sabato 19 marzo 2016

Festa del Papà

La  festa del papà è nata dopo quella della mamma. Per chi è cattolico si festeggia il 19 marzo
ricorrenza della festività dedicata a San Giuseppe e quindi il primo padre cristiano. Sembra che i primi a celebrarla siano stati i Padri Benedettini nel 1030, seguiti dai Servi di Maria nel 1324, e dai Francescani nel 1399.
In Sicilia Abruzzo e Puglia si è soliti invitare i poveri a mangiare con loro, mentre in altre regioni, si accendono i falò. A Cosenza invece si svolge una bellissima fiera ricca di eventi ed espositori.
Vi ricordate che prima era un giorno festivo? Si, infatti lo è stato fino al 1977, anno in cui è stata abolita, purtroppo!

In molti paesi non è cosi, si festeggia la terza domenica di giugno, come negli Stati Uniti. Sembra che sia stata celebrata per la prima volta nella Virginia occidentale nel luglio del 1908 a Farimont, nella chiesa metodista locale. Una certa signora Sonora Smart Dodd ne sollecitò la ricorrenza dopo un sermone ascoltato sulla festa della mamma. La signora Dodd il 19 giugno del 1910 organizzò la prima festa, scelse questa data perché era il compleanno di suo padre.
In Germani la festa coincide con il giovedì dopo 40 giorni dalla Pasqua, è dedicata a tutti gli uomini e secondo una tradizione ottocentesca, si deve spingere un carretto pieno di alcolici...naturalmente alla fine sono tutti ubriachi!
Ma in molti altri paesi la festa è invece associata ai padri "Nazionali" della nazione, come in Russia dove si celebra la festa dei difensori della patria, e in Thailandia dove coincide con il compleanno dell'attuale sovrano che è venerato come un padre.
Oltre alla tradizione religiosa in Italia in molte regioni si abbina anche quella culinaria, in primis la Campania con le famosissime zeppole di San Giuseppe, simile ad un bignè con marmellata o crema pasticcera. In Sicilia abbiamo le zeppole di riso dolcetto a forma di tronchetto di riso sempre fritto e aromatizzato con cannella o miele. 
A Bologna abbiamo la raviola, un raviolo di pasta frolla ripieno di marmellata.

In molti comuni della Puglia si è soliti imbandire una tavola con tredici pietanze dedicate al Santo, un posto si lascia vuoto e si pone un bastone ed un giglio a simboleggiarne la presenza. Sono tutti cibi "poveri", in quanto  rappresentano al meglio la figura di San Giuseppe e la povertà in cui visse con Maria.
I cibi sono: i lampascioni, fagioli e ceci, il cavolfiore, il pesce fritto, lo stoccafisso, le fave, le sarde,la lattuga, le tagliatelle, il pane a forma di ciambella di San Giuseppe, le cartellate (un dolce) e le zeppole.




Eccovi  la ricetta del dolce napoletano
 LE ZEPPOLE:
PREPARATE LA CREMA PASTICCERA
PER LA ZEPPOLA:
120 GR. DI FARINA
4 UOVA
50 gr  DI ZUCCHERO
ACQUA 1 BICCHIERE
Fate sciogliere il burro con l'acqua e lo zucchero, in un pentolino, quando inizia a bollire spegnete. Versate il tutto sopra la farina, sempre setacciata, e che avrete messo in un altro pentolino, mettete sul fuoco e  mescolate bene, quando l'impasto e rappreso e morbido, spgnete pure. Lasciate raffreddare, meglio in una ciotola, ed aggiungete le uova,  uno alla volta e mescolate fino al completo assorbimento. Adesso prendete un sac- a- poche e su un ripiano formate  dei cerchi, preparate una padella alta con dell'olio ben caldo e cominciate a friggerli. Raffreddate e decorate con la crema e un candito sopra. 
Buon Appetito.

venerdì 18 marzo 2016

James Bond

Shhhh silenzio tutti , sono James... James Bond, agente segreto britannico 007,  con licenza di uccidere!!
Ebbene si, oggi l'autore Ian Fleming completava il suo primo romanzo Casino' Royal il cui induscusso, formidabile, elegante, affascinante e sexy personaggio è James Bond
Aggiungo anche intramontabile, visto che quest'idolo continua ad essere oggetto di film sempre ispirati ai suoi libri. Possono cambiare gli attori che cambiano per raggiunta età o per  altri motivi, ma il mito ed il fascino rimangono freschi anche a ben 63 anni di distanza.
L'autore della serie dedicata all'agente segreto, si è ispirato al suo passato di ex agente per i servizi segreti britannici, dando al personaggio credibilità nelle rocambolesche azioni. 
Nel libro oltre alle spericolate missioni segrete, vi sono  altri elementi che ne accrescono la fama,: i luoghi, le donne, la tecnologia usata per uscire da situazioni estreme. Tutti elementi che piacciono e mettono d'accordo sia il pubblico maschile che femminile. 
Chi tra gli uomini non vorrebbe essere Bond per circondarsi delle più belle donne? E chi tra le donne non vorrebbe essere amata da Bond??
Fleming ha scritto ben 12 romanzi della serie di James Bond, a cui si sono ispirati tutti i film prodotti che sono stati molti di più. Gli attori che hanno interpretato 007 sono stati sei,  il primo Sean Connery che ha dovuto lasciare il ruolo solo per l'età, purtroppo, poi sono seguiti George Lazenby, Roger Moore, Pierce Brosnan e ultimo Daniel Craig. Inutile dirvi che dopo Sean Connery, per me tutti gli altri attori non sono mai riuscti a conquistare il cuore delle ammiratrici di questo affascinante personaggio, forse soltanto negli ultimi anni con Daniel Craig, Bond sta riacquistando la fama e la bravura della prima uscita in scena dell'attore che per primo l'ha impersonato.
Io comunque rimango fedele al grande ed affascinante Sean Connery e voi invece?? Commentate sono curiosa.



giovedì 17 marzo 2016

Biblioteche nel mondo


Amare i libri e l'architettura è un binomio difficile da realizzare? Se poi unite anche l'amore per i viaggi, è una sfida impossibile? No, uomini e donne del web. Le tre cose si posso unire e farle diventare un viaggio unico, dove ammirare come l'architettura si armonizza con i libri, creando luoghi dove ogni lettore vorrebbe andare e magari anche trasferirsi in quella città per respirare eternamente il profumo dei libri. Un un luogo dove i libri sono accolti, e restituiti al pubblico in maniera elegante. Questo gesto è reso  possibile da chi  ama i libri in modo totale, dove oltre ad annusare il libro e soddisfare l'olfatto, vuole anche appagare lo sguardo consegnando il libro alla bellezza totale che è l'arte.


 Allora cari lettori tuffiamoci in queste librerie e immaginiamo di essere in un teatro dove la scelta del nostro libro e accompagnata dal suono di archi e violini, prendete un volo per Buenos Aires e visitate  la libreria El Ateneo.






Per chi ama l'acqua vi sono due librerie fantastiche una si trova a Londra:  Word on the water, dove i libri si scelgono su una barca, cullati dalle onde del Tamigi.









Per l'altra libreria il viaggio è più breve, basta andare nella città più romantica del mondo: Venezia, recatevi nella libreria Acqua Alta e sarete immersi in un'atmosfera più che romantica, un giro in gondola per scegliere un libro. Un consiglio, portatevi gli stivaloni.




Siete ultra moderne e minimaliste, allora vi consiglio Stoccarda con le file di librerie e scale in bianco assoluto, un tuffo nel colore dell'anima Total White.









Se invece amate gli alieni andate a Perugia, guardate bene la struttura non vi sembra una navicella spaziale? Bellissima.










 Se amate la natura ed il verde, vi dovete spostare a Taipei nel Taiwan, lì troverete una biblioteca immersa nel verde, con giardini pensili e grandi vetrate dove potete leggere e quando alzate lo sguardo ammirare le piante tropicali..
Infine, ma solo perchè non voglio tediarvi, c'è ne sono molte altre, la biblioteca City Lights Bookstore di San Francisco, una biblioteca classica, ma con una stanza dedicata ai poeti e a coloro che desiderano scrivere i loro versi, nel silenzio ovattato dei libri.



Io ho già scelto quella che desidero visitare, e voi??

mercoledì 16 marzo 2016

Cio che inferno non è


CIO' CHE INFERNO NON E'
Alessandro D'Avenia
Mondadori
pagine 317

Federico 17 anni ha appena terminato l'anno scolastico e si accinge a partire per una corso d'inglese in Inghilterra, perché l'ha frequentato il fratello, e perché l'inglese è importante come dicono i genitori.
Prima di partire viene invitato dal suo professore di religione a dargli una mano, con i ragazzi nel piccolo centro parrocchiale che gestisce;. quel piccolo prete, magrissimo, gli piace perché è diverso dagli altri insegnanti, lui non sta nella sala professori, ma nei corridoi della scuola e parla con i ragazzi. Si tratta di Padre Pino Puglisi, detto TreP, affettuosamente dai suoi alunni.
Per Federico amante della letteratura e delle poesie di Petrarca, è un anno difficile, dove i perché della vita in fase adolescenziale aumentano, a volte non hanno risposta, ma creano mille domande e mille dubbi.
Con Don Pino Federico conoscerà l'altra parte di Palermo, il Brancaccio, una zona degradata, fatta di palazzoni mischiati col nulla, mancano le scuole e gli spazi verdi, un facile territorio di conquista per la mafia, zona dove detta legge attraverso i suoi scagnozzi, Madre Natura Nuccio, il Cacciatore e U' Turcu. Ma don Pino Puglisi cerca i ragazzi, parla con loro, gioca con loro, li ascolta, li porta anche al mare, per mostrar loro che oltre all'inferno esiste una vita normale che inferno non è.
Federico conosce la vera vita, quella reale, ritorna a casa con un labbro spaccato, la bicicletta rubata, ma nel cuore è felice. Nonostante l'inizio traumatico ritorna ancora ad aiutare il prete, lo accompagna nelle sue visite, dove ha una parola di conforto e speranza per tutti. Conosce Lucia una ragazza di 16 anni e si innamora, lei è una ragazza che vive la realtà in prima persona non gode della protezione e dei benefici di una famiglia benestante. Federico per lei non andrà ad Oxford, perché non può conoscere l'altra metà del mondo, se prima non conosce l'altra metà di Palermo.
Il ragazzo continuerà ad aiutare il suo insegnante nel centro parrocchiale per tutta l'estate, fino al giorno del compleanno di Don Pino, 56 anni, giorno in cui viene ucciso, morirà con un sorriso verso il suo aguzzino, ma sarà il sorriso di Don Pino a continuare a vivere anche dopo.

Pur avendo acquistato già un libro dell'autore: Bianca come il latte rossa come il sangue, non l'ho avevo ancora letto. Ho cominciato a conoscere questo autore pochi giorni fa con questo libro, di cui mi ha colpito il titolo, non avevo letto nemmeno la quarta di copertina, mi sono affidata al mio istinto, ed ho fatto bene. era da tempo che non leggevo un libro talmente bello da commuovermi, il finale l'ho dovuto rileggere in quanto nella prima lettura le lacrime hanno accompagnato la lettura delle ultime righe . E' un libro di denuncia ma al tempo stesso di speranza. E' un libro duro ma al tempo stesso vero. La forza di Don Pino traspare in tutte le righe attraverso non solo Federico, ma attraverso i tanti bambini che segue e cura come un padre, un buon padre. E' un libro che ti mette di fronte alla realtà quella che vuoi sfuggire, non vuoi guardare, ma è la vita vera e si combatte sul territorio, non serve a nulla scappare, andar via, bisogna capire che anche a Brancaccio si può vivere, si può vedere oltre il male e le brutture, se solo ci fosse una scuola o un parco giochi, dove i ragazzi possano imparare e vedere che esiste la bellezza oltre al degrado quotidiano. Questo libro è un pugno nello stomaco, ti apre gli occhi e ti fa capire che l'inferno esiste, anche se non l'hai mai voluto guardare, adesso è qui e devi fare i conti con le emozioni che ti provoca.
Ma Don Pino l'inferno lo conosce e sa che le alternative ci sono, ma ci voglio persone che le mostrino a tutti questi ragazzi che non sanno che un'altra vita è possibile, loro non sono il male, sono soltanto male-educati, tocca a noi il compito di educarli. Ed è questa l'eredità di don Puglisi, che lascia a Federico, qualche giorno prima, intuendo che potrebbe essere prossimo alla fine. Ma è l'eredità che lascia al suo quartiere, dove ha vissuto e dove morirà. Il suo amore per i diseredati, per i poveri, continuerà oltre perché attraverso il suo sorriso costringerà anche noi lettori a guardare con occhi diversi la realtà che non volgiamo guardare. L'autore che ha conosciuto Don Puglisi, è riuscito a trasmettere il pensiero del religioso perfettamente, senza troppi anatemi religiosi, filtrandoli attraverso gli occhi di un ragazzo laico diciassettenne che vuole capire, comprendere, vivere la vita.
Non aspettatevi un libro denuncia della mafia, non lo è, è un libro educativo.
Lo stile è perfetto, usa un linguaggio incalzante, con parole vere non edulcorate, i capitoli così brevi danno più ritmo alla storia e si fissano nel cuore del lettore in modo indelebile. La durezza della vita è qui tutta scritta, con sapienza, mi fa pensare ad un moderno romanzo verista, dove la narrazione non è affidata solo all'uso sapiente delle parole, ma alla realtà descritta. Non è un libro giornalistico gli avvenimenti sono sempre filtrati dallo sguardo ancora innocente di un adolescente che si apre a capire gli avvenimenti. Non vi è nessun paternalismo, disprezzo o rabbia nel racconto, ma traspare l'amore, la voglia di cambiare, di migliorare, vi è racchiusa tutta la speranza di un futuro migliore che può realizzarsi grazie al nostro sorriso e amore per i ragazzi e per la vita.
"....cerco di fare come il giardiniere. Provo a trattare tutti come grano. Solo se tratti il grano da grano diventa pane. L'elemosina non basta, ci vuole l'amore. Sui volti dei ragazzi si riconoscono i segni di tante sconfitte, le cicatrici, le umiliazioni. Il mio compito è stare in queste strade e amare tutti."
"Se nasci nell'inferno hai bisogno di vedere almeno un frammento di ciò che inferno non è per concepire che esista altro. Per questo bisogna cominciare dai bambini, bisogna prenderli prima che la strada se li mangi, prima che gli si formi la crosta nel cuore."


"Dove ho guardato finora?" si domanda Federico, ma è anche la nostra domanda. e come Federico da oggi guarderemo con altri occhi la realtà che ci circonda.

Le rondini di Kabul di Yasmina Khadra (Mohamed Moulessehoul)

 Le rondini di Kabul  di Yasmina Khadra  (Mohamed Moulessehoul) Impressioni di Maria Lucia Ferlisi Rileggere Le rondini di Kabul dopo vent...

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.