Anna Emilia Vivanti

 

Annie Vivanti

Annie Vivanti nacque il 7 aprile 1866 a Londra nel quartiere  di Norwood, dove il padre, si era rifugiato dopo aver partecipato ai moti mazziniani di Mantova nel 1851. 

Visse tra l'Inghilterra, la Svizzera, l'America e l'Italia, dopo un inizio come artista di teatro si dedicò alla scrittura sia in inglese che in italiano.

Tra le sue opere scritte  in inglese ricordiamo:  (Perfect,1896 En Passant, 1897  Houp-là, 1897A fad1899), romanzi (The Hunt for Happiness1896Winning him back, 1904 e opere teatrali (That man1898The ruby ring1900).

Il suo esordio  nel mondo letterario italiano fu con la raccolta poetica Lirica (Treves, Milano, 1890) pubblicata in Italia con una bellissima prefazione dell'amico poeta Giosuè Carducci, con il quale aveva intrecciato una relazione intellettuale  e forse anche sentimentale. Il poeta le dedicò anche una raccolta di poesie: Lyricae.

Pubblicò il suo primo romanzo in italiano:  Marion artista di caffè concerto nel 1891 e dopo ne seguirono molti altri,  sempre segnati da un gran seguito di lettori.

Dopo due anni lei si sposa con un giornalista irlandese dal quale ebbe una figlia Vivien, acclamata violinist,a che morirà suicida nel 1941 e l'autrice stessa morirà dopo qualche mese . 


In lei si riflettevano diverse culture e religioni e l'avevano resa  culturalmente elevata e con una grande apertura mentale che si riflettevano poi nei  suoi romanzi che riscuotevano enorme successo sia in inglese che in italiano. Un successo dietro l'altro ininterrottamente, con pubblicazioni di romanzi, racconti, novelle, drammi e scritti di viaggi.  

Fu una letterata ma anche una viaggiatrice e amante delle varie culture, tuttavia anche se nacque in Inghilterra, la sua vera casa la ritrovava in Italia dove visse dalla fine della prima guerra mondiale fino alla morte avvenuta nel 1942. 

Sempre impegnata politicamente e abbracciò diverse cause, in Italia si avvicinò al Fascismo e lo stesso Mussolini dopo che l'autrice era stata confinata ad Arezzo, in quanto cittadina inglese, la riportò a Torino, dove ancora oggi possiamo trovare la sua tomba nel cimitero monumentale con una frese che il sommo poeta Carducci le aveva dedicato:

«Batto alla chiusa imposta con un ramicello di fiori /

Glauchi ed azzurri come i tuoi occhi, o Annie.»

Produzione letteraria italiana:
  • Lirica, Milano, Treves 1890
  • Marion artista di caffè-concerto, Milano, Chiesa 1891
  • I divoratori, Milano, Treves 1911
  • Circe, Milano, Quintieri 1912
  • L'Invasore, Milano, Quintieri 1915
  • Vae victis!, Milano, Quintieri 1917
  • Zingaresca, Milano, Quintieri 1918
  • Le bocche inutili, Milano, Quintieri 1918
  • Naja tripudians, Firenze, Bemporad 1920
  • Gioia, Firenze, Bemporad 1921
  • Marion, Firenze, Bemporad 1921
  • ... Sorella di Messalina, Torino, Letteraria 1922
  • Sua altezza (Favola candida), Firenze, Bemporad 1923
  • Terra di Cleopatra, Milano, Mondadori 1925
  • Perdonate Eglantina, Milano, Mondadori 1926
  • Mea culpa, Milano, Mondadori 1927
  • Fosca, sorella di Messalina, Milano, Mondadori 1931
  • Salvate le nostre anime, Milano, Mondadori 1932
  • Il viaggio incantato, Milano, Mondadori 1933

Una tra le tante lettere scambiate con il poeta Carducci.
Mio amato Signore, Dopo molte pellegrinazioni, e molte collere fraterne per malintesi di luogo e di tempo, siamo arrivate oggi a Interlaken; dove siamo sole, e pensiamo con nostalgia e desiderio a Voi. 

Finché vivo non cesserò di essere orgogliosa e felice del bene che Voi mi volete; e finché Vi rivedo non mi passerà dal cuore la tristezza dell’addio che ci diceste nel crepuscolo lassù. Io non Vi scriverò lunghe lettere, per non seccarVi. – E non voglio che rispondiate. Ma mandatemi, Vi prego, la nuova Edizione delle Vostre poesie – e due delle Vostre fotografie recenti. Mandatele a Interlaken, Poste Restante. 
Non mi muoverò più che per andare a Londra. Quest’inverno Vi rivedrò. Avete promesso. – E ch’io Vi riveda lontano dalla gente che per amarVi crede sia necessario di detestare me. Non è che mi conturbi molto l’essere detestata, ma mi dispiace di vedere sulla Vostra fronte adorata le “nuvole” che da anni conosco e temo. Addio, Signore. – Abbiatevi cura. Non bevete vinacci che fanno molto male. 

Scrivete ancora poesie; a rasserenare Voi, e migliorare il mondo. Io Vi adoro, caro Signore; e Vi bacio le mani. Vivien Vi manda teneri messaggi commossi ed inesatti. – Vogliate non dimenticarci. Annie G

Notizie tratte da Wikipedia


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