Solo danni collaterali
di
Pier Bruno Cosso
recensione di
Maria Lucia Ferlisi
Per il dottor Enrico Camapnedda è un sabato mattina come tanti, un risveglio dolce, filtrato da un sole ancora tiepido e terso della città di Alghero in cui vive.
Il dottor e la moglie Gavina poltriscono nel letto, la settimana lavorativa è appena terminata e posso concedersi il meritato riposo del fine settimana.
Suona il campanello un orario atipico, forse un paziente per qualche urgenza immagina, la disponibilità non sempre è un vantaggio e si alza pigramente per aprire la porta.
Il campanello stride ancora, con calma apre la porta, senza tanti preamboli fanno irruzione il maresciallo dei Carabinieri con alcuni agenti che senza dare troppe informazioni iniziano a perquisire la casa tra gli occhi sbalorditi e accusatori di moglie e figlia. Enrico non capisce, si forza di pensare a cosa possa aver fatto di sbagliato ma non ricorda nessuna infrazione, prova a chiedere, ma le risposte sono evasive: "ordini superiori. Non posso dire altro. Ordini superiori. Le conviene collaborare."
Viene portato in caserma, come un delinquente qualsiasi e nell'interrogatorio scopre di essere colpevole di aver esercitato abusivamente la sua attività, art. 349 del nuovo codice di procedura penale.
Adesso è agli arresti domiciliari a casa.
Poche parole, lapidarie e senza possibilità di appello. Un mondo che crolla addosso. Il suo studio di medico di base viene chiuso, la moglie che gestiva la parte commerciale, non può più farlo, niente
stipendio e niente contatti con il mondo esterno.
Sei già COLPEVOLE e ti possono sbattere in prima pagina, ancora prima di essere giudicato da un tribunale.
Si può, se un giudice bramoso di carriera si trova in simbiosi con un maresciallo desideroso di qualche "privilegio".
In gabbia tra le sue pareti di casa colpevole di accuse infamanti.Un articolo penale e accuse di non sa chi hanno distrutto il mondo tranquillo lavorativo e affettivo di Enrico. Tutto viene rimesso in discussione, gli amici che si allontanano, come i colleghi, ma anche la moglie e la figlia non comprendono e lo lasciano solo nell'appartamento che si spoglia di quadri e oggetti preziosi per pagare le parcelle salate dell'avvocato.
Menzogne, invidia, ricerca di potere, indifferenza... Erico rimane impigliato in questa rete, difficile da scrollare di dosso, perché non sai come fare, non sai più riconoscere e distinguere il buono dal cattivo, l'amico fidato ma soprattutto dagli affetti più cari che non riconoscono il nuovo Enrico, incredulo e abbattuto che non riesce a reagire.Tutta la sua vita affettiva dovrà essere ricucita, ed è consapevole che nulla ritornerà come un tempo, lui sarà un altro Enrico e la moglie un'altra Gavina.
Pier Bruno Cosso ci presenta un romanzo-verità di denuncia contro la malagiustizia, un romanzo che si addentra con chiarezza nei sentimenti umani a volte così abbietti di alcune persone.
L'autore come un detective scandaglia le persone i loro pensieri e li mette a nudo con un linguaggio chiaro e preciso, mostra sentimenti ed emozioni che chiariscono quanto i "danni collaterali" rimangano sospesi nella vita di una persona senza possibilità di tornare nella normalità calpestata e distrutta. Ci pone davanti alle difficoltà di ricreare gli affetti di prima ma nulla è o potrà essere come prima. Le ferite si ricompongono ma le cicatrici sono lì a ricordarti giorno dopo giorno quanto
bruciano.
Un romanzo che si legge piacevolmente per il ritmo dinamico e fluido e per la trama realistica.
Il campanello stride ancora, con calma apre la porta, senza tanti preamboli fanno irruzione il maresciallo dei Carabinieri con alcuni agenti che senza dare troppe informazioni iniziano a perquisire la casa tra gli occhi sbalorditi e accusatori di moglie e figlia. Enrico non capisce, si forza di pensare a cosa possa aver fatto di sbagliato ma non ricorda nessuna infrazione, prova a chiedere, ma le risposte sono evasive: "ordini superiori. Non posso dire altro. Ordini superiori. Le conviene collaborare."
Viene portato in caserma, come un delinquente qualsiasi e nell'interrogatorio scopre di essere colpevole di aver esercitato abusivamente la sua attività, art. 349 del nuovo codice di procedura penale.
Adesso è agli arresti domiciliari a casa.
Poche parole, lapidarie e senza possibilità di appello. Un mondo che crolla addosso. Il suo studio di medico di base viene chiuso, la moglie che gestiva la parte commerciale, non può più farlo, niente
stipendio e niente contatti con il mondo esterno.
Sei già COLPEVOLE e ti possono sbattere in prima pagina, ancora prima di essere giudicato da un tribunale.
Si può, se un giudice bramoso di carriera si trova in simbiosi con un maresciallo desideroso di qualche "privilegio".
In gabbia tra le sue pareti di casa colpevole di accuse infamanti.Un articolo penale e accuse di non sa chi hanno distrutto il mondo tranquillo lavorativo e affettivo di Enrico. Tutto viene rimesso in discussione, gli amici che si allontanano, come i colleghi, ma anche la moglie e la figlia non comprendono e lo lasciano solo nell'appartamento che si spoglia di quadri e oggetti preziosi per pagare le parcelle salate dell'avvocato.
Mi manca una cosa semplicissima. Quello che fa più male è perdere le cose semplici. Perchè è vero che tutto scorre, ma per gli altri. Per me no. Io resto seduto sul bordo del flusso.Il dolore è grande, incomprensibile, una vita che si sta distruggendo per accuse non ancora convalidate, ed ecco che un cittadino normale viene travolto dalla lenta e malagiustizia, polvere di parole che annientano la sua persona e lo spogliano dagli affetti semplici e normali per lasciarlo nudo e solo di fronte a una nuova verità.
Menzogne, invidia, ricerca di potere, indifferenza... Erico rimane impigliato in questa rete, difficile da scrollare di dosso, perché non sai come fare, non sai più riconoscere e distinguere il buono dal cattivo, l'amico fidato ma soprattutto dagli affetti più cari che non riconoscono il nuovo Enrico, incredulo e abbattuto che non riesce a reagire.Tutta la sua vita affettiva dovrà essere ricucita, ed è consapevole che nulla ritornerà come un tempo, lui sarà un altro Enrico e la moglie un'altra Gavina.
Pier Bruno Cosso ci presenta un romanzo-verità di denuncia contro la malagiustizia, un romanzo che si addentra con chiarezza nei sentimenti umani a volte così abbietti di alcune persone.
L'autore come un detective scandaglia le persone i loro pensieri e li mette a nudo con un linguaggio chiaro e preciso, mostra sentimenti ed emozioni che chiariscono quanto i "danni collaterali" rimangano sospesi nella vita di una persona senza possibilità di tornare nella normalità calpestata e distrutta. Ci pone davanti alle difficoltà di ricreare gli affetti di prima ma nulla è o potrà essere come prima. Le ferite si ricompongono ma le cicatrici sono lì a ricordarti giorno dopo giorno quanto
bruciano.
Un romanzo che si legge piacevolmente per il ritmo dinamico e fluido e per la trama realistica.
Scheda Libro
Autore: Pier Bruno Cosso
Titolo: Solo danni collaterali
Casa Editrice: Marlin
Pagine: 222
Sinossi
Un giudice prende di mira un medico professionalmente serio e corretto, e fa saltare per aria tutta la sua vita. Sembra incredibile, ma quella raccontata da Cosso è una storia vera, che segue in presa diretta la discesa di una persona onesta in un inferno giudiziario. Di fronte ci sono due mondi che si scontrano: un magistrato in delirio di onnipotenza, e la sua vittima occasionale. Ma il prezzo altissimo dell'ingiustizia lo paga solo il perseguitato incolpevole, perché il giudice in Italia non è perseguibile per il suo cattivo operato. La vicenda, ambientata in Sardegna nel periodo attuale, inizia col protagonista che viene buttato giù dal letto all'alba di un sabato mattina e subisce una lunga perquisizione, senza spiegazioni e senza rispetto. Privato della libertà, del lavoro, dello stipendio, e infine degli affetti familiari, il medico, aiutato da un'amica giornalista, si lancia in un'indagine serrata per comprendere l'origine delle accuse infondate di cui è fatto oggetto. In questo romanzo, se le vicende giudiziarie sono ispirate alla realtà, i risvolti umani, gli amori e le passioni sono di pura invenzione, così come i nomi e i luoghi, che sono di fantasia e non possono essere attinenti alle persone reali, se non per pura casualità. Cosso ha saputo costruire con abilità una storia drammatica, scavando nel profondo dell'animo umano. Più che una critica serrata alle nostre strutture giudiziarie, la vicenda narrata vuol lanciare un grido d'allarme verso un sistema senza difese immunitarie.
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