giovedì 21 settembre 2017

Chiaro di Venere di Claudio Demurtas


CHIARO DI VENERE 
di
CLAUDIO DEMURTAS
recensione a cura di Ferlisi Maria Lucia

Federico è un ragazzino impacciato, ricciolo, bruttino, con difficoltà a relazionarsi con i suoi coetanei. Come tutti i ragazzi sogna di avere una ragazzina al suo fianco, per ridere, scherzare o baciare, lui si limita solo a sognarle, le guarda da lontano e nell'attesa vana che lo sguardo possa incrociarsi e sbocciare il primo amore, le vede allontanarsi tutte al fianco di un altro.

"Possibile che uno debba innamorarsi di un’ombra vista da lontano? Tu devi imparare a frenare la fantasia. Scuotiti"

"Lui era il signor Confusione, parente stretto del sor Tentenna che, sempre titubante e nel bilico del dubbio, si prendeva regolarmente le fregature."


Passano gli anni, Federico adesso è una giovane matricola dell'università di legge, con poca voglia di studiare e sempre perso nei suoi sogni e nei suoi tormentati dubbi che lo portano ad una apatia verso il mondo. Forse la sua estrazione borghese, la mamma sempre pronta a scaldarlo con sciarpe e maglioni anche a maggio, non vive nell'attualità della società, è come un pesce chiuso nell'ampolla protettiva della famiglia, non sa che al di fuori di quell'ampolla c'è un oceano in attesa di essere attraversato.
Federico è solo. "Lui è nessuno."

"Scivolavano via i suoi giorni senza lasciare traccia e si sentiva già intaccato dai ricordi, una mela col baco e neppure un fiore di ligustro."

Gli amici si sposano, il cugino compagno di tante sue elucubrazioni mentali, si fidanza. Federico accetta malvolentieri una supplenza in un paesino sperduto dell'entroterra sardo. Comincia una nuova vita, i primi baci "lievi come farfalle", le prime conquiste, più subite, per la verità, da ragazze mature ed intraprendenti.


Comincia la sua crescita e il distacco dalla famiglia, ora  è autonomo economicamente e può comprarsi l'auto con la quale potrà fare colpo sulle ragazze, anche se è magrissimo, bruttino e con gli occhiali spessi..avrà qualche speranza.


Conosce Luisella universitaria come lui, "faziosa e partigiana", appartenente alla classe operaia con padre metalmeccanico e comunista. Una ragazza che lo mette di fronte a se stesso, e comprendere la diversità tra loro, non solo economica e sociale ma soprattutto storica e politica. Cominciano i primi baci "toccandosi le labbra, lievi come farfalle"

"Federico, possibile che non maturi mai? Che rimanga sempre un inguaribile sognatore?≫ Ma se la vita non fosse anche sogno che cosa ne rimarrebbe? Un correre monotono sempre sugli stessi binari.≫ Io invece credo che tu sia perennemente insoddisfatto perché non sai accontentarti. Può darsi che non abbia ancora trovato, e in questo caso avresti ragione; potrebbe essere, pero, che quello che cerchi non esista.≫ Purtroppo non posso farci niente se sono fatto cosi. E sono certo che in queste condizioni non ti sposeresti neppure tu.≫ Sicuro. Io sto bene con Letizia, sono convinto che sia la mia compagna, punto e basta.≫ Anch’io sto bene con Luisella e non significa niente. Non basta, secondo me.≫

Il romanzo di Claudio -Demurtas è un piccolo affresco degli anni sessanta e settanta, un libro che contiene un decennio di vita di Federico nel periodo, forse, migliore dell'Italia, quella della crescita economica sociale ma con essa anche esistenziale. Un racconto in bianco e nero come la TV degli anni passati.
E' il periodo della "nausea", sono gli anni delle contestazioni studentesche "del 68", è il decennio delle contestazioni operaie, sono gli anni delle prime libertà sessuali, dei primi approcci femministi.
L'autore ci conduce in questi anni con delicatezza, ma anche con punte di ironia. Sorridiamo ai suoi primi approcci sessuali, i primi turbamenti alla vista di uno ginocchio scoperto. Ci pervade la malinconia al suono dei giradischi con le canzoni spensierate nelle piccole balere. Partecipiamo alle sue discussioni politiche con Luisella, lui legge soltanto il Corriere dello sport,  e non possiamo che sorridere di fronte alla sua immaturità.
Ricordiamo l'acquisto della prima auto la vecchia seicento, a cui si era soliti dare un nome, come se fosse un familiare, da lavare ed accudire con amore.
Un romanzo che è un amarcord.
Chiaro di Venere ha un ritmo calmo e tranquillo come gli anni passati, dove si rideva, parlava e scherzava. 
L'autore con stile elegante, fluido e preciso ci conduce in un decennio con delicata ironia e nostalgia. Le scene descritte sono perfette, con un linguaggio semplice ed efficace, riesce a coniugare elementi di vita normale, quotidiana ad eventi importanti come il delitto delle giare o la morte di Allende.
Un romanzo da leggere e gustare riga dopo riga, con la certezza che non vi deluderà,  e come il protagonista aspetterete il chiaro di Venere anche voi!

Scheda libro


Titolo: Chiaro di Venere
Autore: Claudio Demurtas
Casa editrice: Eventualmente
Pagine: 192



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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.