DEDEJEME
DI
STELLA PRUDONT
Recensione di
Maria Lucia Ferlisi
In quella casa dove tutto deve essere perfetto, nulla è come appare.
Dietro le quinte di quella famiglia resistono usi e costumi che di anno in anno diventano sempre più difficili da mantenere. Le figlie e le nuore sono stanche di dover cedere le proprie creature per affidarle ai loro genitori, in una effimera illusione che quel bambino possa perpetrare l'ottica della giovinezza e della fertilità.
Le madri appartengono alle nuove generazioni e vivono , quello che prima era un dono, come una violenza. Il loro ventre ha partorito, non quello della madre ormai vecchio e incapace di procreare.
L'autrice con eleganza e chiarezza smaschera questa tradizione e i suoi personaggi giovani sono pieni di domande, di dubbi, si sentono delle marionette guidate dai capostipiti che impongono fidanzati, decidono divorzi, tolgono figli. Se la vita è questa, meglio non sposarsi pensa la protagonista Seker.
La ragazza è stanca di essere agghindata e vestita come piace a loro, il cui unico intento è quello di abbellirla per darla in sposa all'uomo migliore, in un muto scambio di sottomissione, prima al padre poi al marito.
Una storia di denuncia velata ma esposta con grande consapevolezza, la scrittura leggera e scorrevole
narra senza filtri la vita degli ebrei di montagna e della difficoltà delle donne a essere ciò che sono veramente, perché devono essere secondo i loro stereotipi: dolci, arrendevoli e ubbidienti.
L'autrice mette a nudo questi usi, lo fa con grazia, senza accuse o giudizi. È la protagonista che pensa in modo autonomo, appartiene alla nuova generazione e non ama accettare senza contestare. Sarà una battaglia dura, Seker/Stella lo sanno molto bene, ma le donne NUOVE sanno che il cambiamento è nelle loro mani.
Scheda libro
Autore: Stella Prudont
Titolo: Dedeime
Casa Editrice:Francesco Brioschi editore
Pagine: 180
Sinossi
In una piccola città del Caucaso,
all’indomani della caduta dell’Unione Sovietica, si dipana la storia di tre
generazionidi donne appartenenti a una famiglia di “ebrei della montagna”, gli
juhuro.La matrona della famiglia, Channa, sta organizzando la festa di
compleanno del marito, in occasione della quale tutti i parenti si ritroveranno.
Sua nipote Šeker non vede l’ora di rincontrare i genitori dai quali è stata
abbandonata ormai da mesi, mentre Channa vive nell’ansia che la nipotepossa
abbandonarla. Nel frattempo prende corpo l’amarezza di Erke, figlia di Channa,
costretta dalla madre a un matrimonio senza amore e poi obbligata a divorziare e
a sposarsi nuovamente. Tra invidie, frustrazioni e piccole vendette, prende
forma il quadro di un inferno familiare, uno specchio della condizione delle
donne nella comunità ebraica del Caucaso: vivere come mogli e madri senza poter
scegliere nemmeno il proprio marito, ed essere celebrate dall’ipocrisia di
poesie e canzoni.
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