recensione di Maria Lucia Ferlisi
lunedì 22 febbraio 2021
C'era una volta adesso di Massimo Gramellini
martedì 16 febbraio 2021
Anna Vertua Gentile - la scrittrice dei buoni sentimenti
Anna Vertua Gentile nasce a Dongo il 30 maggio 1845. Scrisse il primo romanzo a ventitre anni: Letture educative per fanciulle.
Spronata dal marito Iginio Gentile, docente di Storia antica dell'Università di Pavia, continuò a scrivere, i suoi romanzi toccavano il mondo dell'infanzia e scrisse diverse favole e racconti Dopo la morte del marito, da cui ebbe due figli, nel 1893, diventò una scrittrice a tutti gli effetti, anche per scelta economica.
Iniziò a scrivere romanzi d'amore e libri su come si devono comportare le ragazze e in cui dispensa consigli utili anche per la loro indipendenza economica nel caso non avessero trovato marito. Le sprona a non pensare alla vita solo come moglie, ma le stimola a intravedere una realtà diversa, a non scegliere subito un marito, ma valutare anche la scelta di vivere da sole e di non vergognarsi se non trovano marito.
Anna Vertua scrisse molto, circa 150 titoli, un numero elevato se pensiamo che siamo nel fine ottocento, primi novecento, secoli in cui la donna doveva essere forte per affermarsi in un mondo letterario dominato dagli uomini.
Le sue idee erano progressiste e si era tagliata uno spazio notevole nel mondo della letteratura. I suoi romanzi pur seguendo la linea ottocentesca dove amore fa sempre rima con cuore, dove la donna è un fiore, Anna Vertua Gentile stimola le lettrici a essere indipendenti, soprattutto dal punto di vista economico. Come lei che non ha potuto contare sull'appoggio del marito morto giovane e che ha dovuto lavorare per mantenersi.
Tra i suoi romanzi ricordiamo i più famosi:
Come devo comportarmi,
L'arte di farsi amare dal marito,
Per la mamma educatrice.
Romanzo d'una signorina per bene che dedicò alla sorella Antonietta.
La storia di una bambola
In Collegio. Letture per giovinette
L' arte di farsi amare dal marito: consigli alle giovani spose
Angelita, Torino
Ida attrice
Istruzioni in famiglia. Scritti educativi per giovinette
Voce materna. Consigli ed esempi alle madri e alle giovanette
Per la mamma educatrice
Ulrica
Fantasiosa, Catania
Lulù
Pippetto
Bucaneve
Scrisse articoli per alcune riviste come Giornale della maestre e La donna di Gualberta Alaide Beccari , diresse una rivista bisettimanale, per alcuni anni Fanciullezza Italiana, dedicata sempre al comportamento delle donne nella vita sociale. Non si può sicuramente considerare una scrittrice femminista, anche se frequentò per alcuni anni gli ambienti socialisti e partecipò anche ad un congresso sui diritti femminili, il suo pensiero restava cattolico.
Morì nel 1926, in povertà presso l'Istituto Santa Savina di Lodi, dove si ritirò nel 1923, la retta le venne pagata dalla casa editrice Hoepli, con la quale aveva avuto un lungo rapporto lavorativo e di amicizia, sulla facciata esterna dell'edificio, è stata affissa una targa ricordo:
«In questa casa trovò negli ultimi suoi anni asilo - conforto - pace Anna Vertua Gentile, scrittrice insigne che volle fine supremo dell'arte sua il trionfo della bontà, il trionfo della gioventù. Nata a Dongo 1846 morta a Lodi addì 23 11 1926» La città di Codogno dopo qualche anno dalla sua morte le ha intitolato una scuola (1931). Da 15 anni è stato istituito un premio letterario, a lei dedicato, dalla biblioteca civica Popolare. Chi vuole approfondire: Federica Cutrona, Il palcoscenico dei buoni sentimenti. Anna Vertua Gentile scrittrice di teatro per l'infanzia, in Storie di donne, Genova, Editore Brigati, 2002. |
Grazie a : https://it.wikipedia.org/wiki/Anna_Vertua_Gentile
giovedì 11 febbraio 2021
Porcellana di Maria Enea
Osmolinda aveva ereditato dal padre l’interesse per la materia e per la trasmutazione dei metalli. Gli effluvi, i vapori, gli aromi inconsueti, il calore spesso insopportabile, provenienti da forno alchemico e focolare sempre accesi, le procuravano una gioia profonda. "
In città, e non solo, la coppia alchemica formata da Andreas e Osmolinda divenne ben presto molto nota. In casa c’era un continuo andirivieni di committenti, che richiedevano le sostanze adatte per gli usi più disparati, da quello terapeutico a quello agrario. Qualche nobile s’informava sull’eventualità che fosse stato scoperto il sistema di trasformare i metalli comuni in oro e si offriva di reclutare i coniugi per ottenerne in casa propria la fabbricazione. Gentilmente ma fermamente, Andreas opponeva un rifiuto. All’iniziale stupore della moglie, egli fornì una spiegazione. «Mai porsi sotto l’ala protettiva di un nobile o di un re! L’alchimista perde la propria autonomia. Se riesce nell’Opera, non potrà disporre liberamente dei frutti del proprio lavoro; se invece dovesse fallire, si ritroverebbe esposto alle ritorsioni del suo ex protettore. Ricordatene sempre!». Nei primi giorni del suo soggiorno a Dresda, Osmolinda si trovò spaesata, perché conosceva poco il tedesco. Andreas le aveva insegnato molte parole, ma lei trovava difficoltà nel comprendere le frasi e nell’esprimersi. I verbi le sembravano complessi. Ma le sue capacità di adattamento ebbero la meglio, e, poco alla volta, imparò a parlare il tedesco in modo fluente. Le lezioni più belle si svolgevano a letto. Andreas insegnava alla moglie i nomi di tutte le parti del corpo e di tutte le attività amorose. Osmolinda apprendeva velocemente e gioiosamente. Era felice, molto felice e la felicità che aveva nel cuore traspariva sul suo volto, rendendola sempre più bella. «Sei l’alchimista più attraente del mondo!» le diceva Andreas orgoglioso e innamorato, strusciandosi a lei anche dentro l’officina. Osmolinda lo cacciava scherzosamente: «Romperai qualcosa, se continuerai a muoverti come un orso in cerca del miele!». «È proprio un paragone azzeccato, colombella! Quale miele è più dolce di te? Non posso assaggiarti un po’?». «C’è tempo! Possibile che tu non riesca mai a essere serio «Non sono serio, io? Sulle questioni di letto non scherzo mai!». Le energie e il desiderio di lui sembravano inesauribili. Durante il giorno Osmolinda cercava di tenerlo a freno perché lei nutriva un religioso rispetto per il lavoro alchemico. Inoltre, potevano essere visti da Bette, la serva che avevano assunto per le incombenze domestiche, affinché Osmolinda fosse libera per lavorare nell’officina. Stare con Andreas era ben diverso che stare col padre! Ma quanto le mancava, Pieter! Sentiva il bisogno della sua presenza rassicurante, del suo amore incondizionato e assoluto. Osmolinda non osava confessare nemmeno a se stessa che in Andreas c’era qualcosa di inquietante. Non sapeva cosa fosse, non c’era niente di razionale nella sua sottile paura. Tuttavia, qualcosa c’era. E quel senso di sgomento si manifestava nei sogni di Osmolinda. Le sue notti, oltre che dai rapporti carnali con il suo bel marito, erano affollate da incubi sempre più frequenti, in cui la figura di Andreas era sempre associata a lame e sangue. Al comparir del giorno, quelle inconfessabili paure si dissolvevano come le brume dell’alba. Osmolinda avvertiva un segreto senso di colpa, e cercava di cacciar via quei cattivi pensieri. Andreas, nella vita reale, era un uomo buono e un marito innamorato. Andreas, totalmente ignaro dei sentimenti della moglie, lavorava lieto con Osmolinda, compiaciuto della sua competenza e del suo entusiasmo. Un giorno, davanti all’atanor, mentre versava dello zolfo, Osmolinda fu colpita in pieno volto dagli effluvi della sostanza e perse i sensi. Andreas la soccorse immediatamente. «Lo zolfo può fare brutti scherzi, non avvicinare mai il volto!». L’indomani mattina, mentre scendeva al piano di sotto, fu colta da un capogiro sulle scale. Anche questa volta Andreas era vicino a lei. «Forse sei un po’ stanca, tesoro. Non lavorare, oggi. Perché non esci a fare una bella passeggiata? Un po’ d’aria non ti farà male! Esci pochissimo». Osmolinda scrutando fuori dalla finestra del salotto, vide che il cielo era sereno. Aveva avuto un incubo, quella notte. «Sì, Andreas. Un po’ d’aria fresca mi farà bene. Vieni con me?». «Purtroppo non posso, tesoro. Agenores Thespiensis mi ha preannunciato una visita. Porta Bette con te».
mercoledì 10 febbraio 2021
Premio Letterario La Rocca III Edizione
Premio Letterario La Rocca
III Edizione
Terza Edizione Del Concorso Letterario La Rocca
Bando Integrale Presidenti del premio: Nina Miselli
Quota d’iscrizione gratuita
Sezioni: Poesia in lingua Italiana, Poesia in lingua Inglese/ Francese, Racconti in lingua Italiana. Organizzato da: Miselli Nina e Jane Dolman Montecchio Emilia (RE) mail angolano-miselli@virgilio.it Il concorso è aperto alla partecipazione di autori italiani e stranieri, si articola:
Sez. A – Poesia a tema libero in lingua Italiana
Sez. B – Poesia a tema libero in lingua Inglese/Francese
Sez. C – Narrativa a tema libero in lingua italiana: favole/ racconti. Per tutte le sezioni è prevista la spedizione per posta elettronica (in formato word) via mail. angolano-miselli@virgilio.it Si accettano solo elaborati solo con il titolo e anonimi
SCADENZA: 20/05/2021 (farà fede la data di ricezione della mail)
INVIO MATERIALE: Poesie a tema libero in lingua Italiana: Da uno a tre poesie dattiloscritte, dovranno pervenire in 1 copia ciascuna solo col titolo della poesia. (non devono risultare vincitori o aver ricevuto riconoscimenti e premi in analoghi Concorsi Letterari.) Poesie Poesia in lingua in lingua Inglese/Francese: Da uno a tre poesie dattiloscritte, dovranno pervenire in 1 copia ciascuna solo col titolo della poesia. (non devono risultare vincitori o aver ricevuto riconoscimenti e premi in analoghi Concorsi Letterari.) Narrativa “Favole o Racconti” in lingua italiana : dovranno pervenire in 1 copia; I testi dovranno avere una lunghezza massima preferibile di 3 cartelle (per cartella si intende un foglio di 30 righe di 60 battute per riga). I racconti non devono risultare vincitori o aver ricevuto riconoscimenti e premi in analoghi Concorsi Letterari. IN OGNI CASO OCCORRE ALLEGARE la scheda di partecipazione INVIO MAIL: (non occorre firma scritta la ricevuta mail fa da garanzia) angolano-miselli@virgilio.it GIURIA: Per la lingua Italiana: Presidente della giuria la scrittrice Angela Angolano: Attraverso la poesia esprime l' emozioni del cuore; Alessia Grasselli:Scrittrice. Ha la passione per la scrittura e la lettura, la esprime sul suo Blog Letterario “Passione Libri” La giornalista del "Resto del Carlino" Nina Reverberi: Esprime attraverso la sua penna la cronaca locale con un linguaggio semplice ma forte; Emanuela Villa: La sua vita lavorativa è concentrata nella scuola, ama l'arte e la cultura: Di tanto in tanto si diverte a scrivere poesie. Per la lingua Inglese Presidente della giuria Jane Dolman: Madrelingua, traduttrice e interprete di autori famosi; Amanda Douglas: Docente di madrelingua istituto Superiore Maria Luigia a Parma; Elena Simonini: Docente dell’istituto comprensivo di Montecchio E. Zannoni; Monica Ardenghi: Docente dell’istituto comprensivo di Montecchio E. Zannoni. Per la lingua Francese: Liliana Boubé: Regista e Attrice teatrale. La sua passione e l’amore per l’arte la trasmette attraverso i corsi di teatro a Montecchio Emilia. Rossella Lascari: Docente dell’istituto comprensivo di Montecchio E. Zannoni. Ester Montanari: Docente dell’istituto Superiore Silvio D’arzo Elvire Bertani: Madrelingua, Ama frequentare teatro e cinema. La lettura e la musica riempiono il suo tempo libero
PREMI: Sezione A: • 1° Premio: Targa. • 2° Premio: Targa. • 3° Premio: Targa. Sezione B: • 1° Premio: Targa; • 2° Premio: Targa. • 3° Premio: Targa Sezione C: • 1° Premio: Targa. • 2° Premio: Targa. • 3° Premio: Targa. • Premio del Presidente La premiazione avrà luogo a Montecchio Emilia (RE) (Luogo, Giorno e Data verrà comunicato in seguito) La partecipazione al Concorso implica l’accettazione di tutte le norme contenute nel presente bando. Gli elaborati non in regola con le disposizioni indicate nel bando saranno esclusi dal Concorso. Le decisioni della giuria sono insindacabili. La partecipazione al Concorso implica la tacita autorizzazione al trattamento dei dati personali per i soli fini del concorso stesso e delle future edizioni, nonché l’accettazione della divulgazione del proprio nominativo e del premio conseguito su quotidiani, riviste culturali e siti internet. I soli concorrenti finalisti del premio saranno contattati dalla Segreteria. Ai finalisti verrà inviata una tempestiva comunicazione. Obbligatorio la presenza o una persona con delega alla premiazione. La conferma alla premiazione è obbligatoria dopo 5 giorni dalla comunicazione Ogni opera da quest’anno sarà inserita in una antologia. Per eventuali informazioni contattare
Il presidente del Concorso, Miselli Nina angolano-miselli@virgilio.it oppure consultare il sito web del concorso: https://www.facebook.com/groups/355144598650416/about
lunedì 8 febbraio 2021
Una pittura femminile piccola piccola Anna Campori Seghizzi e il suo tempo
Alla Galleria Estense di Modena dal 15 febbraio
una mostra dossier
della nobildonna modenese protagonista di un genere che ha segnato l’Ottocento
Una pittura femminile piccola piccola
Anna Campori Seghizzi e il suo tempo
Ricostruire le storie delle donne del passato che hanno dedicato la loro esistenza all'arte non è facile, sono donne che non hanno avuto nessuna possibilità di esporre o vendere le loro opere. Potevano solo mostrarle durante gli incontri nelle corti, a cui nessuno dedicava uno sguardo attento, era solo un vezzo della nobildonna di turno.
Donne che sapevano interloquire, scrivere, dipingere o parlare correttamente le lingue straniere, ma non era ritenuto un "sapere", era soltanto un addestramento dato loro per essere le prescelte da un marito danaroso o nobile.
Erano modi di porsi diretti dai genitori e loro erano solo delle marionette che cercavano una collocazione nella società non ancora assegnato , dovevano stare al loro posto, non emergere, ma essere relegate in casa e tenere nascosta le loro capacità. Ci vorranno ancora secoli per fare emergere e dare un giusto riconoscimento alle donne che brillarono nelle arti.
Anna Campori Seghizzi è una donna del suo tempo, in grado di dipingere ma tenuta nascosta e dobbiamo ringraziare Martina Bagnoli e Gianfranco Ferlisi che le hanno riportate alle luce e dare la possibilità a Anna Campori di mostrarci le sue opere di gran valore. Oggi, nella Gallleria degli Estensi di Modena, Anna potrà condurvi nel suo mondo e mostrarvi la sua casa , farvi conoscere sua figlia.
Anna non ha voluto copiare le grandi opere del passato per dimostrare il suo talento, ha rivoluzionato le imposizioni del tempo dipingendo ALTRO, in un mondo di obblighi e doveri lei si è ritagliata un angolo tutto suo, intimo e conosciuto, un invito a mostrarvi il suo pensiero. Anna non è solo talentuosa, lei è in grado di elaborare al pittura, di mandare un messaggio, non elabora le opere di altri autori, ma le sue: Anna È!
La pittrice che visse nel periodo settecentesco, agli albori dei primi pensieri femministi, ricordiamo Olympie De Gouges e Mary Wallstonecraft, riesce a trasmettere l'intimità dei momenti trascorsi con la figlia, con la quale avrà vissuto un rapporto vero, senza intrusioni esterne, e lo riporta con delicatezza nelle suo piccole miniature in avorio.
Una mostra da non perdere per chi vuole conoscere come le mani delle donne di allora erano in grado di interpretare l'arte ma, diversamente dai loro coetani uomini, hanno sempre tenuto nascosto il loro talento.
Con qualche secolo di ritardo possiamo rimediare e dare il giusto onore a questa pittrice, una delle tante, rimasta nell'oblio.
Ciao Anna.
Dal 15 febbraio 2021, alla Galleria Estense di Modena riparte il ciclo delle mostre dossier con un originale focus sulla pittura al femminile nella Modena d’inizio Ottocento. La rassegna, dal titolo Una pittura femminile piccola piccola. Anna Campori Seghizzi e il suo tempo, da un’idea di Martina Bagnoli e curata da Gianfranco Ferlisi, muove dall’esame di alcune tra le opere meno conosciute delle raccolte museali per aprire il discorso sulla condizione femminile di quel tempo. L’esposizione presenta, infatti, i dipinti di una nobildonna modenese che per rango e per genere poté praticare la pittura solo in maniera dilettantesca, producendo soprattutto preziose miniature su avorio: Anna Campori Seghizzi (1781-1821). Al suo fianco la rassegna propone anche le opere di Maria Teresa Beatrice d’Austria d’Este di Chambord (1817-1886) che, nell’atelier domestico della corte, si dedicava con molta attenzione alla medesima attività.
Informazioni:
Dal 15 febbraio 2021
Galleria Estense - Modena, Largo Porta Sant’Agostino, 337
Orari: da lunedì a venerdì ore 8.30 - 19.30; domenica e festivi chiuso (secondo disposizioni di legge).
Costo del biglietto: 6 € intero, 2 € ridotto. Gratuito per minori di 18 anni
Telefono: +39 059 4395711
Sito ufficiale: http://www.gallerie-estensi.beniculturali.it
mercoledì 3 febbraio 2021
DEDEJEME DI STELLA PRUDONT
mercoledì 27 gennaio 2021
Il giorno della memoria
Il giorno della memoria
Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria, dedicato a tutte le vittime dell'Olocausto che ha causato la morte di circa sei milioni di ebrei. L'odio razziale ha colpito senza risparmiare alla morte donne o bambini.
Il male si è abbattuto non solo su uomini, donne e bambini ebrei, ma su tutti coloro che venivano considerati essere inferiori.
Essere omosessuale o disabile era sufficiente per essere deportato. Essere pazzo era un altro motivo. Essere semplicemente vicino ad una fila di deportati, e se uno in fila moriva, veniva sostituito e messo in fila al suo posto. Morivano disabili e Rom. Donne e bambini. Vecchi e giovani. Ebrei e omosessuali. Morivano senza un motivo, solo perché NON appartenevano alla "razza" ariana.Si moriva nei campi di "lavoro". Si pativa il freddo e la fame. Si perdeva la dignità. Non eri più una persona, ma un cumulo di ossa che nella morte trovava la liberazione alla sofferenza lenta e crudele loro inflitta.Si perdeva la speranza.Si perché dai racconti dei sopravvissuti abbiamo compreso che l'unico modo per tenersi in vita era legato ad un sottile filo di speranza di riuscire a sopravvivere a quell'orrore.Non tutti, per fortuna. È grazie a chi non ha perso la speranza, è grazie ha chi ha lottato contro la morte che abbiamo la testimonianza dell'orrore che per anni ha pervaso Europa.Molte sono le testimonianze ed è importante leggerle e tramandarle. Perché mantenere in vita la memoria degli orrori degli stermini può aiutarci a fermarli. A fare in modo che non succedano più.Abbiamo il compito di ricordare. Abbiamo il compito di non dimenticare. Abbiamo il compito di vigilare affinché la nostre società non producano altri mostri.Negare la Storia come alcuni vorrebbero fare è soltanto un modo per generare altre stermini. Ciò non può e non deve accadere, per tutti i milioni di persone ebrei e non che sono stati uccisi, per tutti coloro che sono entrati persone ed sono diventati fumo dei camini di quei terribili forni crematori.Vi ricordo alcuni testi che potete leggere, per mantenere sempre vivo il ricordo.
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Il tenero narratore di Olga Tokarczuk Impressioni di Maria Lucia La prima lettura di quest'anno è stata questo meraviglioso e tenero sa...
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Informazioni personali
- La lettrice di carta
- Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.