lunedì 22 luglio 2019

Ninuzza di Camille Guillon Verne

Ninuzza 
di 
Camille Guillon Verne
recensione di 
Maria Lucia Ferlisi

Nina vive in un quartiere povero di Palermo e la vita non ti sorride facilmente quando devi lottare ogni giorno  per mettere qualcosa a tavola per vivere dignitosamente. 

Sofferenze che non fanno mai perdere la speranza nella vita e nell'amore che sboccia tra lei e Lorenzo, un ragazzo orfano, povero, ma sincero e onesto, la famiglia conosce gli stenti e la miseria, vorrebbe per lei un matrimonio più dignitoso, un uomo con un lavoro più sicuro e non un muratore che dovrà arrabattarsi tutti i giorni in cerca di lavoro. 

Non le rimane che scegliere di fuggire con lui, la fuitina, e sfidare il padre per l'amore della  sua vita. 

Non è l'unica sfida che Ninuzza dovrà affrontare, è giovane, ma la vita le riserva ancora molte sofferenze. Nina è forte, non si arrende e sfida le avversità con tenacia, ha due gemelli da crescere, senza il padre prigioniero durante la guerra.

Lei non si abbatte, aspetta, perché la speranza l'accompagna e la fa lottare giorno dopo giorno. Affronterà anche un lungo viaggio per Australia, per seguire la scelta del marito in cerca di un reddito certo, metterà piede in un luogo sconosciuto che le riserverà ancora sofferenze e umiliazioni, ma lei non cede, non ha paura, e sostiene il marito, sempre.

L'Australia riuscirà a garantirle una vita serena senza problemi economici per lei e per i suoi figli?
Non vi resta che leggere il romanzo dell'autrice Camille Guillon Verne, nipote del famoso Julius.

L'autrice, in questo suo primo romanzo, narra la storia della famiglia di suo marito, Ninuzza è la nonna, e lei ne ha raccolto la narrazione, annotando e sviluppando, con vera maestria narratrice, la forza, la saggezza, la determinazione che la porteranno a sfidare non solo il mondo patriarcale in cui vive, ma anche le avversità di un altro mondo, senza paura. 

Ninuzza, come una pioniera, affronta le difficoltà e ne emerge scoprendo anche altre caratteristiche della sua volontà che le donne conoscono bene e Nina ne è una portavoce, consapevole sempre, che al di là delle sofferenze, oltrepassando quel muro, c'è sempre qualcosa di buono.


L'autrice, con ritmo avvolgente e una penna scorrevole, ha saputo caratterizzare la figura femminile di Nina, attraverso la sua forza e determinazione, descrive la forza delle donne, la capacità di superare le difficoltà e di trarre vantaggio nelle situazioni avverse.

Ninuzza è un emblema di quella lotta femminile che avveniva nelle case, quasi di nascosto, ma non per questo meno importante.

Un romanzo che vi affascinerà, ne sono certa per lo stile e per il ritmo che vi trascineranno nel mondo duro della vita, ma dove i caratteri si forgiano e restano indelebili nella mente di chi sa ascoltarli.
L'autrice, in questo suo esordio, ha mostrato una capacità narrativa, matura e completa, alla  scrittura s'intreccia  la narrazione, con una correlazione notevole.

Attendo il seguito.
Scheda libro:
Titolo: Ninuzza
Autore: Camille Guillon-Verne
Casa editrice: Kalòs
Pagine: 304

Sinossi

Nina è una giovane ragazza palermitana, appartenente a una famiglia povera e numerosa, costretta a subire le difficoltà della guerra nella Sicilia degli anni Quaranta. 

Sono gli anni in cui la protagonista conoscerà l'amore, e insieme a questo affronterà scelte difficili, come l'abbandono della casa paterna e della terra natia per un mondo lontano e sconosciuto, con l'unico desiderio di riscattare la vita dei suoi cari e garantire un futuro ai propri figli. 

A queste pagine fa da sfondo una cultura votata alla dimensione familiare, caratterizzata da valori, credenze e talvolta superstizioni, che accompagnerà i protagonisti anche durante la difficile prova vissuta lontano da casa. 

Ninuzza è una figura femminile capace di muoversi con determinazione e forza all'interno di un mondo patriarcale e maschilista, che riuscirà a vincere anche i pregiudizi più radicati conquistando, con silente discrezione, l'indipendenza e il rispetto per sé e la propria famiglia.

 La sua storia racconta le speranze e le paure legate al viaggio, quello di svolta, di uomini e donne che, nonostante tutto, non si arrendono.

sabato 20 luglio 2019

Gli occhi dell'oceano di Cristiano Pedrini




Gli occhi dell'oceano
di
Cristiano Pedrini

recensione di
 Maria Lucia Ferlisi







Julien ha  ha soltanto ventitré anni con un passato alle spalle che gli reca dolore, per questo presenta una domanda di lavoro, senza troppa convinzione, ed un curriculum scarno. Viene accolto dal dottor  Horace Norton , capo del personale della contea di Knox, con profondo fastidio in quanto la direttrice Miss Duval aveva voluto che l'assumesse, senza la corretta preparazione. Il ragazzo è scontroso, decide di dargli come mansione di lavoro «Si tratta del faro di Owls Head, a cinque miglia da qui>>,  con la certezza che sarebbe scappato dal quel luogo dopo pochi giorni. «Tu risiederai nell’abitazione del custode e poiché il faro sorge all’interno di un parco statale dovrai provvedere alla pulizia dell’area, a ricevere i turisti e far loro da guida»

La proposta viene accolta da Julien senza mostrare interesse, come se qualsiasi emozione fosse già spenta nei suoi occhi.Un lavoro come un altro, che accetta subito sorprendendo Horace che sperava in un secco rifiuto. L'antipatia verso quel raccomandato è fortissima, tanto che decide di andare a controllarlo nel vecchio faro dopo appena qualche giorno:
...le pareti erano candide, il tetto era spiovente e ricoperto di tegole rosse e l’ampio porticato conduceva all’ingresso del piccolo museo dedicato al faro, costruito nel lontano 1825. Da allora, la piccola torre di mattoni bianchi con il tetto di lamiera nera che si intravedeva sul promontorio aveva assistito dal suo pulpito alle tempeste atlantiche più violente che potevano portare con sé venti fino a cento chilometri orari; e alle abbondanti nevicate che ammantavano tutta la costa nei mesi più freddi.
Horace sorprende Julien con un ragazzo che scopre essere un turista e cieco per giunta, il ruolo assunto del ragazzo è tra i migliori, per cui gira i tacchi e torna indietro. 
Julien riprende il lavoro e guida quel ragazzo cieco all'interno del parco, scopre che è solo e non arriverà nessuno a riprenderlo per cui offrirà la sua camera per ospitarlo al meglio. Scopre che il ragazzo è il nipote di un vecchio custode del faro che gli aveva consigliato di passare qualche giorno in quel luogo per:  «Mi scrisse che se fossi venuto qui avrei potuto vedere con gli occhi dell’oceano.»

Tra i due ragazzi nasce subito una forte simpatia, sono in sintonia, e grazie a questo nascente sentimento Julien troverà la forza di raccontargli del suo passato, della vera e sconosciuta a tutti motivazione che l'ha spinto ad abbandonare una regata importantissima, in cui era il favorito, con la sua barca Blue Spirit.

Il mare che lui ha sempre amato gli permette di rinascere ancora e questa volta c'è Corey accanto a lui.
L'autore Cristiano Pedrini ancora una volta si addentra nei meandri dell'amore arcobaleno, per regalarci una bella favola dal sapore marino, adattissima per le vostre vacanze al mare. Con il suo solito stile fresco leggero, ci mostra la delicatezza dell'amore tra due ragazzi, in tutta la naturalezza e gioia tipica degli innamorati.
Il racconto è breve e tra un tuffo e l'altro poterete gustarvi la nascita di questo amore tra Julien e Corey che sfida una tempesta per ritrovarsi e apprezzare questo nuovo amore.

SCHEDA LIBRO
Autore: Cristiano Pedrini
Titolo: Gli occhi dell'oceano
Casa editrice: Yocanprint
Pagine: 64


SINOSSI
Julien Garreth è il nuovo custode del faro di Owls Head. Forse l'unico incarico in grado di farlo distogliere dai pesanti pensieri che lo tormentano sin da quando ha perso la sua amata barca 'Blue Spirit'. Da sempre ama il mare, il poter navigare sicuro di essere tra i migliori, se non il migliore. Ma quando tutto crolla, Julien si ritira e ottiene quell'occupazione che dovrebbe riuscire ad allontanarlo dal mondo e dal rimorso. Eppure, proprio durante il suo primo giorno di lavoro, qualcos'altro terrà occupata la sua mente e il suo cuore. Corey Austen è un ragazzo cieco che, spinto dal volere del nonno, si è recato al faro sicuro di poter vedere qualcosa che i suoi occhi non possono mostrargli. Sin dal loro primo incontro i due sentono di appartenersi e, durante una notte tempestosa, legheranno i loro destini come i due innamorati della leggenda di Owls Head. Quel faro che li accumuna sembra proiettare verso di loro una luce sicura, una luce che è in grado di portarli in salvo l'uno nelle braccia dell'altro. Perché soltanto così i due potranno insieme vedere, per la prima volta, con gli occhi dell'oceano. Una storia intensa, feroce e brutale come una tempesta, dove soltanto l'amore e la fiducia saranno l'ancora di salvezza da gettare in mare per riottenere ciò che si è perso.

giovedì 18 luglio 2019

Gli amici di una vita di Enrico Brizzi

Gli amici di una vita 


di 

Enrico Brizzi

Eva Bauer,  ispettrice di Polizia fresca di trasferimento a Rimini, anticonformista e amante del rock, è l’affascinante protagonista della trilogia di Enrico Brizzi, che da lei prende il nome.
In questo primo episodio (Gli amici di una vita) Eva, insieme al ruvido commissario Scaringella, al fascinoso collega Nico e ad altri ragazzi della squadra, si troverà ad investigare sulla morte misteriosa di un celebre chef alla vigilia della festa di Al Mèni in una Rimini sorprendente, umana e feroce.
E proprio tra il "miglio d'oro" di Viale Vespucci,  le Apericar in stile anni Cinquanta della fiera dello street food e la tenda a strisce del circo felliniano si svolgono le indagini sulla morte misteriosa di Bebo Gradara, lo chef di Italian Kitchen che il giorno prima del ritrovamento del suo cadavere era stato il protagonista di uno show cooking all'interno della festa di Al Mèni.
Bebo Gradara viene ritrovato sul sedile passeggero della sua Porsche, sul fondale del Porto Canale di Rimini.
Vendetta? Gelosia?
Un caso che sin da subito si presenterà come un duello senza esclusione di colpi contro un nemico astuto e spietato. Una storia ad altissima tensione, che non consentirà più di pensare che Rimini sia soltanto "La capitale delle vacanze".
... In quella il braccio a tre snodi della draga si mise in movimento con un rumore  assordante, e il gancio tornò a scendere verso l’acqua. Appena ne sfiorò la superficie, i sommozzatori gli si fecero intorno per assicurarvi un cavo d’acciaio ritmato
dai galleggianti, quindi tornarono a immergersi.
«È la macchina di un cuoco famoso» spiegò il commissario. «Uno della televisione».
Eva provò un brivido che somigliava tanto a un presagio, e accennò muta in direzione della tenda da circo eretta in piazzale Fellini.
«Bebo Gradara» Nico confermò i suoi sospetti. «Quello di Italian kitchen. Hanno ripescato il cadavere all’alba»...

da Gli amici di una vita di Enrico Brizzi (Edizioni Theoria)

mercoledì 17 luglio 2019

Amara Libertà di Maria Lucia Ferlisi

Carissimi lettori e lettrici
Oggi, sul sito di Cultura al femminile, ho letto la recensione del mio romanzo Amara Libertà, è stata una piacevolissima sorpresa della mia amica recensora Elvira Rossi che senza anticiparmi nulla l'ha pubblicato nel blog.
 Le recensioni di Elvira sono dei mini saggi dedicati ai romanzi che legge, un racconto nel romanzo potremmo definire. 
La ringrazio e vi rendo partecipi, invitandovi a leggere l'articolo nel blog :
Un piccolo estratto:
La narrazione, passo dopo passo, coinvolge il lettore, cattura il suo interesse e lo incoraggia ad andare avanti rapidamente. 
Linearità, chiarezza e coerenza definiscono la struttura della trama. 
Lo stile linguistico, che non si avventura mai né nei luoghi comuni né nelle stravaganze, risulta agile e immediatamente comunicativo. 
“ Amara libertà” di Maria Lucia Ferlisi è una storia di antica sofferenza che parla agli uomini e alle donne di oggi.

martedì 16 luglio 2019

Premio Letterario Nazionale Streghe Vampiri & Co.

Carissimi lettori e lettrici di carta
oggi vi consiglio un concorso letterario dedicato alle streghe e ai vampiri. 

La scadenza è fissata per il 13 ottobre 2019, 

Niente scuse, avete tutto il tempo per elaborare un racconto o una poesia, se invece nel cassetto avevate già pronto un romanzo...l'occasione merita di prenderlo e inviarlo, si vince in questo caso la pubblicazione.
Provateci, e come al solito.... in bocca alla penna!!


Ecco tutte le info---->>

https://www.premiostreghevampiri.it/index.php/il-premio/bando-di-concorso

rt. 1: Il Premio è rivolto agli scrittori e ai poeti che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età alla data di apertura delle iscrizioni ovvero al 01/07/2019, italiani e non, purché l’opera presentata a concorso sia redatta in lingua italiana;
Art. 2: Sono ammesse in concorso opere inedite (cioè mai pubblicate da regolare casa editrice ovvero sprovviste di codice ISBN) redatte in lingua italiana; le opere devono avere come tema streghe, vampiri, creature fantastiche (tra cui a titolo esemplificativo ma non esaustivo: maghi, licantropi, zombie, elfi, gnomi, etc.) e restare inedite per tutta la durata del concorso fino alla sua naturale conclusione ovvero la proclamazione dei vincitori;Art. 3: Il Premio si articola in tre sezioni secondo queste modalità:
  1. romanzo inedito: fino a 500.000 caratteri, spazi inclusi;
  2. racconto inedito: fino a 22.000 caratteri, spazi inclusi;
  3. poesia inedita: da 1 a 3 liriche;
Art. 4: Gli elaborati devono essere inviati entro la mezzanotte del 13 ottobre 2019 esclusivamente via mail all’indirizzo info@premiostreghevampiri.it;
Art. 5: La quota di iscrizione è fissata in euro 20,00 per sezione da versare, indicando come causale “Partecipazione Premio Streghe Vampiri & Co. 2019”, in una delle seguenti modalità:
  • tramite bollettino postale sul c.c. postale n. 75686675 intestato a Giovane Holden Edizioni sas;
  • tramite bonifico su c/c postale intestato a Giovane Holden Edizioni sas IBAN IT56Z0760113700000075686675;
È possibile partecipare a tutte e tre le sezioni (una sola iscrizione per sezione, pagando la relativa quota);
Art. 6: Materiale da inviare via mail all’indirizzo info@premiostreghevampiri.it:
  • file digitale dell’opera presentata a concorso (in formato Word);
  • nota contenente le proprie generalità complete (Nome, Cognome, Indirizzo postale, E-mail, Telefono);
  • ricevuta di pagamento della quota di partecipazione.
La segreteria del Premio invierà una mail di conferma della registrazione al concorso; l’organizzazione del premio non è responsabile per il materiale eventualmente non conforme;
Art. 7: La Direzione Culturale del Premio è curata dalla casa editrice Giovane Holden Edizioni (www.giovaneholden.it), organizzatrice e titolare del Premio che regolerà, a titolo esecutivo, i rapporti con gli autori. L’organizzazione non sarà responsabile di eventuali disguidi di qualsiasi genere;Art. 8: Il giudizio della Giuria è insindacabile. La Giuria è presieduta da Enrica Giannelli, poetessa e pedagogista clinica analitica e composta da: Chiara Chiozzi, scrittrice e illustratrice fantasy; Francesco Grassi Niccolai, editor e cultural promoter. La Giuria selezionerà, tra tutti i lavori pervenuti, un minimo di dieci opere per ogni sezione. I finalisti verranno avvisati tramite mail o lettera;Art. 9: Consistenza dei Premi € 15.000, così declinata:
  • Primo Premio: Targa personalizzata e Pubblicazione ad personam dell’opera risultata vincitrice di ogni sezione (in dettaglio per la sezione B una raccolta di racconti e per la sezione C una silloge) in una delle collane della casa editrice con regolare Contratto di Edizione;
  • Secondo Premio: Coppa personalizzata e stampa artistica di Alessio Colzani avente per soggetto l’opera premiata;
  • Terzo Premio: Coppa e pergamena personalizzata; 
La Giuria si riserva il diritto di assegnare altri premi tra i finalisti per ognuna delle tre sezioni, consistenti in coppe, targhe o medaglie d’onore.
Per tutti i finalisti è previsto un attestato di merito;Art. 10: Verrà realizzata un’Antologia letteraria dal titolo “Storie di immaginaria realtà - Vol. 6” contenente le opere finaliste delle sezioni Racconto e Poesia, edita da Giovane Holden Edizioni. Il volume potrà essere prenotato alla mail info@premiostreghevampiri.it; il volume sarà disponibile sia in versione cartacea che digitale (e-book). Gli autori finalisti restano proprietari del copyright delle opere presentate, ma concedono a titolo gratuito il consenso alla casa editrice Giovane Holden Edizioni a pubblicare l’opera nell’Antologia letteraria;Art. 11: La Giuria provvederà alla proclamazione dei vincitori di sezione durante la cerimonia di premiazione che si terrà sabato 23 novembre 2019 c/o Hotel Residence Esplanade (www.hotelresidenceesplanade.it) a Viareggio (Lu).Attestati e premi dovranno essere ritirati personalmente all’atto della premiazione, in caso di impossibilità può essere data delega scritta ad altra persona. La mancata partecipazione, in caso di vittoria o di secondo e terzo premio, fa decadere dal diritto di accesso al premio;Art. 12: La partecipazione al Premio Letterario Nazionale Streghe Vampiri & Co. implica l’automatica accettazione del presente bando. La mancanza di una delle condizioni che regolano la validità dell’iscrizione, determina l’esclusione dalla partecipazione al premio stesso. 
InformativaAi sensi del D.lgs 196/2003, “Codice in materia di protezione dei dati personali”, con l’accettazione dell’art. 12 del presente bando di concorso, i partecipanti al Premio Letterario Nazionale Streghe Vampiri & Co. si impegnano all’osservanza di tutti gli articoli e autorizzano la casa editrice Giovane Holden Edizioni sas al trattamento dei dati personali per permettere il corretto svolgimento del premio. 

I risultati
I risultati saranno tempestivamente pubblicati sul sito del Premio e comunicati alle testate giornalistiche regionali e nazionali. 

Segreteria Premio Streghe Vampiri & Co.
c/o Giovane Holden EdizioniVia Ottorino Ciabattini, 91/B - 55049 Viareggio (Lu) 

Per informazioni: info@premiostreghevampiri.it - Tel.: 0584/963517

lunedì 15 luglio 2019

LA DONNA CAPOVOLTA DI TITTI MARRONE


LA DONNA CAPOVOLTA
DI
TITTI MARRONE
recensione di
Maria Lucia Ferlisi


Eleonora ed Alina due donne diverse per etnia e e per strato sociale, entrambe però devo affrontare il dramma della vita dura che colpisce in modo diverso le loro vite.

Eleonora proviene da un ceto sociale medio alto, immersa nella vita culturale, affronta le tematiche di genere con la triste consapevolezza di non aver alcun legame con le nuove generazioni femminile.

 Il marito è un avvocato che ha creato il proprio successo e lavora fino a notte fonda con il nuovo assistente neo laureato greco. Ha una figlia Laura che studia in Francia a cui stanno spianando una vita di successo.

Ha anche una madre, una donna colta e autorevole che si è avvizzita nella sua triste vecchiaia in preda ai deliri della sua malattia che la priva dell'identità e dei ricordi. 

Non può seguirla, lei deve ritrovare se stessa deve riacciuffare la vita che le sfugge alle soglie dei sessant'anni: non vuole guardare in faccia la vecchiaia che non è quella serena e gioiosa della reclamè.

Alina, una donna moldava, in cerca di soldi da inviare al figli che studia in Spagna al marito che si ritrova senza lavoro, il padre e una nipote rimasta orfana. Quello che guadagna lo manda a loro, soprattutto al figlio per creargli un futuro. Prima o poi ritornerà, ma sono già passati 10 anni.

Un romanzo in cui queste donne s'incontrano e le loro vite si scontrano in un susseguirsi di emozioni e realtà che ancora una volta le mette in ginocchio. Entrambe.

L'autrice Titti Marrone con eleganza affronta i tanti temi reali di queste due vite, li racconta in modo reale e concreto sbattendoci in faccia la realtà di queste badanti che in ogni loro passaggio nelle case altrui devono affrontare ogni sorta di umiliazioni.

Uno specchio sugli anziani, sulle loro gestione negli ultimi anni della loro vita, piccole miserie raccontate con una sottile ironia e amarezza.

Un romanzo che sentiamo "vero" che fa riflettere e magari possiamo riuscire a guadare con occhi diversi, n modo meno severo e con maggior cordialità e comprensione Alina e le tante altre badanti

Una storia amara e spietata, una lotta tra due donne colpite dalla durezza della vita.



SCHEDA LIBRO
TITOLO: La donna capovolta
AUTORE: Titti Marrone
CASA EDITRICE: Icaobelli editore
PAGINE: 175

Sinossi
Eleonora è una filosofa, insegna studi di genere, frequenta amici intellettuali e progressisti, ha un marito narciso e una figlia all'estero. Tutto bene? No, non proprio, perché - complice l'età che avanza - Eleonora si trova in preda a una sorta di spaesamento interiore. Forse perché ha un'anziana madre demente da accudire.

 Alina è una efficientissima badante moldava ingaggiata per alleviare Eleonora dalle incombenze di cura della madre. Il confronto tra le due donne - che fanne entrambe perno sulla terza, la vecchia madre - è come una deflagrazione: si specchiano l'una nell'altra e si detestano per questo. 

Pensano di essere diversissime e invece sono legate da una reciproca dipendenza che non riescono a tollerare. Entrambe si trovano d'un tratto, a essere tradite, deluse dove meno se l'aspettavano. E nel romanzo di Titti Marrone ciascuna racconta la sua esistenza direttamente, per la sua parte, in brevi, spietati e a volte ironici lampi di coscienza contrapposti: un susseguirsi di personaggi e d'involontaria feroce comicità sulla vecchiaia, la malattia, i piccoli trucchi per fuggire dalle responsabilità.

venerdì 12 luglio 2019

Meghan, la duchessa ribelle di Cristina Penco

Meghan, la duchessa ribelle
di 
Cristina Penco


Era un'attrice affermata, ha mollato la recitazione per vivere il sogno: sposare il principe Harry. Ma a corte non è tutto semplice: l'etichetta, la tradizione millenaria, l'attenzione – a volte eccessiva – delle cronache rosa possono essere soffocanti. Meghan, però, non si lascia schiacciare, il suo obiettivo è quello di cambiare, col suo comportamento spontaneo, certe regole vetuste. Il libro “Meghan Markle, la duchessa ribelle”, scritto da Cristina Penco, edito da Diarkos, racconta le vicissitudini della nuova duchessa di Sussex .


“Anche le donne adulte sognano il principe e vivono nella fantasia delle fiabe come da bambine”. Sono le parole di Meghan Markle, scritte sul suo blog in occasione del matrimonio di William e Kate, quando la giovane attrice non immaginava nemmeno che sarebbe diventata la moglie di Harry. Invece a volte le strade delle vita si incrociano in maniera inaspettata, trasformando in realtà quello che nemmeno si osava sperare.
Ma se il matrimonio con Harry ha cambiato la vita a Meghan, anche lei ha mutato diverse dinamiche in casa Windsor. A raccontare la 'rivoluzione' portata dall'attrice americana nell'ingessata monarchia britannica è la giornalista Cristina Penco, col libro “Meghan Markle, la duchessa ribelle”, edito da Diarkos.

Quella di Harry e Meghan è prima di tutto una storia d'amore.
Lui è considerato lo scavezzacollo della famiglia reale britannica, finito su riviste e rotocalchi per i suoi eccessi, ma amato dal popolo e ritenuto il rampollo di sangue blu più desiderato d'Europa.
Lei è un'attrice già nota a Hollywood, con una carriera ben istradata davanti, femminista, determinata e 'multietnica' col padre caucasico e la madre afroamericana.
Non è certo la descrizione della perfetta duchessa britannica, invece l'amore colma ogni distanza: Harry decide di sistemarsi e al sua fianco vuole Meghan, non per qualche accordo dinastico – come era stato per sua madre Diana e suo padre Carlo – ma per amore, solo per amore.

Certo Meghan non sa quanto l'etichetta di corte possa essere rigida per una ragazza 'ribelle' come lei.
Il libro di Cristina Penco spiega come Meghan abbia cercato di adattarsi alle regole della Royal House, ma come le abbia anche infrante, suscitando contemporaneamente reazioni di dissenso e di consenso tra la gente. Emblematici sono il suo ingresso da sola in chiesa, il giorno delle nozze, oppure la presentazione del Royal baby, tenuto in braccio, per la prima volta in casa Windsor, dal padre Harry. Sebbene dirompente, Meghan, però, risulta di grande aiuto all'ammodernamento dell'immagine della corona britannica: il suo femminismo, le sue origini etniche e borghesi mostrano un'apertura della monarchia nei confronti dei tempi che avanzano. Non una rivoluzionaria, quindi, ma certamente una ribelle.

Cristina Penco, nata nel 1980 a Genova, si è laureata in Scienze della Comunicazione all’Università di Bologna. Dal 2006 vive a Milano. Giornalista professionista dal 2009, attualmente collabora come freelance con testate nazionali come «Lei Style» e «Vero», spaziando dal mondo delle celebrities all’intrattenimento, fino a costume e società. Ha lavorato nella redazione televisiva di Detto Fatto di Raidue. Si è occupata anche di imprenditoria, management e leadership. Negli ultimi anni si è appassionata sempre di più alla storia e alle vicende delle famiglie reali europee, in particolare a quella inglese.


lunedì 8 luglio 2019

LE PROFESSORESSE MECCANICHE di Alfonso Lentini

 LE PROFESSORESSE MECCANICHE 
E altre storie di scuola
di 
Alfonso Lentini

 Tre “professoresse meccaniche” vengono fabbricate in fretta e furia per sostituire quelle in carne e ossa uccise nei bombardamenti di una guerra che imperversa da secoli. 

Un professore, smarritosi nei corridoi del suo istituto, compie una sconclusionata “discesa agli inferi” che lo porta a scoperte sconvolgenti. E poi ancora: scuole poste in una valle priva di onde sonore.

 Professori di improbabili materie come Lucore Lunare, Canto Inverecondo, Lingua Lillipuziana. Avvenenti bidelle che si levano in volo, ma anche professoresse volanti che viaggiano in stormi con la borsa a tracolla. 

Una scrittura arguta e surreale, un mondo dove tutto può accadere.  Eppure in questo territorio assurdo e strampalato balena un retrogusto di realtà. Perché nel mondo scolastico, anche in quello vero, il paradosso te lo puoi sempre trovare dietro l’angolo.
 Alfonso Lentini è nato in Sicilia, a Favara (AG) nel 1951. Laureato in filosofia, si è formato nel clima delle neoavanguardie del secondo Novecento.
Dalla fine degli anni Settanta vive alle falde delle Dolomiti, a Belluno, città natale di Dino Buzzati

Fra i suoi libri: L’arrivo dello spirito (con Carola Susani, Perap 1991), La chiave dell’incanto, (postfazione di Alesssandro Fo, Pungitopo 1997), Mio minimo oceano di croci (Anterem, 2000, opera finalista alla IX edizione del premio Montano), Piccolo inventario degli specchi (prefazione di Antonio Castronuovo, Stampa Alternativa 2003), Un bellunese di Patagonia (Stampa Alternativa, 2004), Cento madri (vincitore del premio “Città di Forlì”, postfazione di Paolo Ruffilli, Foschi, 2009), Luminosa signora (postfazione di Antonio Pane, Pagliai 2011), Illegali vene (prefazione di Eugenio Lucrezi, Eureka Edizioni, 2015), Tre lune in attesa (vincitore del premio Formebrevi, Formebrevi Edizioni, 2018).

 Si interessa anche di Art brut ed ha svolto esperienze artistiche e di scrittura collaborando con Centri di Salute Mentale.
Nelle sue numerose mostre e installazioni tenute in Italia e all’estero propone “poesie oggettuali”, poesie visive, libri oggetto e in generale opere basate sulla presenza della parola.
Sue opere fanno parte di Archivi e Collezioni fra cui Imago Mundi (Luciano Benetton Collection – Fondazione Sarenco), Fondazione Bonotto (Molvena), Archimuseo Accattino (Ivrea,) Museo Candiani (Venezia-Mestre), Museum di Ezio Pagano (Bagheria), Collezione Carlo Palli (Prato), Archivio Libri d’Artista (San Cataldo, CL), Collezione Ibridi Fogli di Salerno, Galleria Il Gabbiano (La Spezia), Galleria Gennai (Pisa) Archivio dell’Associazione Villa Buzzati (Belluno).







domenica 7 luglio 2019

I morti siete voi di Luca Cangianti



I morti siete voi
di 
Luca Cangianti



Eventi  storici e fantascienza, battaglie attuali e del passato. Sono gli ingredienti di “I morti siete voi”, di Luca Cangianti, edito da Diarkos, (scheda in allegato): si tratta di un romanzo sorprendente, capace di attualizzare la storia e rileggerla con un tocco fantasy che la impreziosisce di significati ulteriori.

Siamo a Roma, dopo l’Armistizio, quando le truppe italiane sono allo sbando e le speranze che la guerra sia finita vanno presto a cozzare contro l’amara realtà, fatta di bombe, morti e miseria. Ma siamo anche a Genova, alla vigilia della manifestazione contro il G8, tra i gruppi di ragazzi che parteciperanno, seguendo le loro idee, i loro timori, la voglia di cambiare il mondo. E proprio la volontà di ‘combattere’ per ottenere un mondo migliore è alla base del romanzo I morti siete voi, scritto da Luca Cangianti, edito da Diarkos. 

Il romanzo racconta la storia di un gruppo di partigiani - formato da operai, donne, ladruncoli alla Robin Hood - che, nel quartiere della Garbatella a Roma, compiono diverse missioni per indebolire il nazifascismo e aiutare la popolazione. Ma si verificano morti misteriose e, durante le loro azioni, vengono a conoscenza di un’arma segreta in mano ai nemici, che sarà utilizzata per sconfiggere gli Alleati. Si tratta di mostri che si cibano di carne umana e contagiano le persone che aggrediscono, trasformandoli in mostri come loro. 
Un’azione segreta di un ristretto gruppo di partigiani permetterà di sconfiggere i mostri e consentire agli Alleati di entrare a Roma. Ma l'epilogo non è così scontato.

Parallelamente, il flusso della vicenda ambientata negli anni Quaranta si interrompe per lasciare posto a scorci sull’organizzazione del G8 di Genova, agli ideali e ai timori che animano i ragazzi che si apprestano a parteciparvi. I due filoni che viaggiano su binari paralleli troveranno una loro riunificazione suggestiva alla fine del libro, che si conclude in modo tutt'altro che scontato, ribaltando inaspettatamente gli scenari iniziali.
Mischiando fantascienza, attualità e storia, Luca Cangianti ha realizzato un romanzo in grado di creare suggestioni narrative che offrono all’autore la possibilità di riflettere su temi importanti, come l’impegno sociale del singolo, la sua effettiva possibilità di influire negli eventi storici, le spaccature interne che rendono meno efficace, se non inutile o controproducente, la ‘battaglia’ che si vuole portare avanti per riuscire a realizzare un mondo migliore.


venerdì 5 luglio 2019

PREMIO STREGA 2019

Carissimi amici ed amiche 
ieri sera si è svolta la premiazione del Premio Strega 2019, il vincitore è stato Antonio Scurati con il suo M.Il figlio del secolo edito da Bompiani. L'autore ha stravinto con 228 voti e si è confermato il pronostico della sua vittoria con una votazione che non lascia dubbi.

Antonio Scurati ha già venduto 120 mila copie del libro, ed è già una vittoria ben chiara da parte del pubblico.
È arrivata seconda Benedetta Cibrario con Il rumore del mondo (Mondadori)con 127 voti;Marco Missiroli con Fedeltà(Einaudi)ha conquistato il terzo posto, 91 voti; quarta Claudia Durastanti con La straniera (La nave di Teseo), 63 voti; e infine Nadia Terranova con Addio fantasmi (Einaudi Stile libero), 47 voti. La giuria dei 660 aventi diritto era presieduta da Helena Janeczek, vincitrice della scorsa edizione con La ragazza con la Leica (Guanda).

L'autore visibilmente emozionato non ha fatto nessun commento al momento della vittoria, come riferiscono diverse testate giornalistiche, successivamente ha rilasciato la seguente dichiarazione:
«Dedico la vittoria ai nostri nonni e ai nostri padri, che furono prima sedotti e poi oppressi dal fascismo, soprattutto quelli che tra loro trovarono il coraggio di combatterlo armi alla mano. Vorrei dedicare il premio anche ai nostri figli, con l’auspicio che non debbano tornare a vivere quello che abbiamo vissuto cent’anni fa, in modo particolare a mia figlia Lucia».
Il romanzo storico narra in 800 pagine dell'ascesa al potere del fascismo da parte di Benito Mussolini, in una Italia stanca, povera e disillusa.

 Una realtà storica narrata come un romanzo e ti sbatte in faccia la realtà quella vera, documentata storica.

 Attraverso la narrazione ti mostra il lato subdolo di come si insinuano al potere le ideologie di odio, di discriminazioni e di privazione della libertà.
Un monito anche per l'attuale mondo politico.
SINOSSI
Lui è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta. E quel che fiuta è un'Italia sfinita, stanca della casta politica, della democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici. Allora lui si mette a capo degli irregolari, dei delinquenti, degli incendiari e anche dei "puri", i più fessi e i più feroci. Lui, invece, in un rapporto di Pubblica Sicurezza del 1919 è descritto come "intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale, emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie, ambiziosissimo, al fondo sentimentale".

 Lui è Benito Mussolini, ex leader socialista cacciato dal partito, agitatore politico indefesso, direttore di un piccolo giornale di opposizione. Sarebbe un personaggio da romanzo se non fosse l'uomo che più d'ogni altro ha marchiato a sangue il corpo dell'Italia. La saggistica ha dissezionato ogni aspetto della sua vita. Nessuno però aveva mai trattato la parabola di Mussolini e del fascismo come se si trattasse di un romanzo. Un romanzo - e questo è il punto cruciale - in cui d'inventato non c'è nulla.

 Non è inventato nulla del dramma di cui qui si compie il primo atto fatale, tra il 1919 e il 1925: nulla di ciò che Mussolini dice o pensa, nulla dei protagonisti - D'Annunzio, Margherita Sarfatti, un Matteotti stupefacente per il coraggio come per le ossessioni che lo divorano - né della pletora di squadristi, Arditi, socialisti, anarchici che sembrerebbero partoriti da uno sceneggiatore in stato di sovreccitazione creativa. Il risultato è un romanzo documentario impressionante non soltanto per la sterminata quantità di fonti a cui l'autore attinge, ma soprattutto per l'effetto che produce.

 Fatti dei quali credevamo di sapere tutto, una volta illuminati dal talento del romanziere, producono una storia che suona inaudita e un'opera senza precedenti nella letteratura italiana. Raccontando il fascismo come un romanzo, per la prima volta dall'interno e senza nessun filtro politico o ideologico, Scurati svela una realtà rimossa da decenni e di fatto rifonda il nostro antifascismo.

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.