mercoledì 6 ottobre 2021

L'essenza del tempo di Brunella Giovannini

L'essenza del tempo

 di 

Brunella Giovannini

recensione di
Maria Lucia Ferlisi

A volte basta poco per cambiare la vita di una persona che fino a qualche giorno prima festeggiava felice i traguardi raggiunti. Un soffio e la vita cambia e ti pone altre prospettive e tu che hai il "tempo" tra le mani, un bene prezioso,  devi essere artefice del cambiamento.

Questo è il messaggio che l'autrice Brunella Giovannini ha voluto trasmettere ai lettori e lo fa con garbatezza, con gentilezza: come è lei nella vita di tutti i giorni. 

Le  piccole storie cesellate attorno a Ombretta , protagonista del romanzo, sono pillole di saggezza quella popolare, quella eterna e si riflette nei vari personaggi che ci regala attraverso la sua scrittura equilibrata ed elegante.

Possiamo definirla una piccola saga dal sapore padano con qualche intrusione partenopea per rendere il romanzo di ampio respiro e reale, e dove i sentimenti prevalgono.

Tutte le storie sono collocate alla perfezione, una dietro l'altra,  per poi arrivare al finale per ricongiungersi. 

Una storia di emozioni, di solidarietà, di  sentimenti e affetti che vi consiglio di leggere.

Scheda libro

Autore: Brunella Giovannini

Titolo: L'essenza del tempo

Casa editrice: Leucotea

Pagine: 182

Sinossi

Abbiamo tutti la presunzione di tenere saldamente tra le mani le redini della vita, ma ciò che deve accadere, accadrà, con o senza il nostro benestare. Ombretta non avrebbe mai immaginato che nel giorno del suo ventitreesimo compleanno un grave incidente le avrebbe sconvolto l'esistenza. Da quel momento, solo il tempo e gli affetti l'aiuteranno ad accettare la sua nuova condizione. 

Dopo tanti anni, il destino riporta sulla sua strada un amico di vecchia data e tra i due si manifesta finalmente quel sentimento rimasto sopito da sempre. Insieme iniziano a programmare il domani auspicando tanta serenità, ma una nube scura minaccia il futuro.



lunedì 4 ottobre 2021

Vittoria Aganoor, una grande poetessa dimenticata.

Vittoria Aganoor
una grande poetessa dimenticata. 
Un’altra grande poetessa di cui non risulta alcuna traccia nei libri di letteratura  sicuramente è Vittoria Aganoor.

Vittoria Aganoor è nata a Padova il 26 maggio del 1855 e morì a Roma nel  , il padre Edgar era un conte di origini armene per cui insieme con le sorelle ebbe una vita agiata. I suoi  studi furono di formazione classica con il noto maestro giacomo Zanella e sotto la sua guida iniziò a comporre delle liriche e nel 1876 pubblica il suo primo saggio poetico.

Luna, i bei tempi andati

sempre mi stanno in cor

quando al tuo dolce albor

gli occhi volgea.

Laghi, montagne e prati

diffusi di seren

nel candido tuo sen

scorger credea.

Scorger credea la danza

d' alati abitator.

Oh come sogna il cor

quando è contento!

[p. XIV]

Triste, deserta stanza,

cupo cinereo mar

ora quel tuo m' appar

disco d' argento.

Ed or coi rai bagnati

di memore dolor,

Luna, il tuo mesto albor

seguo pel cielo. [1]

 Nello stesso anno si trasferisce a Venezia ma trascorre lunghi periodi a Padova per continuare i suoi studi con il maestro, inizia anche una forte corrispondenza con il poeta Domenico Gnoli e riesce a pubblicare una sua lirica nella riovista  letterario dell’amico poeta. Nel frattempo morì il padre e a lei toccò prendersi cura della madre malata. Aveva un carattere chiuso e le lue poesie riflettevano malinconia. 

“Estremamente garbata e piacevole all'esterno, nascose sempre il suo carattere tormentato e depressivo, che trovava sfogo, invece, in alcune sue liriche in cui si parla di incomunicabilità, desiderio di morte e di potenza, desiderio di libertà dalle regole e costrizioni del vivere civile. Si occupò per lunghi anni della madre, cui era legata da un forte legame affettivo, e solo dopo la sua morte, nel 1899, cominciò a pensare ad un proprio percorso di vita autonomo.”

Anche Benedetto Croce ebbe parole lusinghiere per le poesie di Vittoria, peccato che il suo perfezionismo e la sua timidezza le impedirono di pubblicare tutte le sue opere, molte sono rimaste chiuse nei suoi quaderni e lette solo a pochi amici.

Orgoglio mio, dunque a sopir non vali

Questo che il cor tormenta

Pensier, cui serva io torno?

Dunque non sai più vincere?

Dunqe ogni possa è spenta?

E tanto forte io t' ho creduto un giorno!…

Un superbo mortal, che te non cura

Nè sa quanto m' ha offeso;

Ecco a chi ceder sai!

E soffri ch'ei mi soffochi

Sotto l' ingiusto peso

D'una pietà che non gli ho chiesta mai?

Nel 1901 si sposò a Napoli un deputato dalle origini nobili: guido Pompilj e con lui si trasferì a Perugia. La sua felicità e l’amore per il marito migliorarono il suo carattere e si rifletté anche nelle sue opere che diventarono meno malinconiche e il tema dell’incomunicabilità viene abbandonato.

Purtroppo la vita coniugale che la rende felice dura poco e nel 1910 si ammala di un tumore e durante un tentativo di operazione muore l’otto maggio, il giorno successivo, a poche ore dalla morte della moglie, il marito si toglie la vita con un colpo di pistola alla tempia.

Ecco l’elenco delle sue opere:

I cavalli di San Marco, Venezia, Stab. Tip. C. Ferrari, 1892.

A mio padre. Versi, Venezia, Stab. Tip. Lit. C. Ferrari, 1893.

Leggenda eterna, Milano, Treves, 1900.

Nuove liriche, Roma, Nuova Antologia, [1908].

Poesie complete, a cura e con introduzione di Luigi Grilli, Firenze, Successori Le Monnier, 1912; successiva edizione, premessavi una lettura tenuta dall'autrice al Collegio Romano, Firenze, F. Le Monnier, 1927.

Nuove liriche, a cura di John Butcher, Bologna, Nuova S1, 2007.

Lettere e carteggi:

Lettere a Domenico Gnoli, 1898-1901, per la prima volta edite a cura di Biagia Marniti, Caltanissetta, Roma, Sciascia, 1967.

Lettere a Giacomo Zanella (1876-1888), a cura di Adriana Chemello, Mirano, Eidos, 1996.

Lettere scelte di Vittoria Aganoor ad Antonio Fogazzaro, a cura di Brunone De Toffol, Mansue, Comune, Biblioteca comunale, 2002.

Aganoor, la brezza e il vento, corrispondenza di Vittoria Aganoor a Guido Pompilj, a cura di Lucia Ciani, Bologna, Nuova S1, 2004.

Vittoria Aganoor, Almerigo da Schio: lettere (1886-1909), a cura di Lucia Ciani, S.l., Ribis, 2005.



Notizie tratte da:

https://it.wikipedia.org/wiki/Vittoria_Aganoor

https://www.lib.uchicago.edu/efts/IWW/texts/htmlfiles/A0001-T003/

mercoledì 29 settembre 2021

Game Day di Federica Tronconi

tutti i lettori segnalo questo sport romance di Federica Tronconi, un romanzo scorrevole e piacevole che leggerete con piacere.

                                                    Game Day di Federica Tronconi 

 Titolo: Game Day

 Autore: Federica Tronconi 

Editore: ode edizioni

 Genere: sport romance 

 Pagine: 170 

Prezzo ebook: € 2.99 Prezzo cartaceo: € 12.99

Sinossi: 

La sezione sportiva non era certo ciò che si aspettava Stefania. Dopo anni di gavetta desiderava il salto, invece si ritroverà a seguire il campionato e la squadra della sua città. Oltre alla forte delusione dovrà affrontare Andrea Castaldi... l'uomo dell'anno. 

Lui è tutto ciò che lei odia... o forse no. Si ritroverà così a dover compiere per l'ennesima volta una scelta tra ciò che vuole e ciò che deve. Estratto: Cammino nel tunnel che collega lo spogliatoio al parquet di gioco. Una lunga penombra in cui l’unica fonte di luce sono dei piccoli e deboli neon che stanno facendo gli straordinari. 

È un tragitto breve, ma che ogni volta che lo percorro mi costringe, per diversi motivi, all’introspezione, a chiudermi nel silenzio: nel pre-partita, durante gli allenamenti, nell’intervallo del match. 

Penso a quante benedette volte ho calpesto quel pavimento: almeno cinque al giorno escludendo gli extra. Noi giocatori lo consideriamo il grande “contenitore” dove finiscono i nostri segreti, dove l’ansia spesso ti prende, dove sfoghiamo le frustrazioni e tutto rimane qui, in disparte, non pubblico. 

Biografia

Federica Tronconi è classe 1980, laureata allo IULM in Scienze della Comunicazione. Lavora nel mondo della comunicazione da quindici anni. Ha mosso i primi passi nel giornalismo locale e nazionale, per poi passare a Radio24 – Il Sole24Ore. Ha maturato esperienza in diverse agenzie di pr e comunicazione sul territorio nazionale. Ha lavorato per Giunti e Mondadori. Studia ed è appassionata della Parola, in tutte le due declinazioni: scrive per sé stessa e per gli altri (come ghostwriter). Attualmente è libero professionista in ambito marketing/comunicazione e editoriale. È ideatrice del progetto online L'ultima riga (www.ultimariga,it), da anni punto di riferimento per i lettori che vogliono condividere il piacere della lettura. Ha intervistato, tra gli altri, Ken Follett, Nicholas Sparks, Carlos Ruiz Zafron, Wilbur Smith, Veronica Roth, Lauren Kate, Pierre Lemaitre, Brian Freeman, Frank Ostaseski, Jean-Michel Guenassia. Gira i palazzetti dello sport d'Italia per vedere pallacanestro con in borsa sempre un libro

mercoledì 22 settembre 2021

Anna Guendalina Lipperini - Regina di Luanto

 

Anna Guendalina Lipperini

Regina di Luanto

Anna Guendalina Lipperini nasce a Terni il 22/02/1862 e morì a Pisa nel 1914. Quando si trasferì a Roma con la famiglia conobbe il vice console Alberto Roti che sposò, assumendo il titolo di contessa,  e con lui si trasferì a Firenze dove ebbe iniziò la  sua attività letteraria con il nome di REGINA di LUANTO, anagramma dei due nomi

Dopo la morte del marito nel 1898, si trasferì a Pisa dove  visse a lungo con il gioiellere  Alfredo Gatti per sposarlo solo  dopo 11 anni di convivenza.

collabora con diverse riviste letterarie tra cui La donna di Torino e scrive storie d'amore anche scabrose suscitando pettegolezzi, nella società di allora. Il suo primo romanzo s'intitola Acque forti, 1890.

Il racconto La scuola di Linda viene definito "un esempio di malcostume", mentre lei incurante delle maldicenze continua a far conoscere alle lettrici le donne italiane contemporanee, diverse dallo stereotipo desiderato,  amanti del sesso in una società mondana libera da falsi pregiudizi come nel suo romanzo Le virtuose.

Il suo romanzo più amato fu Il martirio libro in cui espone le difficoltà di un rapporto tra marito e moglie ormai finito, tenuto in piedi solo per la società ipocrita che non vuole spezzare un matrimonio senza più comprensione e amore.


La scrittura era chiara, audace ed esplicita, importante dal punto di vista femminile per capire l'identità di una donna colta dal punto di vista di un'altra donna, priva del pensiero maschile che le voleva solo madri di famiglia. 

Amava viaggiare e si recava spesso in Algeria e in Egitto.

Una donna coraggiosa che si batteva contro un mondo ipocrita e tradizionalista e con i suoi romanzi ha dato uno scossone mettendo in luce la realtà difettosa con il giusto linguaggio senza incipriamenti.

Femminista? Forse, sicuramente una donna vera che sapeva filtrare la realtà nella giusta luce.

Morì nel 1914 a soli 52 anni.

Titoli di alcune sue opere.

Acque forti (1890)
Salamandra (1892)
Ombra e luce (1893)
La scuola di Linda (1894)
Un martirio (1894)
Libera! (1895)
La prova (1896)
Tocchi di penna (1898)
Gli agonizzanti (1900)
La servetta (1901)
Il nuovissimo amore (1903)
Le virtuose (1910)
Per il lusso (1912)

Se volete leggere una suo racconto, nel 2012 Einaudi ha pubblicato : Passione,  nell'antologia Quello che le donne.

Ferlisi Maria Lucia

grazie a : https://it.wikipedia.org/wiki/Regina_di_Luanto

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.