scostante che a quel semplice gesto aveva risposto con la paura dandosela a gambe e a distanza di mesi le cose non erano cambiate poi molto, anzi, sentiva quei suoi punti deboli erano intatti, ancor anzi, di più, mitigati dalla pericolosa illusione che aver incontrato sulla sua strada persone come Colberte Madame Touillerie l’avrebbe messo al riparo  da spiacevoli conseguenze del suo carattere spiacevoli conseguenze del suo carattere.
Accettare il proprio corpo che si mette a nudo per essere ritratto lo porta alla consapevolezza del suo amore ed alla accettazione della sua diversità. Riuscirà adesso a ritrovare il suo amore Bastien?

La scrittura di Cristiano Pedrini ancora una volta mette in luce un amore contrastato dai dubbi, dalla paura, dalla mancata apertura mentale delle persone che non accettano gli amori arcobaleno. 

Il personaggio di Corentin  esprime in pieno le difficoltà che si incontrano lungo la strada, ma non solo, la battaglia più dura d'affrontare è sempre verso se stessi. Non è facile accettarsi, comprendere che si ama una persona dello stesso sesso. 
Ci vuole tanta forza interiore, solo in questo modo puoi affrontare la realtà esterna.

Con uno stile garbato ci conduce nell'isola di Corentin con delicatezza per arrivare alla crescita personale del personaggio, tra pennellate e libri di favole.

Un romanzo che affronta un tema delicato come l'amore tra due ragazzi, ma la scrittura di Cristiano è sempre attenta, leggera  degna di un romanzo rosa.

Un romanzo avvolto nei colori, nei sogni e nelle speranze che ci regala una storia di fiducia e superamento dei limiti di ognuno di noi.

Un romanzo d'amore e d'ottimismo, di emozioni e di formazione, di fiducia e di scelte.


SINOSSI
Corentin ha la sua isola, quel luogo sicuro nel quale si protegge dal mondo, dove non lascia entrare nessuno. Scrive romanzi e sogna un grande domani, che tarda ad arrivare, visto il suo straziante passato e il suo faticoso presente . Le sue giornate trascorrono tra il Monet Verde, la libreria galleggiante sulla Senna, lasciata in eredità dal nonno e il suo girovagare per le vie di Parigi.Corentin, seppur abbia la forza di superare e osare, è chiuso nel suo mondo, nella sua isola fino all'incontro con Flavie, un noto pittore che lo aiuterà a uscire allo scoperto e a osare rimettendo in discussione ciò che vuole mostrare di sé agli altri.La vita, l'amore, l'arte, la cornice romantica Parigina, i sogni e le speranze…Tutto sarà trascinato dalla ruota di un destino che porterà i due a riscoprire se stessi, mostrando la bellezza delicata di quei giorni che sembrano scaturire dalle pagine di una fiaba tinta dai colori della speranza.


SCHEDA LIBRO
Autore: Cristiano Pedrini
Titolo: Corentin
Casa Editrice:Amazon Media EU
Pagine: 200

lunedì 4 giugno 2018

Amiche di salvataggio

Carissime amiche ed amici del blog
mi ha molto colpito la morte della scrittrice e giornalista Alessandra Appiano.
Morire per propria volontà mi lascia sempre sgomenta. 

Osservare il viso sorridente della foto che circola sul web, ma anche quella che ricordiamo in vari salotti televisivi, non traspare traccia di malessere, e non comprendi il suo gesto.

Il viso è dolce, sorridente e garbato, come nei suoi interventi. Una donna che credeva nella lotta per e con le donne. Un'autrice che ha fatto dell'amicizia solidale ed empatica, con le donne, la sua bandiera. 

Alessandra era la portavoce delle donne e della loro amicizia. 

Donna Moderna ne ha testimoniato più volte i suoi interventi, sempre a favore delle donne. Come i suoi libri.

 Una donna che aveva le amiche di salvataggio, non solo quelle scritte nel libro, le aveva nella realtà.,ma il suo malessere è stato più grande del suo ideale, è stata avvolta da questa spirale che non ti lascia respiro, non ti lascia speranza, non ti lascia più sorrisi.

 Questo male sottile, poco compreso, non lascia scampo, non riesci più a vedere il lato positivo, non vedi la luce ed i colori, e come una spirale che ti avvolge, ti stritola e non lascia passare nulla di positivo, le amiche aiutano, le persone vicine pure, ma se la spirale si è stretta troppo attorno al tuo corpo, difficilmente le parole di chi ti è vicino ti arrivano.

Dicono che un attimo prima di porre fine alla propria vita, si diffonda nel corpo e nella mente, una calma ed una pace infinita, mi auguro che sia stato così anche per te Alessandra, permetti il tono confidenziale, ma eri una di noi, una donna che credeva nell'amicizia.

Portati, nel luogo dove andrai, questa pace e diffondi i sorrisi e la garbatezza come hai sempre fatto.
Un abbraccio Alessandra

Difendete angoli di sana  frivolezza,  evitate di immedesimarvi troppo nei ruoli, giocate al gioco della meravigliosa ragazza che vi immaginavate di diventare. Date spazio ai personaggi dell’immaginario infantile, quando il lieto fine delle fiabe sembrava sempre possibile. Ogni giorno scrivete sulla vostra agenda: e visse felice e contenta.

Non smettete mai di credere nel potere salvifico della solidarietà femminile. E non dimenticate mai che la cura più efficace contro i radicali liberi e lo scoramento improvviso sono le amiche di salvataggio. Per sentirsi invitati alla festa della giovinezza non occorre un baby fidanzato (o peggio un baby spogliarellista) ma una coetanea con cui ridere e sdrammatizzare. Ammettere con ironia le proprie magagne  (fisiche e non) è il più bel mazzo di mimose da mandarsi ogni giorno. Non appassisce e profuma di allegria.

venerdì 1 giugno 2018

Consigli di lettura

Carissimi amici ed amiche del blog
eccoci arrivati a giugno,  il mese che invita ad andare al mare, magari solo qualche week end prima delle ferie definitive.

 Bene anche se sono solo poche ore di sole e di mare, la brezza marina  ci solletica e invita ancor di più alla lettura. 

Il caldo è ancora sopportabile, sotto l'ombrellone possiamo aprire i nostri libri e leggere senza essere troppo sudati e senza tanti vicini o bambini rumorosi.

Allora necessità qualche consiglio libroso vero?

Bene, eccomi pronta, vado a curiosare qua e là tra le case editrici grandi e piccole per proporvi qualche romanzo. 

Parola d'ordine: leggerezza.

Dalla Feltrinelli vi segnalo:
le tartarughe tornano sempre di Enzo Gianmaria Napolillo

Sinossi
Salvatore è nato quando in pochi conoscevano il nome della sua isola: un luogo di frontiera posto alla fine del mondo, con il mare blu e la terra arsa dal sole. E’ cresciuto sulle barche, vicino alle cassette di alici, con lo sguardo nell'azzurro, sopra e intorno a lui. Forse è lì che tutto è cominciato, tra ghirigori nell'acqua e soffi nel vento. Di sicuro è lì che ha conosciuto Giulia, anche se lei vive a Milano con i genitori emigrati per inseguire lavoro e successo. Da sempre Giulia e Salvatore aspettano l'estate per rivedersi: mani che si intrecciano e non vogliono lasciarsi, sussurri e promesse. Poi, d'inverno, tante lettere in una busta rosa per non sentirsi soli. Finché, una mattina, nell'estate in cui tutto cambierà, Giulia e Salvatore scoprono il corpo di un ragazzino che rotola sul bagnasciuga come una marionetta e tanti altri cadaveri nell'acqua, affogati per scappare dalla fame, dalla violenza, dalla guerra. Gli sbarchi dei migranti cominciano e non smettono più. L'isola muta volto, i turisti se ne vanno, gli abitanti aiutano come possono. Quando Giulia torna a Milano, il filo che la lega a Salvatore si allenta. La vita non è più solo attesa dell'estate e amore sincero, corse in spiaggia e lanterne di carta lanciate nel vento. La vita è anche uno schiaffo, un risveglio, la presa di coscienza che al mondo esistono dolore e differenze. Una scoperta che travolge i due ragazzi e che darà valore a tutte le loro scelte, alla loro distanza e alla loro vicinanza.

Dalla New Compton vi invito a leggere: 
La casa dei meravigliosi Tramonti di Heidi Swan

Sinossi

La notizia della morte di Gwen, per Lottie Foster, è davvero un fulmine a ciel sereno. Non solo perché era la più cara amica della sua adorata nonna, ma anche perché ha deciso di lasciarle un’eredità impegnativa: lo splendido Cuckoo Cottage. Lottie ha sempre adorato quella villetta, ma Matt, un affascinante costruttore del posto, la mette in guardia: sta cadendo a pezzi. Fortunatamente, però, lui è disposto a darle una mano con tutti i problemi che continuano a saltare fuori. La disponibilità di Matt verso Lottie, agli occhi del suo vicino di casa Will, è decisamente sospetta. Il fatto che sia geloso, è ovvio, non c’entra niente… Ma Will è anche il veterinario di Minnie, la pestifera cagnolina che lei ha ereditato insieme al cottage e alle quattro roulotte d’epoca, che intende rimettere in sesto. Il sogno segreto di Lottie, infatti, è di dar vita a un campeggio vintage anni Cinquanta. Ma non potrà davvero realizzare il suo desiderio prima di aver capito di chi fidarsi, specie adesso che ci sono due uomini a contendersi il suo cuore…
Dalla Mondadori un giallo di casa nostra: 
Il canaro dellla Magliana di Lugli e Del Greco.
Sinossi
Roma, 19 febbraio 1988. Un cadavere smembrato e carbonizzato viene rinvenuto in una discarica della Magliana, zona popolare alla periferia della capitale. Il corpo presenta segni di orribili, raccapriccianti torture, e le indagini partono immediatamente, coinvolgendo la squadra mobile e Angela Blasi, una giovane ispettrice al suo primo caso nella sezione omicidi. L'inchiesta, per la polizia, si prospetta tutto fuorché semplice. Una volta identificata la vittima, le tracce portano a un insospettabile: il proprietario di una toeletta per cani. La storia vera del Canaro della Magliana è rivista in forma di romanzo da Antonio Del Greco, il funzionario di Polizia che lo arrestò e lo fece confessare, e Massimo Lugli.
Dalla casa editrice Aliberti un libro per i miei amici uomini: Mai senza cravatta. Breviario di eleganza maschile di Tommaso Pandolfi Franchin.
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Sinossi
Questo libro si propone di dare uno sguardo al mondo dell'abbigliamento maschile classico attraverso alcune delle sue parole più importanti. Per classico si intende il sistema di valori e di usi maschili che ha caratterizzato la vita occidentale all'incirca negli ultimi centocinquat'anni. E che, da qualche lustro, è pesantemente in crisi.
Vogliamo sognare? Un romanzo pubblicato da Amazon : come Cenerentola di Frances Balding
Sinossi
Cecile Norman, come Cenerentola, è orfana di padre e di madre. Vive con il patrigno Oswald e i fratellastri Valerie e Mark nella grande villa di famiglia, ma di fatto è al servizio di costoro, anche per via di una promessa fatta alla madre in punto di morte tanto tempo prima. Ha un grande sogno nel cuore: l’affascinante Steve Maureen, che ama da sempre, il rampollo più conteso del luogo. Il padre di questi dà una grande festa per il suo compleanno: desidera che trovi la donna della sua vita. Cecile riuscirà a realizzare il suo sogno, partecipando al ricevimento? Oswald, Valerie e Mark faranno il possibile per impedirglielo: ma lei ha dalla sua parte alcune “fatine” speciali che le vogliono bene e che l’aiuteranno. L’intrigante Valerie però continuerà a tramare nell’ombra per impedire ogni sua mossa…
Per finire un Thriller fresco adatto per il caldo estivo proposto dalla casa editrice Corbaccio: Omicidio sul ghiacciaio di LenzKopperstaterr.
Sinossi
Le notti sul ghiacciaio non sono fatte per gli uomini. Sono fatte per i fantasmi, per le bufere, per la neve. Eppure, in una gelida notte di dicembre, una strana luce compare sul ghiacciaio della Val Senales e poco dopo viene ritrovato un cadavere con una freccia conficcata nel collo. Esattamente nello stesso luogo, venticinque anni prima, era stato scoperto Ötzi, l’uomo del Similaum, che ora si trova esposto nel Museo Archeologico di Bolzano. Anche lui ucciso da una freccia. Una grossa grana per il commissario Grauner, poliziotto con la non troppo nascosta aspirazione a fare il contadino, che si stava già pregustando un periodo di vacanza in famiglia. Tra intrighi di paese, abitanti più che laconici e turisti più che esuberanti, il commissario Grauner e l’ispettore Saltapepe, trasferito da Napoli e per nulla incline a condividere la passione dei bolzanini per la montagna, si troveranno di fronte a uno dei casi più difficili della loro carriera, che tocca tutti gli ambienti della capitale altoatesina e che affonda le radici in un lontano passato

mercoledì 30 maggio 2018

Un Prato di fiabe - Concorso letterario

Buongiorno donne e uomini del blog

chi di voi scrive fiabe, spero siate in tanti, e se non lo avete mai fatto potrebbe essere l'occasione giusta per farlo. 

Avete un mese di tempo per partecipare alla XVIII edizione del concorso "Un Prato di fiabe", indetto dall'Associazione culturale Marginalia, con il patrocinio del Comune di Prato. 

Il concorso è aperto anche alle scuole elementari e medie, inoltre c'è anche la sezione per illustratori.

Forza amici, prendete in mano la penna e ritornate bambini per scrivere la vostra fiaba, quella che vorreste narrare ai vostri figli o nipoti. 

Scade il 30 giugno, avete tempo per pensare e scrivere una bella fiaba.
Buon lavoro ed in bocca alla penna!!!

Maria Lucia


BANDO DI CONCORSO Per Autori di Fiabe
1) Possono partecipare al Concorso autori di tutta ITALIA.
2) Le opere dovranno avere per soggetto fiabe, a tema libero, inedite.
3) Ogni autore può partecipare al concorso con un massimo di 2 (due) opere.
4) Ogni opera non deve essere superiore a TRE cartelle dattiloscritte, pena l'esclusione dal concorso,
dovranno essere redatte in WORD (una cartella è una pagina di 1.800 battute).
Le opere devono pervenire esclusivamente via mail all’indirizzo della segreteria del concorso:
info@associazionemarginalia.orgAllegati alla fiaba andranno inviati assolutamente i seguenti documenti:
1) Copia dell’avvenuto pagamento relativo alla quota di partecipazione di € 20,00 che comprende
tutte e due le fiabe
2) Un breve presentazione di se stessi massimo 6 (sei) righe digitate in word
3) Scheda per l’iscrizione al concorso compilata in ogni sua parte ( la scheda di iscrizione al concorso si può
scaricare dal nostro sito nella sezione concorsi dove è pubblicato anche il bando dell’edizione
Un Prato di Fiabe 2018, oppure farne richiesta alla mail info@associazionemarginalia.org5) La giuria esaminerà solo le copie anonime (pertanto chiediamo di inserire il Vostro Nome e Cognome
indirizzo mail e telefono, solo alla fine dell’opera, per nostro maggior controllo, e sarà nostra premura
depennare lo stesso in fase di stampa delle opere da fornire alla giuria).
6) Gli autori delle fiabe, in caso di vincita, rilasceranno a Marginalia i diritti limitatamente alla pubblicazione
della stessa sul libro che verrà realizzato per l’edizione in corso e per la mostra
aperta al pubblico gratuitamente.7) Al primo classificato sarà riconosciuto un premio in denaro di Euro 300,00 (trecento), al secondo di Euro
150,00 (centocinquanta) al terzo classificato un buono per acquisto di libri. Ai tre vincitori sarà rilasciata una
targa a tutti gli altri un diploma di partecipazione oltre alla pubblicazione gratuita di tutte le opere finaliste
quindi sia le tre vincitrici che e nove segnalate. Le opere vincitrici e segnalate, (le segnalate a pari merito
ripetiamo saranno nove) scelte sulla base di contenuto, forma, stile, proprietà di linguaggio, scelta lessicale e
capacità espressiva del mondo immaginario (ad insindacabile giudizio della giuria) verranno esposte in una
mostra (aperta al pubblico) insieme alle relative illustrazioni fatte realizzare dagli Organizzatori a gli
illustratori finalisti della sezione illustrazioni del Concorso per autori e illustratori Un Prato di Fiabe 2018,
sulla base dei contenuti delle opere stesse.
8) Alla mostra farà seguito la pubblicazione di un catalogo delle opere scelte e delle illustrazioni, che sarà
consegnato gratuitamente agli autori e illustratori durante la cerimonia di premiazione che sarà effettuata nel
corso di una serata, durante la quale verranno pubblicamente letti alcuni brani delle opere finaliste a cura dei
nostri attori.
9) A tutti i partecipanti sarà anticipata per e mail la comunicazione dell'esito del Concorso.
10) La quota di partecipazione è di Euro 20,00 (indistintamente, per una o due opere) da inviare allegata
all'opera in concorso tramite BONIFICO BANCARIO utilizzando il seguente Codice Iban:
COD. IBAN IT41 J030 6921 5311 0000 0002 976 intestato ad Associazione Culturale Marginalia
11) LE OPERE DOVRANNO PERVENIRE ENTRO E NON OLTRE IL 30 GIUGNO 2018 al seguente
indirizzo mail: info@associazionemarginalia.org12) La premiazione e la mostra delle 12 opere finaliste con relative illustrazioni avverrà nel corso di una
cerimonia a Prato, nel dicembre 2018 ´ (il luogo e la data precisa della premiazione verranno resi noti in
successivi comunicati).

https://www.associazionemarginalia.org/concorso-un-prato-di-fiabe-2018/

martedì 29 maggio 2018

Care amiche e amici virtuali
oggi ho pochissimo tempo, ho trascorso una bellissima mattina in compagnia di una amica di vecchia data.

Tanti progetti, confidenze e condivisioni. È un'amica terapeutica, stare con lei il tempo scivola e quando termina sono carica di nuova energia. 

Peccato che il tempo con entrambe è sempre tiranno, lavoro, impegni, famiglia, e a volte si dimentica di lasciare spazio e tempo anche per le amiche. 

Promettiamo a noi stesse che dobbiamo lasciare uno spazio settimanale per noi , ma le promesse vengono surclassate, inesorabilmente dai troppi impegni. Lo sappiamo bene quando ci scambiamo la promessa di farlo, ma nel cuore c'è sempre la voglia di mantenerla e la speranza di realizzarla.

Che fare? Nulla, accettare come può essere piacevole e ritrovarsi con tante cose da dire, quando il tempo ce lo permette. Assaporare i momenti in cui ci siamo l'una per l'altra

Un abbraccio a Lei, Anna, ma anche voi che silenziosamente condividete i miei post.

lunedì 28 maggio 2018

Matthias Canapini autore


Carissime amiche ed amici del blog
durante il Salone del libro a Torino, sono andata a trovare la casa editrice Prospero Editore, per conoscerli di persona e salutarli.
Ne ho approfittato per ascoltare la presentazione di un loro scrittore: Matthias Canapini.
Un ragazzo giovane, del 92,  nato con la valigia in mano, o meglio lo zaino.
 Fin da ragazzino è stato abituato a viaggiare dai  genitori, poi ha deciso di farlo da solo. Dopo un tentativo di studiare lingue orientali all'università, ha sentito l'esigenza di andare, di comprendere le lingue, gli usi e costumi nel territorio stesso. All'età di 19 anni Matthias ha iniziato il suo lungo viaggio, con un bagaglio essenziale, perché quello di cui necessità è impresso nel suo cuore e nella sua mente. 

Il suo approccio è empatico, fatto di gesti, sorrisi e condivisioni. Non ha bisogno d'altro, forse si, la sua fedele compagna di viaggio: la macchina fotografica.

 Attraverso l'obiettivo coglie momenti di vita e di speranza, perché il suo occhio sa riconoscere momenti delicati, suggestivi e reali di vita quotidiana, ma anche di dolore. 


Il suo occhio è legato alla testimonianza fedele di ciò che vede, senza commenti, senza fare politica, ma lasciando al lettore il commento. 

Matthias non si limita a fotografare la realtà di posti come i Balcani, la Siria, la Turchia, Birmania, Val di Susa.., lui parla con la gente del posto, interagisce con loro, si cala nei loro panni, con le persone che hanno sofferto e di chi soffre ancora. Per questo nelle sue foto ritroviamo "l'anima" del soggetto fotografato, l'autore coglie l'intimità nel suo essere, totalmente, perché ne ha ascoltato le loro parole. 

In una società in cui nessuno si sofferma, lui controcorrente, si ferma, ascolta la Terra, madre di dolore, gioia e speranza.

È stato anche in luoghi italiani come il Vajon o  Val di susa, per ascoltare il dolore e la protesta. 


Terra e dissenso, voci in movimento, storie di luoghi strappati alle condizioni sociali e restituiti alla quotidianità, e Matthias diventa una "famiglia" con loro. Vive momenti di aggregazione,  condivide il cibo anche nel mezzo di una discarica, esattamente come se fosse egli stesso un abitante di quel luogo. 

Con il suo approccio alla realtà è riuscito a fotografare la più vecchia donna giraffa della Birmania, la donna ha 95 anni, ha parlato con lui dell'invasione giapponese e altri frammenti di vita. 


Ed è stato parlando con questa donna "magica" che ha capito come le storie, belle, intime, forti si trovano anche nel nostro paese, anche sua nonna, 95 enne, come la donna giraffa, ha stralci di vita vissuta importanti da riportare.

 Per questo motivo ha deciso di prendere una pausa dai paesi lontani per visitare l'Italia e l'Europa, alla ricerca di radici e luoghi testimoni di passaggi di migranti o altre testimonianze di vita quotidiana, ma poi neanche tanto. 

Se riflettiamo, gli usi e costumi di un popolo sono la raccolta di vita di tutti i giorni, di vita reale.

Matthias Canapini ha scritto i seguenti libri tutti per la Prospero Editore:

venerdì 25 maggio 2018

Un leggero caldo vento di scirocco di Maria Lucia Ferlisi

Carissime amiche ed amici del blog 

ripubblico questa recensione, straordinaria, del mio romanzo,  a cura di Elvira Rossi, recensora del sito Cultura al Femminile.

Un leggero caldo vento di scirocco 

di Maria Lucia Ferlisi 

Attraverso una storia di donne c’introduce nella Sicilia degli anni Trenta.

Le prime battute del libro disegnano presto l’atmosfera, in cui il lettore sarà immerso, spingendo il suo sguardo all’interno di una casa della piccola nobiltà di provincia.

È significativo che la prima immagine sia quella di una donna, che sbircia dalle persiane socchiuse.

Ad appartenere alla donna sono gli interni della propria dimora.
Il mondo esterno, che è di proprietà esclusiva degli uomini, dalle donne può essere solo osservato da lontano, scrutato, spiato, chiacchierato, ma non vissuto con una partecipazione attiva.
Maria Lucia Ferlisi racconta la storia di un’epoca, prospettando la condizione femminile nei primi decenni del Novecento in Sicilia.
Tutti gli elementi della narrazione, personaggi e ambiente, assumono una forte caratterizzazione regionale.
E la scrittrice, pur scegliendo la forma del romanzo breve, non cede mai alla vaghezza e alla genericità, regalandoci una storia di costume.

Nell’epoca, a cui ci si riferisce, la Sicilia si presenta immobile e impenetrabile ai primi fermenti dei movimenti femministi, che incominciano a nascere altrove, nelle città del Nord Italia e più ancora in certi Paesi europei.

 La mentalità, che discrimina la donna, appare più resistente all’estremo Sud dell’Italia e in particolare nei piccoli centri che, isolati e privati di un confronto, restano fermi nella propria stagnazione.
Il culto della verginità femminile.
Il dovere di procreazione della donna.
Matrimoni riparatori o combinati dalle famiglie.
Differenza tra figli legittimi e “bastardi”.
Una morale femminile, rigida e severa e una morale maschile, estremamente permissiva.
Donne ritenute vecchie a trent’anni.
Donne, che passano dall’autorità paterna a quella del marito.
L’istruzione minima, garantita alle donne dei ceti abbienti e mai finalizzata allo svolgimento di un’attività fuori casa.
La morale ipocrita dell’apparire.
Un malinteso senso dell’onore e del disonore.

Sono tutti temi presenti nel romanzo della Ferlisi e indicativi di un dispotismo maschile, che pone la donna in una posizione di grave subalternità.


Sebbene gli indicatori temporali ci conducano agli anni Trenta, i personaggi rappresentati, per il modo di pensare e di agire, potrebbero essere collocati indifferentemente anche nell’Ottocento come negli anni Cinquanta.
La Sicilia, difatti, solo in tempi recenti si è libera dalle scorie di antichi preconcetti.
Del resto nel nostro Paese la soggezione delle donne non è stata solo consacrata da convinzioni intransigenti e retrive, ma per lungo tempo ha trovato anche il consenso di una dottrina giuridica lenta e ottusa.
Basti pensare che il delitto d’onore è stato cancellato solo nel 1981.
Nel romanzo ad avere un rilievo sono soprattutto i personaggi femminili che, pur subendo torti e umiliazioni, stentano a prendere coscienza del proprio stato.
La doppia morale, assimilata dalle donne, non risparmia i loro giudizi, inducendole a essere tolleranti nei confronti dell’uomo, a cui si perdonano infedeltà e soprusi.
Peraltro l’universo femminile tratteggiato dalla Ferlisi è diviso pesantemente dalle differenze sociali.
Se la donna è un oggetto, la donna ricca e di buona famiglia è un oggetto di valore e gode di un minimo di tutela.
La donna povera e di bassa condizione è una cosa di poco valore, che si compra facilmente.
Oggetto di scarto, che si può prendere e lasciare a proprio piacimento, si può usare e violentare senza scrupolo.

La donna povera è molto più debole, ricattabile e vulnerabile.

E qualora sia priva di una presenza maschile, che la protegga, è alla mercé di tutti e soprattutto del padrone,  come accade in questo romanzo ad Annina.

Che il padrone abusi della contadina o della serva è solo una naturale manifestazione di esuberanza virile, considerata con occhi indulgenti da entrambi i sessi.
In questo romanzo Consiglia e Annita appartengono a classi sociali molto distanti, una gode di notevole agiatezza e l’altra, povera e vedova, vive lavando e stirando panni nelle famiglie benestanti.
Le donne non hanno scoperto ancora la forza eversiva della solidarietà, indispensabile per smuovere privilegi e ingiustizie.

E appaiono vittime e complici nello stesso tempo.

Segmenti aggiuntivi di una geometria maschile, cementata dalla consuetudine.
Si muovono in un ambiente asfissiante e ostile, che sembra fissare ciascuno al proprio ruolo e alla propria condizione, non concedendo spazio ai sogni e alla loro realizzazione.

Le protagoniste di questo racconto sono prive di difesa e nella lotta quotidiana annaspano come guerrieri disarmati.


Se l’ignoranza rallenta la consapevolezza degli abusi, la povertà rende improbabile una reazione.
E l’inerzia, alla fine, favorisce le angherie degli oppositori, proiettando su di loro una luce opaca di legittimazione.
Le donne sono bloccate da un sistema cristallizzato di regole, dalle quali è difficile allontanarsi e le più povere hanno una difficoltà maggiore a sottrarsi all’impronta di una fatalità già scritta.

Il personaggio più dinamico, suscettibile di evoluzione, non a caso è Consiglia, più istruita e ricca.

Prima fragile, contraddittoria, poi combattiva, è l’unica donna, che saprà opporsi a un’esistenza grigia, anticipando un barlume di ribellione in una società restia al cambiamento.
Lei, che non esprimeva mai sentimenti né di comprensione né di pietà per le altre donne e ricorreva facilmente ai termini “buttana” e “bastardo”, con la stessa logica maschile, alla fine, e non a caso, dopo la morte del marito, saprà essere artefice della propria rinascita.
In una solitudine pensierosa esamina la propria vita.
Ripercorre con angoscia un passato triste  di prepotenze, sepolte nella memoria.
L’oltraggio più devastante le era stato inflitto dalla madre, che aveva deciso per lei, pregiudicando in maniera irrimediabile il suo futuro di donna.
La madre si era preoccupata unicamente di salvaguardare la reputazione della famiglia, sacrificando la figlia al senso dell’onore.
I sentimenti e la volontà di Consiglia erano stati trattati come dettagli irrilevanti, che non meritavano né attenzione né dubbi.
E, dopo molti anni, Consiglia matura una nuova coscienza e scopre di provare un risentimento profondo per la sopraffazione della madre.
Inoltre, per la prima volta, con un atteggiamento lucido e impietoso, riconosce anche i propri errori.
Questo percorso interiore, pur tormentato, la condurrà alla riappropriazione del proprio essere.
Da questa fase uscirà sollevata e rigenerata, sorprendendo tutti per la determinazione, con cui inseguirà un’esistenza rinnovata.

Il risveglio di Consiglia sarà accompagnato dalla disapprovazione generale, ma questa volta lei anteporrà a tutto la propria felicità e nel suo progetto di vita non ci sarà spazio per il  giudizio altrui.

Si libera dai vincoli familiari e sociali.
Il dissenso, anche quello dell’amata sorella, la lascia indifferente, non sente il bisogno di spiegarsi e non chiede di essere compresa
La donna con la sua voglia di riscatto compie un gesto di coraggio e di amore e si fa il regalo più desiderato, cercando di riprendersi quello che la vita le aveva negato.
Esprime la massima sfiducia nei confronti dell’ambiente, in cui vive, e lo scopre incompatibile con la propria realizzazione.
Desidera salvaguardare l’immunità conquistata e, per sfuggire all’oscurantismo, che come una malattia virulenta sembra aver contagiato uomini e cose, decide di lasciare definitivamente Marsala.

Non vuole perdere tempo, sente di recuperare il tempo perso e si prepara a partire, ma non sarà sola.

E in quella presenza straordinaria, che le sarà accanto, c’è la speranza di un nuovo futuro.
Due creature che si allontanano, mano nella mano, lasciandosi alle spalle ciascuna la propria infelicità.
“Lentamente si avviarono lungo la strada, un leggero caldo vento di scirocco accarezzava quei due corpi che lentamente rimpicciolivano alla fine della via, sempre di più fino a scomparire”.

Annita, un altro personaggio di rilievo, tende invece ad accettare supinamente gli eventi, e fino all’ultima pagina non riserverà molte sorprese al lettore.
Aderisce alla realtà e non osa insorgere.
In lei prevalgono l’assuefazione e la rassegnazione, caratteristiche tipiche dei vinti.
L’esistenza travagliata l’ha domata, rendendola arrendevole e fiaccando la fermezza del carattere.
Questa povera donna sprigiona la forza fisica nel lavoro.
Lava e strizza i panni delle signore e  passa  tante ore in piedi a stirare accuratamente capi fini di abbigliamento.
Deve manovrare con cautela il ferro, pieno di braci, sopra i tessuti delicati e teme di danneggiarli.
In questo caso non solo non guadagnerebbe nulla, ma dovrebbe risarcire il danno.
La vita dura ha strappato ad Annita la potenziale resistenza, offuscando pure la sua sensibilità.

Con perfetta simmetria, nelle parole e nei gesti della donna, i suoi comportamenti stupiscono per l’asprezza.

In lei vive una concezione dualistica dello spirito materno.

Madre responsabile per i figli legittimi e madre disamorata per il figlio bastardo, come lei stessa lo definisce.

Rispecchia la morale schizofrenica di una società, che con cieca crudeltà incomincia a discriminare i bambini sin dalla nascita, per poi continuare a perseguitarli come diversi.
Annina sente ripugnanza per l’aborto e sceglie la vita per il figlio della vergogna.
È l’unico atto d’amore, che saprà compiere per l’innocente creatura.
Annina non dubita, non s’interroga, si abbandona all’esistenza, assecondando il proprio istinto, che si muove tra la ragione e il cuore, assopiti dall’estenuante lotta quotidiana.
La sua sensibilità a poco a poco è stata come prosciugata dal caldo vento di scirocco della sua Terra, fino a dissolversi nell’aria, tanto da lasciare solo tracce impercettibili.

In questa storia, come nella vita reale, le donne sembrano fatalmente destinate a dover fare i conti con i sentimenti negativi o positivi, legati alla procreazione.

Essere madre un dovere, un desiderio, una fatalità, una vergogna.
Maternità più o meno felice, maternità desiderata e negata, maternità nascosta: un evento sempre al centro della riflessione femminile.
Nessuna donna riesce totalmente a sfuggire, almeno sul piano delle emozioni e dell’immaginazione, all’idea di maternità, che segna l’appartenenza al genere.
E oggi l’evoluzione, che ha illuminato anche i paesini del Sud Italia, non ha ancora liberato totalmente le donne dal dovere di essere madre.
Il dovere di essere madre è profondamente diverso dal desiderio di essere madre.
Tale differenza può essere colta solo dall’animo femminile. E a tale proposito vengono in mente le parole di Virginia Woolf:
“Sarebbe mille volte un peccato se le donne scrivessero come gli uomini, o vivessero come gli uomini, o assumessero l’aspetto degli uomini”.

Un altro dato interessante: in questa vicenda le figure maschili, a parte i bambini, sono tutte negative.

Antonio Nicosia,  Giovanni “u professuri”, ovvero il marito di Caterina, Sergio Tributi l’anziano pittore.
Tutti galantuomini, rispettabili protagonisti di una vita di provincia, che nasconde mediocrità e squallore dietro un perbenismo di facciata.
Sara, Carlo, Domenico, bambini poco amati o rifiutati, intervengono nella storia con una capacità di accoglienza, che a tanti adulti resta sconosciuta.

Il piccolo Domenico, che per la madre è solo “un inutile fardello”, per Sara e Carlo è semplicemente un fratello.
“…Sara e Carlo amavano quel fratellino, lo coccolavano in tutti i modi, facendolo giocare, portandolo in giro, dandogli da mangiare e raccontandogli delle storie per farlo addormentare…”

Qui con evidenza appare una frattura insanabile, che separa il mondo dei bambini da quello degli adulti.

Piccoli e grandi sono corpi tristemente separati, che non possono comunicare, perché s’ispirano a codici discordanti.
I bambini ascoltano con naturalezza la voce, che viene da dentro, mentre gli adulti, incapaci di coglierla, si lasciano catturare dal coro monotono di voci esterne.
Le sequenze più intense del racconto sono proprio quelle che vedono la partecipazione dei bambini, ma la scrittrice sfugge al rischio del sentimentalismo.

La Ferlisi, per tutta la narrazione, resta fedele a un atteggiamento misurato e distaccato, escludendo ogni giudizio morale.

L’autrice si confronta con il passato, rendendolo accessibile ai giovani di oggi.
Le nuove generazioni potrebbero non sapere, non capire che tante libertà, di cui godono, non sono sempre esistite.
Con un linguaggio limpido e del tutto privo di regionalismi racconta coraggiosamente la Sicilia di ieri, ponendosi in congiunzione tra presente e passato.
Le forme espressive sono uniformate alla contemporaneità, mentre personaggi e ambientazione sono ispirati alla tradizione.
Nel romanzo sentiamo sia l’eco non ancora spenta di storie, impresse nella memoria di una vita di provincia, e sia certe suggestioni della grande letteratura meridionale.
E’ l’esordiente, che intrattiene un dialogo con il passato.
Tuttavia nelle sue pagine non si percepisce la presunzione di emulare i grandi, ma piuttosto l’amore per quella cultura, di cui la scrittrice si è nutrita.
Maria Lucia Ferlisi, una siciliana che vive al Nord, ritorna alle origini con la mente e con lo spirito, confermando l’inscindibilità di un legame.
Gli autori isolani, o che appartengano al passato o che siano scrittori emergenti, non si distaccano mai totalmente dalle proprie radici.
Possono guardare al passato o al presente, possono sentirsi in sintonia o in conflitto, possono dare un’immagine vera o deformata, ma non recidono mai completamente il cordone ombelicale, che li lega alla Terra Madre.
E Maria Lucia Ferlisi con questo romanzo ha fatto ritorno nella sua Regione, lasciando i lettori di fronte a un affascinante quesito: “
Può esistere ancora una letteratura meridionale o, in senso esteso, una letteratura regionale?”.


Titolo: Un leggero caldo vento di scirocco
Autore: Maria Lucia Ferlisi
Edizione: Leucotea, 2016
link d’acquisto:


mercoledì 23 maggio 2018

Madre di Monja Parmigiani

Madre di Monja Parmigiani
recensione a cura di 
Maria Lucia Ferlisi

Inanna è figlia del ventre della terra, è figlia del grande ventre materno dell'universo. 

Il suo amore per Damien è nato nel profumo del bosco, un amore forte come i tronchi degli alberi, frizzante come il profumo delle felci, dolce e tenero come i fiori che sbocciano lungo i sentieri, caldo come i raggi di sole che filtrano tra i rami.

Un amore che le ha regalato l'emozione della vita, di un ventre che si scalda e fa spazio mese dopo mese alla nuova vita che farà parte anch'essa del misterioso universo procreativo che lega la madre al figlio, in un nodo sottile che inizia già dal primo battito, in quel liquido caldo e nutriente, come un abbraccio, inizia il dialogo segreto ed unico tra madre e figlio. 

Un dialogo riservato soltanto a chi sa ascoltare, un dono prezioso, un linguaggio segreto sottile, invisibile che lega i due cuori che battono nello stesso corpo.


Un filo inspiegabile che lega figlio e madre, parlano usando il linguaggio universale delle madri. Ed è per questo che Inanna può lottare e portare avanti una gravidanza difficile. Lei sa ascoltare.
Lei è nata in una terra lenta, in grado di trasmettere segnali con un piccolo tam tam, ma non è il suono del tamburo, adesso è il dolce battito di due cuori che le parla. 

Inanna sa riconoscere ed ascoltare i messaggi delle Dee, non è facile nella sua semplicità,  il mondo odierno ha perso la meravigliosa capacità d'ascolto del proprio corpo, affidando il compito esclusivamente alla scienza

La madre di Monja Parmigiani non è un romanzo autobiografico, ma un romanzo universale sul miracolo della vita che nasce.
L'autrice con eleganza ed armonia ci parla della magia della procreazione. Il suo parto si trasforma nel parto delle donne.

Le sue parole ci trascinano in un mondo ovattato, composto da donne che possiedono il prezioso dono della procreazione e dell'ascolto. 

Il ritmo della narrazione è cadenzato, simile ad una danza leggera e lieve, dove il tempo, i suoni, i silenzi hanno un valore quasi divino: il mondo dimenticato dell'ascolto.

Una storia ben scritta, dolce, autentica, magica e delicata come la personalità dell'autrice; una donna che vi farà incantare per la sua pacata consapevolezza di essere una dea, una piccola dea di vita, come noi tutte. 

Tante piccole dee che danzano il ritmo eterno della vita che nasce da madre in figlia. 
Sempre.

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Scheda libro
Autore: Monja Parmigiani
Titolo: Madre
Casa editrice: Il Rio
Pagine: 130

Sinossi
C'è stato un tempo nel quale gli esseri umani erano in contatto con gli Dei, ed essi parlavano loro per connetterli, tra cielo e terra, con Gea, Urano, le forze generatrici e le ritualità. Nei secoli gli esseri umani si sono dimenticati di rendere omaggio, di ringraziare, di ascoltare, e così i nostri sensi si sono ridotti al solo pensiero scientifico detentore di verità assolute. Eppure la Grande Madre ancora parla, così come parlano Zeus, Afrodite e Ade assieme agli Dei di altre culture, altre epoche, altri mondi.


CARMELA IN LIBERTA' DI ELVIRA ROSSI

 CARMELA IN LIBERTA' DI  ELVIRA ROSSI Impressioni di Maria Lucia Ferlisi Carmela ha tredici anni, è nata in un paesino   dell’entroterra...

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La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.