Maria Maddalena Morelli
La sua poetica fu premiata per : «facilità e naturalezza nell’improvvisare elegantemente».Maria Maddalena Morelli, meglio conosciuta come Corilla Olimpica, nacque a Pistoia il 17 marzo del 1727, il padre era primo violinista, molto famoso all'epoca. visse a §Firenze dove si esibiva suonando il violino o il clavicembalo, la sua musica era accompagnata sempre da eleganti declamazioni di poesie, per lo più improvvisate, per queste sue capacità era richiesta in molti salotti nobili.
La principessa Vittoria Pallavicini la iscrisse all'Arcadia con lo pseudonimo di Corilla Olimpica, aveva vent'anni. Nel 1750 si trasferì a Napoli dove rimase fino al 1760 e nel 1751 pubblicò Dalle felici gloriose sponde, nello stesso anno conseguì il prestigioso riconoscimento di essere iscritta nell'Accademia degli Agiati di Rovereto.
Nel 1753 La poetessa si sposò con un gentiluomo spagnolo, Ferdinando Fernandez, dal quale ebbe un figlio, ma la vita coniugale non durò a lungo e Maria Maddalena Morelli si rifugiò con il figlio a Roma.
Rimase poco a Roma, ospite della nobildonna Pallavicini, preferì spostarsi in continuazione, esibendosi nelle sue declamazioni poetiche improvvisate.
Fu una donna libera nelle scelte amorose, ebbe diverse relazioni, ma la poesia era il suo unico amore, accompagnata dalla libertà di muoversi in tutta Italia senza vincoli amorosi oppressivi.
Non pubblicò mai le sue poesie, alcune furono inserite da altri, anche nei versi amava la libertà, sempre liberi e improvvisati.
Fu la prima poetessa ad essere inserita nel Campidoglio come poeta di corte.
Morì a Firenze nel 1800.
Di lei diranno:
«La celebre improvvisatrice Corilla, violinista, allieva di Nardini; suona lo strumento tenendolo in grembo, assomigliando così alla decima Musa come è stata spesso definita. Oltre al suo straordinario talento nell’improvvisare versi su qualsiasi soggetto, è capace di suonare una parte di ripieno sul violino, e canta con grande espressione ed abilità: quasi ogni sera tiene una conversazione assai frequentata da stranieri e da letterati di passaggio a Firenze. Qualche volta, in serate più tranquille, ci trovammo a casa sua soltanto con Nardini ed insieme a lei suonammo dei trii: Nardini nella parte di violino principale, Corilla in quella di secondo violino, ed io li accompagnavo con la viola» (cfr. Ch. Burney, Viaggio musicale in Italia, Torino 1979, p. 224).
Una sua Poesia:
Cantai sul Tebro, di colà passando,
e Arcadia e ’l vecchio innamorato Alfeotacquer, l’orecchie ad ascoltar alzando.
Anzi fra ’ suoi mi scrisse il buon Mireo,
e mi chiamò Corilla, e un gentil dono
delle Campagne Olimpiche mi feo
(Ademollo, Corilla Olimpica, pp. 57-58).
Morèlli, Maria Maddalena - Enciclopedia - Treccani
Maria Lucia Ferlisi
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