accaldati? Immagino di si, allora non vi resta che chiudervi in casa, aria condizionata accesa, una bella granita da sorseggiare mentre vi impegnate nel nuovo concorso che vi segnalo.
Rassegna concorso di poesia e letteratura: Pier Paolo Pasolini, Il canto Popolare.
Scrivete con calma avete tempo fino al 30 settembre.
Eccovi tutte le informazioni per la partecipazione.
In bocca al lupo
Maria Lucia
1) SEZIONI AMMESSE ALLA RASSEGNA
SEZIONE A: POESIA inedita o edita in lingua italiana, ammesse opere premiate e vincitrici in altri concorsi
SEZIONE B: SAGGI LETTERARI INEDITI
2) SCADENZA INVIO ELABORATI
La data ultima per l’invio degli elaborati è fissata al: 30 settembre 2017
Le opere potranno essere trasmesse solo a mezzo posta elettronica:
Il termine di scadenza è fissato alle ore 24,00 del 30/09/2017.
3) COME POSSONO ESSERE PRESENTATI GLI ELABORATI
POESIA: ogni autore potrà presentare un massimo di 3 poesie, non sono importi limiti di lunghezza, ogni poesia dovrà essere presentata su un singolo file in formato .docx
SAGGI: ogni autore potrà presentare una sola opera inedita e mai pubblicata.
Le specifiche di invio degli elaborati sono indicate al punto 4.0) del regolamento.
4) SPEDIZIONE DEGLI ELABORATI
LE OPERE POTRANNO ESSERE INVIATE SOLO A MEZZO POSTA ELETTRONICA
modalità di presentazione documentazione:
- copia di ogni poesia o del saggio (a seconda della sezione di partecipazione);
- copia della ricevuta di versamento quota partecipazione.
La documentazione dovrà essere inviate all’indirizzo: redazione@swanbook.eu
con la causale: “Premio Pasolini – Sezione …”
Attenzione: sono ammessi al concorso solo autori maggiorenni al 30/09/2017!
5) QUOTE DI ISCRIZIONE
La quota di iscrizione a copertura delle spese organizzative, di lettura e coordinamento logistico è fissata in € 10,00 per sezione di partecipazione:
Si potrà effettuare il versamento con:
o bonifico bancario IBAN: IT76 E076 0111 4000 0009 8520 695 - intestato a Ass. A.R.C.
o versamento sul c/c postale nr 98520695 - intestato a Ass. A.R.C.
6) RISULTATI DEL CONCORSO E PREMIAZIONE
La giuria sarà composta da scrittori, docenti, giornalisti, rappresentanti di enti pubblici e associazioni. Il giudizio della giuria sarà insindacabile. La commissione di giuria avrà altresì la facoltà di escludere dal concorso opere offensive o contrarie alla moralità. La giuria si riserva inoltre la facoltà di attribuire premi e menzioni speciali per gli autori e le opere che potranno esserne ritenute meritevoli. I risultati del concorso
verranno diffusi con comunicato stampa entro il 05/11/2017.
La premiazione del concorso avverrà entro il giorno 10/12/2017: data e luogo verranno comunicati entro il 31/10/2017.
7) PREMI
Per ciascuna sezione in concorso:
1° classificato: ospitalità con pernottamento per due persone in hotel o B&B per il giorno della premiazione; pubblicazione silloge di poesie (30 copie omaggio all’autore) targa, diploma
2° classificato: ospitalità con pernottamento per una persona in hotel o B&B il giorno della premiazione; targa, diploma e eventuali premi offerti da imprese del territorio.
3° classificato: Confezione 12 bottiglie Vini DOC Gardesani; Trofeo, diploma, eventuali premi offerti da imprese del territorio.
4° e 5° classificato: Conf. 3 Vini Doc Gardesani, medaglia, diploma ed eventuali premi offerti da imprese del territorio
fino al 10° classificato: diploma ed eventuali premi offerti da imprese del territorio
Targhe, attestati e altri riconoscimenti potranno essere spediti ai rispettivi destinatari previa richiesta scritta e pagamento delle spese di spedizione.
7) INFORMAZIONI
Per qualsiasi informazione o comunicazione contattare: redazione@swanbook.eu oppure inviando sms al nr.3668100606 lasciando nominativo e richiesta di essere contattati.
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Il canto popolare (1952)
Improvviso il mille novecento
cinquanta due passa sull'Italia:
solo il popolo ne ha un sentimento
vero: mai tolto al tempo, non l'abbaglia
la modernità, benché sempre il più
moderno sia esso, il popolo, spanto
in borghi, in rioni, con gioventù
sempre nuove - nuove al vecchio canto -
a ripetere ingenuo quello che fu.
Scotta il primo sole dolce dell'anno
sopra i portici delle cittadine
di provincia, sui paesi che sanno
ancora di nevi, sulle appenniniche
greggi: nelle vetrine dei capoluoghi
i nuovi colori delle tele, i nuovi
vestiti come in limpidi roghi
dicono quanto oggi si rinnovi
il mondo, che diverse gioie sfoghi...
Ah, noi che viviamo in una sola
generazione ogni generazione
vissuta qui, in queste terre ora
umiliate, non abbiamo nozione
vera di chi è partecipe alla storia
solo per orale, magica esperienza;
e vive puro, non oltre la memoria
della generazione in cui presenza
della vita è la sua vita perentoria.
Nella vita che è vita perché assunta
nella nostra ragione e costruita
per il nostro passaggio - e ora giunta
a essere altra, oltre il nostro accanito
difenderla - aspetta - cantando supino,
accampato nei nostri quartieri
a lui sconosciuti, e pronto fino
dalle più fresche e inanimate ère -
il popolo: muta in lui l'uomo il destino.
E se ci rivolgiamo a quel passato
ch'è nostro privilegio, altre fiumane
di popolo ecco cantare: recuperato
è il nostro moto fin dalle cristiane
origini, ma resta indietro, immobile,
quel canto. Si ripete uguale.
Nelle sere non più torce ma globi
di luce, e la periferia non pare
altra, non altri i ragazzi nuovi...
Tra gli orti cupi, al pigro solicello
Adalbertos komis kurtis!, i ragazzini
d'Ivrea gridano, e pei valloncelli
di Toscana, con strilli di rondinini:
Hor atorno fratt Helya! La santa
violenza sui rozzi cuori il clero
calca, rozzo, e li asserva a un'infanzia
feroce nel feudo provinciale l'Impero
da Iddio imposto: e il popolo canta.
Un grande concerto di scalpelli
sul Campidoglio, sul nuovo Appennino,
sui Comuni sbiancati dalle Alpi,
suona, giganteggiando il travertino
nel nuovo spazio in cui s'affranca
l'Uomo: e il manovale Dov'andastà
jersera... ripete con l'anima spanta
nel suo gotico mondo. Il mondo schiavitù
resta nel popolo. E il popolo canta.
Apprende il borghese nascente lo Ça ira,
e trepidi nel vento napoleonico,
all'Inno dell'Albero della Libertà,
tremano i nuovi colori delle nazioni.
Ma, cane affamato, difende il bracciante
i suoi padroni, ne canta la ferocia,
Guagliune 'e mala vita! in branchi
feroci. La libertà non ha voce
per il popolo cane. E il popolo canta.
Ragazzo del popolo che canti,
qui a Rebibbia sulla misera riva
dell'Aniene la nuova canzonetta, vanti
è vero, cantando, l'antica, la festiva
leggerezza dei semplici. Ma quale
dura certezza tu sollevi insieme
d'imminente riscossa, in mezzo a ignari
tuguri e grattacieli, allegro seme
in cuore al triste mondo popolare.
Nella tua incoscienza è la coscienza
che in te la storia vuole, questa storia
il cui Uomo non ha più che la violenza
delle memorie, non la libera memoria...
E ormai, forse, altra scelta non ha
che dare alla sua ansia di giustizia
la forza della tua felicità,
e alla luce di un tempo che inizia
la luce di chi è ciò che non sa.
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