Lord Byron

Carissimi amici ed amiche benvenuti anche oggi nel mio blog.
Oggi voglio ricordarvi l'anniversario della nascita di un grande poeta. Un poeta che rappresenta la massima espressione nel romanticismo poetico. Un poeta che con la sua melanconia ed inquietudine ha ben rappresentato questa corrente letteraria. 
Il suo nome è: George Gordon Noel Byron, conosciuto come Lord Byron, uno dei massimi poeti inglesi, ma amato in tutto il mondo. 

Il poeta ha amato l'Italia, tanto da partecipare attivamente nella vita politica italiana, partecipò ai moti carbonari nel 1821, fu un accanito anticlericale e lotto contro il Vaticano.
Si innamorò anche di un'italiana, Teresa, sposa diciottenne di un ricco sessantenne, scapparono via insieme e vissero girovagando l'Italia: Venezia, Pisa, Livorno e infine Lerici.
Sia a Pisa che a Lerici ebbe un forte seguito a livello letterario ed i suoi circoli erano molto seguiti, fu seguito dal suo amico poeta Shelley e ne soffrì moltissimo della tragica morte nel 1822, anno in cui morì Allegra la figlia avuta dalla sua prima moglie.

Il poeta riprese a vagabondare e andò a Cefalonia a combattere per l'indipendenza greca, lasciò la compagna Teresa, e nel 1923 combatte anche questa battaglia. 

Si innamorò, non corrisposto, di un quindicenne del luogo. Morì nel 1824 a soli 36 anni. Nella sua pur breve vita ci ha lasciato poesie che toccano l'anima e riescono ad essere versi universali.
"Nel gennaio 1824 si trasferì - chiamato dal patriota Alessandro Mavrocordato - a Missolungi, dove morì, forse in seguito a febbri reumatiche, il 19 aprile; vicino a sé aveva il manoscritto dell'incompleto XVII canto del Don Juan. La salma venne tumulata nella chiesa di St. Mary Magdalene a Hucknall Torkard, non lontano da Newstead Abbey. Il funerale vide un interminabile, spettrale corteo di quarantasette carrozze listate a lutto ma vuote, col solo postiglione: fu l'ultima vendetta dell'aristocrazia verso il poeta ribelle."

Passa radiosa, come la notte tersa
Passa radiosa, come la notte tersa
dai cieli stellati;
il meglio del buio e del fulgore
si incontra nei suoi occhi
addolciti a quella tenera luce
che il cielo nega allo sforzo del giorno.
Un’ombra in più, un raggio in meno, avrebbero
in parte guastato la grazia senza nome
che si posa sui capelli neri
o illumina il volto con dolcezza,
dove pensieri limpidi
svelano pura e preziosa dimora.
Su quella guancia, sopra quella fronte serena
sorrisi e colori parlano di pacifici giorni,
di un intelletto in armonia con tutto,
di un cuore che ama innocente.

Vi è un piacere nei boschi inesplorati

Vi è un piacere nei boschi inesplorati
e un'estasi nelle spiagge deserte,
vi è una compagnia che nessuno può turbare
presso il mare profondo,
e una musica nel suo ruggito;
non amo meno l'uomo ma di più la natura
dopo questi colloqui dove fuggo
da quel che sono o prima sono stato
per confondermi con l'universo e lì sentire
ciò che mai posso esprimere
né del tutto celare.

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