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lunedì 8 febbraio 2021

Una pittura femminile piccola piccola Anna Campori Seghizzi e il suo tempo

 Alla Galleria Estense di Modena dal 15 febbraio 

una mostra dossier 

 della nobildonna modenese protagonista di un genere che ha segnato l’Ottocento 

 

Una pittura femminile piccola piccola

Anna Campori Seghizzi e il suo tempo

 


Ricostruire le storie delle donne del passato che hanno dedicato la loro esistenza all'arte non è facile, sono donne che non hanno avuto nessuna possibilità di esporre o vendere le loro opere. Potevano solo mostrarle durante gli incontri nelle corti, a cui nessuno dedicava uno sguardo attento, era solo un vezzo della nobildonna di turno. 

Donne che sapevano interloquire, scrivere, dipingere o parlare correttamente le lingue straniere, ma non era ritenuto un "sapere", era soltanto un addestramento dato loro per essere le prescelte da un marito danaroso o nobile. 


Erano modi di porsi diretti dai genitori e loro erano solo delle marionette che cercavano una collocazione nella società non ancora assegnato , dovevano stare al loro posto, non emergere, ma essere relegate in casa e tenere nascosta le loro capacità. Ci vorranno ancora secoli per fare emergere e dare un giusto riconoscimento alle donne che brillarono nelle arti. 


Anna Campori Seghizzi è una donna del suo tempo, in grado di dipingere ma tenuta nascosta e dobbiamo ringraziare Martina Bagnoli e Gianfranco Ferlisi che le hanno riportate  alle luce e dare la possibilità  a Anna Campori di mostrarci le sue opere di gran valore. Oggi, nella Gallleria degli Estensi di Modena, Anna potrà condurvi nel suo mondo e mostrarvi la sua casa , farvi conoscere sua figlia.



Anna non ha voluto copiare le grandi opere del passato per dimostrare il suo talento, ha rivoluzionato le imposizioni del tempo dipingendo ALTRO, in un mondo di obblighi e doveri lei si è ritagliata un angolo tutto suo, intimo e conosciuto, un invito a mostrarvi il suo pensiero. Anna non è solo talentuosa, lei è in grado di elaborare al pittura, di mandare un messaggio, non elabora le opere di altri autori, ma le sue: Anna È!


La pittrice che visse nel periodo settecentesco, agli albori dei primi pensieri femministi, ricordiamo Olympie De Gouges e Mary Wallstonecraft, riesce a trasmettere l'intimità dei momenti trascorsi con la figlia, con la quale avrà vissuto un rapporto vero, senza intrusioni esterne, e lo riporta con delicatezza nelle suo piccole miniature in avorio.


Una mostra da non perdere per chi vuole conoscere come le mani delle donne di allora erano in grado di interpretare l'arte ma, diversamente dai loro coetani uomini, hanno sempre tenuto nascosto il loro talento.

Con qualche secolo di ritardo possiamo rimediare e dare il giusto onore a questa pittrice, una delle tante, rimasta nell'oblio.

Ciao Anna. 

Dal 15 febbraio 2021, alla Galleria Estense di Modena riparte il ciclo delle mostre dossier con un originale focus sulla pittura al femminile nella Modena d’inizio Ottocento. La rassegna, dal titolo Una pittura femminile piccola piccola. Anna Campori Seghizzi e il suo tempo, da un’idea di Martina Bagnoli e curata da Gianfranco Ferlisi, muove dall’esame di alcune tra le opere meno conosciute delle raccolte museali per aprire il discorso sulla condizione femminile di quel tempo. L’esposizione presenta, infatti, i dipinti di una nobildonna modenese che per rango e per genere poté praticare la pittura solo in maniera dilettantesca, producendo soprattutto preziose miniature su avorio: Anna Campori Seghizzi (1781-1821). Al suo fianco la rassegna propone anche le opere di Maria Teresa Beatrice d’Austria d’Este di Chambord (1817-1886) che, nell’atelier domestico della corte, si dedicava con molta attenzione alla medesima attività. 



Informazioni:

 

Dal 15 febbraio 2021 

Galleria Estense - Modena, Largo Porta Sant’Agostino, 337  

 

Orari: da lunedì a venerdì ore 8.30 - 19.30; domenica e festivi chiuso (secondo disposizioni di legge). 

Costo del biglietto: 6 € intero, 2 € ridotto. Gratuito per minori di 18 anni 

Telefono: +39 059 4395711

Sito ufficiale: http://www.gallerie-estensi.beniculturali.it

 

 


sabato 14 settembre 2019

Omaggio a Vasco Corradelli

Omaggio a Vasco Corradelli
a cura di Gianfranco Ferlisi


inaugurazione 
sabato 14 settembre 2019, alle ore 18:00
Casa del Mantegna via Acerbi 47, Mantova  
Ingresso Libero
Orari:
da mercoledì a domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 19


La Casa del Mantegna propone dal 14 settembre al 13 ottobre 2019 un importante e completo percorso attraverso le opere di Vasco Corradelli, artista di San Benedetto Po, "pittore fra i più veri e fertili del secondo dopoguerra mantovano", come lo definisce il curatore in un ricco saggio critico che accompagna il catalogo. L'itinerario della mostra si snoda nelle Quattro stagioni dell'opera creativa di Corradelli, in una felice e inaspettata incursione nelle vicende e nell'evoluzione artistica di questo pittore mantovano, di cui si scopriranno non solo "la ricerca di forme e tematiche legate all'universo dell'arte, ma anche le scelte umili e antiche della tradizione e del rinnovamento, i sogni e la forza della poesia e della letteratura."
Le quattro stagioni di Vasco Corradelli partono da Roma, dove il giovanissimo artista studia all'Accademia di Belle Arti, frequentando "la meglio gioventù" e sperimentando, in una sorta di iniziale realismo del quotidiano, una materia pittorica densa e tormentata. Le sue esperienze giovanili sono interrotte dalla chiamata alle armi e da dodici lunghi anni di trasferte militari finché, nel tardo 1944, si ritrova, finalmente libero, ancora a Roma, a riprendere l'attività pittorica. È il periodo in cui, nelle opere di Corradelli, la semplicità e l'armonia della tradizione classica appaiono reinventate, come in una risposta alle difficoltà dei tempi: luce, colori, penetrazione psicologica, paesaggio prendono vita, la dimensione estetica si associa a quella dell'interiorità e dell'originalità.
Poi, nel 1946, Corradelli torna da Roma alla sua casa di San Benedetto Po, dove ritrova una grande famiglia artistica, una sorta di cenacolo padano, fervido dei dibattiti dei suoi protagonisti, da Antonio Ruggero Giorgi a Umberto Bellintani, da Giovanni Bernardelli a Ermanno Pittigliani, da Giuseppe Gorni a Lanfranco. Ora per Corradelli la vita e la pittura cambiano: l' immagine tende ad illudere e alludere, andando oltre  il margine che intercorre tra la realtà e la rappresentazione e la sua pittura sembra volersi sottrarre alle categorie di più facile comprensibilità, procurando uno smarrimento interpretativo da parte dello spettatore. La sua declinazione artistica resta comunque lontana da ogni tentativo di neo impressionismo: si dedica all'interpretazione della natura e del paesaggio come un'espressione culturale, in cui si trasferisce visivamente una intera comunità, esaltazione della bellezza e della fatica del vivere. Tra pittura e pensiero i soggetti dell'artista cominciano a parlare anche il linguaggio delle inquietudini e del dolore, e Corradelli scopre la possibilità di esprimersi attraverso la dimensione fantastico - onirica, intesse un dialogo con i grandi personaggi della poesia, da Leopardi a Garcia Lorca. Il nuovo linguaggio che emerge è carico di visionarietà, capace di dare forma a uno sconcertante disagio emotivo, mutano, rapidamente, forme e colori. È ben testimoniata in mostra la grazia sospesa e manierata e l'angoscia espressiva di quella intensa stagione.

Negli anni '70 l'opera di Vasco, tecnicamente sempre più maturo, oltrepassava provincialismo e le secche strapaesane della cultura locale. Colature liquide, semplificazione delle forme, inediti usi del colore, espressionistici stupori: tutti strumenti, legati ad interrogativi sull'inutilità del bipolarismo figurazione/astrazione, che gli fanno scoprire ricerche importanti. È in questo speciale sentire che affonda l'iconografia dei suoi Cristi e delle sue Madonne(del 1970 è la Madonna Vergine Maria), con cui Corradelli riesce a varcare le consuetudini del ritratto, come bene si osserva in mostra.
Ed è ormai tempo di un nuovo ciclo di opere, quelle della festa della mietitura di cui, in mostra, si trova una significativa selezione. È un tema antico in cui il pittore può coniugare la dorata materia del frumento, il profilo del paesaggio all'orizzonte e il dialogo dei contadini con la fertilità della terra, come se cercasse di calarsi nella concretezza di una ritualità contadina
Nell'ultima sezione la materia appare più che mai una pittura intrisa di luce. L'artista sembra ora incantarsi ad ogni colpo di spatola, cercando costantemente di carpire il disegno delle forme, i toni e le trasparenze della luce attraverso gli impasti che raggruma sulla tela: qui non c'è posto per un linguaggio che non sia quello legato alle solide fondamenta figurative. Lo sguardo dell'artista si lascia sedurre, tra cielo, terra, acqua e vita, dall'affiorare dei ricordi.
Tutte le opere in mostra disegnano dunque, finalmente con completezza, il mondo espressivo di un artista a cui la critica ha dedicato finora scarse occasioni espositive: la Casa del Mantegna, coadiuvata da un impegno encomiabile del Comune di San Benedetto, colma ora con questo "Omaggio a Corradelli" un deplorevole quasi - silenzio. 

Nota: Il contenuto riportato è un invito ricevuto per la diffusione di questa interessante mostra.

BIOGRAFIA

Vasco Corradelli nasce il 10/ 07/1912 a San Benedetto Po (MN). Sin da giovanissimo dimostra una passione precoce per la pittura e il disegno. Le sue prime opere che raffigurano i paesaggi del Po sono infatti testimonianza di un grande talento e vengono eseguite tra gli 8e i 13 anni. Nel 1929/30,viene mandato dai suoi genitori a Roma presso dei parenti dove frequenterà l’accademia di belle arti. In questo periodo approfondisce soprattutto lo studio della figura,oltre ad accostare in forma professionale la pittura. Dal 1932 parte militare,deve quindi abbandonare gli studi presso l’accademia. Terminato il militare si susseguono purtroppo periodi poco felici, poiché viene più volte richiamato, prima per la guerra in Iugoslavia, successivamente verrà mandato in Libia per la guerra d’Africa e alla fine dal 1940 sarà impegnato in Sicilia nella Seconda Guerra Mondiale. Vasco Corradelli viene fatto prigioniero dall’esercito Americano in Sicilia nel 1943;con gli alleati risale tutta l’Italia meridionale mentre i Tedeschi si ritirano. Durante questo periodo di prigionia allaccia rapporti di amicizia con diversi militari e graduati del battaglione, specialmente con gli italoamericani, che quando si rendono conto del suo talento nell’arte della pittura non gli fanno mai mancare: tele, pennelli, e tubetti di colore in buona quantità. Lo invitano persino ad andare in America con loro, ma lui aveva in mente la sua terra, la pianura del Po; non avrebbe mai accettato di starne lontano per sempre. Si fa stimare ed apprezzare tanto che viene lodato su un giornale degli Stati Uniti, per i numerosi ritratti fatti a militari americani e ai loro cari, che Corradelli ritraeva dalle fotografie che essi molto gentilmente sottoponevano alla sua attenzione. Quando Roma è liberata nel Giugno del 1944 egli viene rilasciato in città, dove si ferma ospite presso dei parenti per quasi due anni. In quel periodo trova lavoro in un laboratorio di restauro e frequenta una scuola d’arte privata. Partecipa alla mostra di pittura e restauro presso la sede dell’Ordine dei Cavalieri di Malta della città di Roma, dove riscuote lusinghieri consensi e risulta premiato per la sua opera. In questo periodo si sposa a Roma con Adriana Litta, quindi ritorna a San Benedetto Po nel Maggio del 1946. Le difficoltà che il destino gli ha riservato come i 13 anni di vita, proprio i migliori, quelli della gioventù, sacrificati a causa delle guerre, in seguito la necessità di dedicarsi ad un’occupazione che gli permettesse di mantenere la famiglia, ( non poteva certo farlo con la pittura) lo hanno costretto a lunghi periodi di inattività artistica, tuttavia la sua grande passione per la pittura non si è mai spenta, appena la situazione lo ha consentito egli ha sempre ripreso il filo di quel suo intimo discorso con la pittura e l’ arte e lo ha continuato a modo suo sino alla fine dei suoi giorni, con estrema coerenza e sincerità. Guardava con grande ammirazione ai grandi pittori di quel epoca e del passato, come Picasso, Dalì, Wan Gogh, Caravaggio, Michelangelo e altri ancora. 

Amava molto il nostro grande fiume, con le sue golene, le sue lanche le sue spiagge, i boschi i campi di grano e gli animali che vi si trovano. Si recava spesso in questi luoghi dove vi praticava anche la caccia,tema che troviamo in alcuni dei suoi quadri, ma soprattutto vi si recava per il piacere che gli dava solo il contemplare tutto ciò che fa parte di questo ambiente. La caccia che praticava con lunghe camminate lungo le rive del Po, per lui diventava soprattutto un momento di piacevole contemplazione di tutto il paesaggio del grande fiume, tanto che molte volte in queste occasioni si soffermava a disegnare schizzi di paesaggi del Po, che hanno in seguito dato origine a diversi quadri. Vasco Corradelli conosceva e frequentava con amicizia vari artisti quali il maestro Antonio Ruggero Giorgi, il pittore Giovanni Bernardelli, il poeta Umberto Bellintani, il pittore Ermanno Pittigliani, il pittore e scultore Giuseppe Gorni, con i quali si erano creati rapporti di reciproca stima e apprezzamento. Hanno infatti parlato di lui con accenti critici positivi, il maestro Antonio Ruggero Giorgi, il poeta Umberto Bellintani e altri tra questi personaggi del mondo dell’ arte sanbenedettina mantovana e italiana. ( Le memorie ci riportano che in occasione di una mostra in paese,il poeta Bellintani aveva manifestato grande apprezzamento e ammirazione per il quadro 
”Ritratto di ragazzo” del 1944, che gli piaceva particolarmente diceva lui; per l’espressività del soggetto , la bellezza dei toni usati e per la scioltezza della pennellata!). 

Dal 1985 per ragioni di lavoro, Corradelli con la famiglia si trasferisce a Grazie di Curtatone. A San Benedetto è artista stimato tanto che,dal 23 Dicembre al 6 gennaio 1991 l’Assessorato alla Cultura del Comune di San Benedetto Po promuove una nuova mostra personale allestita nel Chiostro dei Secolari. Muore a Mantova il 13 Agosto 1993. Aveva ultimato solo da pochi mesi tre splendide nature morte con paesaggio, un soggetto che da tanti anni non era più presente nel suo repertorio.

giovedì 6 luglio 2017

Scatti in forma di scrittura Mostra Fotografica



Carissimi amici ed amiche del blog 

oggi vi segnala una mostra davvero particolare che si inaugura sabato 8 luglio alle ore 18.30 presso il Museo d'Arte Moderna (MAM) a Gazoldo degli Ippoliti, MN, via Marconi 126.

La mostra resterà aperta fino al 10 settembre. 

S'intitola "Scatti in forma di scrittura", e verranno esposte le fotografie scattate da sei giovani autori: Andrea Baioni, Giovanni Bevilacqua, Emanuela Cerutti, Cristiano Giglioli, Alessandra Nuzzi, Clara Turchi Rose. 

Il curatore Gianfranco Ferlisi, non per dire ma è mio fratello, mi ha mandato una brevissima presentazione di questa mostra che si preannuncia molto valida ed in grado di regalarci nuovi stimoli di lettura e riflessione attraverso l'occhio attento degli autori che vogliono regalarci dei messaggi con i loro scatti.

  • Vuoi presentarci questa nuova mostra al MAM?


Si, è mostra una fotografica in forma di scrittura, scrivere con e tramite la luce. Perché con il fotografare l’autore si racconta e ci racconta. Perché, in fondo, non bisogna dimenticare che il termine fotografia deriva da due parole greche, luce (φῶς | phôs) e scrittura (γραφή | graphis). “Scrivere con e tramite la luce”: dunque la scrittura, intesa come narrazione che fa affiorare l’incontro-scontro con il buio, così come avviene anche nell’anima. Almeno quando riusciamo a sperimentare i colori del mondo nella nostra interiorità, oltre l’immediata percezione fisica.

Gli autore dialogano dunque con il linguaggio Così alla fine si manifesta una scrittura per immagini. Perché attraverso le foto vogliono mostrare, far vedere, i sentimenti trasfiguranti dello scrittore e dell’artista, di autori che si accostano alla realtà per offrire un significato altro, oltre l’osservazione immediata delle cose che si osservano..

 Così alla fine si manifesta una scrittura per immagini per avvicinarsi al sentimento trasfigurante dello scrittore e dell’artista, di autori che si accostano alla realtà per offrire un significato altro, oltre l’osservazione immediata delle cose che si osservano.














  • Vuoi presentarci gli autori in poche righe?
Con molto piacere.

Andrea Baioni:

La sua fotografia pare prendersi gioco della realtà in cui viviamo, e dei grandi e piccoli sentimenti, delle sensazioni inconsce, delle inavvertite volizioni, delle petites perceptions che costituiscono la favola della nostra esistenza...

Giovanni Bevilacqua:

Il diario del viaggio nel colore di Giovanni Bevilacqua registra così le tracce, i dubbi, la meraviglia, i fantasmi e i conseguenti pensieri strani.

Emanuela Cerutti:

La fotografia di Emanuela Cerutti si palesa come un sogno ad occhi aperti, con elementi misteriosi e surreali che accendono atmosfere estatiche. 

Cristiano Giglioli:

L'autore gareggia con la dimensione della statuaria greca, per offrire una sua idea di corpo femminile in cui palpitano le leggi della simmetria e dell'armonia

Alessandra Nuzzi:

Fama e fame, nelle sue fotografie, si intrecciano in un gioco senza fine, si specchiano l’una nell’altra, mentre la materialità e l’immaterialità si fondono come in un amplesso.

Clara Turchi Rose:

Attraverso un intervento di painting sulle foto realistiche, interviene, con pennellate di fantasia, permettendo di trasfigurare le immagini per immergerci nel mondo surreale. 



Non ci resta che augurarvi una buona visita da Maria Lucia e Gianfranco.



giovedì 19 maggio 2016

Ugo Celada

Sabato tutti al vernissage della mostra di Ugo Celada

mercoledì 18 maggio 2016

Una mostra bellissima

Buongiorno donne e uomini del web
a volte in piccoli paesi di provincia vi sono delle mostre che rappresentano un piccolo gioiello nelle varie mostre che vengono effettuate in tutte le città.
Così accade a Gazoldo degli Ippoliti in provincia di Mantova, dove si susseguono mostre di tutto interesse a cura del direttore artistico Gianfranco Ferlisi.
La mostra che si inaugura sabato 21 alle 18.00 è dedicata ad Ugo Celada, con i suoi irriverenti nudi di donna, una serie di quadri che meritano di essere visti per la luce che riescono ad emanare, per la delicatezza delle pennellate, per le prospettive....
Vi lascio con le parole del direttore artistico che meglio di me riuscirà ad incantarvi su questa incantevole esposizione.


MAM - Museo d’Arte Moderna dell’Alto Mantovano
Gazoldo degli Ippoliti
CELADA
UGO CELADA DA VIRGILIO 1895-1995
L’INCANTO DEL DISEGNO, LA MAGIA DELLA PITTURA
a cura di Gianfranco Ferlisi
inaugurazione sabato 21 maggio 2016 alle ore 18:00
La rassegna dedicata a Ugo Celada di Virgilio (Borgo Virgilio di Mantova, 1895 - Varese 1995) - come sottolinea Nicola Leoni (Sindaco di Gazoldo degli Ippoliti) - riprende il fil rouge di un approfondimento sull’artista che il Mam già anni addietro aveva intrapreso. Così oggi, accanto alle sei opere acquisite dal Museo, venti disegni inediti e trenta dipinti stupefacenti suggeriscono altre considerazioni e inedite letture critiche.
E una buona motivazione per riproporre una nuova antologica deriva anche dalla contemporanea pubblicazione di uno snello volume, edito proprio in occasione della mostra (casa editrice il Rio di Mantova), in cui si documenta la cospicua serie di opere: alcune già conosciute e messe a disposizione da collezionisti del pittore, molte altre invece, come i disegni, assolutamente non ancora note. Originali ed efficaci risultano anche gli approfondimenti proposti nel saggio critico del direttore del Mam, Gianfranco Ferlisi, che ripercorre in un'ottica più aggiornata le vicende umane dell'artista, dall’alunnato con Giuseppe Marusi (1862-1945), a Mantova, sino all’apostolato con Cesare Tallone (1853 - 1919) a Brera, quando Celada sviluppò la sua precoce propensione per il realismo.
La mostra si snoda lungo le suggestioni che accompagnano la sua prima partecipazione, nel 1920, alla Biennale di Venezia e poi alla XIV edizione della stessa manifestazione, nel 1926, che lo impone definitivamente all'attenzione della critica. Le opere esposte realizzano così un percorso di progressiva bellezza, articolato nell’incanto dei disegni e nel magico realismo della pittura: emergerà con evidenza la statura di uno sperimentatore sempre insoddisfatto, che, nel corso della sua lunga vita, sviluppò la ricerca in molte direzioni, dal post divisionismo al realismo novecentista e poi magico, fino alla pittura oggettivista, sulla scia dei cosiddetti pittori Moderni della Realtà.
Emergerà con chiarezza, in tutte le opere scelte, l'interesse per il dato costruttivo e formale delle figure, inserite sempre in un'ambientazione straniante, in cui una sorta di messa in scena teatrale dichiara l’abilità della finzione pittorica. È quanto attestano nudi studiatissimi o, spesso, più quotidiani ritratti di personaggi, immersi in scenari immobili e incantati, e ancora nature morte dai maliziosi ed ingannevoli giochi pittorici, trompe-l’oeil illusionistici e animati dalla grazia di trovate prospettiche, di ombre inedite e di luci taglienti e gelide.
E alla fine apparirà in tutta la sua completezza l’artista segreto, un poeta dell'artificio pittorico, la cui opera assunse, nella prima metà del Novecento, una dimensione assolutamente sovralocale, un artista troppo spesso, negli anni più recenti, sottovalutato o addirittura dimenticato, un Celada da conoscere finalmente a fondo, da riscoprire e da ammirare in tutto il suo geniale virtuosismo.
MAM - Museo d’Arte Moderna dell’Alto Mantovano
Gazoldo degli Ippoliti
CELADA
UGO CELADA DA VIRGILIO 1895-1995
L’INCANTO DEL DISEGNO,LA MAGIA DELLA PITTURA
a cura di Gianfranco Ferlisi
dal 21 maggio al 26 giugno 2016
inaugurazione sabato 21 maggio alle ore 18,00
Orari: dalle 9:00 alle 12:00, dal lunedì al sabato
dalle 16:00 alle 19:00, sabato e domenica
Sono possibili visite su appuntamento con preavviso
(0376/657141 interno 6 - segreteria@comune.gazoldo.mn.it)
ingresso gratuito
Informazioni: tel. 0376/657141 interno 6
http://www.comune.gazoldo.mn.it
segreteria@comune.gazoldo.mn.it
www.turismo.mantova.it
info@turismo.mantova.it 0376 432432
Ufficio stampa:
Pierpaolo Pizzi
pierpaolopizzi@gmail.com
331 4474606

lunedì 18 gennaio 2016

Renato Guttuso

Renato Guttuso, espressione del neorealismo italiano, ci lasciava il 18 gennaio del 1987, nato nel 1911 a Bagheria, in Sicilia, i suoi quadri ne riflettono i paesaggi, il più noto è la Vucciria. Viene ricordato anche per la lunga e tormentata amicizia con Marta Mazzotto. Vi riporto una sua citazione che mi piace molto:  «l'arte del dipingere consiste nella imitazione delle cose del mondo. Niente di più e niente di meno, ma è molto. Poichè per imitazione va intesa una fatica complessa che implica la tensione di molte facoltà, la riflessione, la partecipazione al mondo delle cose. Il risultato è semplice e libero come per tutte le opere complesse».

Tracy Chevalier : Strane creature

  Strane creature di Tracy Chevalier Impressioni di Maria Lucia Ferlisi La piccola città marina di Lyme nel Sussex, vede l’arrivo delle sore...

Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.