PRIMO SANGUE
di
Amèlie Nothomb
Recensione di Maria Lucia Ferlisi
Primo Sangue è il trentesimo romanzo dell'autrice, scritto in omaggio al padre Patrick, venuto a mancare per il covid.
Non aspettatevi un romanzo strappalacrime, non è nello stile dell'autrice, non ha voluto parlare del suo legame o delle emozioni che la legavano al padre, anche se leggendolo le emozioni non mancano, ma sono celate dalla sempre piacevolissima ironia dell'autrice.
Il romanzo rende omaggio al padre partendo da un suo atto di coraggio avvenuto quando era diplomatico nel Congo e riuscì, con grandi capacità comunicative e oratorie, a salvare non solo la sua vita ma quella di ben 1.500 ostaggi.
Il padre è stato temprato bene dalla vita, orfano di padre a soli 4 anni, la madre si chiude nel suo dolore dimenticando di avere un figlio su cui riversare l'amore, viene cresciuto dai nonni materni, ma la sua personalità si sviluppa nei periodi di vacanza a casa del nonno paterno Pierre, dove assieme ai 13 zii si sottopone, di sua volontà, a quella vita familiare bizzarra. Non voglio anticiparvi nulla perché vi farei mancare la sorpresa nel leggere le bizzarrie dei nonni paterni dell'autrice.
Una storia che vi farà sorridere ma anche commuovere, un romanzo che vi farà conoscere la famiglia Nothomb e sono certa che vi affascinerà come tutti i romanzi dell'autrice Amèlie.
SCHEDA LIBROAUTORE: Amèlie Nothomb
TITOLO: Primo Sangue
CASA EDITRICE: Voland
PAGINE: 118
SINOSSI
Infanzia, giovinezza, matrimonio e primo incarico diplomatico di Patrick Nothomb, rampollo di una delle più influenti famiglie del Belgio. Fra una madre troppo presto vedova, dei nonni a dir poco bizzarri e una banda di zii quasi coetanei, il piccolo Patrick si impegna a diventare uomo... Pagine sorprendenti di una storia familiare che ogni lettore divorerà con commozione e divertimento.
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