giovedì 24 marzo 2016

Lettere di un'aspirante suicida


Sono stata attratta dal titolo, lo confesso e anche dalla copertina, così è finito nelle mie mani, poi a casa non ho resistito e visto che le pagine non erano tantissime, ho preferito farlo avanzare nella lunga fila di libri ancora non letti della mia libreria.
Ebbene il mio istinto questa volta ha fallito, ho scelto un libro la cui fascia d'età indicata per la lettura non è certo un'attempata lettrice. 
L'idea del ritrovamento della lettera in cui la protagonista annuncia il suicidio, tra le pagine di un libro, guarda caso di Leopardi, poteva essere un escamotage carino da usare, ma il linguaggio usato risulta banale, come lo è il motivo per cui l'aspirante suicida vuole appunto suicidarsi.
Tuttavia il libro anche se a me risulta banale è indicato per tutte quelle adoloscenti che a volte maturano dei pensieri negativi, l'intento dell'autrice è proprio questo, arrivare al loro cuore, lo fa usando un linguaggio semplice, ma vero, per  aiutarle attraverso queste lettere, tra la protagonista e uno sconosciuto, a comprendere quanto sia bella la vita.
L'autrice  è poco più che ventenne ed è al suo esordio, per cui va letto dentro questa ottica, allora risulta carino e utile per capire cosa passa nella mente di un'adolescente. 
Un incoraggiamento e l'augurio che il prossimo libro possa essere più maturo ed intenso.
Lettere di un'aspirante suicida
di Valentina Santini
Romano editore 
pagine 120

martedì 22 marzo 2016

Dannato Po

Un altro mio racconto in 200 parole, dedicato al Po. Non so perchè ma lo scritto è stato un risultato triste, molto triste...

Dannato Po


Mi recavo spesso lungo gli argini del Po con il mio bambino, giocavamo felici a rincorrerci a piedi nudi lungo gli argini, poi lui stremato dalla corsa si spogliava e si tuffava nelle acque fredde del fiume. Io no, avevo paura dell’acqua. Restavo lì, con le braccia attorno alle ginocchia piegate, a guardarlo, mentre mi spruzzava addosso l’acqua dolciastra del Po. Ed è stato così che ti sei allontanato da me, lentamente , annaspavi, un vortice ti risucchiava, non riuscivi a raggiungere la riva. Mi hai chiamato per chiedere aiuto, sono rimasta impotente a guardarti, mentre scivolavi nelle sue braccia.
Che tu sia dannato Po.
Sono passati tanti anni, non mi restano che ricordi mai spenti di quel tragico giorno.
Maledetto Po.
Ti sei appropriato della vita di mio figlio. Aveva solo otto anni. Nutri il tuo ventre, ormai, malato di vittime innocenti. Chissà se provi pietà o rimorso. Vorrei essere fuoco per bruciarti. Vorrei essere vento per spazzarti via. Vorrei essere fango per occultarti. Ma sono solo una donna incanutita dalla vecchiaia, che può concederti il tormento di trangugiare un’altra persona nelle tue torbide e melmose viscere.

Maledetta bassa a cui tu sciagurato Po appartieni.


lunedì 21 marzo 2016

Auguri Alda

Auguri Alda


di certo adesso non sei all'inferno, quello lo hai vissuto quando eri in vita, sei tra gli angeli con la sigaretta in bocca e appunti sulle nuvole i pensieri che accavallano la tua mente, come prima che li scrivevi sui muri della tua casa. 
Sei nata in un giorno di primavera e non poteva essere altrimenti, hai amato la vita, tutta, nella dolcezza, nell'amarezza, nel dolore, nella rabbia , nella gloria e nell'amore di chi ha saputo scavare nella tua anima, non folle, quello lo eri per chi non sapeva leggere e amare le tante donne che erano in te.


Sono nata il ventuno a primavera

 ma non sapevo che nascere folle, 

aprire le zolle potesse scatenar tempesta. 

Così Proserpina lieve vede piovere sulle erbe 

sui grossi frumenti gentili e piange sempre la sera.

 Forse è la sua preghiera.


Vi ripropongo un mio vecchio post sulla poetessa dei Navigli.


Una tortora di nome Alda Merini

Amo le poesie di Alda Merini come penso tante di voi che leggeranno questo post, ciò che trovo più interessante è la sua vita, la sua lucida follia che si tramuta in parole cariche di immagini e suoni attinti dalla sua realtà tragica e si tramutano in vibranti parole nelle sue poesie. Chi legge le sue poesie ignorando la sua vita, penserà che ella sia una poetessa soltanto, ma in lei ritroviamo quella carica che solo le donne che vivono intensamente possono trovare e tramutare in parole. Senza la follia Alda Merini avrebbe saputo trasmettere con le stessa intensità le sue parole poetiche? Chissà forse si, ma anche no, certe espressioni sarebbe state più composte, chiuse nei rigidi schemi poetici, invece le sue parole sono espressione di una mente libera, di una tortora o di una bambina la cui ingenuità permane per sempre nell'animo. Alda Merini è nata il 21 marzo del 1931, cominciò a scrivere prestissimo a 16 anni e trovò subito in Giorgio Manganelli il suo "maestro di stile". Fu apprezzata ed ebbe una splendida amicizia con Salvatore Quasimodo il quale pubblicò anche diverse sue poesie nella sua antologia "Poesie italiane nel dopogurra". Alda si sposò nel 1953 ed ebbè subito due figlie, ma iniziarono presto i suoi primi disagi mentali, alla fine nel 1965 il marito la fece internare in un manicomio dove vi rimmarrà fino al 1972 e durante questi anni partorì altre due figlie. Dopo l'esperienza devastante del manicomio, riuscirà a sopravvivere ai sorprusi, grazie alle visite del marito, ed, alla sua forte volontà ed istinto di sopravvivenza. Dal 1979 riprende la sua produzione letteraria, non quella di scrivere che l'aveva continuata anche in manicomio e i cui molti testi furono raccolti dal dottore G. che l'ebbe in cura per un certo periodo. Fra le sue tante opere ricordiamo: "Testamento", "Vuoto D'amore", "L'anima innamorata", "Terra Santa".... Voglio ricordarla con queste sue parole: "L'uomo è socialmente cattivo, un cattivo soggetto. E quando trova una tortora , qualcuno che parla troppo piano, qualcuno che piange, gli butta addosso le proprie colpe, e, così, nascono i pazzi. Perchè la pazzia amici miei, non esiste. Esiste soltanto nei riflessi onirici del sonno e, in quel terrore che abbiamo tutti, inventerato, di perdere la nostra ragione." Alda Merini ci ha lasciati il 1 novembre del 2009. L'anno precedente era stata ospite al festivaletteratura di Mantova pr un evento a lei dedicato. 
(Le notizie biografiche sono tratte dal libro: "Diario di una diversa" scritto dalla poetessa.)















A tutte le donne
Fragile, opulenta donna, 
matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra

e innalzi il tuo canto d'amore.


Accarezzami, amore,
ma come il sole
che tocca la dolce fronte della luna.
Non venirmi a molestare anche tu
con quelle sciocche ricerche
sulle tracce del divino.
Dio arriverà all'alba
se io sarò tra le tue braccia.

Superba è la notte
La cosa più superba è la notte
quando cadono gli ultimi spaventi
e l'anima si getta all'avventura.
Lui tace nel tuo grembo
come riassorbito dal sangue
che finalmente si colora di Dio
e tu preghi che taccia per sempre
per non sentirlo come rigoglio fisso
fin dentro le pareti.

sabato 19 marzo 2016

Festa del Papà

La  festa del papà è nata dopo quella della mamma. Per chi è cattolico si festeggia il 19 marzo
ricorrenza della festività dedicata a San Giuseppe e quindi il primo padre cristiano. Sembra che i primi a celebrarla siano stati i Padri Benedettini nel 1030, seguiti dai Servi di Maria nel 1324, e dai Francescani nel 1399.
In Sicilia Abruzzo e Puglia si è soliti invitare i poveri a mangiare con loro, mentre in altre regioni, si accendono i falò. A Cosenza invece si svolge una bellissima fiera ricca di eventi ed espositori.
Vi ricordate che prima era un giorno festivo? Si, infatti lo è stato fino al 1977, anno in cui è stata abolita, purtroppo!

In molti paesi non è cosi, si festeggia la terza domenica di giugno, come negli Stati Uniti. Sembra che sia stata celebrata per la prima volta nella Virginia occidentale nel luglio del 1908 a Farimont, nella chiesa metodista locale. Una certa signora Sonora Smart Dodd ne sollecitò la ricorrenza dopo un sermone ascoltato sulla festa della mamma. La signora Dodd il 19 giugno del 1910 organizzò la prima festa, scelse questa data perché era il compleanno di suo padre.
In Germani la festa coincide con il giovedì dopo 40 giorni dalla Pasqua, è dedicata a tutti gli uomini e secondo una tradizione ottocentesca, si deve spingere un carretto pieno di alcolici...naturalmente alla fine sono tutti ubriachi!
Ma in molti altri paesi la festa è invece associata ai padri "Nazionali" della nazione, come in Russia dove si celebra la festa dei difensori della patria, e in Thailandia dove coincide con il compleanno dell'attuale sovrano che è venerato come un padre.
Oltre alla tradizione religiosa in Italia in molte regioni si abbina anche quella culinaria, in primis la Campania con le famosissime zeppole di San Giuseppe, simile ad un bignè con marmellata o crema pasticcera. In Sicilia abbiamo le zeppole di riso dolcetto a forma di tronchetto di riso sempre fritto e aromatizzato con cannella o miele. 
A Bologna abbiamo la raviola, un raviolo di pasta frolla ripieno di marmellata.

In molti comuni della Puglia si è soliti imbandire una tavola con tredici pietanze dedicate al Santo, un posto si lascia vuoto e si pone un bastone ed un giglio a simboleggiarne la presenza. Sono tutti cibi "poveri", in quanto  rappresentano al meglio la figura di San Giuseppe e la povertà in cui visse con Maria.
I cibi sono: i lampascioni, fagioli e ceci, il cavolfiore, il pesce fritto, lo stoccafisso, le fave, le sarde,la lattuga, le tagliatelle, il pane a forma di ciambella di San Giuseppe, le cartellate (un dolce) e le zeppole.




Eccovi  la ricetta del dolce napoletano
 LE ZEPPOLE:
PREPARATE LA CREMA PASTICCERA
PER LA ZEPPOLA:
120 GR. DI FARINA
4 UOVA
50 gr  DI ZUCCHERO
ACQUA 1 BICCHIERE
Fate sciogliere il burro con l'acqua e lo zucchero, in un pentolino, quando inizia a bollire spegnete. Versate il tutto sopra la farina, sempre setacciata, e che avrete messo in un altro pentolino, mettete sul fuoco e  mescolate bene, quando l'impasto e rappreso e morbido, spgnete pure. Lasciate raffreddare, meglio in una ciotola, ed aggiungete le uova,  uno alla volta e mescolate fino al completo assorbimento. Adesso prendete un sac- a- poche e su un ripiano formate  dei cerchi, preparate una padella alta con dell'olio ben caldo e cominciate a friggerli. Raffreddate e decorate con la crema e un candito sopra. 
Buon Appetito.

Anima di Wajdi Mouawad

  Anima di Wajdi Mouawad Impressioni di Maria Lucia Ferlisi Parlare di questo romanzo non è facile, durante la lettura molte volte sono stat...

Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.