giovedì 6 aprile 2023

Come trasformare l'infelicità in bellezza letteraria: Una minima infelicità di Carmen Verde

 
Una minima infelicità 

                                                                                        di  Carmen Verde

Impressioni di Maria Lucia Ferlisi

Scheda Libro

Autore: Carmen Verde
Titolo: Una minima infelicità
Casa editrice: Neri Pozza bloom
Pagine: 156

Annetta è una donna il cui corpo è rimasto esile e piccolo come una bambina e cresce come tale in simbiosi con la madre eterea, elegante, bella e alta.
Sul suo corpo che non vuole crescere pendono due figure femminili che destinano la sua vita in una eterna fanciullezza con due spade di Damocle sopra la testa: essere folle come la nonna o puttana come la madre.
Lei rivive le tappe della vita della madre attraverso le vecchie foto conservate in quella casa troppo grande per lei rimasta sola.
Rivede il padre, lavoratore instancabile nel negozio storico di tessuti.
Rivede la nonna Adelina, folle ma dolce
Rivede Clara Bigi. la domestica che mandava missive infamanti contro la madre.
Rivede LEI, Sofia Vivier, una madre scomoda e infelice.
<<L'infelicità è irragionevole. C'è chi ne è oppresso già dalla nascita e chi, sopperendo alla mancanza di predisposizione naturale, rimane così a lungo a contemplarla in sua madre da arrivare a sentirne nella pelle gli spini.>>

L'autrice Carmen Verde al suo esordio debutta con un meraviglioso romanzo. Lo stile limpido, elegante, ricercato e intenso aiutano il lettore a divorare la storia e restare incantati da come l'autrice, pur parlando di dolore, ne fa prevalere  bellezza struggente e leggera. 
Annetta questa donna che ha avuto l'ostinazione di non crescere,  per restare sempre  bambina all'ombra della madre che assiste e sorregge, che prende per mano, che  culla e infine  ne diventa la madre.
In questo romanzo il dolore sparisce per lasciare posto allo sguardo amorevole della figlia nella casa chiusa agli altri che sanno solo giudicare senza riuscire a penetrare le anime belle come lei, Adelina e Sofia la madre.
L'infelicità è anche  armoniosa e leggiadra.

Un romanzo che merita di essere in lista per il Premio Strega e che invito voi tutti/e a leggere.
Valutazione💝💝💝💝💝
Trama
Una minima infelicità è un romanzo vertiginoso. Una nave in bottiglia che non si può smettere di ammirare. Annetta racconta la sua vita vissuta all’ombra della madre, Sofia Vivier. Bella, inquieta, elegante, Sofia si vergogna del corpo della figlia perché è scandalosamente minuto.

Una petite che non cresce, che resta alta come una bambina. Chiusa nel sacrario della sua casa, Annetta fugge la rozzezza del mondo di fuori, rispetto al quale si sente inadeguata. A sua insaputa, però, il declino lavora in segreto. È l’arrivo di Clara Bigi, una domestica crudele, capace di imporle regole rigide e insensate, a introdurre il primo elemento di discontinuità nella vita familiare. Il padre, Antonio Baldini, ricco commerciante di tessuti, cede a quella donna il controllo della sua vita domestica. Clara Bigi diventa cosí il guardiano di Annetta, arrivando a sorvegliarne anche le letture.
La morte improvvisa del padre è per Annetta l’approdo brusco all’età adulta. Dimentica di sé, decide di rivolgere le sue cure soltanto alla madre, fino ad accudirne la bellezza sfiorita. Allenata dal suo stesso corpo alla rinuncia, coltiva con ostinazione il suo istinto alla diminuzione.
Ogni pagina di questo romanzo ci mostra cosa significhi davvero saper narrare utilizzando una lingua magnifica che ci ipnotizza, ci costringe ad arrivare all’ultima pagina, come un naufragio desiderato. Questo libro è il miracolo di una scrittrice che segna un nuovo confine nella narrativa di questi anni.

mercoledì 5 aprile 2023

Sacro Amor Profano di Lodovica San Guedoro

 

Sacro Amor Profano 

di 

  Lodovica San Guedoro


Scheda Libro

Autore: Lodovica San Guedoro

Titolo: Sacro Amor Profano

Casa editrice: Les Flâneurs Edizioni 

Pagine: 158

Proposto da Franco Cardini al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:
«Mi sono deciso a proporvi Sacro Amor profano, lavoro di una nobildonna italiana dal cognome che farebbe invidia a Guido Da Verona, ma che non è uno pseudonimo. Accintomi a leggiucchiare il manoscritto in un pomeriggio domenicale di quelli in cui, potendo, si ama oziare in poltrona col gatto sulle ginocchia e un bicchiere a portata di mano, mi sono scoperto con sorpresa ad appassionarmi alla lettura. 
Non dirò, non dico, non voglio dire che sia “nata una stella”. Ma non mi è dispiaciuto uno stile forse talora un po‘ troppo letterario, tuttavia qua e là etereo e mordace, lieve e corrosivo, aulico e semplice. Un po‘ ingenuo forse: ma chissà…? Il libro di una «scrittrice in esilio» in molti sensi, desueto forse ma dotato di intensità espressiva ed emozionale. Propongo questa autrice all’edizione 2023 del Premio Strega per la sua sorvegliata immaginazione, il suo serio artigianato e la sua fedeltà ai valori modesti ma anche eterni della non necessariamente grande, tuttavia vera e buona letteratura.»
Trama
La dimensione dell’amore, esplorato in ogni sua tappa evolutiva, dal conforto di un sentimento che sboccia al disincanto amaro di chi ha visto sfiorire troppe rose, è l’oggetto di indagine di questa raccolta di racconti. 

La penna dell’autrice dipinge con delicato acume e raffinata ironia personaggi ora sbarazzini ora maestosi, collocandoli all’interno di atmosfere distanti tra loro, dalla melanconia partenopea al fascino delle metropoli europee, trascinando il lettore, fra vertigini creative e picchi di razionalità, in un viaggio nei meandri delle emotività indisciplinate, in cui si smarrisce il confine fra l’arte e la vita. 

Brevi storie intense, che disvelano la poetica sentimentale di Lodovica San Guedoro in tutta la sua limpidezza.

lunedì 3 aprile 2023

Quattro galline di Jackie Polzin

Quattro galline 
di
 Jackie Polzin 

Impressioni di Maria Lucia Ferlisi

La trama del romanzo si basa essenzialmente sulle cure che una donna presta al suo piccolo pollaio realizzato in un quartiere povero del Minnesota. Il pollaio diventa un piccolo microcosmo in cui la signora di mezza età cerca di comprenderne i movimenti associandoli all'esistenza umana. 
Inizia a dare un nome e a osservale, ne comprende la personalità e da un nome a ognuna, c'è Hennepin County  la gallina alfa, Gam Gam è timida,  aspetta sempre che le altre abbiano finito di mangiare prima di farlo lei,  Gloria è lenta mentre Testanera è casinista.
La storia continua descrivendo alla perfezione il pollaio, come si pulisce, quale cibo dare, come comprendere se stanno bene o no.
Il romanzo continua così per 200 pagine, la scrittura è chiara, perfetta, piacevole, ma non è sufficiente per definirlo un grande best seller, non ho ritrovato, nella scrittura dell'autrice, l'ironia necessaria per rendere più viva la lettura, rimane la malinconia ma appiattisce la storia.
Il fatto di aver usato le galline per rendere la similitudine  con l'umanità maggiormente divertente non è sufficiente, i capitoli scarni e brevi peggiorano la dinamica della storia e ne mostra l'inconsistenza.

 Non tutto ciò che è straniero è accettabile. 

La decantata ironia, citata da alcuni scrittori recensori, non la trovo e sarebbe stata necessaria per elevare il romanzo, in questo modo è solo una storia piatta e insignificante, utilissima come manuale per allevare galline.

Valutazione: 💛

 SCHEDA LIBRO
«Quattro galline di Jackie Polzin è un romanzo commovente e spiritoso, lieve e struggente, un libro sull'assenza, sulla nostra continua lotta contro la solitudine, sulla difficoltà di comunicare – ma sulla bellezza di riuscire a volte a farlo – sulla maternità agli inizi del XXI secolo, sulla necessità di prendersi cura degli altri. C'è un mondo intero e pieno di emozioni, nel piccolo pollaio immaginato da Jackie Polzin» (Nicola Lagioia). «Quattro Galline racconta di una casa, dei suoi proprietari e di un pollaio. Le galline si rivelano l'unico punto di vista dal quale capire qualcosa di sé stessi. In questa spassosa meditazione su cosa diventa ricordo o memoria e cosa no, Jackie Polzin risponde insomma alla domanda se sia nato prima l'uovo o la gallina. La gallina. Animale sintesi delle nostre nostalgie e dei nostri perché» (Chiara Valerio).

Autore: Jakie Polzin

Titolo: Quattro galline

Casa Editrice; Einaudi

Pagine: 200

TRAMA

Quattro galline: la vita, nient'altro che la vita. «Nell'occhio della gallina è custodita la verità del mondo. La gallina non pensa, sa. Doveva arrivare il romanzo sulla migliore e più derisa amica dell'uomo» (Niccolò Ammaniti). «Le colombe di Mercè Rodoreda, i pavoni di Flannery O' Connor e le galline di Jackie Polzin, tutti volatili letterari che sanno raccontare le donne, i loro pensieri intimi e le loro assurdità. Un romanzo che sotto l'ironia e la lingua ben misurata cova speranze e perdite, un universo umano sodo e compatto» (Giulia Caminito). «Quattro galline di Jackie Polzin è un romanzo commovente e spiritoso, lieve e struggente, un libro sull'assenza, sulla nostra continua lotta contro la solitudine, sulla difficoltà di comunicare – ma sulla bellezza di riuscire a volte a farlo – sulla maternità agli inizi del XXI secolo, sulla necessità di prendersi cura degli altri. C'è un mondo intero e pieno di emozioni, nel piccolo pollaio immaginato da Jackie Polzin» (Nicola Lagioia). «Quattro Galline racconta di una casa, dei suoi proprietari e di un pollaio. Le galline si rivelano l'unico punto di vista dal quale capire qualcosa di sé stessi. In questa spassosa meditazione su cosa diventa ricordo o memoria e cosa no, Jackie Polzin risponde insomma alla domanda se sia nato prima l'uovo o la gallina. La gallina. Animale sintesi delle nostre nostalgie e dei nostri perché» (Chiara Valerio).



venerdì 31 marzo 2023

La vita in tasca di Simona Sparaco


La vita in tasca
 di
 Simona Sparaco
Impressioni di Rossella Scipioni
Malik è un adolescente del Ghana che seppur in mezzo a tante difficoltà ama la scuola ed è molto bravo in matematica. La madre ne è orgogliosa, ma è consapevole che non può vivere in quel paese martoriato dalle guerre e dalla povertà. Decide di farlo andare in Europa, da un cugino in Francia, dovrà attraversare il Mediterraneo su una barca clandestina, gli cuce nella giacca la sua pagella con tutti i voti alti, quasi come un passepartout magico e lo affida ad un futuro di sogni e speranza.

Mattia è un adolescente che vive a Milano, madre divorziata con mille problemi per gestire un ragazzo che si apre alla vita e senza l'appoggio del padre. Lui cerca di crescere inseguendo sogni di fama e soldi, si lascia trascinare da alcuni amici che bazzicano nella microcriminalità, ma vuole essere spavaldo e forte come i suoi amici bulletti di periferia.

Due destini  con finali diversi.

Mi piace molto l'autrice Simona Sparaco ed ho letto tutti i suoi romanzi, ma questo non è riuscito a regalarmi le emozioni che mi aspettavo, le due storie viaggiano su due binari differenti e l'unico filo che li lega, ovvero il lavoro della madre di Mattia, è troppo esile.

Mattia e Malik sono diversi in tutto, nessuna affinità, li lega solo l'età, e le due storie non si intrecciano, viaggiano sole e separate. La storia di Malik, letta sui giornali, ha avuto un eco molto forte e non viene restituita al lettore in maniera intensa e incisiva, come meritava, ma affida la lettura alla semplice emozione che risulta distaccata e fredda.

Un romanzo troppo costruito.
Valutazione: 💛💛💛

SCHEDA LIBRO

Titolo: La vita in tasca

Autore: Simona Sparaco

Casa Editrice: Solferino

Pagine: 256

TRAMA

Mattia vive a Milano con la madre, divorziata. Non va bene a scuola e ha smesso di impegnarsi, anche perché è entrato in un brutto giro: Jonathan, uno dei suoi compagni meno raccomandabili, lo ha preso sotto la sua ala protettiva e Mattia non è più una vittima di bullismo ma in compenso rischia di perdersi. Anche Malik vive con la madre, vedova, in Ghana. Lui a scuola ha tutti dieci e un talento per la matematica. Anche per questo è stato deciso che emigrerà dallo zio Zuri a Nizza: in Europa avrà un futuro migliore. Mattia e Malik, con i loro tredici anni diversamente problematici, hanno entrambi un viaggio da affrontare: per Malik è un pericoloso tragitto attraverso il deserto e poi per mare, accompagnato dai trafficanti di uomini. Per Mattia è un percorso incerto che deve portarlo a trovare un suo posto nel gruppo dei coetanei, una sua più precisa e vincente identità. Ai due ragazzi, con le loro ambizioni e paure, con le vittorie e le ribellioni della loro età, la vita ha riservato opportunità e sfide molto diverse. In una narrazione piena di tensione e pathos, questo romanzo segue in parallelo le loro storie e quelle delle loro madri. A molti chilometri di distanza, una serie di eve

 

Scrittrici dimenticate: FAUSTA CIALENTE

Fausta Cialente Fausta Cialente è stata una grande voce delle letteratura italiana, essendo donna è stata dimenticata e trascurata dalle ant...

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La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.