dopo diverso tempo ritorno a parlare di donne "dimenticate".
Caterina Percoto è una delle tante scrittrici del passato di cui molti ignorano l'esistenza e la sua produzione letteraria.
Eppure ha scritto e bene anche, ma era una donna, quindi ignorata, non solo allora, ma anche adesso.
Infatti il suo nome e di quello di tante altre scrittrici del tempo non sono nemmeno citati nelle antologie letterarie scolastiche.
Ecco allora qualche notizia per sapere chi è Caterina Percoto.
Caterina
Percoto
una
delle tante scrittrici della nostra letteratura di cui non
conosciamo nemmeno l'esistenza.
Caterina
è nata in un paesino in provincia di Udine: San Lorenzo di
Soleschiano, il 12/2/1812 da una ricca e nobile famiglia, suo padre
era un conte.
Nel
1821 rimasta orfana del padre, a soli nove anni, la sua famiglia
decise di trasferirsi a Udine, lì frequento la scuola delle suore, e
maturò un odio profondo verso la loro educazione.
Nel
1928 si innamorò di un ragazzo ebreo, ma questo amore fu contrastato
dalle suore e dalla sua famiglia, alla fine fu costretta a lasciarlo.
Un
anno dopo abbandonò il convento, anche per motivi economici,
ritirandosi a casa con i fratelli più piccoli per accudirli e
dirigere l'azienda agricola di famiglia, aiutata da don Comelli, ex
fattore.
Iniziò a scrivere,
e subito i suoi scritti destarono l'interesse dell'editore Francesco
Dall'Ongaro.
Frequento ed ebbe
scambi epistolari con: Nievo, Tenca ed il Tommaseo.
Le
sue novelle erano scorci della realtà agreste, dei paesaggi
friulani, della povertà di quei luoghi, piccoli dipinti realizzati
con carta ed inchiostro. Quadri di vita e mondi reali, nulla nei suoi
scritti è lasciato alla fantasia, ma solo alla capacità di
trascrivere il mondo rurale e contadini con splendidi versi.
Fu
un'autrice impegnata anche politicamente, non per scelta, quanto per
essere stata testimone di una strage da parte degli austriaci,
intervenuti per sedare un'insurrezione in un paese friulano vicino
al suo paese nativo.
I
personaggi sono quasi sempre donne forti, sicure di se nonostante
il romanticismo a cui a volte si abbandonano. Il linguaggio è
friulano, tessuto con parole ricercate, creando un raffinato
miscuglio. Caterina fu soprannominata la "Contessa
contadina".
" contribuì
a far conoscere l’abilità narrativa e descrittiva, la sincera
passione patriottica, la modernità di una scrittrice capace di
percepire, in anticipo sui tempi, la centralità delle tematiche
educative e di sviluppare una narrativa non di maniera. "
Pubblicò
diversi racconti tra i quali ricordiamo "La donna di Osoppo",
"La coltrice nuziale", “La
nuora”, “Il vecchio Osvaldo”, “La nipote del parroco”,
“L'uccellatore”, “Le lentiggini”, “La cognata”, “La
mugnaia”, “La moglie”, “Maria”, “Prepoco”, “La donna
di Osopo”, “L'amica”, “La malata”, “Il cuc”, “La
festa dei pastori”, “Un episodio dell'anno della fame”, “Il
pane dei morti”, “Il bastone”, “Un'escursione in Carnia“.
Pubblicò
con Le Monnier nonostante l'editore avesse timore che i suoi scritti
non fossero graditi dagli austriaci.
Scrisse
anche per la rivista “La ricamatrice”, edita da A.
Lampugnani, articoli rivolti sempre alle donne, per il suo
attivismo sulla condizione femminile..
Caterina
si ammalò, ma nonostante la salute precaria continuò a scrivere.
Nel
1867, a Udine, ebbe l'onore di incontrare personalmente Giuseppe
Garibaldi.
Tra
il 1878 ed il 1883 furono pubblicate ben due raccolte di suoi
racconti.
Nel
1871 ricevette il titolo di
“donne
egregie”
dal ministro dell'epoca Cesare Correnti per il suo contributo
letterario.
Morì
il 15 agosto del 1887.
Nel
2010 ho assistito ad un evento del Festivaletteratura di Mantova condotto da Antonia Arslan, in cui
tutti gli anni fanno conoscere grandi autrici del passato, ormai
dimenticate o sconosciute.
Sono
stati letti brani di alcune novelle, da un'attrice ed è stato edito
anche un libro che ci aiuta a conoscere meglio questa autrice
sconosciuta alle antologie scolastiche.
Bibliografia
https://it.wikipedia.org/wiki/Caterina_Percoto
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