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mercoledì 30 ottobre 2024

Una scrittrice dimenticata: Elsa De Giorgi

 Una scrittrice dimenticata: Elsa De Giorgi


Elsa Giorgi Alberti, in arte Elsa de’ Giorgi, nasce a Pesaro il 26 gennaio 1914, da una famiglia aristocratica. 
Il padre Cesio Giorgi Alberti è insegnante di lettere e storia al Magistero di Firenze. La vita di  Elsa De Giorgi è segnata dalla malattia della madre che dopo anni di disagio mentale, finirà in una casa di cura.  Una tragedia familiare che segnerà per sempre  la vita dell'autrice. Dopo la maturità si iscrive alla facoltà di lettere, seguendo le orme del padre.

Ma il destino ha in serbo una traiettoria diversa per la sua vita. Un amico fotografo spedisce le sue foto a un concorso cinematografico, Elsa viene scelta e chiamata a Roma dal regista Mario Camerini che nel 1933 la scrittura per il primo film T'amerò sempre, e nonostante le contrarietà del padre alla sua carriera artistica, prosegue nella sua scelta con altri film.

 Comprende che la recitazione è la sua vera vocazione, la sente molto vicina alla cultura che lei ama e col tempo preferirà recitare in teatro più che al cinema. In quel periodo il cinema era circondato da letterati e persone di cultura che hanno reso grande la cinematografia italiana. Elsa conosce poeti e scrittori come Alberto Moravia, Carlo Levi, Mario Soldati.

 Conosce anche Anna Magnani e la loro amicizia resterà immutata, anche quando si trasferirà a Firenze, le dedica anche un romanzo straordinario: Ho visto partire il tuo treno.
Nel 1936 muore il padre improvvisamente, così la sorella minore rimane con lei a Roma e la madre viene spostata in una casa di cura sempre a Roma.

La carriera dell'attrice è all'apice del successo, gira vorticosamente numerosi film, ricevendo sempre  consensi e plausi. Durante il periodo della guerra l'attrice si dedica maggiormente al teatro, riscuotendo sempre un enorme successo.

Dopo la liberazione ha modo di conoscere il nobile Sandrino Contini Bonacossi e l'amicizia tra i due si trasforma in amore,  si sposano nel 1947, i testimoni della sposa sono: Maria Bellonci e Anna Banti.

La carriera cinematografica continua e viene diretta da celeberrimi registi come Luchino Visconti e Pier Paolo Pasolini. 

Durante la vita matrimoniale rallenta la recitazione per dedicarsi alla scrittura, pubblica numerosi articoli e saggi, compone anche diversi poemi .

Nel 1955 la sua vita viene scossa da un evento tragico, la scomparsa misteriosa del marito, salvo poi scoprire che lo stesso era scappato all'estero, in quanto non aveva avuto la capacità di spiegarle la volontà di porre fine al loro matrimonio.

Sempre lo stesso anno pubblica il suo primo romanzo Gettoni e conosce Italo Calvino con il quale nascerà un bellissimo rapporto amoroso costellato da una lunga corrispondenza e dalla dedica di due romanzi dello scrittore a lei.

Nel 1957 interpreta Madame Roland dell'opera I Giacobini con la regia di Giorgio Strehler . Accanto alla recitazione non manca la scrittura a cui si dedica con sempre maggior impegno.
Una profonda amicizia  la lega al controverso regista P.P.Pasolini e lui la vuole in quella che sarà l'opera più contrastata del regista: Salò e le 120 giornate di Sodoma, film in cui lei è  La dama crudele, voce narrante.

Pasolini gira il suo ultimo e controverso film “Salò e le 120 giornate di Sodoma”, che esce nel novembre del 1975. L’amico regista chiama Elsa a interpretare la voce narrante: “La dama crudele”.
In suo ricordo scriverà una raccolta di poesia “Dicevo di te, Pier Paolo”, 

«Da quel momento, Calvino prese a starmi vicino con lettere che mi raggiungevano quotidianamente e sfidavano il riserbo e la solitudine entro cui, avvocati a parte, vivevo quel crudele momento. L’intreccio epistolare si snodava in misteriosa armonia che riusciva a entrambi stimolante. Fu il periodo più fecondo del lavoro di Calvino, dalle Fiabe, nella cui prefazione, in chiave fabulistica descrisse la storia straordinaria di sparizioni e metamorfosi che io stessa vivevo e che mi dedicò chiamandomi Raggio di Sole, al Barone rampante, dedicatomi col nome di Paloma, ai Racconti e al Sogno di un poeta, fino al Cavaliere inesistente, che in sostanza descriveva il mio amore ostinato per un cavaliere che non c’è, eppure è più presente della concretezza della sua armatura».

Nel 1992 Elsa de’ Giorgi pubblica il suo capolavoro, “Ho visto partire il tuo treno”, dove parla del suo amore con Italo Calvio e della profonda amicizia con Anna Magnani. 

Elsa De Giorgi muore il 12 settembre 1997  a Roma.




OPERE

  • I coetanei, con una lettera di Gaetano Salvemini, Torino, Einaudi, 1955 (Premio speciale per un trattato sull'armistizio dell'8 settembre 1943 ex aequo, nell'ambito del Premio Viareggio)[4]
  • L'innocenza, Venezia, Sodalizio del libro, 1960 ("La sfera" 7)
    • Trad. francese: L'Innocence, roman traduit de l'italien par Marcelle Bourrette-Serre, Paris, Albin Michel (Lagny-sur-Marne, impr. Grevin et fils), 1963
  • La mia eternità, con una premessa di Pier Paolo Pasolini e tre disegni originali di Renato Guttuso, Caltanissetta-Roma, S. Sciascia, 1962 ("Un coup de des" 2)
  • Un coraggio splendente: romanzo, Milano, Sugar, 1964
  • Il sole e il vampiro, Edizioni di Opera aperta (Città di Castello, Istituto poligrafico umbro), 1969 ("I testi" 1)
  • Storia di una donna bella, Roma, La nuova sinistra - Edizioni Samonà e Savelli, 1970 ("Narrativa" 1)
  • Dicevo di te, Pier Paolo, con una testimonianza poetica di Rafael Alberti, introduzione di Giuliano Manacorda, Roma, Carte segrete, 1977 ("Carte segrete di poesia" 3)
  • Poesia stuprata dalla violenza, Roma, Carte segrete, 1978 ("Carte segrete di poesia" 6)
  • L'eredità Contini Bonacossi: l'ambiguo rigore del vero, Milano, Mondadori, 1988
  • Ho visto partire il tuo treno, Milano, Leonardo, 1992
  • Una storia scabrosa, Milano, Baldini & Castoldi, 1997
  • Corpus mysticum: poesie, disegni di Dimitrije Popovic, a cura di Carmine Siniscalco, Roma, Segni e (di), [senza data]

Filmografia

Elsa De Giorgi in Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975)
Elsa De Giorgi e Luigi Silori a Roma nel 1964


Grazie a
 - WIKIPEDIA 
E GRAZIE DI CUORE all'esaustivo articolo pubblicato da:
- Stefano Chemelli, Giusy Radicchio, Vita breve di Elsa De’ Giorgi, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 41, no. 1, gennaio/giugno 2016



mercoledì 4 maggio 2016

Audrey Hepburn



         Il 4 maggio 1929 nasceva Audrey Hepburn icona di bellezza, classe, eleganza, un mito che resiste nel tempo. 

Eppure i suoi familiari la ricordano come una donna timida, che non amava i riflettori, ma la casa, la famiglia, ai cocktail preferiva chiacchierare con le amiche. Amava gli animali e aveva un cerbiatto che teneva in casa come animale domestico.



Divenne famosa grazie a due film: Vacanze romane, in cui interpreta il ruolo della principessa Anna e recita accanto a Gregory Peck, il ruolo le valse il premio oscar come miglior attrice.
Altro film che confermò la sua innata eleganza fu Colazione da Tiffany, che le valse un'altra nomination per l'oscar. Altri film da lei interpretati sono: Sabrina, La monaca, Gli occhi della notte, (che le valsero 3 nomination all'oscar),Sciarada, Cenerentola a Parigi, My fair lady, Come rubare un milione di dollari e vivere felici. In tutti i film ha sempre spiccato per la bravura nell'interpretazione e l'eleganza.

Dopo il fallimento del primo matrimonio con Mel Ferre, si sposò con un medico italiano, più giovane di lei di 10 anni, da cui ebbe il secondo figlio e lentamente scelse di dedicarsi più alla famiglia che al cinema, anche a causa del fallimento del suo ultimo film nel 1979, Linea di sangue.
Tuttavia anche con il secondo marito finì la relazione, a causa dei continui tradimenti di lui.
Conobbe l'attore Robert Wolders e con lui convisse fino al giorno della sua morte, avvenuta per cancro al colon, il 20 gennaio del 1993.
Si dedicò con impegno al ruolo che le venne assegnato di ambasciatrice dell'Unicef," Ora che i suoi figli erano grandi poteva dedicarsi ai bambini a cui, proprio come a lei, le guerre e la fame avevano rubato l’infanzia" ruolo che l'assorbì totalmente e le valse il premio prestigioso:Presidential Medal of Freedom.
Il figlio Luca Dotti la ricorda così:
Era ingenua, ha sempre guardato la vita senza diventare blasé: ti scordavi che era la Hepburn». Adorava la tv italiana, il varietà, Canzonissima. Non approvava i film d’azione – la violenza non può essere intrattenimento - e i quiz a premi - non è bene pensare che si possano fare soldi senza lavorare -. Non perdeva una puntata della serie Tv Cuore e batticuore che, appassionando sia madre che figlio, poneva fine alla lotta per il telecomando.
Era una fan sfegatata di Raffaella Carrà
Tra tutte le soubrette degli amati show televisivi, Raffaella Carrà era la sua preferita. «Le piaceva perché lei avrebbe voluto fare la ballerina. Sapeva il lavoro che c’era dietro ad ogni performance» ricorda Luca che, quando chiedeva alla madre di cambiare canale, riceveva un no deciso accompagnato da motivazioni dettagliate. «La Carrà è fantastica. Canta, balla, sa fare tutto ed è preparata in modo straordinario. È un’artista completa, in America diventerebbe una grande star»
Si discuteva anche di temi sociali, come la libertà dell’individuo. «è facile parlare male, però prova a chiederti cosa avresti fatto tu al posto suo…»
«Roma ti accoglie ma ti giudica» spiega Luca. Audrey stava bene con la parte popolare della città, non con l’alta-borghesia e la nobiltà: criticavano la sua vita, tranquilla e quadrata, troppo lontana dallo stereotipo della diva. «Quando mamma si trasferì nella capitale aveva 40 anni e un passato che l’aveva provata. Inoltre non era serena accanto a mio padre e alla sua vita festaiola. Lei piuttosto che andare a un cocktail preferiva chiacchierare con un’amica, ne aveva 4 o 5. I romani poi erano abituati a spettegolare, lei preferiva non giudicare nessuno. Era molto forte, restava ferma e manteneva la sua autonomia: questo li irritava ulteriormente».


(notizie prese da wikipedia e Vanity fair)

venerdì 18 marzo 2016

James Bond

Shhhh silenzio tutti , sono James... James Bond, agente segreto britannico 007,  con licenza di uccidere!!
Ebbene si, oggi l'autore Ian Fleming completava il suo primo romanzo Casino' Royal il cui induscusso, formidabile, elegante, affascinante e sexy personaggio è James Bond
Aggiungo anche intramontabile, visto che quest'idolo continua ad essere oggetto di film sempre ispirati ai suoi libri. Possono cambiare gli attori che cambiano per raggiunta età o per  altri motivi, ma il mito ed il fascino rimangono freschi anche a ben 63 anni di distanza.
L'autore della serie dedicata all'agente segreto, si è ispirato al suo passato di ex agente per i servizi segreti britannici, dando al personaggio credibilità nelle rocambolesche azioni. 
Nel libro oltre alle spericolate missioni segrete, vi sono  altri elementi che ne accrescono la fama,: i luoghi, le donne, la tecnologia usata per uscire da situazioni estreme. Tutti elementi che piacciono e mettono d'accordo sia il pubblico maschile che femminile. 
Chi tra gli uomini non vorrebbe essere Bond per circondarsi delle più belle donne? E chi tra le donne non vorrebbe essere amata da Bond??
Fleming ha scritto ben 12 romanzi della serie di James Bond, a cui si sono ispirati tutti i film prodotti che sono stati molti di più. Gli attori che hanno interpretato 007 sono stati sei,  il primo Sean Connery che ha dovuto lasciare il ruolo solo per l'età, purtroppo, poi sono seguiti George Lazenby, Roger Moore, Pierce Brosnan e ultimo Daniel Craig. Inutile dirvi che dopo Sean Connery, per me tutti gli altri attori non sono mai riuscti a conquistare il cuore delle ammiratrici di questo affascinante personaggio, forse soltanto negli ultimi anni con Daniel Craig, Bond sta riacquistando la fama e la bravura della prima uscita in scena dell'attore che per primo l'ha impersonato.
Io comunque rimango fedele al grande ed affascinante Sean Connery e voi invece?? Commentate sono curiosa.



giovedì 11 febbraio 2016

Sergej Eisestein

L'11 febbraio 1948 muore il grande regista russo Sergej Eisestein che ha diretto fra i tanti film "Ivan il terribile" e "La corazzata Potemkin", un capolavoro della cinematografia russa.
Da noi questo film è diventato celebre ma in senso negativo, infatti il ragionier Fantozzi personaggio di Paolo Villaggio lo ha definito: "una cagata pazzesca".
Certo non è un film brillante, dura quasi due ore, parla di repressioni e ribellione all'interno della corazzata russa Potemkin, quando muore l'ideatore della rivoluzione ad Odessa verrà esposto il suo corpo e tutta la popolazione vi si recherà per rendergli onore; per questo motivo la città sarà poi teatro di uccisioni di donne uomini e bambini. E' un grande film sulle rivoluzioni che iniziavano in Russia. Ed è un film che bisognerebbe rivedere senza pensare alle parole di Fantozzi.
Mitica la scena della carrozzina che scivola lungo la scalinata, con l'immagine che riprende scalino per scalino lasciandoti con il fiato sospeso fino alla fine per seguire le sorti del neonato che vi è all'interno; scena che rimane indelebile nella memeoria di chi l'ha visto.

mercoledì 20 gennaio 2016

Fellini Federico il regista onirico

Federico Fellini è nato a Rimini il 20 gennaio del 1920. Fu regista, sceneggiatore e anche caricaturista. La sua arte comincia a Roma quando vi si reca per lo studio, ma dove invece cominciò a frequentare gli ambienti dell'avanspettacolo e conobbe attori come Aldo Fabrizi e Macario; e dove conobbe anche Giulitta Masina, moglie e sempre interprete principale dei suoi film. Possiamo sicuramente affermare che Fellini è stato il più grande regista conosciuto ed apprezzato anche fuori dall'Italia, ricevendo numerosi riconoscimenti.
I suoi film hanno una chiara connotazione dove la dimensione onirica prevale sempre mescolandosi con la realtà, la sua infanzia e la sua Rimini sono elementi sempre presenti nei film. Vi riporto la filmografia tratta dalla Fondazione Federico Fellini del comune di Rimini: "Il successo arriva con I vitelloni (1953), Leone d’argento a Venezia e lancio definitivo di Alberto Sordi. Segue La strada (1954), interpretato da Giulietta e premiato con l’Oscar, soltanto la prima di una serie di pellicole che collocheranno Fellini fra i grandi del cinema. Tra i titoli più noti si ricordano Le notti di Cabiria (’57, altro Oscar), La dolce vita (’60, Palma d’oro a Cannes), 8½ (’63, Oscar) Fellini Satyricon (’69), Roma (’72), Amarcord (’73, Oscar), Il Casanova (’76), Prova d’orchestra (’79), Ginger e Fred (’85), Intervista (’87, premio del Quarantennale a Cannes, Gran premio a Mosca), La voce della luna (’90). L’iter felliniano è costellato di omaggi e riconoscimenti, inclusi la Legion d’onore (’84) e il Praemium dell’Imperatore del Giappone (’90). Fellini è uno dei registi che ha vinto più Oscar, cinque, di cui l’ultimo, alla carriera, nel ’93 pochi mesi prima della morte che avviene a Roma il 31 ottobre provocando un immenso cordoglio in tutto il mondo.
Trovo bellissima questa citazione del regista trovata sul web: "il cinema è come una vecchia puttana, come il circo e il varietà, e sa come dare molte forme di Piacere" Questa sua frase rispecchia i suoi film e ci ha regalato una dimensione di sogni che ogni volta che riguardiamo i suoi film c'incanta e veniamo travolti nei suoi sogni.

Mare avvelenato di Elena Magnani

 Mare avvelenato  di  Elena Magnani Riflessioni di Maria Lucia Ferlisi Tomaso Mazzeo è un giovane ragazzo forte, bello ma segnato da un dest...

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.