Come trasformare l'infelicità in bellezza letteraria: Una minima infelicità di Carmen Verde

 
Una minima infelicità 

                                                                                        di  Carmen Verde

Impressioni di Maria Lucia Ferlisi

Scheda Libro

Autore: Carmen Verde
Titolo: Una minima infelicità
Casa editrice: Neri Pozza bloom
Pagine: 156

Annetta è una donna il cui corpo è rimasto esile e piccolo come una bambina e cresce come tale in simbiosi con la madre eterea, elegante, bella e alta.
Sul suo corpo che non vuole crescere pendono due figure femminili che destinano la sua vita in una eterna fanciullezza con due spade di Damocle sopra la testa: essere folle come la nonna o puttana come la madre.
Lei rivive le tappe della vita della madre attraverso le vecchie foto conservate in quella casa troppo grande per lei rimasta sola.
Rivede il padre, lavoratore instancabile nel negozio storico di tessuti.
Rivede la nonna Adelina, folle ma dolce
Rivede Clara Bigi. la domestica che mandava missive infamanti contro la madre.
Rivede LEI, Sofia Vivier, una madre scomoda e infelice.
<<L'infelicità è irragionevole. C'è chi ne è oppresso già dalla nascita e chi, sopperendo alla mancanza di predisposizione naturale, rimane così a lungo a contemplarla in sua madre da arrivare a sentirne nella pelle gli spini.>>

L'autrice Carmen Verde al suo esordio debutta con un meraviglioso romanzo. Lo stile limpido, elegante, ricercato e intenso aiutano il lettore a divorare la storia e restare incantati da come l'autrice, pur parlando di dolore, ne fa prevalere  bellezza struggente e leggera. 
Annetta questa donna che ha avuto l'ostinazione di non crescere,  per restare sempre  bambina all'ombra della madre che assiste e sorregge, che prende per mano, che  culla e infine  ne diventa la madre.
In questo romanzo il dolore sparisce per lasciare posto allo sguardo amorevole della figlia nella casa chiusa agli altri che sanno solo giudicare senza riuscire a penetrare le anime belle come lei, Adelina e Sofia la madre.
L'infelicità è anche  armoniosa e leggiadra.

Un romanzo che merita di essere in lista per il Premio Strega e che invito voi tutti/e a leggere.
Valutazione💝💝💝💝💝
Trama
Una minima infelicità è un romanzo vertiginoso. Una nave in bottiglia che non si può smettere di ammirare. Annetta racconta la sua vita vissuta all’ombra della madre, Sofia Vivier. Bella, inquieta, elegante, Sofia si vergogna del corpo della figlia perché è scandalosamente minuto.

Una petite che non cresce, che resta alta come una bambina. Chiusa nel sacrario della sua casa, Annetta fugge la rozzezza del mondo di fuori, rispetto al quale si sente inadeguata. A sua insaputa, però, il declino lavora in segreto. È l’arrivo di Clara Bigi, una domestica crudele, capace di imporle regole rigide e insensate, a introdurre il primo elemento di discontinuità nella vita familiare. Il padre, Antonio Baldini, ricco commerciante di tessuti, cede a quella donna il controllo della sua vita domestica. Clara Bigi diventa cosí il guardiano di Annetta, arrivando a sorvegliarne anche le letture.
La morte improvvisa del padre è per Annetta l’approdo brusco all’età adulta. Dimentica di sé, decide di rivolgere le sue cure soltanto alla madre, fino ad accudirne la bellezza sfiorita. Allenata dal suo stesso corpo alla rinuncia, coltiva con ostinazione il suo istinto alla diminuzione.
Ogni pagina di questo romanzo ci mostra cosa significhi davvero saper narrare utilizzando una lingua magnifica che ci ipnotizza, ci costringe ad arrivare all’ultima pagina, come un naufragio desiderato. Questo libro è il miracolo di una scrittrice che segna un nuovo confine nella narrativa di questi anni.

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