lunedì 4 ottobre 2021

Vittoria Aganoor, una grande poetessa dimenticata.

Vittoria Aganoor
una grande poetessa dimenticata. 
Un’altra grande poetessa di cui non risulta alcuna traccia nei libri di letteratura  sicuramente è Vittoria Aganoor.

Vittoria Aganoor è nata a Padova il 26 maggio del 1855 e morì a Roma nel  , il padre Edgar era un conte di origini armene per cui insieme con le sorelle ebbe una vita agiata. I suoi  studi furono di formazione classica con il noto maestro giacomo Zanella e sotto la sua guida iniziò a comporre delle liriche e nel 1876 pubblica il suo primo saggio poetico.

Luna, i bei tempi andati

sempre mi stanno in cor

quando al tuo dolce albor

gli occhi volgea.

Laghi, montagne e prati

diffusi di seren

nel candido tuo sen

scorger credea.

Scorger credea la danza

d' alati abitator.

Oh come sogna il cor

quando è contento!

[p. XIV]

Triste, deserta stanza,

cupo cinereo mar

ora quel tuo m' appar

disco d' argento.

Ed or coi rai bagnati

di memore dolor,

Luna, il tuo mesto albor

seguo pel cielo. [1]

 Nello stesso anno si trasferisce a Venezia ma trascorre lunghi periodi a Padova per continuare i suoi studi con il maestro, inizia anche una forte corrispondenza con il poeta Domenico Gnoli e riesce a pubblicare una sua lirica nella riovista  letterario dell’amico poeta. Nel frattempo morì il padre e a lei toccò prendersi cura della madre malata. Aveva un carattere chiuso e le lue poesie riflettevano malinconia. 

“Estremamente garbata e piacevole all'esterno, nascose sempre il suo carattere tormentato e depressivo, che trovava sfogo, invece, in alcune sue liriche in cui si parla di incomunicabilità, desiderio di morte e di potenza, desiderio di libertà dalle regole e costrizioni del vivere civile. Si occupò per lunghi anni della madre, cui era legata da un forte legame affettivo, e solo dopo la sua morte, nel 1899, cominciò a pensare ad un proprio percorso di vita autonomo.”

Anche Benedetto Croce ebbe parole lusinghiere per le poesie di Vittoria, peccato che il suo perfezionismo e la sua timidezza le impedirono di pubblicare tutte le sue opere, molte sono rimaste chiuse nei suoi quaderni e lette solo a pochi amici.

Orgoglio mio, dunque a sopir non vali

Questo che il cor tormenta

Pensier, cui serva io torno?

Dunque non sai più vincere?

Dunqe ogni possa è spenta?

E tanto forte io t' ho creduto un giorno!…

Un superbo mortal, che te non cura

Nè sa quanto m' ha offeso;

Ecco a chi ceder sai!

E soffri ch'ei mi soffochi

Sotto l' ingiusto peso

D'una pietà che non gli ho chiesta mai?

Nel 1901 si sposò a Napoli un deputato dalle origini nobili: guido Pompilj e con lui si trasferì a Perugia. La sua felicità e l’amore per il marito migliorarono il suo carattere e si rifletté anche nelle sue opere che diventarono meno malinconiche e il tema dell’incomunicabilità viene abbandonato.

Purtroppo la vita coniugale che la rende felice dura poco e nel 1910 si ammala di un tumore e durante un tentativo di operazione muore l’otto maggio, il giorno successivo, a poche ore dalla morte della moglie, il marito si toglie la vita con un colpo di pistola alla tempia.

Ecco l’elenco delle sue opere:

I cavalli di San Marco, Venezia, Stab. Tip. C. Ferrari, 1892.

A mio padre. Versi, Venezia, Stab. Tip. Lit. C. Ferrari, 1893.

Leggenda eterna, Milano, Treves, 1900.

Nuove liriche, Roma, Nuova Antologia, [1908].

Poesie complete, a cura e con introduzione di Luigi Grilli, Firenze, Successori Le Monnier, 1912; successiva edizione, premessavi una lettura tenuta dall'autrice al Collegio Romano, Firenze, F. Le Monnier, 1927.

Nuove liriche, a cura di John Butcher, Bologna, Nuova S1, 2007.

Lettere e carteggi:

Lettere a Domenico Gnoli, 1898-1901, per la prima volta edite a cura di Biagia Marniti, Caltanissetta, Roma, Sciascia, 1967.

Lettere a Giacomo Zanella (1876-1888), a cura di Adriana Chemello, Mirano, Eidos, 1996.

Lettere scelte di Vittoria Aganoor ad Antonio Fogazzaro, a cura di Brunone De Toffol, Mansue, Comune, Biblioteca comunale, 2002.

Aganoor, la brezza e il vento, corrispondenza di Vittoria Aganoor a Guido Pompilj, a cura di Lucia Ciani, Bologna, Nuova S1, 2004.

Vittoria Aganoor, Almerigo da Schio: lettere (1886-1909), a cura di Lucia Ciani, S.l., Ribis, 2005.



Notizie tratte da:

https://it.wikipedia.org/wiki/Vittoria_Aganoor

https://www.lib.uchicago.edu/efts/IWW/texts/htmlfiles/A0001-T003/

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.