mercoledì 12 maggio 2021

L'ultimo amore di Baba Dunja di Alina Bronsky

 L'ultimo amore di Baba Dunja

di Alina Bronsky

recensione di 
Maria Lucia Ferlisi

Questo è uno dei tanti libri suggeriti dal mio gruppo di lettura, devo dire che mi è subito piaciuto fin dalle prime righe perché è come leggere una favola, non ci sono principesse o maghi ne mele avvelenate, o forse si.

La storia è ambientata a  Cernovo è un paese avvelenato, non c'è più vita, nel 1986 a seguito dell'esplosione nucleare di Chernobyl la città è stata coperta della dura coltre della radioattività. tutti si sono allontanati chi malato e chi no e nessuno vuol ritornare. 

Eppure dopo tanti anni, una delle tante abitanti è ritornata, Baba Dunja, in questo luogo tetro, popolato da ragni, dove c'è il rischio di ammalarsi, dove non c'è acqua, non c'è luce, non c'è il telefono, ma Cernovo è la sua città, la sua casa, vi fa ritorno per riassaporare la vita semplice e pura di una volta, dove tutto deve essere conquistato con fatica.

Con lei arrivano altre persone che hanno effettuato la stessa scelta, il vivere senza stereotipi, nella solitudine, nel silenzio, nella semplicità più assoluta e pura. Un paese devastato dall'uomo ma  in cui vi regna la purezza, le poche parole, i pochi sguardi, la generosità della condivisione del poco che hanno. 

Ma un giorno arriva uno straniero con la figlia ragazzina e quella quiete s'interrompe..

Un romanzo che si legge con serena malinconia, la scrittura leggera e sapiente dell'autrice Alina  Bronsky regala dolci emozioni con il personaggio di Baba Dunja., una donna anziana, piena di dolori ma forte di spirito e di animo, una donna che ama "le piccole cose di pessimo gusto" per dirla come il noto poeta Gozzano, una donna eccentrica pur nella sua normalità del vivere quotidiano della fatica e delle piccole gioie.

L'anziana donna che con la sua lentezza e consapevolezza di vita,  conduce il lettore alla riflessione sulla vita d'oggi e all'arte di recuperare il passato, il vivere con poco, perché tutto il resto è superfluo,  come i regali che gli invia la figlia dalla Germania, inutili.

Le cose che veramente contano sono altre, e dobbiamo imparare a riconoscerle e imparare a capire dov'è la nostra casa, unico luogo che ci porta il dono della felicità.

Il romanzo è un piccolo gioiello di lettura ed  ha il potere di  traportare il lettore su una nuvola leggera e mostrargli quel paese morente, con gli ultimi ostinati abitanti,  per comprendere il segreto della vita.

Buona lettura

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Scheda lettura

Titolo: L'ultimo amore di BAba Dunja

Autore: Alina Bronsky

Casa Editrice: Keller

Pagine: 176

Sinossi

Baba Dunja è tornata a casa. Le radiazioni nucleari non le hanno impedito di rimettere piede per prima nel paese natio (a due passi da Chernobyl). Qui, insieme a poche anime che si sono via via aggiunte, si tenta di ricominciare a vivere. Perché la vita è ancora bella, nonostante l’età e nonostante intorno ci siano frutti di bosco dalle forme strane, uccelli particolarmente chiassosi, ragni che tessono instancabili le loro tele e persino lo spirito di qualche morto che si affaccia in strada per una chiacchierata.

Le giornate scorrono per il malato Petrov che legge poesie d’amore sulla sua amaca, per la corpulenta Marja che non sa dire addio al proprio gallo Konstantin, per Baba Dunja che scrive lettere alla figlia Irina, chirurgo in Germania, fino a quando uno straniero arriva in paese con la sua bambina e il tran tran della piccola comunità di Černovo viene sconvolto…

Poetico, divertente, intelligente, questo romanzo è una fiaba moderna che svela tutto il talento di Alina Bronsky nel dipingere un paese morente che torna invece a vivere grazie a insoliti personaggi e soprattutto a Baba Dunja, una donna eccentrica e speciale, determinata a realizzare in tarda età la sua personale versione del paradiso in terra proprio in un luogo che a tutti – quasi tutti – sembra dimenticato da Dio.

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.