lunedì 5 settembre 2016

Goffredo Mameli

Il 5 settembre del 1827 nasceva a Genova  il poeta e patriota Goffredo Mameli, a lui si vede il nostro Inno d'Italia. L'influenza della madre molto colta e con attenzioni verso la Repubblica, grazie anche all'amicizia con Mazzini, fu da subito evidente nel giovane Mameli. Compì studi universitari sempre nella sua città natia, ma la passione politica lo affascinò e vi dedico la sua brevissima vita. Compose versi dedicati a Roma e a Mazzini, l'inno Militare. Scrisse anche ballate ed una tragedia, e molti versi che furono conosciuti dopo la sua morte, grazie al poeta Carducci. Ma le sue opere venivano interrotte sempre dai grandi ideali che pervadevano al sua anima, era un sostenitore accanito della Repubblica, ed avversario della monarchia.
Fu amico di Nino Bixio, Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi. I suoi versi, diventarono  volti a decancatare l'Italia e l'impegno civile che ne deriva, una sorta di poesia civile, in cui cercava di dare una nota poetica alle gesta di Mazzini, il suo eroe.Il 9 novembre del 1847 pubblicò il suo inno che fu tradotto in musica dal maestro di musica Novaro."Messo in musica dal maestro M. Novaro che corresse l'incipit, dandogli la forma definitiva, accompagnò per un biennio le gesta dei volontari instillando nel sentire comune, insieme con l'odio per l'Austria, l'orgoglio di un passato che si fregiava delle glorie romane e di quelle dell'Italia dei comuni."Goffredo Mameli partecipò in prima linea nei vari moti risorgimentali,  fu nominato da Garibaldi aiutante in campo, partecipando attivamente alle varie iniziative di Garibaldi, fra cui l'assedio dei francesi a Roma, e durante la difesa, il 3 giugno fu ferito ad una gamba, furono costretti ad amputargliela a causa di un'
infezione, ma purtroppo non riusci a superarla ed il 6 luglio 1849 morì, alla giovanissima età di  22 anni.

Eccovi il testo dell' Inno d'Italia

Fratelli d’Italia
l’Italia s’e’ desta
dell’elmo di Scipio
s’e’ cinta la testa
Dov’e’ la vittoria?
Le porga la chioma
che schiava di Roma
Iddio la creo’
Stringiamoci a coorte
siam pronti alla morte
siam pronti alla morte
l’Italia chiamo’
Stringiamoci a coorte
siam pronti alla morte
siam pronti alla morte
l’Italia chiamo’, si!
Noi fummo da secoli
calpestati, derisi
perche’ non siam popoli
perche’ siam divisi
Raccolgaci un’unica
bandiera, una speme
di fonderci insieme
gia’ l’ora suono’.
Stringiamoci a coorte
siam pronti alla morte
siam pronti alla morte
l’Italia chiamo, si’!
Uniamoci, uniamoci
l’unione e l’amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti, per Dio
chi vincer ci puo’?
Stringiamoci a coorte
siam pronti alla morte
siam pronti alla morte
l’Italia chiamo, si!
Dall’Alpe a Sicilia,
dovunque e’ Legnano;
ogn’uomo di Ferruccio
ha il core e la mano;
i bimbi d’Italia
si chiaman Balilla
il suon di ogni squilla
i Vespri suono’.
Stringiamoci a coorte
siam pronti alla morte
siam pronti alla morte
l’Italia chiamo, si’!
Son giunchi che piegano
le spade vendute
gia’ l’Aquila d’Austria
le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia
e il sangue Polacco
beve’ col Cosacco
ma il cor le brucio’.
Stringiamoci a coorte
siam pronti alla morte
siam pronti alla morte
l’Italia chiamo’, si!


(http://www.treccani.it/enciclopedia/goffredo-mameli_(Dizionario-Biografico))

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.