Al faro di Virginia Woolf



Carissime lettrici e lettori del blog
durante il salone del libro ho avuto modo di ascoltare Nadia Fusini, scrittrice, critica e traduttrice di Shakespeare, che ha raccontato il libro: Al faro di Virginia Woolf. Libro che lei stessa ha curato nella versione attuale edita da Feltrinelli.

 Ascoltare una letterata esperta della letteratura Inglese, è stato interessante. Ho preso appunti a mano, usando carta e penna come quando andavo a scuola, e oggi voglio proporli a voi per farvi amare ancor di più questa grande autrice e femminista dall'animo delicato, moderno, attivo e all'avanguardia.

Nadia Fusini definisce il romanzo nell'esatta terminologia della Scrittrice Virginia: Elegia.

Questo romanzo per l'autrice è stato come un dono, un'offerta, perché nello scrivere si è confrontata con i suoi ricordi ed le sue emozioni, che hanno ripreso vita nella carta. 

Virginia scrive per il faro, per ricordargli l'infanzia  e le lunghe estati felici passate in Cornovaglia. 

Un'elegia dedicata al padre ed alla madre per ravvivarne il ricordo. La prima parte del romanzo è dedicata al padre, ma è anche una sorta di diario. Nella stesura la figura materna diventa sempre più determinante e diventa quasi la reincarnazione della madre morta, "È quasi doloroso vedersela resuscitare...è quasi averla vista ancora..


Virginia aveva solo 13 anni quando le è morta la madre, e nello scriverne la memoria, riaffiorano ricordi ed episodi che lei stessa pensava di non avere conservato. Virginia era a tu per tu con la madre o meglio con il fantasma che di lei aleggiava ancora in quella casa.

Vanessa, la sorella di Virginia, dirà che è rimasta turbata ed eccitata da questa meravigliosa rievocazione dei genitori nel Faro.  Il diario, elegia. è stato scritto con calma dall'autrice, una stesura non facile, dove verità ed immaginazione s'intrecciano.

Il titolo rappresenta la porta in cui l'autrice ci conduce in questi ricordi intimistici. Virginia affronta il tema della luce che illumina la vita, i ricordi, la mente una luce morbida che accarezza e danza riga dopo riga. 

La forza delle donne attraverso la figura materna ci mette di fronte alla potenza femminile in cui l'autrice crede fermamente. 

Non è facile parlare di sentimenti e tramutarli in parole, il mondo delle emozioni, soprattutto se dobbiamo esprimere il vuoto, la mancanza di una figura fondamentale nella vita di una figlia: "To want and not to have". 

Non si può raccontare una mancanza, ma Virginia Woolf lo fa con straordinaria delicatezza, con una dimensione linguistica poetica ed armonica.
" Le parole stanno raccolte in un silenzio comunicativo".


Nadia Fusini durante l'evento



Sinossi

"Al Faro": questo il vero titolo del romanzo di Virginia Woolf che la nuova traduzione di Nadia Fusini riporta all'originaria bellezza. Romanzo sperimentale, intonato alla ricerca di libertà formale che accomuna i grandi scrittori di questo secolo, "Al Faro" è un libro sulla memoria e l'infanzia; un'elegia alla luce che ha illuminato le figure della madre e del padre reali, che nel romanzo diventano il signore e la signora Ramsay. A tema è lo scontro tra il sì materno ("sì, andremo al faro") e il no paterno ("no, al faro non si può andare"), come esso risuona nel cuore del figlio James, e nella mente della figlia Virginia, che a distanza di anni si misura, scrivendo, con la potenza di quei fantasmi. L'effetto è liberatorio. Prima, confessa Virginia Woolf, "pensavo al babbo e alla mamma ogni giorno". Ora "li depone", li seppellisce. È la sua catarsi.

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