mercoledì 30 gennaio 2019

Eleanor Oliphant sta benissimo di Gail Honeyman

Eleanor Oliphant sta benissimo

di

Gail Honeyman

Recensione di Maria Lucia Ferlisi


Eleanor Elephant ha 30 anni, una laurea in lettere, vive in una casa popolare e da circa 10 anni lavora nello stesso ufficio. Ogni mercoledì riceve la telefonata dalla madre e chiacchiera con lei per 15 minuti, ma non le piace parlare con lei, ogni volta la rende inquieta e agitata.
La sua unica compagnia è la solitudine, insieme con i rituali dei gesti ripetitivi. Non cura il suo aspetto e non fa nulla per piacere agli altri, nemmeno sul posto di lavoro. Ma "Eleanor Oliphant sta bene, anzi benissimo".
Questa è la sua vita, non ne ha conosciute altre. Sul posto di lavoro non parla con nessuno, non socializza nemmeno durante la pausa pranzo, preferisce consumare un sandwich e leggere il "Daily Telegraph"perché all'interno contiene le più belle parole crociate.
Il cibo per lei è soltanto un nutrimento essenziale per la sopravvivenza, un "mangime economico", giustamente equilibrato. La sera dopo aver letto una mezz'ora, va a letto alle 22.
Il fine settimana è diverso, compra una pizza margherita dal solito pizzaiolo vicino casa, del Chianti e due bottiglie di vodka sempre della stessa marca, si scola tutte e due le bottiglie, poi cade sul letto completamente sbronza.
Lei è felice, ammesso che conosca il vero significato della parola. Non conosce l'amore, ha vissuto sempre in case famiglie e ha vaghi ricordi della vita passata con la madre. Ha vissuto con un ragazzo che la picchiava continuamente, dopo averle rotto varie ossa, ha deciso di lasciarlo. Adesso è infatuato di un cantante locale. Lo segue, lo pedina, s' intromette nella sua casa.


La sua vita viene stravolta dopo uno scambio di battute con un collega di lavoro che si ostina ad invitarla fuori, Raymond è gentile con lei, per lei è una novità, non sa come comportarsi. Insieme soccorrono una persona anziana che verrà ricoverata in ospedale, Eleanor si trova di fronte al calore di una famiglia, di cui non ricorda il tepore e i comportamenti. 

È come una bambina che assiste a bocca aperta allo svolgersi della sua vita, fino ad arrivare a stravolgerla per ricostruirla.

La protagonista è strana, asociale, stravagante, ma ci innamoriamo del personaggio.

Un romanzo delicato e tragico,  scritto in prima persona, ci parla del disagio sociale di Eleanor.
L'autrice  Galy Honeyman conosce bene l'animo devastato e lo propone ai lettori attraverso tutti gli aspetti, con una scrittura straordinaria, intima e diaristica. 

 Il ritmo è lento, come il processo di consapevolezza del proprio io, della propria esistenza e delle cicatrici che hanno reso Eleanor quello che è, non solo nel viso, ma nel suo essere. 

Eleanor non sta bene, e nemmeno benissimo, lo sa, ma finge di esserlo; tenere chiuso dentro di sé il passato è necessario, evita un'inutile ulteriore sofferenza.
Eleanor non vuole ricordare, non vuole aprire le sue ferite, non vuole soffrire.
L'incontro con Raymond le apre un mondo nuovo, una nuova consapevolezza s'impadronisce di lei, sempre dettagliatamente e con cura l'autrice ci mostra il passato della protagonista.

Raymond prende per mano Eleanor, con dolcezza e pazienza per condurla nella vita reale. Le fa conoscere altre persone, altri modi possibili di vita. Tocca a lei, a lei sola, guardare la cicatrice e decidere se guarirla o continuare nella finzione di un mondo bevuto e anestetico. 

Tocca a lei percorrere la via verso la rinascita.

Un consiglio: non fermatevi alle prime pagine, so che l'inizio è noioso e lento, ma continuate la lettura del romanzo, la trama vi coinvolgerà e anche voi avrete voglia di conoscere le ferite di Eleanor.


Scheda Libro
Autore: Gail Honeyman
Titolo: Eleanor Oliphant sta benissimo
Casa editrice: Garzanti
Pagine: 344
Sinossi
Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: benissimo. Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido, perché sto bene così. Ho quasi trent'anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate, la mia passione. Poi torno alla mia scrivania e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient'altro. Perché da sola sto bene. Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata dalla prigione. Da mia madre. Dopo, quando chiudo la chiamata, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto. E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo. O così credevo, fino a oggi. Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E questo ha cambiato ogni cosa. D'improvviso, ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie stesse paure, e non cercano a ogni istante di dimenticare il passato. Forse il «tutto» che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene.

lunedì 28 gennaio 2019

CONCORSO LETTERARIO LA PAURA FA 90 RIGHE

Carissimi amici ed amiche, scrittori e scrittrici
se tra voi c'è chi ama scrivere storie horror alzi la mano e si prepari per il concorso che vi suggerisco!

La paura fa 90 righe". Troppo poco per scrivere una storia paurosa? no, sono certa che siete abili ad intrecciare una storia che terrà la giuria col fiato sospeso...
Allora pronti? Sangue e coltelli, suspense e terrore e il racconto è pronto per partecipare alla VII edizione del concorso. In bocca alla pennaaaaa!





CONCORSO LETTERARIO
LA PAURA FA 90 RIGHE
Edizione 2019

L’associazione culturale FIPILI HORROR FESTIVAL, con sede a Livorno, indice il suo nuovo bando di concorso per racconti brevi denominato “La paura fa 90 righe”, la cui fase finale si svolgerà durante l’ottava edizione della manifestazione, che si terrà a Livorno nel mese di aprile 2019.
Tema del concorso: LA PAURA
Tipo di testo: RACCONTO BREVE
Il tema può essere sviluppato in tutte le sue accezioni e sfumature
(Horror, Giallo, Thriller, Fantascienza, Noir…). 
I racconti dovranno svilupparsi entro e non oltre 90 righe di testo.
Il titolo del racconto è escluso dal conteggio delle 90 righe.
I racconti dovranno essere inediti e in lingua italiana.

 Restrizioni: grandezza del font 12 punti – tipo di font “ Times New Roman”– interlinea 1,5 – margini 
predefiniti (Super: 2.5 cm, Infer: 2 cm, Sx: 2 cm, Dx: 2 cm) 90 RIGHE DI TESTO MAX.
Ogni partecipante potrà concorrere con una sola opera.
Sono escluse dal concorso le opere che hanno già partecipato alle precedenti edizioni del concorso.
La scadenza per l’invio delle opere è fissata al 3 MARZO 2019 compreso (farà fede la data di invio della 
mail contenente l’opera).
L’organizzazione del Festival nominerà una giuria di esperti del settore incaricata di giudicare le opere 
partecipanti al concorso, designare i vincitori e assegnare i premi. Le decisioni della giuria sono 
inappellabili. Sarà facoltà dell’organizzazione, a suo insindacabile giudizio, attribuire menzioni o 
riconoscimenti speciali ad opere ritenute particolarmente meritorie. 
I premi per i primi tre racconti classificati sono:
 1° Premio - 400 euro e targa personalizzata
 2° Premio - 200 euro e targa personalizzata
 3° Premio - 100 euro e targa personalizzata
I premi dovranno essere ritirati esclusivamente dal vincitore/vincitrice o da un suo delegato; in caso di 
impossibilità a presentarsi fisicamente, i premi in denaro non saranno assegnati. 
L’iscrizione al concorso comporta un contributo (quota associativa relativa all’evento) di 15 euro, che 
darà diritto ad ogni scrittore partecipante, ad un pass gratuito valido per tutte le giornate del festival 
(alcuni eventi potranno essere esclusi dall’abbonamento).
Per partecipare è necessario inviare l’elaborato in un file in formato .pdf esclusivamente via posta 
elettronica all’indirizzo: fipilihorrorfestival@gmail.com
La mail dovrà riportare nell’oggetto la dicitura “la paura fa 90 righe” e nel corpo si dovrà specificare 
autore e titolo dell’opera.
Il file contenente l’opera deve riportare in alto nel testo SOLO il nome dell’opera e non quello dell’autore. 
In questo modo si avrà la certezza che le opere perverranno ai giurati in forma totalmente anonima.
Per completare correttamente l’iscrizione al concorso ogni autore dovrà compilare e firmare la scheda di 
iscrizione / liberatoria (riportata di seguito al bando) e versare la quota di partecipazione. 
La scheda di iscrizione / liberatoria debitamente compilata e firmata deve essere inviata tramite mail 
sempre all’indirizzo fipilihorrorfestival@gmail.com nella stessa mail con cui si invia l’opera.
In alternativa la scheda può essere spedita in busta chiusa all’indirizzo di posta ordinaria:
Alessio Porquier c/o Baroni Vernici Viale Petrarca n° 22 - 57124 Livorno
(La spedizione del materiale è a carico dell’autore e l’organizzazione non si assume la responnsabilità per 
eventuali furti, danneggiamenti o smarrimenti.)
Il contributo di 15 euro dovrà conferirsi contestualmente all’invio dell’opera.
Per versare la quota è necessario collegarsi al sito www.fipilihorrorfestival.it accedere alla sezione 
“concorsi” e seguire le istruzioni per il pagamento.
E’ possibile effettuare pagamento online tramite piattaforma paypal, o bonifico bancario. Eventuali altre 
modalità di pagamento, come ad esempio la consegna a mano della quota, dovranno essere 
preventivamente concordate con la segreteria del concorso scrivendo all’indirizzo mail 
fipilihorrorfestival@gmail.com.
In caso di mancata selezione dell’opera alla fase finale, la quota non verrà in nessun caso restituita.
Una percentuale della quota di partecipazione delle opere iscritte verrà trattenuta dall’organizzazione e 
versata a fine anno ad una associazione benefica.
Una volta accertato il corretto invio dell’opera, della scheda di iscrizione e del versamento della quota gli 
autori verranno avvisati tramite mail personale della corretta iscrizione al concorso.
Le opere selezionate alla fase finale saranno comunicate entro la fine del mese di marzo 2019, tramite 
mail personale agli autori, sul sito internet: www.fipilihorrorfestival.it e sulla pagina facebook FIPILI 
Horror Festival.

CONTATTI
Sito internet : www.fipilihorrorfestival.it
Facebook: Fi Pi Li Horror Festival
Mail: fipilihorrorfestival@gmail.com
Direzione tecnica - Ciro Di Dato 3287372627 
Direzione artistica – Alessio Porquier 3395781493

sabato 26 gennaio 2019

Il giorno della memoria

Carissime amiche ed amici del blog
come tanti, voglio ricordare il giorno della memoria con un post di qualche anno fa.

Un giorno della memoria ancora più tristi, perché abbiamo la consapevolezza che la storia non insegna nulla.Ancora una volta il vento dell'odio sta scivolando dentro i cuori di molti, il razzismo, lo sprezzo, ne sono testimoni i tanti episodi in tutto il mondo in cui si alzano muri per "difendere" un territorio che dovrebbe essere luogo di accoglienza, come i nostri avi hanno avuto.

Muri, barriere, diritti negati e morti, tanti,  nell'indifferenza di molti. Ho paura di questo clima, non mi piace.
Mi chiedo  perché l'uomo sente questo bisogno di odiare, come se fosse una parte del DNA.
Mi chiedo perché non siamo in grado di accogliere ed ascoltare.
Mi chiedo perché lasciamo morire persone...
Non trovo risposte e questo mi spaventa... La banalità del male è sempre in agguato... 





Alcuni anni fa sono andata a visitare il campo di concentramento di Auschwitz. Quando varchi i cancelli senti i brividi che ti percorrono la schiena, con quella scritta: "Il lavoro rende liberi".... liberi di morire. Ho percorso le strade che portano ai campi, ai forni crematori, in completo silenzio, come un silente omaggio a tutte le vittime che hanno perso la vita in questo luogo macabro. 
In alcuni angoli si erano formati gruppi di preghiera autonomi, mi sono aggregata ed ho pregato con loro, non ho capito la loro lingua, ma sentivo il bisogno di farlo. Ciò che mi ha sconvolto di più in questa visita di memoria, non sono stati i forni crematori ne le migliaia di foto appese lungo i corridoi, ma le enormi vetrine dove erano esposti gli oggetti personali di tutte le persone che sono state trucidate all'interno del campo. 
La teca delle valigie, di tutte le dimensioni grandi e piccole, con i loro nomi scritti su un pezzo di cartone e incollati sopra, la grande vetrina con tutti gli oggetti da barba, quella con gli occhiali, un'altra con le scarpe, quella con tutti i pettini e infine quella con tutti i capelli tagliati ai detenuti del campo. Sono rimasta in quella enorme stanza per molto tempo, ho cercato di leggere tutti i nomi incollati nelle valigie di cartone, ho guardato infine tutti i capelli, trecce lunghe che erano appartenute a donne, ma vi erano anche piccole treccine di bambine. 
Tutta la quotidianità dei prigionieri che erano passati per quei campi era racchiusa in quelle vetrine, la loro vita, parte di se stessi di cui venivano spogliati.
Quanta tristezza, quanto dolore.
La banalità del male, come ha scritto sapientemente Anna Arendt nel suo saggio filosofico, è racchiusa tutta in quei campi e noi abbiamo il triste compito di ricordarlo sempre affinché la storia non si ripeta.
Qualche giorno dopo a casa ho scritto queste brevi righe. Non ho scattato foto mi sembrava di violare quelle anime.
(Le foto le ho prese dal web)







Auschwitz
Una piccola valigia di cartone marrone, logora, incollato, in fondo sul lato destro, un pezzo di carta ingiallito, con scritto a mano, in bella grafia, con inchiostro nero, nome, cognome ed anno di nascita: Helen Berger 1937.
Cerco di immaginarti Helen, bambina dalle trecce scure, dagli occhi castani e le efelidi sul naso. Giochi nel cortile della tua casa con la corda. Dalla finestra la tua mamma ti guarda e ti saluta con un cenno di mano. Ricambi il saluto con un sorriso e continui a saltellare felice.
Spensierata nella tua ignara infanzia.
Indossi una gonna grigia a pieghe che svolazza ad ogni saltello, una camicia bianca ed una giacca di lana cotta grigia bordata di nero. Sul petto la tua mamma ti ha cucito una stella a cinque punte, ne sei orgogliosa, ti fa sentire grande , tutti la indossano, anche te.
Qualcuno ha rubato la tua fanciullezza. Non diventerai una bella signorina che si affaccia sorridente alla finestra per salutare il fidanzato. Non indosserai il velo da sposa. Non urlerai dal dolore partorendo tuo figlio.
Sei  una valigia con un nome.
Sei una treccia tagliata in mezzo a tante.
Sei un vestito raccolto e buttato nel mucchio.
Sei  cenere al vento.


mercoledì 23 gennaio 2019

Fabio Volo- Le prime luci del mattino

Carissime amiche ed amici lettori di carta
una mia collega, che ama leggere molto, mi ha consigliato un libro di Fabio Volo, l'ho guardata sbarrando gli occhi, pensando contemporaneamente, un libro di questo scrittore non l'ho voglio proprio leggere, mi rifiuto.

Lei ha insistito, "leggilo Lucia, è diverso dai suoi soliti libri, ha scritto un libro che sa leggere i pensieri più intimi delle donne".
Mi dispiaceva dirle di no, non sono una snob dei libri, quindi mi sono detta perché no?

Vale la pena leggerlo? Io direi di si, con qualche perplessità, ma il mio giudizio è buono.

Leggete la recensione e poi ditemi voi  cosa ne pensate di F.Volo.
Un abbraccio amiche ed amici virtuali


Le prime luci del mattino 
di 
Fabio Volo

Elena attraverso le pagine del suo diario segreto esprime l'insoddisfazione della sua vita matrimoniale che si trascina nel silenzio.
Ormai lei ed il marito Paolo sono solo due estranei che si ritrovano nello stesso tetto per mangiare e dormire. Ma non è questo ciò che sognava. Non è la vita che voleva. Lo guarda, cerca di stabilire un contatto, ma lui come sempre rimane muto, si gira dall'altra parte o va via.
La sua cara amica Carla vive lontano e si sentono soltanto per telefono l'unico vero amico è il suo diario, e vi scrive le emozioni più intime che si intrecciano con la quotidianità della vita.

Sa di meritare molto di più, ma il coraggio di spezzare le catene di un matrimonio che appare  felice agli occhi degli altri non è facile. Ti senti addosso l'insopportabile responsabilità di un portare avanti un qualcosa che si è già rotto, un vaso incrinato, sostenuto da una colla che ormai non tiene più. 

Elena, come ogni donna, ha diritto alla felicità, deve solo trovare il coraggio di vivere senza finzione, senza continuare la commedia di amare un uomo, quando l'amore è ormai finito da tempo.

Adesso vede anche chi gli sta attorno, non ha più occhi solo per lui, conosce Alberto, un collega, ne nasce un'attrazione totale. La sua vita adesso è interrotta da questo momenti rubati. 
Ma è amore? E lui l'ama come vorrebbe lei, come lei sogna?

Domande che solo la vita può dare, ma Fabio volo con incredibile conoscenza dell'animo femminile cerca di darci delle risposte attraverso la figura di Elena, personaggio ben delineato, azzeccato e reale. Una storia che arriva al cuore femminile, ed è questo il segreto di Fabio Volo, una scrittura semplice, immediata, senza fronzoli letterari, ed entra con fermezza nelle scelte delle lettrici.
L'unica pecca aver scelto la scena di sesso a tre, stile 50 sfumature,  toglie l'impostazione intimistica e dolorosa delle inquietudine di questa donna così vera e reale che troviamo in tutto il romanzo. 


SINOSSI
Elena non è soddisfatta della sua vita. Il suo matrimonio si trascina stancamente, senza passione né curiosità. Suo marito è diventato ormai come un fratello: "Non viviamo insieme, insieme ammazziamo il tempo. Abbiamo stupidamente pensato che due infelicità unite potessero dar vita a una felicità". Ha sempre deciso in anticipo come doveva essere la sua vita: la scuola da fare, l'università, l'uomo da sposare... perfino il colore del divano. È diventata moglie prima di diventare donna. Finché un giorno sente che qualcosa inizia a scricchiolare. La passione e il desiderio si affacciano nella sua quotidianità, costringendola a mettersi in discussione. Elena si rende conto che un altro modo di vivere è possibile. Forse lei si merita di più, forse anche lei si merita la felicità. Basta solo trovare il coraggio di provare, di buttarsi, magari di sbagliare. "Per anni ho aspettato che la mia vita cambiasse, invece ora so che era lei ad aspettare che cambiassi io". Un libro sincero e intenso, capace di affrontare i sentimenti senza trucchi o giri di parole, e di portarci faccia a faccia con le nostre emozioni più vere.

SCHEDA LIBRO
TITOLO: LE PRIME LUCI DEL MATTINO
AUTORE: FABIO VOLO
PAGINE: 224
CASA EDITRICE: MONDADORI







L'invenzione di noi due di Matteo Bussola

L'invenzione di noi due  di  Matteo Bussola Impressioni di Maria Lucia Ferlisi  Milo e Nadia si sono conosciuti al liceo tramite tanti m...

Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.