CHIARO DI VENERE
di
CLAUDIO DEMURTAS
recensione a cura di Ferlisi Maria Lucia
Federico
è un ragazzino impacciato, ricciolo, bruttino, con difficoltà a
relazionarsi con i suoi coetanei. Come tutti i ragazzi sogna di avere
una ragazzina al suo fianco, per ridere, scherzare o baciare, lui si
limita solo a sognarle, le guarda da lontano e nell'attesa vana che
lo sguardo possa incrociarsi e sbocciare il primo amore, le vede
allontanarsi tutte al fianco di un altro.
"Possibile che uno debba innamorarsi di un’ombra vista da lontano? Tu devi imparare a frenare la fantasia. Scuotiti"
"Lui era il signor Confusione, parente stretto del sor Tentenna che, sempre titubante e nel bilico del dubbio, si prendeva regolarmente le fregature."
Passano
gli anni, Federico adesso è una giovane matricola dell'università di legge,
con poca voglia di studiare e sempre perso nei suoi sogni e nei suoi
tormentati dubbi che lo portano ad una apatia verso il mondo. Forse
la sua estrazione borghese, la mamma sempre pronta a scaldarlo con
sciarpe e maglioni anche a maggio, non vive nell'attualità della
società, è come un pesce chiuso nell'ampolla protettiva della
famiglia, non sa che al di fuori di quell'ampolla c'è un oceano in
attesa di essere attraversato.
Federico
è solo. "Lui è nessuno."
"Scivolavano via i suoi giorni senza lasciare traccia e si sentiva già intaccato dai ricordi, una mela col baco e neppure un fiore di ligustro."
Gli
amici si sposano, il cugino compagno di tante sue elucubrazioni
mentali, si fidanza. Federico accetta malvolentieri una supplenza in
un paesino sperduto dell'entroterra sardo. Comincia una nuova vita, i
primi baci "lievi come farfalle", le prime conquiste, più
subite, per la verità, da ragazze mature ed intraprendenti.
Comincia
la sua crescita e il distacco dalla famiglia, ora è autonomo
economicamente e può comprarsi l'auto con la quale potrà fare colpo
sulle ragazze, anche se è magrissimo, bruttino e con gli occhiali
spessi..avrà qualche speranza.
Conosce
Luisella universitaria come lui, "faziosa e partigiana",
appartenente alla classe operaia con padre metalmeccanico e
comunista. Una ragazza che lo mette di fronte a se stesso, e
comprendere la diversità tra loro, non solo economica e sociale
ma soprattutto storica e politica. Cominciano i primi baci
"toccandosi le labbra, lievi come farfalle"
"Federico, possibile che non maturi mai? Che rimanga sempre un inguaribile sognatore?≫ ≪Ma se la vita non fosse anche sogno che cosa ne rimarrebbe? Un correre monotono sempre sugli stessi binari.≫ ≪Io invece credo che tu sia perennemente insoddisfatto perché non sai accontentarti. Può darsi che non abbia ancora trovato, e in questo caso avresti ragione; potrebbe essere, pero, che quello che cerchi non esista.≫ ≪Purtroppo non posso farci niente se sono fatto cosi. E sono certo che in queste condizioni non ti sposeresti neppure tu.≫ ≪Sicuro. Io sto bene con Letizia, sono convinto che sia la mia compagna, punto e basta.≫ ≪Anch’io sto bene con Luisella e non significa niente. Non basta, secondo me.≫
Il
romanzo di Claudio -Demurtas è un piccolo affresco degli anni
sessanta e settanta, un libro che contiene un decennio di vita di
Federico nel periodo, forse, migliore dell'Italia, quella della
crescita economica sociale ma con essa anche esistenziale. Un
racconto in bianco e nero come la TV degli anni passati.
E'
il periodo della "nausea", sono gli anni delle
contestazioni studentesche "del 68", è il decennio delle
contestazioni operaie, sono gli anni delle prime libertà sessuali,
dei primi approcci femministi.
L'autore
ci conduce in questi anni con delicatezza, ma anche con punte di
ironia. Sorridiamo ai suoi primi approcci sessuali, i primi
turbamenti alla vista di uno ginocchio scoperto. Ci pervade la
malinconia al suono dei giradischi con le canzoni spensierate nelle piccole balere.
Partecipiamo alle sue discussioni politiche con Luisella, lui legge
soltanto il Corriere dello sport, e non possiamo che sorridere di
fronte alla sua immaturità.
Ricordiamo
l'acquisto della prima auto la vecchia seicento, a cui si era soliti
dare un nome, come se fosse un familiare, da lavare ed accudire con
amore.
Un
romanzo che è un amarcord.
Chiaro
di Venere ha un ritmo calmo e tranquillo come gli anni passati, dove
si rideva, parlava e scherzava.
L'autore con stile elegante, fluido
e preciso ci conduce in un decennio con delicata ironia e nostalgia.
Le scene descritte sono perfette, con un linguaggio semplice ed
efficace, riesce a coniugare elementi di vita normale, quotidiana ad
eventi importanti come il delitto delle giare o la morte di Allende.
Un
romanzo da leggere e gustare riga dopo riga, con la certezza che non
vi deluderà, e come il protagonista aspetterete il chiaro di Venere
anche voi!
Scheda
libro
Titolo:
Chiaro di Venere
Autore:
Claudio Demurtas
Casa
editrice: Eventualmente
Pagine:
192
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